La musica che cura: Kormorano e l’arte di guarire i traumi infantili

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  • Kormorano esplora la difficoltà di aprirsi all'amore dopo i traumi infantili.
  • L'arte, come la Musicoterapia, apporta benefici al benessere psichico ed emotivo.
  • La Musicoterapia offre conforto a chi fatica a esprimere verbalmente i sentimenti.
  • I traumi infantili possono ridurre la dimensione dell'ippocampo.
  • Il singolo è uscito il 30 maggio sotto l'etichetta Mac Haka Records.

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Traumi infantili: il peso del passato e la speranza di guarigione

Il recente lancio del singolo e videoclip “Traumi” di Kormorano, pseudonimo di Antonio Cicci, polistrumentista del sud Pontino, offre un interessante spunto di riflessione sul tema dei traumi infantili e sulle vie per la loro elaborazione. Il brano, uscito lo scorso 30 maggio sotto l’etichetta Mac Haka Records, si presenta come una Ballata indie pop e folk intrisa di anima cantautorale, anticipando l’album d’esordio dell’artista previsto per il 2025. Nato da un periodo di raccoglimento creativo trascorso sull’isola di Ventotene nell’inverno 2024/2025, ispirato dal libro “Bestie in fuga” di Daniele Kong, il lavoro di Kormorano si concentra sulla difficoltura di aprirsi all’amore quando si è segnati da esperienze traumatiche. Il testo esplora la vulnerabilità intrinseca a tali ferite e il profondo desiderio di essere accolti, compresi e amati. È una vera e propria riflessione sul bisogno primario di protezione, sulla fatica immane del ricominciare e sulla speranza, spesso flebile, che un nuovo amore possa portare guarigione anziché ulteriore dolore.

Title: Bestie in fuga Author: Daniele Kong Publisher: Edizioni Eracle Year: 2023

Il videoclip, disponibile su YouTube dal 6 giugno, pone l’accento sul tempo della ripresa, un viaggio visivo ed emotivo attraverso i ricordi, difficili non solo, bensì soprattutto, dell’infanzia. Viene sottolineata la necessità di accogliere e integrare quei piccoli e grandi shock che hanno plasmato i bambini che siamo stati, o che, in alcuni casi, non siamo mai riusciti pienamente ad esprimere. Kormorano, con la sua peculiare attitudine a fondere cantautorato, dub, elettronica e ritmi tradizionali africani e sudamericani, e la scelta stilistica di cantare nel suo dialetto terracinese per conferire visceralità e verità ai testi, crea un’alchimia sonora unica che trascende le etichette di genere.

Questa narrazione musicale si lega intrinsecamente al tema della psicologia del trauma infantile e all’importanza dell’espressione artistica come strumento terapeutico, offrendo uno studio di caso concreto e attuale. Studi recenti evidenziano come i traumi vissuti nei primissimi anni di vita possano determinare effetti deleteri sul sistema neuronale, incidendo pesantemente sulle capacità cognitive e metacognitive dei più giovani. Le indagini rivelano che tali traumi possono condurre a una dimensione ridotta dell’ippocampo, accompagnata da modifiche nel funzionamento dell’amigdala; entrambe le strutture sono essenziali per il controllo delle emozioni e della condotta?1??2?.

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L’arte come veicolo di elaborazione traumatica

Il nesso tra arte ed elaborazione dei traumi—particolarmente quelli affrontati durante l’infanzia—è una tematica ampiamente trattata nella letteratura clinica. Le pratiche come l’Arteterapia, la Musicoterapia, nonché diverse modalità espressive artistiche sono state ritenute altamente funzionali nell’aiutare individui ad affrontare lo stress post-traumatico. Secondo quanto affermato dalla Fondazione Bracco, la musica emerge quale potente mezzo terapeutico, capace di apportare benefici significativi al benessere psichico ed emotivo delle persone di tutte le fasce d’età ?3?. Gli studi condotti evidenziano come il ricorso all’arte nel contesto curativo si prefigga innanzitutto lo scopo di stimolare processi creativi avvalendosi dei vari medium disponibili.

In particolar modo, la Musicoterapia ha mostrato notevoli risultati, offrendo conforto sia fisico che mentale ai pazienti indipendentemente dalla loro età anagrafica. Questa disciplina impiega suoni e melodie quali strumenti privilegiati per favorire interazioni terapeutiche proficue. Grazie a tale approccio innovativo, anche chi trova difficile articolare verbalmente i propri sentimenti può usufruire del linguaggio universale della musica per esternarli.[4] Per i bambini che si trovano frequentemente in difficoltà nel dare voce alle loro emozioni o nell’affrontare il riflesso interno dei traumi patiti, il disegno insieme ad altre espressioni artistiche riveste una funzione fondamentale.

Un esempio lampante è costituito dal disegno infantile, il quale può essere impiegato come strumento per affrontare con gradualità e in sicurezza gli avvenimenti traumatici passati; questo aiuto consente ai minori di cercare significato nelle complesse emozioni associate ai propri ricordi inquietanti. La dimensione terapeutica dell’arte consente un’affrontabilità degli stimoli traumatizzanti in maniera meno diretta e invadente, giocando così un ruolo cruciale nella desensibilizzazione all’ansia legata alla rievocazione del trauma stesso. Pertanto, l’espressività artistica diventa molto più che semplicemente una modalità rappresentativa: essa funge da autentico mezzo per risolvere conflitti interiori complessi ed abbraccia processi profondamente psichici piuttosto che meri aspetti estetici.

Diverse pratiche cliniche hanno dimostrato chiaramente quanto possa essere utile un gruppo dedicato all’arte terapia, specialmente nei casi degli infanti colpiti da episodi catastrofici o situazioni violente; queste interazioni risultano fondamentali per facilitare sia la comunicazione sia il processo emotivo inerente al superamento delle esperienze traumatiche vissute. Come sostiene Waller?5?, “l’arte fatta in presenza di un arte-terapeuta può permettere al bambino di entrare in contatto con sentimenti che non sono facilmente esprimibili a parole.”

Rappresentazione iconica e concettuale che simboleggia l'elaborazione dei traumi infantili attraverso l'arte.

Il videoclip “Traumi” di Kormorano come metafora visiva ed emotiva

Analizzando il videoclip di “Traumi” alla luce delle teorie piscologiche sull’elaborazione dei traumi infantili, possiamo interpretarlo come un’espressione artistica che veicola il processo di guarigione. La narrazione visiva, focalizzata sul tempo della ripresa e sui ricordi di infanzia, suggerisce un viaggio interiore volto a riconsiderare e integrare le esperienze passate. Le metafore visive utilizzate nel videoclip, se presenti negli articoli, possono essere interpretate come rappresentazioni del peso delle ferite e della difficoltà di aprirsi all’amore. Ad esempio, immagini di spazi chiusi o figure isolate potrebbero simboleggiare il senso di prigionia emotiva generato dal trauma, mentre sequenze che mostrano interazioni positive o l’esplorazione di paesaggi aperti potrebbero rappresentare la speranza di guarigione e il desiderio di connessione.

La scelta di Kormorano di cantare in dialetto terracinese aggiunge un ulteriore livello di significato, poiché la lingua madre è spesso intessuta di ricordi e connessioni emotive profonde, specialmente quelli formatisi nell’infanzia. Il doppio aspetto, caratterizzato dalla visceralità insieme al sincronismo, presente nella lingua indigena rappresenta un elemento cruciale evidenziato dall’artista stesso; essa può migliorare notevolmente l’autenticità nell’esprimere il dolore. Questo porta naturalmente ad agevolare un approccio terapeutico più profondo.

La complessità sonora prende forma in una mescolanza vibrante tra indie pop e folk arricchita da elementi dub e ritmi tradizionali; tale miscela racconta l’ampiezza delle emozioni legate all’esperienza traumatica: vi è spazio per percepire tanto la malinconia insita nel dolore quanto per cogliere quella spinta alla vita propria della resilienza. Inoltre, l’atto creativo che ha condotto alla produzione del singolo è avvenuto in un momento segnato da isolamento volontario e intensa riflessione interiore; questo testimonia il difficile viaggio che spesso percorrono coloro i quali si trovano ad affrontare le proprie sofferenze: dapprima si sperimenta un isolamento profondo seguito da una penetrazione nei recessi dell’anima fino ad arrivare infine a trasformare tale sofferenza in arte concreta.

Riflessioni sulla resilienza e la ricostruzione cognitiva

L’esperienza narrata e rappresentata in “Traumi” si lega strettamente al concetto di resilienza, la capacità di affrontare e superare le avversità, inclusi i traumi infantili. L’espressione artistica, come dimostra l’Arteterapia, gioca un ruolo cruciale nello sviluppo e nel consolidamento della resilienza. Attraverso l’atto creativo, l’individuo può riorganizzare la propria esperienza interna, dare un nuovo significato agli eventi traumatici e rafforzare il proprio senso di identità.

Dal punto di vista della psicologia cognitiva, l’elaborazione dei traumi implica la ricostruzione cognitiva dei ricordi traumatici. Spesso, i ricordi traumatici sono frammentati, disorganizzati e accompagnati da intense reazioni emotive. L’arte, facilitando l’accesso a questi ricordi in un ambiente controllato e supportivo, può aiutare l’individuo a integrarli in una narrazione coerente e significativa.

Un aspetto importante riguarda l’efficacia terapeutica della Musicoterapia, che promuove benessere e miglioramento emotivo, facilitando la comunicazione per coloro che possono avere difficoltà nell’espressione verbale delle proprie emozioni. Questa modalità consente ai giovani individui di comunicare le loro ansie interiori senza l’ausilio delle parole ?6?.

Nel contesto della psicologia cognitiva emerge uno degli elementi chiave dell’elaborazione dei traumi: si fa riferimento alla memoria traumatica. Essa si differenzia nettamente dalla memoria episodica convenzionale per il suo carattere disgiunto; infatti prevalgono impressioni corporee forti insieme a rappresentazioni visive intense che rendono arduo inserire tali esperienze nel racconto complessivo dell’esistenza individuale. Pertanto, pratiche terapeutiche dedicate al trattamento del trauma—compresa l’Arteterapia—hanno come obiettivo fondamentale quello di convertire tale memorizzazione scollegata in una narrazione coesa ed espressiva.

Elemento centrale in questa evoluzione è rappresentato dalla ricostruzione cognitiva, che consente agli individui di reinterpretare gli eventi traumatici conferendo loro nuovi significati e angolazioni. In tal senso l’arte opera su piani simbolici ed emozionali idonei a favorire tale metamorfosi; essa diventa veicolo per rivelare dimensioni del trauma altrimenti inaccessibili attraverso il solo linguaggio verbale. In aggiunta a quanto detto finora vi è anche il complesso tema della dissociazione, un concetto avanzato all’interno dello studio delle reazioni psicologiche nei confronti dei traumi emotivi secondo paradigmi cognitivi-comportamentali. Il fenomeno della dissociazione, quale meccanismo psicologico difensivo emerso all’interno del contesto traumatico, implica una modificazione nei processi relativi alla coscienza così come alla memoria e all’identità personale.

In questo scenario, l’arte si rivela uno strumento estremamente efficace nel facilitare il lavoro con stati dissociativi; essa fornisce accesso alle dimensioni segregate dell’individuo—particolarmente quelle aree della personalità che rimangono frequentemente occultate oppure si manifestano tramite disturbi fisici o comportamentali. Attraverso la creazione artistica capace di illustrare i molteplici aspetti interiori o emozioni segregate dall’individuo stesso, risulta possibile ricostruire legami affettivi perduti ed alimentare così una percezione rinvigorita d’integralità.

Questi spunti riflettono sull’importanza cruciale dell’autenticità nell’espressione quando il linguaggio orale è insufficiente ad abbracciare l’intensità del dolore assieme alla confusione provocati da esperienze traumatiche. All’interno del video musicale realizzato da Kormorano emerge chiaramente questa concezione: pur nella sua sobrietà ed incisività emotiva, le ferite del passato non determinano inevitabilmente il nostro futuro; al contrario esse possono essere fonte vitale per produzioni artistiche proficue unitamente ad esplorazioni verso forme efficaci di recupero capaci di rendere tangibili elementi normalmente celati ed ignorati nel nostro profondo. È un invito a non temere la vulnerabilità, a cercare protezione e a credere nella possibilità di un amore che, anziché ferire, possa finalmente guarire le cicatrici più profonde.

[1] State of Mind, Trauma in età infantile: l’impatto a livello neuronale e metacognitivo.

[2] Erickson, Cosa determina e come si manifesta il trauma in età evolutiva?

[3] Fondazione Bracco, La musicoterapia funziona: lo dice la scienza.

[4] Psicoterapia Funzionale, L’arteterapia con i bambini: come e perché funziona.

[5] Come afferma Waller, “l’arte fatta in presenza di un arte-terapeuta può consentire al bambino di mettersi in contatto con sentimenti difficilmente accessibili attraverso il linguaggio verbale.”

[6] LifeGate, Dove non arriva la parola, i benefici della musicoterapia.

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