- Incendio ATsm: detenuti con ustioni e traumi psicologici.
- Sezione devastata: 20 detenuti senza luce né acqua.
- Nel giugno 2025 incendio per mancanza di tabacco.
Incendi e disordini continuano a scuotere il carcere di Sollicciano a Firenze, sollevando interrogativi urgenti sulle condizioni di detenzione e sulla gestione della salute mentale all’interno del sistema penitenziario. Una serie di eventi, culminati in un recente incendio nella sezione psichiatrica, hanno portato alla luce criticità strutturali e operative che richiedono interventi immediati e coordinati.
L’incendio nella sezione psichiatrica: un campanello d’allarme
Dieci giorni fa, un incendio è divampato nella sezione ATsm (Area Tutela Salute Mentale) del carcere di Sollicciano. L’episodio, seppur di breve durata, ha avuto conseguenze significative: detenuti con ustioni leggere e traumi psicologici. I volontari dell’associazione Pantagruel, attivi da anni all’interno del carcere, hanno denunciato l’accaduto, sottolineando come un’area destinata alla cura e alla protezione si sia trasformata in un luogo di pericolo. Stefano Cecconi, vicepresidente di Pantagruel, ha evidenziato come questo non sia un caso isolato, ma parte di una serie di roghi che si sono verificati negli ultimi mesi. La domanda cruciale che emerge è: perché persone con disturbi mentali, che richiederebbero percorsi clinici adeguati, si trovano recluse in celle blindate?

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Condizioni inaccettabili e violenze ricorrenti
La situazione a Sollicciano è ulteriormente aggravata dalle condizioni in cui versano alcune sezioni del carcere. A settembre 2024, a seguito di una rivolta scatenata dal suicidio di un giovane detenuto, la sesta sezione è stata devastata da incendi e danneggiamenti. Nonostante ciò, venti detenuti sono stati lasciati in questa sezione, privi di luce, acqua corrente e con pareti annerite dal fumo. Eleuterio Grieco, segretario regionale della Uil Pa, ha denunciato condizioni di vita “da Terzo Mondo”, sottolineando come anche gli agenti penitenziari siano costretti a lavorare in un ambiente malsano. Episodi di violenza sono all’ordine del giorno. Nel giugno 2025, due detenuti hanno appiccato un incendio nella sezione accoglienza a causa della mancanza di tabacco, causando l’intossicazione di un agente di polizia penitenziaria. Laura Pierini, segretaria territoriale Firenze della Uil-Pa, ha evidenziato come questi eventi, spesso taciuti per evitare allarmismi, siano la spia di una situazione sempre più ingestibile.
L’appello per un intervento immediato
Di fronte a questa emergenza, si levano appelli da più parti per un intervento immediato e coordinato. I volontari di Pantagruel chiedono risposte concrete a Regione, Asl e amministrazione penitenziaria, affinché la tutela della salute mentale non si fermi davanti alle mura del carcere. Erica Mazzetti, deputata di Forza Italia, ha visitato Sollicciano, constatando una situazione “preoccupante ed emergenziale”, con problemi strutturali, carenza di personale e condizioni di vita disumane per i detenuti. Ha proposto un tavolo di lavoro per individuare una strategia a lungo termine. Anche Forza Italia, attraverso i suoi rappresentanti, ha sottolineato la necessità di alleggerire la popolazione carceraria, soprattutto per quanto riguarda gli anziani e i tossicodipendenti, senza però rinunciare all’esecuzione della pena.
Salute Mentale dietro le sbarre: un imperativo etico e sociale
La salute mentale in carcere non può essere considerata un tema marginale. Gli eventi di Sollicciano dimostrano che ignorare questa problematica può portare a conseguenze drammatiche, sia per i detenuti che per il personale penitenziario. È necessario un cambio di paradigma, che metta al centro la dignità della persona e il diritto alla cura, anche dietro le sbarre.
Amici lettori, riflettiamo un attimo su quanto abbiamo letto. La psicologia cognitiva ci insegna che l’ambiente in cui viviamo influenza profondamente i nostri processi mentali e il nostro comportamento. Immaginate di trovarvi in un luogo sovraffollato, sporco, senza luce né acqua, e magari con problemi di salute mentale preesistenti. Come vi sentireste? Quali sarebbero le vostre reazioni?
A un livello più avanzato, la neuropsicologia ci spiega come i traumi, sia fisici che psicologici, possono alterare il funzionamento del nostro cervello, rendendoci più vulnerabili a disturbi mentali e comportamenti disadattivi. Un incendio in una cella, un’aggressione, la mancanza di cure adeguate: tutti questi eventi possono lasciare cicatrici profonde, rendendo ancora più difficile il percorso di reinserimento sociale.
È fondamentale che la società si faccia carico di queste problematiche, investendo in risorse umane e strutturali per garantire condizioni di vita dignitose e cure adeguate all’interno del sistema penitenziario. Non si tratta solo di un dovere morale, ma anche di un investimento per la sicurezza e il benessere di tutti.








