- L'epigenetica spiega come i traumi modificano l'espressione genica senza alterare il DNA.
- Il PTSD può derivare dall'eredità emotiva, non solo da eventi diretti.
- I traumi possono influenzare fino alla quarta generazione.
Scoperte recenti nel dominio della neuroscienza insieme all’epigenetica illuminano un tema tanto affascinante quanto inquietante: la trasmissione intergenerazionale del trauma. Si sta facendo strada l’idea secondo cui esperienze traumatiche possono esercitare effetti duraturi ben oltre
colui o colei che ne è stato soggetto diretto; queste esperienze influiscono addirittura sul patrimonio biologico e sulle predisposizioni psicologiche delle generazioni successive. Questo concetto diviene ancor più pertinente in una fase storica segnata non solo dai conflitti consueti ma anche da nuove modalità di guerra psicologica, progettate
per minare la stabilità di individui e comunità attraverso la manipolazione mentale.
I dati scientifici avvalorano una connessione sostanziale fra esposizione a eventi traumatici—quali guerre, abusi sistematici, genocidi o situazioni ecologiche disperate—e modifiche epigenetiche significative. Il campo dell’epigenetica esplora quelle variazioni nell’espressione genica che avvengono senza alterare la sequenza base
del DNA stesso. In altre parole, l’ambiente e le esperienze vissute possono “accendere” o “spegnere” determinati geni, influenzando il modo in cui il nostro organismo risponde allo stress e alla paura. Queste modifiche possono essere ereditate,
rendendo le generazioni successive più suscettibili a sviluppare disturbi come il Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD) o altre condizioni legate all’ansia e alla depressione.

La trasmissione intergenerazionale del trauma non si limita alla sfera biologica. Esiste una forte componente psicologica e culturale. I traumi non elaborati all’interno di una famiglia o di una comunità possono manifestarsi attraverso dinamiche relazionali disfunzionali, schemi
di pensiero negativi e comportamenti adattivi, ma che in realtà limitano. Questi modelli vengono inconsapevolmente trasmessi di genitore in figlio, creando un ciclo di vulnerabilità e disagio.
Glossario:
- PTSD: Disturbo da Stress Post-Traumatico, una condizione che può manifestarsi dopo aver vissuto un evento traumatico.
- Epigenetica: settore della biologia dedicato all’analisi delle modifiche nell’espressione dei geni senza alterazioni nella sequenza del DNA.
- Trauma intergenerazionale: realtà secondo cui i traumi irrisolti in una determinata generazione impattano sulle successive.
La definizione di trasmissione intergenerazionale deve essere distinta dalla nozione di trasmissione transgenerazionale, benché talora si faccia confusione nei loro usi. Specificamente, quando parliamo di trasmissione intergenerazionale ci riferiamo agli effetti
immediati esercitati dai genitori sulla loro prole e possibilmente sui discendenti più lontani; questo è caratteristico della seconda e terza generazione. In contrasto, il termine transgenerazionale rimanda a un fenomeno in cui il trauma viene condiviso oltre questa relazione diretta, interessando
diverse linee temporali familiari. Ricerche recenti rivelano che le ripercussioni epigenetiche associate ai traumi possono arrivare a influire fino alla quarta discendenza, mostrando così quanto possano essere durevoli e significative le orme lasciate dalle esperienze traumatiche nel corso del tempo.
Epigenetica e l’eredità genetica del trauma
La ricerca sull’epigenetica ha rivoluzionato la nostra comprensione di come l’ambiente e le esperienze di vita possano modellare non solo il presente, ma anche il futuro. Lo studio di come la vita influenzi i nostri geni, come ben evidenziato da alcuni testi, apre scenari complessi
e affascinanti. In particolare, l’attenzione si è concentrata sulla capacità dei traumi psicologici di indurre cambiamenti epigenetici con effetti a breve e lungo termine sulla funzione cerebrale e sul comportamento. Questi cambiamenti possono rendere un individuo più reattivo
allo stress, più incline all’ansia e alla depressione, e potenzialmente più vulnerabile allo sviluppo di PTSD anche in assenza di un trauma diretto.
Studio Significativo: Ricerche recenti indicano che i traumi di una generazione possono effettivamente “stamparsi” sul DNA, influenzando le reazioni e le predisposizioni delle generazioni successive. Questo è stato visto nei discendenti dei sopravvissuti all’Olocausto.
Fonte: Gianluca Riccio, Futuro Prossimo.
L’epigenetica molecolare offre un fondamento biologico per spiegare perché individui esposti a traumi, come rifugiati siriani o sopravvissuti a genocidi, mostrino alterazioni genetiche che si perpetuano anche nei loro discendenti. Queste alterazioni, come le modifiche
alla metilazione del DNA o alle istoni, possono influenzare l’espressione di geni chiave coinvolti nella risposta allo stress, nella regolazione emotiva e nelle funzioni cognitive. Un esempio paradigmatico è lo studio sugli effetti transgenerazionali del trauma negli australiani
aborigeni, che ha dimostrato come il trauma collettivo possa trasformarsi in trauma storico, trasmettendosi di generazione in generazione attraverso meccanismi complessi che includono anche le modifiche epigenetiche.

È importante sottolineare che la trasmissione epigenetica del trauma non implica una “eredità genetica” del trauma nel senso di un cambiamento nella sequenza del DNA. Si tratta piuttosto di un’eredità di “istruzioni” su come i geni devono essere letti e utilizzati. Queste
istruzioni, modificate dall’esperienza traumatica, possono portare a una maggiore predisposizione a determinate risposte fisiologiche e psicologiche allo stress che si manifestano nelle generazioni successive.
| Genere | Effetti Trasmissibili | Esempio di Studio |
|---|---|---|
| Maschile | Alterazioni negli RNA spermatici che influenzano i discendenti | Gapp et al. (2014) |
| Femminile | Comportamenti anomali nei discendenti a causa di depressione post-partum |
Wu et al. (2016) |
La ricerca attuale si sta concentrando sull’identificazione precisa dei marcatori epigenetici associati a specifici tipi di trauma e sulla comprensione dei meccanismi attraverso i quali queste modifiche vengono trasmesse attraverso la linea germinale (spermatozoi e ovuli). La realizzazione
di tali indagini risulta essere di fondamentale importanza per la formulazione di approcci preventivi e terapie specifiche, capaci di fratturare il perpetuo ciclo del trauma e attenuare le sue ripercussioni sulle generazioni a venire.
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Implicazioni psicologiche e il retaggio del trauma
Oltre alla dimensione biologica, il retaggio del trauma si manifesta in modo significativo a livello psicologico e comportamentale. Il Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD) nelle generazioni successive a quelle che hanno subito un trauma non è sempre una conseguenza diretta di
un nuovo evento traumatico, ma può derivare dall’eredità emotiva e psicologica trasmessa dai genitori o nonni. Testi come “L’eredità emotiva” esplorano questi aspetti, partendo dall’analisi dei traumi subiti dai nonni per poi focalizzarsi sulle ripercussioni nelle generazioni successive.
Titolo: L’eredità emotiva
Autore: Mark Wolynn
Publisher:
Kindle Edition
Anno: 2016
I traumi non elaborati possono originare da una vasta gamma di eventi, sia individuali che collettivi, che colpiscono una famiglia o una comunità nel corso del tempo. Genocidi, guerre, disastri naturali, ma anche abusi domestici e negligenza cronica, possono lasciare cicatrici
invisibili che vengono assorbite e manifestate dalle generazioni future. Queste “ombre del passato” possono tradursi in difficoltà relazionali, problemi di attaccamento, ansia cronica, depressione e una maggiore vulnerabilità a dipendenze e altri disturbi psichiatrici.

La trasmissione intergenerazionale del trauma si verifica attraverso una combinazione di fattori. Da un lato, come abbiamo visto, vi sono le modifiche epigenetiche che predispongono a determinate risposte allo stress. Dall’altro lato, vi è la trasmissione di modelli comportamentali
e stili comunicativi disfunzionali appresi all’interno della famiglia. Genitori traumatizzati, non avendo elaborato il proprio dolore, possono avere difficoltà a sintonizzarsi emotivamente con i figli, a offrire un ambiente sicuro e prevedibile, o a insegnare strategie di coping
efficaci. Questo può portare i figli a sviluppare insicurezza, paura dell’intimità e difficoltà nel costruire relazioni sane.
La cosiddetta “traumatizzazione secondaria” è un aspetto cruciale di questo processo. I figli di genitori traumatizzati possono assorbire il dolore e l’ansia dei genitori, sviluppando sintomi simili a quelli del PTSD anche senza aver vissuto direttamente l’evento
traumatico.
La cosiddetta “traumatizzazione secondaria” è un aspetto cruciale di questo processo. I figli di genitori traumatizzati possono assorbire il dolore e l’ansia dei genitori, sviluppando sintomi simili a quelli del PTSD anche senza aver vissuto direttamente l’evento traumatico. Questo
avviene attraverso l’empatia, ma anche attraverso l’esposizione a narrazioni traumatiche non elaborate e a un clima emotivo pervaso dall’angoscia e dalla paura. Diventa quindi fondamentale identificare questi schemi e rompere il ciclo attraverso interventi terapeutici mirati.
Una nozione di base e una nozione avanzata
Nel campo vasto e complesso della psicologia e della salute mentale, la comprensione dei traumi intergenerazionali ci spinge a guardare oltre l’esperienza individuale. Una nozione di base fondamentale da cogliere è che il trauma non è un evento che si esaurisce nel
tempo. Le sue ripercussioni possono estendersi ben oltre la vita di chi l’ha vissuto direttamente, influenzando le generazioni future in modi sottili ma profondi.
Esercizi: Focalizzarsi sul riconoscimento delle esperienze traumatiche familiari può aiutare a innescare un processo di guarigione. Tecniche come la narrazione possono essere utilizzate per esprimere e rielaborare le esperienze.
Dal punto di vista della psicologia cognitiva, questo significa che gli schemi di pensiero e le convinzioni fondamentali che si formano in risposta a un trauma possono essere trasmessi, non geneticamente in senso stretto, ma attraverso la narrazione familiare, i comportamenti appresi
e persino l’ambiente emotivo che si crea in casa. Ad esempio, un genitore che ha vissuto una grave privazione potrebbe involontariamente trasmettere ai figli una tendenza alla scarsità e alla paura di non avere abbastanza, anche se materialmente la situazione è cambiata.
Una nozione più avanzata, strettamente legata alla medicina correlata alla salute mentale e all’epigenetica, riguarda la plasticità neuronale indotta dal trauma e la sua potenziale ereditabilità. Non si tratta solo di predisposizioni genetiche “fisse”,
ma di modifiche dinamiche nell’espressione genetica che alterano la struttura e la funzione del cervello. Il trauma può “scolpire” il cervello in modo che diventi ipersensibile alle minacce, con una risposta di stress eccessiva. Questa “scultura” neuronale, mediata da alterazioni
epigenetiche, sembra poter essere trasmessa, rendendo le generazioni successive più reattive allo stress fin dalla nascita.
Questo solleva interrogativi profondi sulle responsabilità collettive nel mitigare gli effetti dei traumi storici e sociali e sull’importanza di interventi precoci mirati non solo ai singoli, ma anche al contesto familiare e comunitario. Riflettere su questo ci porta a considerare
come le ferite non cicatrizzate del passato possano continuare a limitare il potenziale delle generazioni presenti e future, sottolineando l’urgenza di affrontare i traumi con maggiore consapevolezza e impegno.













