PTSD e soldati: scopri la terapia virtuale che cambia le vite

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  • Nel 2020, quasi un terzo delle forze armate statunitensi era composto da donne.
  • Circa 8 milioni di persone all'anno soffrono di PTSD negli Stati Uniti.
  • Nel 2019, il Dipartimento della Difesa ha finanziato 3 milioni di dollari per VRET.

Quando la guerra torna a casa

Negli ultimi anni, il cinema e la televisione hanno esplorato con crescente frequenza le conseguenze del trauma e del disturbo da stress post-traumatico (PTSD). Opere come “Promising Young Woman” (2020) hanno esaminato come il PTSD derivante da un’aggressione sessuale influenzi le azioni di un individuo, mentre film come “Cherry” hanno mostrato gli effetti del PTSD sui soldati reduci dalla guerra. “Sentinelle”, un thriller francese, combina queste tematiche, offrendo una prospettiva intensa e personale.

Dopo gli attacchi terroristici del 2015 a Parigi, il Ministero delle Forze Armate francese ha istituito l’Opération Sentinelle, un’operazione antiterrorismo volta a proteggere porti e territori da potenziali attacchi. Klara, la protagonista, è una soldatessa assegnata a questa operazione dopo aver perso la sua unità in Medio Oriente. Una mattina, trova sua sorella priva di sensi su una spiaggia, vittima di violenza. Questo evento scatena in Klara un desiderio di vendetta, alimentato dal suo stesso trauma e dai problemi di dipendenza derivanti dal suo servizio militare. La sua missione diventa quella di punire i responsabili, protetti dall’immunità diplomatica.

Prospettive di genere e il peso del PTSD

“Sentinelle” si distingue per la sua prospettiva femminile in un genere spesso dominato da figure maschili. A differenza dei protagonisti maschili che cercano di riacquistare il controllo perso, Klara agisce spinta dalla perdita totale di ciò che le era caro. La sua vendetta non è una ricerca di potere, ma una reazione alla profonda ingiustizia subita dalla sorella. La rappresentazione di donne nell’esercito è rara, e “Sentinelle” offre una voce a un gruppo demografico spesso trascurato. Nel 2020, quasi un terzo delle forze armate statunitensi era composto da donne, e il film riconosce il loro contributo e le loro esperienze.

Il PTSD è il motore principale delle azioni di Klara. Il trauma subito durante il servizio militare l’ha portata a sviluppare una dipendenza da farmaci. L’aggressione a sua sorella aggrava ulteriormente il suo PTSD. Secondo il Dipartimento degli Affari dei Veterani degli Stati Uniti, circa 8 milioni di persone all’anno soffrono di PTSD, ma la malattia mentale rimane stigmatizzata. Molti individui non cercano aiuto per paura di essere giudicati o incompresi. Klara è un esempio di come i veterani necessitino di servizi di salute mentale adeguati. Il suo rapido trasferimento dal campo di battaglia alla sua città natale, senza un adeguato supporto psicologico, ha contribuito ai suoi problemi di dipendenza e alla sua reazione ai traumi successivi.

Cosa ne pensi?
  • La terapia virtuale è una svolta 🚀 per i veterani......
  • Il film "Sentinelle" banalizza il PTSD... 😔...
  • Invertiamo la prospettiva: il trauma non è solo dei soldati... 🤔...

La terapia virtuale come strumento di guarigione

La terapia di esposizione, potenziata dalla realtà virtuale (VRET), offre una via di guarigione per i veterani e i membri del servizio militare affetti da PTSD. Dopo due decenni di conflitti in Iraq e Afghanistan, la domanda di trattamenti per il PTSD rimane elevata. L’ampliamento della definizione di PTSD, che ora include anche l’apprendimento di eventi traumatici che coinvolgono persone care, ha aumentato il numero di individui che soddisfano i criteri clinici per la diagnosi. La VRET offre una soluzione efficace ed economica per aumentare la disponibilità di trattamenti per i traumi che colpiscono i militari.

L’Università della Florida Centrale (UCF) ha sviluppato un sistema di realtà virtuale chiamato Traumatic Event Scene Creation System, che consente ai clinici di personalizzare le scene virtuali con dettagli specifici. Questo sistema, finanziato dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti con un contratto da 3 milioni di dollari nel 2019, rappresenta un importante passo avanti nel trattamento del PTSD. A differenza di altri sistemi, come BraveMind, VRET include scene che simulano aggressioni sessuali, incidenti e traumi di seconda mano. La capacità di modificare le scene in base alle esperienze individuali dei pazienti rende VRET uno strumento potente e versatile.

Verso un futuro di cura e comprensione

L’efficacia della VRET risiede nella sua capacità di creare un’esperienza immersiva e personalizzata per il paziente. La realtà virtuale consente di ricreare i dettagli sensoriali del trauma, come odori e suoni, che possono scatenare forti reazioni emotive. I clinici possono monitorare sia le risposte soggettive che oggettive del paziente, utilizzando sensori per misurare la frequenza cardiaca e la conduttanza cutanea. Questo approccio integrato fornisce una valutazione più accurata dello stress del paziente e consente di adattare il trattamento in modo più efficace. La VRET offre un futuro promettente per il trattamento del PTSD, con il potenziale di migliorare significativamente la qualità della vita dei militari e dei veterani.

È fondamentale riconoscere che il trauma cambia una persona per sempre, ma non la definisce. L’obiettivo del trattamento non è cancellare il passato, ma aiutare gli individui a convivere con esso in modo sano e produttivo. La destigmatizzazione del PTSD e l’accesso a cure adeguate sono passi essenziali per garantire che i nostri militari e veterani ricevano il supporto di cui hanno bisogno per guarire e prosperare.

Conclusione: Un impegno per la salute mentale dei soldati

È imperativo che la società riconosca e affronti le diverse forme di trauma che colpiscono i soldati, sia uomini che donne. La conferenza “The Soldier as Victim” presso la Birmingham Newman University ha evidenziato l’importanza di un approccio interdisciplinare per esaminare questioni come i ruoli di genere iper-mascolinizzati, i diritti umani, gli abusi sessuali, l’etica medica, la salute mentale e il reinserimento dei veterani nella società. È necessario un impegno collettivo per creare una cultura militare equa e un discorso pubblico più informato e compassionevole.

Ora, parlando un po’ più a cuore aperto, vorrei condividere una nozione base di psicologia cognitiva che si applica perfettamente a questo tema: il concetto di schema. Uno schema è una struttura mentale che organizza la conoscenza e le aspettative su un determinato argomento. Nel caso dei traumi, gli schemi possono diventare distorti, portando a interpretazioni negative e disfunzionali degli eventi. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) mira a modificare questi schemi distorti, aiutando gli individui a sviluppare pensieri e comportamenti più adattivi.

E per una nozione più avanzata, pensiamo alla plasticità neuronale. Il cervello non è un organo statico, ma è in grado di modificarsi e adattarsi nel tempo in risposta alle esperienze. Questo significa che, anche dopo un trauma profondo, è possibile riorganizzare le connessioni neurali e sviluppare nuove strategie di coping. La terapia, insieme a pratiche come la mindfulness e l’esercizio fisico, può favorire la plasticità neuronale e promuovere la guarigione.

Ti invito a riflettere su come la società percepisce i soldati e i veterani. Spesso li vediamo come eroi invincibili, ma dietro questa immagine si nascondono fragilità e sofferenze che meritano la nostra attenzione e il nostro sostegno. Come possiamo contribuire a creare un ambiente più accogliente e comprensivo per chi ha servito il nostro paese?


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