- Bambini traumatizzati indirettamente: gli adulti trasmettono il loro disagio.
- Psicoterapeuta Isabel Fernandez: doppia traumatizzazione, adulti impotenti di fronte al dolore.
- Terapia EMDR: infonde tranquillità, solidità e ancoraggio.
- In Ucraina, psicologi formati all'EMDR grazie all'OMS.
- Anche solo 2 o 3 incontri EMDR in fase acuta.
La guerra, un evento tragico che lascia cicatrici profonde non solo sui corpi, ma anche nelle anime, colpisce duramente gli adulti e, in modo ancora più incisivo, i bambini. Questi ultimi, anche quando non coinvolti direttamente nei conflitti, possono subire le conseguenze psicologiche attraverso quella che viene definita _traumatizzazione vicaria_.
L’impatto psicologico sui bambini e l’importanza dell’intervento
Affrontare i danni psicologici nei bambini non è solamente un atto di tutela della loro salute mentale futura, che potrebbe essere compromessa da traumi non trattati, ma rappresenta anche un’opportunità per coltivare una cultura di pace. Aiutare i più piccoli a gestire i conflitti in modo pacifico e rispettoso dell’altro può innescare un cambiamento culturale significativo. In Italia, diverse scuole pubbliche hanno già attivato iniziative in questo senso, coinvolgendo psicologi per supportare i bambini.
La psicoterapeuta Isabel Fernandez, in occasione del Congresso nazionale Emdr Italia, ha sottolineato come gli adulti, spesso traumatizzati e impotenti di fronte al dolore, alla distruzione e alla violenza, trasmettano indirettamente il loro disagio ai bambini. Questi ultimi, quindi, subiscono una doppia traumatizzazione, vedendo e percependo la preoccupazione degli adulti. Per questo motivo, è fondamentale che gli adulti spieghino ai bambini il contesto degli eventi tragici, aiutandoli a sentirsi sicuri e protetti.

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Il ruolo della terapia EMDR
I bambini hanno bisogno di adulti che fungano da mediatori cognitivi, spiegando loro gli eventi e aiutandoli a sviluppare una cultura di pace. Questo approccio rappresenta una speranza concreta per il futuro, offrendo alle nuove generazioni la possibilità di contribuire a un mondo più pacifico. Molti psicologi stanno già lavorando nelle scuole, offrendo ai bambini strumenti di stabilizzazione e rilassamento, derivanti dalla terapia EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing).
La terapia EMDR infonde un senso di tranquillità, solidità e ancoraggio, potenziando la percezione positiva legata alla prospettiva di mutamento. Affrontare le scene più brutte a cui i bambini sono stati esposti permette di alleggerire il peso emotivo che accumulano, alleviando preoccupazioni e orrori. L’EMDR si dimostra efficace sia nel consolidare gli stati d’animo positivi che nel desensibilizzare e rielaborare le esperienze negative accumulate.
L’applicazione della terapia EMDR in contesti di guerra
La terapia EMDR si dimostra particolarmente efficace negli scenari di guerra, sia per adulti che per bambini. La sua brevità la rende ideale per interventi rapidi: in fase acuta, possono bastare pochi incontri, a volte solo due o tre, per affrontare un evento traumatico. Il rapporto tra benefici ottenuti e risorse impiegate è eccezionalmente vantaggioso, ragione per cui viene impiegata anche durante i conflitti in atto.
Ad esempio, in Ucraina sono stati formati psicologi per utilizzare l’EMDR. L’ufficio dell’OMS a Kiev ha promosso un progetto per formare psicologi all’EMDR, con l’obiettivo di intervenire non solo durante la fase acuta della guerra, ma anche successivamente, per supportare le future generazioni che saranno inevitabilmente influenzate dagli eventi attuali. In questi contesti, lavorare sul trattamento dei traumi è fondamentale sia per il presente che per il futuro.
Costruire un futuro di pace: un imperativo morale e sociale
La traumatizzazione vicaria rappresenta una sfida complessa e insidiosa, che richiede un approccio multidisciplinare e un impegno costante da parte di istituzioni, professionisti e famiglie. È _imperativo_ riconoscere l’impatto che gli eventi traumatici, come le guerre, possono avere sulla salute mentale dei bambini, anche quando questi non sono direttamente coinvolti.
Investire nella prevenzione e nel trattamento dei traumi infantili significa investire in un futuro di pace e benessere per l’intera società. Promuovere una cultura della resilienza e della gestione pacifica dei conflitti è un compito che riguarda tutti noi, e che può iniziare proprio dai più piccoli, aiutandoli a elaborare le proprie emozioni e a sviluppare una visione del mondo basata sul rispetto e sulla comprensione reciproca.
Amici, riflettiamo un attimo. La psicologia cognitiva ci insegna che i bambini apprendono attraverso l’osservazione e l’imitazione. Se vedono gli adulti reagire con paura e ansia di fronte alle notizie di guerra, è naturale che anche loro sviluppino sentimenti simili. Ma la psicologia comportamentale ci offre una soluzione: possiamo modellare comportamenti positivi, mostrando ai bambini come affrontare le proprie emozioni in modo costruttivo e come contribuire a creare un mondo più pacifico.
E qui entra in gioco un concetto più avanzato: la _neuroplasticità_. Il cervello dei bambini è incredibilmente plastico, il che significa che è in grado di adattarsi e cambiare in risposta alle esperienze. Intervenendo precocemente con terapie come l’EMDR, possiamo aiutare i bambini a rielaborare i traumi e a sviluppare nuove connessioni neurali che promuovano la resilienza e il benessere. Non sottovalutiamo il potere di un intervento tempestivo e mirato: può fare la differenza tra un futuro segnato dalla paura e un futuro pieno di speranza.