- Bassotta di 12 anni ridotta in fin di vita a Figline e Incisa Valdarno.
- Nel 2023, 85.000 cani abbandonati e 358.000 randagi in Italia (Legambiente).
- Il 13% degli abusi animali è connesso a violenza domestica (American Humane Association).
Un atto di efferata violenza su un indifeso bassotto scuote Figline e Incisa Valdarno
Nei giorni scorsi, un episodio di inaudita crudeltà verso un animale domestico ha gettato un’ombra di sgomento e indignazione sulla comunità di Figline e Incisa Valdarno. Al centro della vicenda, un uomo di 30 anni del luogo, denunciato dai Carabinieri per il reato di maltrattamento di animali. Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo, in un momento di apparente e immotivata follia notturna, si sarebbe scagliato con inaudita violenza contro la sua cagnolina, una bassotta di dodici anni. Le percosse inflitte, ripetute e brutali, hanno causato all’animale ferite e traumi gravissimi su tutto il corpo, riducendola in fin di vita. Fortunatamente, la fidanzata dell’aggressore e un amico presente nell’abitazione sono intervenuti prontamente per sottrarre l’animale alla furia dell’uomo e mettere in salvo la piccola bassotta, che è stata immediatamente affidata alle cure dei veterinari.
La cagnolina, trasportata in un ambulatorio della zona convenzionato con l’Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) Valdarno di Cavriglia, si trova tuttora in prognosi riservata a causa dei gravi traumi riportati. Le sue condizioni sono apparse subito disperate, con danni seri all’apparato respiratorio, all’addome e al torace. Nonostante la gravità delle lesioni, la bassottina si sta dimostrando una vera “battagliera”, come riportato da fonti locali. Ha superato un intervento chirurgico nella clinica veterinaria aretina e, sebbene porti i segni visibili delle violenze subite sotto forma di vistose cicatrici, respira autonomamente e riesce persino a mangiare qualcosa. Un lieve miglioramento che infonde una flebile speranza per la sua sopravvivenza.
L’uomo responsabile dell’aggressione, in stato di agitazione psicofisica al momento dell’intervento dei Carabinieri, è stato trasportato all’ospedale Santa Maria Annunziata di Bagno a Ripoli per ricevere le cure del caso. La denuncia a suo carico è scattata immediatamente, rafforzata dalle recenti modifiche alla normativa sul maltrattamento animale, che prevede pene più severe. L’episodio ha suscitato una vasta eco mediatica e una spontanea gara di solidarietà per la cagnolina. In molti si sono già fatti avanti per manifestare il desiderio di adottarla non appena le sue condizioni lo permetteranno. L’assessore all’ambiente del Comune di Figline e Incisa Valdarno ha condannato l’atto come “intollerabile” e ha invitato chiunque sia a conoscenza di situazioni di maltrattamento a denunciare alle forze dell’ordine. Una volta stabilizzata, la bassottina verrà presa in carico dal Comune e affidata al canile intercomunale in attesa di trovare una nuova famiglia amorevole che le restituisca le “coccole” che le sono state negate e sostituite da calci e violenza.
Questo grave episodio non solo evidenzia la crudeltà di cui è capace l’uomo nei confronti degli animali, ma solleva ancora una volta interrogativi inquietanti sul profilo psicologico degli aggressori e sulla possibile correlazione tra violenza sugli animali e pericolosità sociale. La brutalità manifestata verso un essere indifeso e la totale mancanza di empatia suggeriscono la necessità di un’analisi più profonda del comportamento dell’uomo e delle cause che hanno scatenato tanta violenza.
- ❤️🩹 Che storia terribile, spero la bassottina si riprenda presto…...
- 😡 Non riesco a capire come si possa arrivare a tanto…...
- 🤔 Ma non è che forse stiamo esagerando un po'?......
Il legame tra abusi sugli animali e condotte illecite: un avvertimento per la collettività
L’esistenza di un collegamento tra maltrattamenti nei confronti degli animali e ritorni nell’illegalità emerge come un’indicazione preoccupante per la società contemporanea. È fondamentale considerare come non si tratti solo di una relazione superficiale; diverse ricerche evidenziano che coloro i quali perpetrano atti violenti contro gli esseri viventi mostrano, frequentemente, inclinazioni verso comportamenti antisociali, aprendo così importanti riflessioni sulle cause profonde e sugli effetti deleteri di tali azioni. La situazione riscontrata a Figline e Incisa Valdarno si colloca all’interno di una realtà più vasta di analisi scientifiche che da lungo tempo mettono in luce un allarmante legame tra atti di crudeltà nei confronti degli animali e il rischio elevato di sviluppare comportamenti devianti o antisociali tra gli individui. Nel corso del 2023, uno studio condotto da Legambiente ha registrato circa 85.000 cani abbandonati, affiancati da ben 358.000 esemplari randagi presenti sul suolo italiano; questo rappresenta un chiaro indicativo della pericolosa escalation della violenza rivolta agli animali [Legambiente]. Un considerevole numero di studi scientifici ha evidenziato un interessante fenomeno: molte delle violenze dirette alle persone sono state frequentemente anticipate da episodi di aggressione verso gli animali. In particolare, i lavori del professor Frank R. Ascione, figura eminente nel campo della psicologia, gettano luce su questa correlazione. Inoltre, la crescente mole di evidenze scientifiche elaborata e riportata da Agenda Digitale sottolinea l’ipotesi secondo cui atti cruenti nei confronti degli animali possono fungere da segnale premonitore per eventuali comportamenti violenti nei confronti degli esseri umani. [Agenda Digitale]. Questo legame, noto come “The Link”, suggerisce che la crudeltà verso gli animali non sia un fenomeno isolato, ma un possibile sintomo di un disagio psicologico o di una situazione esistenziale patologica, specialmente quando manifestato in età adolescenziale o infantile.
La “pet cruelty”, ovvero la crudeltà verso gli animali domestici, è stata annoverata per la prima volta come indicatore predittivo di futuri comportamenti violenti nella ormai celebre “Triade di Macdonald”, elaborata dallo psichiatra John Marshall Macdonald nel 1963. Sebbene originariamente comprendesse l’enuresi notturna oltre i 14-15 anni, la piromania e lo zoosadismo sono elementi predittivi di una futura condotta omicidaria [Corsaletti-Lusa].
È soprattutto la crudeltà sugli animali a mantenere una forte affidabilità come indicatore dello sviluppo di una personalità abnorme e di potenziale pericolosità sociale.
Analizzando le biografie dei più efferati serial killer della storia moderna, emerge con sorprendente frequenza un passato di maltrattamenti o uccisioni di animali in età infantile o adolescenziale. Personalità come Albert De Salvo, lo “strangolatore di Boston”, che da ragazzo torturava cani e gatti, Edmund Kemper, affascinato dalla morte e dedito a sezionare gatti, o Jeffrey Dahmer, il “cannibale di Milwaukee” che sperimentava su carcasse animali, rappresentano tragici esempi di come la violenza sugli animali possa essere il precursore di crimini efferati contro gli esseri umani.
Questo fenomeno non è limitato ai casi eclatanti di assassini seriali. Studi dimostrano che la violenza intrafamiliare e lo stalking sono spesso associati ad abusi sugli animali, utilizzati come strumento di pressione e minaccia verso i partner. La ricerca dell’American Humane Association evidenzia che ben il 13% delle situazioni di abuso deliberato nei confronti degli animali è connessa alla violenza domestica. Parallelamente, un’indagine condotta dal CNR in Italia ha messo in luce come una percentuale pari al 16,7% dei giovani dai 9 ai 18 anni abbia perpetrato atti di crudeltà verso gli animali. [Corsaletti-Lusa]. Questi dati sottolineano l’importanza cruciale di considerare la crudeltà sugli animali non come un problema minore, ma come un serio campanello d’allarme che richiede attenzione e intervento precoce.
Anno | Cani abbandonati | Cani randagi |
---|---|---|
2022 | 78,300 | 340,000 |
2023 | 85,000 | 358,000 |
La prevenzione e il trattamento: strategie per affrontare il “Link” e la pericolosità sociale
Di fronte alla comprovata correlazione tra violenza sugli animali e potenziale pericolosità sociale, diventa imperativo sviluppare strategie efficaci di prevenzione e trattamento. Ignorare la crudeltà verso gli animali, specialmente in età evolutiva, significa sottovalutare un segnale d’allarme significativo che può preludere a comportamenti violenti più gravi in futuro. Per questo motivo, la criminologia moderna pone un forte accento sull’importanza dell’individuazione precoce di questi comportamenti devianti.
Un elemento cruciale nella prevenzione è l’istituzione di un database informatico dedicato alla catalogazione di comportamenti devianti in età giovanile, con particolare attenzione agli atti di natura delittuosa compiuti sugli animali. L’obiettivo sarebbe quello di creare uno strumento per comprendere e contrastare il fenomeno del “Link”, permettendo di monitorare i soggetti a rischio e identificare potenziali segnali di pericolosità sociale. Questo database, condiviso tra forze dell’ordine e, idealmente, professionisti della salute mentale e servizi sociali, potrebbe contribuire a una prevenzione più mirata e tempestiva [Corsaletti-Lusa]. Recentemente, l’emanazione della legge Brambilla ha comportato un inasprimento delle sanzioni nei confronti di chi esercita maltrattamenti sugli animali. Le condanne previste variano da un periodo minimo di 6 mesi fino a un massimo di 4 anni di detenzione. [Repubblica]. Queste misure di legge rappresentano un passo avanti nella protezione degli animali e nel riconoscimento della loro dignità. Tuttavia, oltre alla repressione, è necessario affiancare trattamenti terapeutici per coloro che manifestano comportamenti violenti verso gli animali.
La collaborazione tra le diverse figure professionali – forze dell’ordine, veterinari, psicologi, assistenti sociali – e le associazioni animaliste è la chiave per affrontare efficacemente il “Link” e proteggere non solo gli animali, ma anche la società nel suo complesso da possibili future violenze.
Oltre l’atto: comprendere le radici profonde della violenza negli esseri umani
Il tragico episodio verificatosi a Figline e Incisa Valdarno offre l’opportunità di riflettere oltre l’orrenda azione cruenta, portandoci a esplorare le complessità nascoste dentro la mente umana. Che meccanismo può spingere qualcuno a infliggere sofferenza inaccettabile a una creatura vulnerabile? Secondo gli insegnamenti della psicologia cognitiva, le nostre modalità di percezione del mondo circostante hanno ripercussioni profonde sul nostro comportamento. Riguardo alla violenza perpetrata contro gli animali, è verosimile considerare che vi sia una visione distorta del soggetto animale stesso: spesso non più che un’entità disumanizzata o semplicemente un contenitore su cui proiettare frustrazioni e aggressività accumulate nel tempo. Sovente tale malvagità maschera ferite emotive non elaborate del passato; traumi pregressi provenienti da periodi precoci della vita possono infatti deviare il sano percorso evolutivo delle emozioni individuali. Eventuali esperienze traumatiche, quali abusi domestici o esposizione alla brutalità in famiglia, possono determinare uno stravolgimento nello sviluppo delle capacità relazionali affettuose sia nei confronti dei coetanei umani sia verso gli animali stessi.
- Legge Brambilla: normativa italiana volta alla protezione degli animali, che prevede pene più severe per chi maltrattamenti, abbandono o uccisione di animali.
- Link: termine utilizzato per descrivere la correlazione tra maltrattamento degli animali e possibili condotte antisociali o criminali da parte di individui.
- Crudeltà animale: qualsiasi atto di violenza intenzionale causato a un animale.
Questo tentativo di approfondire le radici profonde della violenza sugli animali richiede un approccio multidisciplinare, integrando le conoscenze della psicologia, della medicina e delle scienze forensi. Non si tratta semplicemente di punire il colpevole, ma di affrontare le cause sottostanti e offrire percorsi di trattamento e riabilitazione.
La salute mentale dell’individuo violento è un aspetto cruciale: disturbi di personalità, in particolare quelli del cluster antisociale, possono essere alla base di tali condotte. Trattamenti psicoterapeutici mirati, volti a sviluppare empatia, gestire la rabbia e modificare pattern di pensiero disfunzionali, sono essenziali per prevenire la recidiva e l’escalation verso violenze più gravi.
Il caso di Figline e Incisa, nella sua tristezza, ci ricorda che la violenza sugli animali è un indicatore serio di disagio individuale e sociale. Ci invita a riflettere sul nostro ruolo come società nel proteggere i più vulnerabili, siano essi animali o esseri umani, e nell’investire nella prevenzione e nel trattamento dei comportamenti violenti. Non possiamo permetterci di voltare lo sguardo di fronte a manifestazioni di crudeltà; dobbiamo riconoscerle come segnali d’allarme che richiedono la massima attenzione e un impegno congiunto per costruire una società più empatica e sicura per tutti.

- Comunicato ENPA sull'intervento e la denuncia per il maltrattamento del bassotto.
- Pagina ufficiale dell'ospedale Santa Maria Annunziata, luogo di cura dell'aggressore.
- Pagina ufficiale dell'Ente Nazionale Protezione Animali per approfondire le attività.
- Sito ufficiale ENPA Valdarno: informazioni su attività, adozioni e volontariato.