Psicofarmaci tra i giovani: qual è il vero rischio del mercato nero online?

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  • Il 2,4% dei 15-19enni ha provato psicofarmaci con alcol.
  • Aumenta l'uso di antidepressivi e antipsicotici tra i giovani.
  • Rivotril e Lyrica: «droghe dei poveri» per facile reperibilità.

L’abuso di psicofarmaci si sta affermando come una realtà allarmante, specialmente tra i giovani. Un episodio acuto come un attacco di panico inaspettato, simile a quello vissuto da Daniele, può fungere da segnale d’allarme per un malessere più profondo e diffuso. Dati provenienti da varie città italiane, tra cui Palermo e Verona, rivelano un incremento notevole nell’impiego di antidepressivi e antipsicotici, spesso acquisiti tramite vie illecite quali false prescrizioni e acquisti online. Questo fenomeno, alimentato da un fiorente mercato nero, suscita gravi preoccupazioni per la salute pubblica e la sicurezza dei cittadini.

Il mercato nero degli psicofarmaci: un business sommerso

La facilità con cui è possibile ottenere psicofarmaci tramite internet e ricette falsificate ha generato un vero e proprio mercato sommerso. Gli adolescenti, in particolare, sembrano i più esposti a questo fenomeno, spesso attratti dalla ricerca di nuove esperienze o dalla necessità di alleviare il disagio emotivo. Le modalità per procurarsi questi farmaci sono variegate: dalla contraffazione di prescrizioni mediche all’acquisto online su piattaforme come Telegram. Una volta ottenuti, gli psicofarmaci possono essere consumati per uso personale, frequentemente in combinazione con l’alcol, oppure rivenduti, alimentando un commercio illecito tanto semplice quanto rischioso.

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Rischi e conseguenze dell’abuso di psicofarmaci

L’assunzione di psicofarmaci senza supervisione medica e, soprattutto, in concomitanza con l’alcol, può avere ripercussioni devastanti per la salute. Gli effetti di questi farmaci sul sistema nervoso centrale possono essere potenziati dall’alcol, inducendo sedazione profonda, perdita di coordinazione, confusione e, nei casi più gravi, overdose. Inoltre, l’uso prolungato di psicofarmaci può generare dipendenza e tolleranza, rendendo sempre più arduo interromperne l’assunzione. Tra gli psicofarmaci maggiormente oggetto di abuso si annoverano il Rivotril e il Lyrica, sovente impiegati come “droghe dei poveri” per il loro costo contenuto e la facile reperibilità. L’Espad, la ricerca periodica del Cnr sugli stili di vita degli adolescenti italiani, ha rilevato che il 2,4% dei 15-19enni ha provato almeno una volta il mix di psicofarmaci e alcol, un dato allarmante che evidenzia la necessità di interventi di prevenzione e sensibilizzazione.

Strategie di contrasto e prevenzione: un impegno collettivo

Di fronte a questa emergenza, è imprescindibile adottare strategie di contrasto e prevenzione su più livelli. Innanzitutto, è necessario intensificare i controlli sulla vendita di psicofarmaci, sensibilizzando i farmacisti sull’importanza di verificare scrupolosamente le prescrizioni mediche e segnalare eventuali irregolarità. In diverse aree del territorio nazionale, le associazioni provinciali stanno elaborando linee guida per assistere i farmacisti nel riconoscere prontamente le ricette falsificate. In secondo luogo, è importante promuovere campagne di informazione e consapevolezza rivolte ai giovani, per educarli sui pericoli e le conseguenze dell’abuso di psicofarmaci. Infine, è necessario potenziare i servizi di assistenza e supporto per gli individui con problemi di dipendenza, offrendo loro un aiuto concreto per uscire da questo circolo vizioso.

Oltre l’emergenza: un approccio integrato alla salute mentale

La crescente diffusione dell’abuso di psicofarmaci è un sintomo di un malessere più profondo e diffuso, correlato a problematiche di salute mentale, stress, ansia e depressione. Per affrontare questo problema in modo efficace, è necessario adottare un approccio olistico alla salute mentale, che tenga conto dei fattori biologici, psicologici e sociali che influenzano il benessere degli individui. È importante promuovere la cultura della prevenzione, offrendo ai giovani strumenti e risorse per affrontare le difficoltà della vita in modo sano e costruttivo. È necessario investire nella ricerca e nella formazione dei professionisti della salute mentale, per garantire loro le competenze necessarie per affrontare le sfide del mondo moderno. Solo così potremo costruire una società più sana e resiliente, in grado di proteggere i suoi cittadini più vulnerabili.

Amici lettori, riflettiamo un attimo. La psicologia cognitiva ci insegna che i nostri pensieri influenzano direttamente le nostre emozioni e i nostri comportamenti. Quando ci troviamo di fronte a situazioni stressanti o traumatiche, i nostri pensieri negativi possono amplificare le nostre emozioni negative, portandoci a cercare soluzioni immediate e apparentemente facili, come l’uso di psicofarmaci.

Un concetto più avanzato, legato alla medicina correlata alla salute mentale, è quello della neuroplasticità. Il nostro cervello è in grado di modificarsi e adattarsi nel tempo, in risposta alle nostre esperienze. L’uso prolungato di psicofarmaci può alterare la chimica del cervello, influenzando la nostra capacità di provare piacere, di gestire lo stress e di regolare le nostre emozioni. È fondamentale, quindi, affrontare i problemi di salute mentale in modo olistico, combinando terapie farmacologiche con interventi psicologici e sociali, per favorire un recupero duraturo e un benessere autentico. Chiediamoci: cosa possiamo fare, nel nostro piccolo, per promuovere una cultura della salute mentale positiva e per aiutare chi ci sta accanto a superare le difficoltà?


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