- Circa il 64,8% delle persone in età lavorativa soffre di ansia o depressione.
- Il 57,3% della forza lavoro italiana risente dello stress lavoro-correlato.
- Il 36,1% dei dipendenti porta i problemi lavorativi a casa.
La questione relativa alla salute mentale, ancorata inizialmente agli ambiti privati o sanitari, sta ora rivestendo un ruolo sempre più centrale nel contesto professionale contemporaneo. In questo scenario, la CISL di Monza Brianza Lecco sente l’esigenza impellente di diffondere questa coscienza collettiva; essa infatti pone in evidenza la necessità imprescindibile di creare spazi lavorativi caratterizzati da tranquillità, sicurezza e pieno rispetto dei diritti individuali. L’approccio adottato va oltre la mera inclusività delle categorie già vulnerabili: si aspira invece ad edificare realtà occupazionali dove il miglioramento del benessere sia tanto psicologico quanto fisico diventi una vera priorità condivisa.
In questo percorso cruciale si inserisce il recente evento dedicato alla salute mentale negli ambienti professionali, svoltosi lo scorso 26 settembre presso l’Officina Badoni a Lecco. Il seminario – frutto della collaborazione tra CISL e organizzazioni quali Generazione Lombardia e Horus Club – ha raccolto le testimonianze significative degli esperti locali insieme ai contributi diretti dei partecipanti, creando uno spazio d’incontro vitale tra rappresentanti sindacali, persone specializzate ed addetti al lavoro. Infine, Mirco Scaccabarozzi, segretario generale UST CISL MBL, ha evidenziato con forza come sia giunta l’ora d’affrontare senza indugi questa sfida così importante. I dati recenti rivelano che, nel contesto italiano, all’incirca una persona su sei è affetta da problematiche psichiche, con particolare riferimento a stati di ansia e depressione. Questa condizione risulta essere più diffusa tra le persone in età lavorativa (20–64 anni), con una prevalenza che tocca il sorprendente valore del 64,8%. [Il Cittadino MB]. Nell’ambito della discussione sulla salute mentale nel mondo del lavoro, Annamaria Guerra, alla guida dell’Horus Club, ha sottolineato quanto sia cruciale organizzare iniziative collaborative che offrano visibilità a coloro che lottano nell’ombra. L’intervento degli esperti: Sylvia Caneve, specialista in salute mentale legata all’occupazione; Sara Butti, educatrice attiva nell’ambito occupazionale presso il DSMD Confindustria Lecco Sondrio; ed infine Isilda Armando, referente dei sindacati nella zona lecchese, hanno notevolmente arricchito il confronto apportando punti di vista tecnici ed operativi. Inoltre, Vittoria Speltoni dell’HCM, responsabile del Centro Diurno Psichiatrico, ha trattato il campo delle difficoltà da affrontare dai soggetti affetti da disagi psichiatrici. L’apporto significativo proveniente da enti quali ANCI Lombardia e Regione Lombardia, insieme al sostegno ufficiale della Città di Lecco, fa eco all’urgenza sociale inerente queste problematiche: la promozione attiva del benessere psicologico nei luoghi professionali richiede necessariamente un approccio sinergico.
L’impatto dello stress lavoro-correlato: dati e scenari italiani
Il fenomeno dello stress lavoro-correlato, contraddistinto dalla sua natura complessa e in continua evoluzione, rappresenta un notevole rischio psicosociale. Esso può palesarsi attraverso vari disturbi fisici, psicologici e sociali di significativa rilevanza. In ambito italiano, le statistiche riguardanti questo fenomeno risultano inquietanti; rivelano infatti uno scenario preoccupante che necessita di interventi tempestivi. Stando a quanto emerso da recenti studi analitici, è sorprendente constatare che circa il 57,3% della forza lavoro risente di questa patologia legata al contesto professionale; in aggiunta a ciò, ben un eccezionale 10% dei soggetti coinvolti riconduce alle sfide lavorative le maggiori difficoltà incontrate nella quotidianità. [HR Assistant]. Emergono riscontri ancor più approfonditi dal recente ottavo Rapporto Censis-Eudaimon relativo al welfare aziendale. I dati rivelano che una significativa percentuale pari al 31,8% della forza lavoro subordinata affronta esperienze riconducibili a stati di burn-out; queste includono sensazioni di esaurimento fisico e mentale oltre alla percezione di estraneità ed emozioni negative riguardo alle proprie mansioni lavorative. Tali problematiche sono particolarmente accentuate tra le fasce giovanili: circa il 47,7% degli individui in età giovane manifesta tali sintomi in netto contrasto con i valori rispettivamente del 28,2% degli adulti maturi e del 23,0% tra i membri della generazione senior nel mondo del lavoro. Non ci si ferma qui; i rilievi confermano come ben settantatré persone su cento abbiano dovuto fronteggiare condizioni pressorie quali ansia o stress correlate all’ambiente lavorativo. Parallelamente esiste un’elevata difficoltà riscontrabile nel bilanciamento fra tempo privato ed esigenze professionali (76%). Di più ancora indica come una moltitudine consistente (75%) avverta quotidianamente l’onere delle responsabilità. È impressionante notare come quasi due terzi scarsi della popolazione intervistata risenta pesantemente dell’intensificazione delle pressioni.
Ulteriormente preoccupante è risultata l’assentezza del supporto da parte dell’apparato dirigenziale: gran parte (67%) della manodopera interpellata confessa senza mezzi termini una certa dose di frustrazione per l’insufficiente sostegno offerto dalla propria azienda, mentre ben due terzi indicano problemi nell’ambiente sanitario promozionale assistito in quest’ambito specifico da parte dell’organizzazione stessa. Conseguentemente, il 65,0% dei lavoratori ha difficoltà a concentrarsi a causa dello stress, mentre il 36,7% ha cercato aiuto professionale, rivolgendosi a psicologi o servizi di counseling. Queste statistiche mettono in luce una realtà in cui la salute mentale è compromessa, influenzando negativamente la produttività e la qualità della vita dei lavoratori.
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- Stress lavoro-correlato: un problema sottovalutato che affligge......
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La “sindrome da corridoio” e le nuove aspettative dei lavoratori
Un fenomeno emergente e particolarmente rilevante è la cosiddetta “sindrome da corridoio”, che affligge circa tre milioni di dipendenti e rappresenta il trasferimento delle ansie e dei disagi tra l’ambito lavorativo e la vita privata. Questa osmosi riduce drasticamente il benessere soggettivo, la qualità della vita e la salute mentale dei lavoratori. Il 25,7% dei dipendenti porta i problemi personali sul posto di lavoro, con effetti negativi sulle performance. Ancora più preoccupante è il fatto che il 36,1% porta i problemi lavorativi a casa, influenzando negativamente le relazioni familiari e amicali. Questo fenomeno è più evidente tra i giovani (41,0%) rispetto agli adulti (34,9%) e ai più anziani (33,7%). Al contrario, i problemi domestici che si riflettono sul lavoro condizionano il 22,7% dei giovani, il 29,2% degli adulti e il 20,6% dei dipendenti più anziani.
Questi dati evidenziano un cambiamento radicale nelle priorità dei lavoratori italiani. L’83,4% dei dipendenti considera fondamentale che il proprio lavoro contribuisca al benessere olistico, sia fisico che psicologico. Questa priorità è condivisa in modo trasversale: il 76,8% dei dirigenti, l’86,1% degli impiegati e il 79,5% degli operai la sostengono fermamente. Anche l’età non rappresenta una barriera, con il 75,0% dei dipendenti tra i 18 e i 34 anni, l’85,7% tra i 35 e i 54 anni e l’88,4% dai 55 anni in su che aderiscono a questa visione.
“Attrarre e trattenere lavoratori significa sempre più misurarsi con le loro nuove e inedite aspettative”, ha sottolineato Giorgio De Rita, segretario generale del Censis, evidenziando come le aziende debbano ripensare le proprie strategie per rispondere a queste richieste crescenti di benessere. Nel contesto attuale, le aziende si vedono costrette ad affrontare l’importante questione del reclutamento e della fidelizzazione di lavoratori che dimostrano una crescente attenzione verso la propria salute psicofisica. È pertanto fondamentale intraprendere un’analisi scrupolosa riguardo a come le dinamiche lavorative possano influenzare il benessere individuale.
Promuovere un ambiente lavorativo sano: strategie e prospettive
In una realtà caratterizzata da una crescente pressione sulla salute mentale dei lavoratori, le organizzazioni e i soggetti sociali hanno l’urgenza di ideare metodologie innovative per favorire spazi professionali che siano sia salubri che solidali. Attraverso iniziative del calibro del seminario dedicato alla salute mentale, la CISL operante nel territorio di Monza Brianza e Lecco si sta imponendo come punto cardine nella definizione di questa strategia; viene infatti posto particolare accento sull’importanza dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) nel contrasto allo stress legato all’ambito lavorativo. Risulta evidente che l’analisi del rischio connesso non possa considerarsi una prassi fissa; si tratta piuttosto di una procedura fluida necessitante della partecipazione integrale delle varie componenti aziendali.
Sotto il profilo della psicologia cognitiva emerge l’importanza dell’assimilazione dello stress: esso risulta essere dettato dalle modalità con cui interpretiamo ciò che ci accade. Una stessa condizione professionale caratterizzata da carichi eccessivi può manifestarsi diversamente in funzione delle capacità cognitive ed emotive auto-percepite da ciascun soggetto. Interventi che promuovono la consapevolezza delle proprie reazioni allo stress e lo sviluppo di strategie di coping efficaci, come il reframing cognitivo o tecniche di rilassamento, possono fare una grande differenza. A un livello più avanzato, la psicologia comportamentale ci insegna che il contesto lavorativo, inteso come l’insieme di stimoli e rinforzi, modella i comportamenti e le risposte emotive dei lavoratori. Per esempio, una cultura aziendale che premia la resilienza a discapito della cura di sé, o che ignora i segnali di burn-out, rischia di perpetuare cicli dannosi.
Strategie di Prevenzione dello Stress Lavoro-Correlato | Descrizione |
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Valutazione del Rischio | Identificazione dei fattori di stress attraverso strumenti adeguati, come questionari e interviste. |
Interventi Organizzativi | Modifica dei processi lavorativi e miglioramento della comunicazione interna. |
Supporto Psicologico | Offerta di servizi di consulenza e supporto psicologico ai lavoratori. |
Formazione e Sensibilizzazione | Educazione sui rischi dello stress e sulle strategie di coping efficaci. |
La sindrome da corridoio, che vede i problemi personali e lavorativi invadere reciprocamente le sfere di vita, evidenzia la necessità di promuovere confini sani e la capacità di disconnessione psicologica. Si tratta di un aspetto centrale per la salute mentale, dove la capacità di “lasciare il lavoro in ufficio” è spesso compromessa da una cultura della disponibilità costante. Un obiettivo concreto delle politiche aziendali e sindacali dovrebbe essere quello di educare e supportare i lavoratori nella gestione di questi confini, promuovendo il diritto alla disconnessione e la valorizzazione del tempo libero.
Glossario
- Burnout: sindrome di esaurimento emotivo, provocata da prolungato eccesso di stress lavorativo.
- Sindrome da corridoio: trasferimento di ansie e disagi tra lavoro e vita privata, riducendo il benessere soggettivo.
- RLS: Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza, figure chiave nella promozione della salute e sicurezza in azienda.
- Comunicato CISL Monza Brianza Lecco sul seminario salute mentale e lavoro.
- Approfondimento sulle strategie regionali lombarde in materia di salute mentale.
- Pagina Facebook dell'Horus Club di Lecco, associazione per la salute mentale.
- Sito istituzionale di Regione Lombardia, per approfondire le politiche regionali in materia.
- Pagina Facebook ufficiale di CISL Monza Brianza Lecco, utile per aggiornamenti.
- Dettagli del seminario sulla salute mentale organizzato da CISL e altri enti.
- Pagina tematica di ANCI Lombardia dedicata a iniziative e informazioni sulla salute.
- Approfondimento sul Programma WHP Lombardia, per promuovere la salute nei luoghi di lavoro.
- Sito ufficiale dell'ASST Lecco, utile per approfondire il contributo specialistico nel seminario.
- Pagina del sito ASST con informazioni sui centri diurni psichiatrici convenzionati.