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Traumi infantili: l’impatto nascosto sulla salute mentale degli adulti

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  • I traumi infantili aumentano il rischio di depressione e ansia in età adulta.
  • Il rischio di ADHD raddoppia nei figli di chi ha subito traumi.
  • Il 40,7% dei minorenni subisce maltrattamenti multipli.

Le esperienze traumatiche dell’infanzia imprimono segni indelebili nella psiche umana; tali marchi rimangono nascosti nel profondo ma possono riemergere sotto forma di dinamiche intricate quando si raggiunge l’età adulta. Non si tratta di un caso sporadico: queste vicende rappresentano una problematica cruciale per il benessere mentale oggi; c’è infatti una relazione preoccupante fra vissuti negativi nelle prime fasi della vita e il manifestarsi di vari disturbi mentali. Le ferite emotive create in uno stadio fondamentale dello sviluppo possono evolversi in stati d’animo come ansia, depressione oppure dar origine a disordini caratteriali o persino incitare atteggiamenti ad alto rischio; ciò è supportato da ricerche contemporanee mirate a indagare questa dinamica e il suo peso nel tempo.

La rilevanza dei traumi infantili non costituisce certo una novità. Già da molti anni i campi della psicologia clinica assieme alla neuroscienza hanno dedicato attenzione ai complicati meccanismi tramite i quali eventi distruttivi—spaziando dall’abuso fisico o sessuale fino all’emotivo abbandono o negligente cura—modificano sia l’assetto neurologico che i modelli comportamentali degli individui. È sempre più evidente come la persistenza di tali effetti possa manifestarsi nuovamente anche dopo numerosi anni dalla loro origine. Indagini recenti hanno rivelato una connessione tra il trauma vissuto nell’infanzia e un’accresciuta probabilità di esperire sintomi depressivi e ansiosi nell’età adulta, comportando inoltre un incremento del rischio suicidario. [Il Sole 24 Ore]. Articoli recenti, pubblicati da Gazzetta.it il 12 maggio 2025, sottolineano come gli esperti stiano affinando le tecniche per riconoscere questi traumi tardivi e per sviluppare terapie sempre più efficaci. Parallelamente, una ricerca dell’Università di Yale, riportata da Fanpage l’8 marzo 2025, offre uno spiraglio di speranza, dimostrando che non tutti gli adulti che hanno subito traumi infantili sviluppano necessariamente disturbi psichici, suggerendo l’esistenza di percorsi di resilienza che possono essere, in alcuni casi, rinforzati con l’ausilio di specialisti.

Tuttavia, il quadro generale rimane complesso. I traumi infantili si manifestano in una molteplicità di forme, e le loro conseguenze possono variare enormemente a seconda della natura, della gravità e della durata dell’esperienza traumatica, nonché delle risorse individuali e ambientali del bambino. Esiste un’ampia gamma di “esperienze infantili avverse” (Adverse Childhood Experiences – ACEs) che racchiudono non solo le forme più palesi di abuso, come quelle fisiche, emotive o sessuali, ma anche la violenza domestica, l’esposizione a problematiche di abuso di sostanze o malattie mentali all’interno del nucleo familiare, il divorzio o la separazione dei genitori, o la morte di un genitore. Ciascuna di queste esperienze, da sola o in combinazione, può alterare profondamente lo sviluppo neurobiologico e psicologico del bambino, ponendo le basi per una maggiore vulnerabilità a problematiche di salute mentale nell’età adulta.

La comprensione di questi meccanismi è fondamentale per sviluppare strategie di intervento e prevenzione mirate. La ricerca, come quella presentata su State of Mind il 7 giugno 2023, che indaga l’impatto dei traumi nei primi tre anni di vita a livello neuronale e metacognitivo, getta luce sui danni strutturali che possono verificarsi nel cervello in via di sviluppo, influenzando le capacità cognitive, emotive e sociali. Questi studi evidenziano come la neuroplasticità, sebbene offra opportunità di recupero, possa anche essere modellata negativamente da un’esposizione prolungata allo stress e al trauma, con conseguenze durature sul funzionamento cerebrale.

Surreal representation of childhood trauma and its impact on mental health

La trasmissione intergenerazionale del trauma e l’epidemiologia italiana

La gravità dei traumi vissuti durante l’infanzia trascende il semplice momento storico in cui si verificano; essi possono riverberarsi sulle generazioni successive, instaurando così un ciclo di vulnerabilità per famiglie e comunità. Il concetto di trasmissione intergenerazionale del trauma, oggetto di crescente attenzione accademica, svela come le esperienze negative affrontate dai genitori possano esercitare una profonda influenza sullo sviluppo psico-emotivo delle loro creature. Studi recenti hanno messo in evidenza la correlazione fra traumi significativi o stati di forte stress sperimentati durante l’infanzia da parte dei genitori e la creazione di contesti familiari nei quali i bambini tendono ad affrontare problematiche comportamentali oltre a disturbi mentali. [Psychology of Trauma]. La propensione dei figli di soggetti che hanno subito traumi durante l’infanzia a manifestare problematiche comportamentali si traduce in una maggiore incidenza, risultando particolarmente preoccupante: il rischio è infatti raddoppiato per quanto concerne il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) e addirittura quadruplicato per altre forme di disturbi psichiatrici. [Childhood Trauma Study]. L’analisi statistica riguardante i traumi infantili in Italia rivela una situazione preoccupante. La Seconda Indagine Nazionale sul maltrattamento di bambini e adolescenti, realizzata da Terre des Hommes insieme a CISMAI (attraverso elaborazioni basate sui dati del 2018 estesi a quelli più risalenti del 2015/2013), svela che circa il 15% dei casi non viene denunciato, lasciando emergere realtà minacciose. Entrambe queste culture prevedono traduzioni chiarificatrici; ci si deve occupare della fragilità, riconoscendo diversi profili, anomalie e mitigazioni sugli spazi social-comunicativi familiari, dove abbondano frequenti opere. Le opere generalizzano alti innocenti, chiarendo così i rinvenimenti, mostrando parametri nevrotici che devono essere restituiti, consolidati. I risultati vengono presentati, ma si notano distorsioni nell’utilizzo degli aspetti materializzati, a volte immersi in subalternismo. È interessante notare come il 40,7% dei minorenni sperimentino maltrattamenti multipli e nel 91,4% dei casi il maltrattante provenga dalla sfera familiare.

Artistic interpretation of intergenerational transmission of trauma
Evocative visual representation of childhood trauma prevalence in Italy

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