- Navigare su Facebook per soli 20 minuti aumenta l’insoddisfazione per il proprio corpo.
- Nel 2024, i disturbi alimentari hanno colpito il 7,8% della popolazione.
- TikTok ha bandito i filtri estetici per i minorenni dal dicembre 2024.
L’epoca contemporanea si distingue per una connessione incessante con il dominio digitale; si tratta infatti di un continuo scorrere di immagini e comunicazioni capaci di plasmare non solo la nostra visione della realtà esterna ma anche la concezione individuale del sé. In tale contesto globale dominato dal web risaltano i social media quali attori principali: essi riescono a esercitare una forza influente ed in certi casi subdola sulla psiche umana. L’immagine del corpo umano emerge come uno degli aspetti più suscettibili all’impatto devastante delle suddette piattaforme digitali; questa vulnerabilità risulta accentuata specialmente nel caso degli adolescenti.
Ricerche recenti ed eventi accademici – fra cui spicca il simposio svoltosi a Marsala nel febbraio 2025 – evidenziano quanto sia aggravata l’influenza dell’esposizione continua a stereotipi estetici spesso esagerati o addirittura deformati, compromettendo così il modo in cui le nuove generazioni vedono se stesse fisicamente. Non è insolito imbattersi in figure influenti sui social network propense alla diffusione dell’idea secondo cui seguire regimi alimentari estremamente restrittivi sia desiderabile o quasi necessario per raggiungere ideali corporei predefiniti; tali messaggi possono rivelarsi estremamente nocivi alla salute psicologica dei giovani utenti online. La perpetua valutazione rispetto agli standard irreali, infine, rischia seriamente di indurre malcontento personale e disagi emotivi significativi fino ad essere fattore scatenante disturbi dell’alimentazione nei soggetti maggiormente esposti.

Secondo un rapporto dell’International Journal of Eating Disorders, il semplice atto di navigare su Facebook per 20 minuti può aumentare l’insoddisfazione nei confronti del proprio aspetto fisico, evidenziando l’impatto negativo di questi strumenti digitali sulla percezione corporea[International Journal of Eating Disorders]. La dinamica in questione si rivela tanto sofisticata quanto potente. Le immagini modificate e meticolosamente selezionate che affollano le bacheche generano una illusoria immagine ideale che stona clamorosamente con la verità quotidiana, stimolando una sensazione d’inadeguatezza persistente. La comunicazione ufficiale da parte di TikTok avvenuta nel dicembre 2024 relativa all’intenzione di bandire l’uso dei filtri estetici per gli utenti minorenni rappresenta un significativo segnale, seppur non esaustivo, dell’accresciuta attenzione verso tale questione. Nonostante ciò, la problematica si presenta decisamente più complessa e necessita di uno sforzo collettivo volto a favorire un uso più riflessivo e critico delle piattaforme sociali; è fondamentale formare i giovani affinché possano distinguere chiaramente tra il mondo reale e le sue raffigurazioni digitali.
Le statistiche recenti indicano che nel 2024 la percentuale delle persone colpite da disturbi alimentari (DCA) ha subito un incremento dal 3,4% al 7,8%.[Animenta]. La facilità con cui si possono trovare online contenuti pro-anoressia o pro-bulimia, sebbene spesso mascherati o meno espliciti, rappresenta una minaccia concreta. La ricerca scientifica continua a indagare la complessa relazione tra utilizzo dei social media, percezione dell’immagine corporea e disturbi alimentari, confermando l’esistenza di un legame significativo.
È fondamentale che questa consapevolezza si traduca in azioni concrete, volte a proteggere i soggetti più vulnerabili e a promuovere un ambiente digitale più sano e inclusivo.
– Nel 2024, il 7,8% della popolazione è affetta da disturbi alimentari.
– Le statistiche sui DCA dimostrano che oltre 30 milioni di persone vivono con queste patologie negli Stati Uniti.
– I disturbi alimentari sono la terza malattia cronica più comune tra le adolescenti.
L’efficacia delle terapie cognitivo-comportamentali, mindfulness e realtà virtuale nel trattamento dei disturbi alimentari
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L’impiego delle terapie cognitivo-comportamentali, della mindfulness e della realtà virtuale nella cura dei disturbi alimentari
Il fronte terapeutico nella lotta contro i disturbi del comportamento alimentare si arricchisce costantemente di nuovi strumenti e approcci, mirando a offrire risposte sempre più efficaci a patologie complesse e multifattoriali. Tra le strategie più consolidate e validate scientificamente si annoverano le terapie cognitivo comportamentali (CBT), che si concentrano sull’identificazione e la modificazione dei pensieri e comportamenti disfunzionali legati al cibo e all’immagine corporea.
La CBT-E, in particolare, rappresenta un approccio “enhanced” che si è dimostrato particolarmente efficace nel trattamento di un ampio spettro di disturbi alimentari. Negli ultimi anni, un’evoluzione significativa si è registrata con l’integrazione di nuove tecniche, tra cui la mindfulness e la realtà virtuale (VR).
La mindfulness, o “consapevolezza”, si propone di aiutare i pazienti a sviluppare una maggiore attenzione al momento presente, inclusi i segnali del proprio corpo e le emozioni legate all’alimentazione, senza giudizio. Protocolli come l’MB-EAT (Mindfulness-Based Eating Awareness Training) sono specificamente progettati per affrontare le problematiche alimentari, promuovendo un rapporto più sano e consapevole con il cibo.
Parallelamente, la realtà virtuale sta emergendo come uno strumento innovativo con un potenziale considerevole nel trattamento dei disturbi alimentari, in particolare per affrontare le distorsioni dell’immagine corporea (BIDs) e la paura di aumentare di peso (FGW), problematiche centrali nell’anoressia nervosa.

Uno studio recente ha dimostrato che l’esposizione a rappresentazioni di corpi sani e in normopeso può contribuire a migliorare la percezione del corpo e il comportamento alimentare dei pazienti affetti da anoressia[Giorni, Giel et al., 2023]. Questa tecnica consente di confrontarsi in modo controllato e graduale con situazioni che nella realtà generano ansia e disagio.
– L’approccio terapeutico integrato è considerato rivoluzionario, facilitando un cambiamento duraturo.
– L’esposizione virtuale genera una reale immersione e un senso di presenza che aiuta a dare forma a nuove percezioni.
La combinazione di CBT con mindfulness e VR rappresenta un approccio terapeutico all’avanguardia, capace di agire su diversi livelli: cognitivo, emotivo, comportamentale e percettivo. Nonostante alcune sfide, legate principalmente ai costi tecnologici e alla necessità di formazione specifica per i terapeuti, il potenziale di queste approcci combinati per migliorare l’efficacia del trattamento dei disturbi alimentari è ampiamente riconosciuto e oggetto di continua ricerca.
L’importanza di un approccio multidisciplinare
L’ampia complessità che caratterizza i disturbi del comportamento alimentare rende necessario adottare un approccio terapeutico integrato e multidisciplinare. Tali condizioni patologiche trascendono la mera alterazione del rapporto col cibo; sono infatti influenzate da una fitta trama di aspetti psicologici ed elementi biologici, così come da variabili sociali e dinamiche familiari. Di conseguenza, l’efficacia nella cura implica l’interazione armoniosa fra professionisti diversi, ognuno esperto nel proprio campo.
Una squadra ideale dovrebbe includere tipicamente psichiatri insieme a psicologi/psicoterapeuti nonché dietologi/nutrizionisti; altri specialisti medici possono essere inclusi in base alle complicazioni fisiche osservate (come gastroenterologi o cardiologi). Adottando questa impostazione collaborativa si ha accesso alle molteplici sfaccettature della malattia stessa, permettendo così la creazione di un piano terapeutico sia personalizzato che esaustivo.
Diverse manifestazioni ed eventi segnalati nelle notizie da marzo 2024 a marzo 2025 in varie località italiane evidenziano chiaramente il valore intrinseco di tale approccio. Convegni e incontri dedicati riuniscono specialisti di diverse discipline per confrontarsi sulle strategie più efficaci e promuovere una maggiore consapevolezza sulla necessità di lavorare in sinergia.
La nomina del Dott. Giovanni Gravina a presidente della SISDCA testimonia l’impegno della comunità scientifica nel promuovere la ricerca e l’adozione di protocolli di trattamento basati sull’eccellenza clinica e scientifica.
Riflessioni sul corpo nell’era digitale
Siamo immersi in una realtà contemporanea dove la nostra immagine viene continuamente elaborata e restituita attraverso superfici luminose. Questo perpetuo dialogo con una visione ideale ma spesso disconnessa della nostra essenza suscita interrogativi profondi riguardo al senso dell’abitare un corpo.
Il campo della psicologia cognitiva analizza le dinamiche tra i nostri processi mentali e la loro interazione con le modalità percettive. In particolare, quando tali riflessioni sulla corporeità sono alimentate da ideali impossibili – largamente presenti nei contesti dei social network – c’è il rischio concreto che la nostra autoconsapevolezza subisca distorsioni significative. Come se un artista decidesse di ritrarre una persona escludendo l’osservazione diretta per avvalersi soltanto di immagini alterate.
Un concetto ancor più sofisticato nell’ambito della psicologia comportamentale è quello denominato “evitamento esperienziale”. Nel momento in cui sorgono emozioni o idee indesiderate relative al nostro stato fisico, tendiamo ad evitarle: tuttavia, questo comportamento reattivo finisce per consolidarne ulteriormente l’influenza nella nostra psiche. Le nuove tecnologie, come la realtà virtuale, cercano di intervenire proprio su questo, creando un ambiente controllato dove l’evitamento non è più l’unica strategia possibile.
Riflettere su questo ci invita a considerare la fragilità del confine tra il sé percepito e il sé reale nell’era digitale. Ci spinge a interrogarci su come possiamo coltivare un rapporto più autentico e compassionevole con il nostro corpo, al di là delle proiezioni effimere del mondo virtuale.