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Incidenti stradali: l’ombra del trauma psicologico su soccorritori e testimoni

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  • Ogni anno, circa 50 milioni di persone nel mondo sono coinvolte in incidenti.
  • Il progetto ANIA CARES ha assistito 351 vittime nei primi due anni.
  • Agenti morti per suicidio sono tre volte superiori rispetto ad altre cause.

Gli incidenti stradali, con la loro inesorabile brutalità, lasciano cicatrici ben più profonde di quelle fisiche visibili. Al di là delle lamiere contorte e del dramma immediato delle vittime, si cela un’ombra silenziosa che si estende a coloro che, per dovere o per caso, si trovano a fronteggiare la cruda realtà di questi eventi: i soccorritori e i testimoni. In Italia, la frequenza di tali accadimenti – oltre 500 casi gravi all’anno solo al Pronto Soccorso di Cuneo – rende urgente una riflessione sulle ripercussioni psicologiche a lungo termine, spesso trascurate, su questi individui. Il trauma grave, definito come l’esito di un evento capace di generare lesioni multiple o singole di entità tale da mettere a rischio la vita, non si limita al corpo, ma si insinua nella psiche, generando condizioni quali Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD) e burnout.

Statistiche sul trauma post-incidente: Ogni anno, circa 50 milioni di persone nel mondo sono coinvolte in incidenti stradali. Nella popolazione di coloro che hanno vissuto esperienze traumatiche, si riscontra frequentemente il disturbo post-traumatico da stress, comunemente noto come PTSD. Le sue ripercussioni psicologiche sono profonde e rischiano di compromettere in modo sostanziale la qualità della vita degli individui colpiti se non ricevono un’adeguata attenzione terapeutica. [GuidaPsicologi.it]

Le recenti notizie rivelano un’attenzione crescente verso il benessere psicologico di chi opera in contesti di emergenza. Progetti come ANIA CARES, in collaborazione con IPSICO e Niguarda, rappresentano un faro di speranza, offrendo un Pronto Soccorso Psicologico per le vittime della strada e i loro familiari, un’iniziativa avviata a Milano dal primo aprile e con un numero verde operativo 24 ore al giorno, tutti i giorni, dal 2017. Questo servizio, che ha assistito centinaia di persone (351 vittime nei primi due anni), è concepito per ridurre lo stress acuto e favorire un adattamento funzionale dopo l’evento traumatico. Tuttavia, l’attenzione deve estendersi oltre le vittime dirette, abbracciando anche coloro che, pur non essendo coinvolti fisicamente, sono esposti a scene di grande impatto emotivo. La salute mentale di queste figure è un tassello fondamentale per la resilienza dell’intero sistema di emergenza e per la coesione sociale.

Il fardello dei soccorritori: una realtà spesso ignorata

I soccorritori, siano essi Vigili del Fuoco, personale sanitario del 118, forze dell’ordine o volontari, sono costantemente esposti a scenari ad alto impatto emotivo. Nel solo Trentino, ad esempio, i Vigili del Fuoco di Mezzano hanno vissuto sulla propria pelle la cruda realtà di terremoti e tempeste, e il rientro dalle vacanze di un soccorritore piacentino che si imbatte in un grave incidente sulle Dolomiti è un esempio lampante della costante esposizione. L’uomo stesso dietro l’emergenza, come Francesco Carè, divulgatore di sicurezza, testimonia l’importanza di un supporto continuo.

Iniziativa di supporto psicologico: Il progetto ANIA CARES offre assistenza continua alle vittime di incidenti stradali. A Milano, dal 1 aprile, è attivo un numero verde per fornire supporto immediato, seguito da cicli di incontri con psicologi specializzati. [Ospedale Niguarda]

La gestione di questi eventi richiede non solo competenze tecniche, ma anche una robusta preparazione psicologica, poiché il rischio di sviluppare disturbi legati allo stress e al trauma è elevatissimo. Il burnout, in particolare, affligge coloro che sono sottoposti a prolungati periodi di stress lavorativo, con sintomi che vanno dall’esaurimento emotivo alla depersonalizzazione e alla ridotta efficacia personale.

La frequenza con cui i soccorritori si trovano ad affrontare incidenti stradali, spesso con esiti tragici, può portare a un accumulo di traumi, invisibili ma profondamente destabilizzanti. È stato rilevato un aumento preoccupante dei suicidi nelle forze dell’ordine, con un numero di agenti morti per suicidio tre volte superiore rispetto a quelli deceduti in servizio per altre cause, una statistica che evidenzia la gravità della crisi della salute mentale in questi settori. Il fenomeno è ampliato da un contesto lavorativo dove la stigmatizzazione della salute mentale persiste, rendendo difficile per molti richiedere l’assistenza necessaria.

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  • 🚑 Un plauso all'articolo! Finalmente si parla apertamente di......
  • 😔 Troppo spesso si dimentica che i soccorritori sono persone......
  • 🤔 Interessante notare come la memoria possa essere fallace dopo......

Testimoni oculari: la difficoltà di elaborare il ricordo traumatico

I testimoni di incidenti stradali, pur non essendo direttamente coinvolti nel soccorso, sono anch’essi esposti a un potenziale trauma psicologico. La psicologia della testimonianza si rivela fondamentale per comprendere le difficoltà intrinseche nel ricordare i dettagli di un evento così imprevedibile e complesso. Gli studi dimostrano che la velocità degli eventi in un incidente stradale è un ostacolo, poiché l’occhio umano non è in grado di elaborare completamente informazioni che si svolgono in pochi decimi di secondo.

Memoria traumatica: Il ricordo non è una fotografia esatta della realtà ma un processo ricostruttivo e non riproduttivo, influenzato da eventi successivi al trauma. Questo fenomeno rende fondamentale un supporto psicologico mirato anche per i testimoni. [GuidaPsicologi.it]

Studi recenti dimostrano come gli stereotipi possano influenzare il ricordo fin dalla sua formazione. Elementi come le informazioni preesistenti, quelle disponibili al momento dell’evento e quelle successive, possono distorcere o arricchire la memorizzazione. Fenomeni come il pregiudizio retrospettivo e la propensione a creare “pseudo-ricordi” sottolineano la fragilità della memoria in contesti traumatici.

Un imperativo di empatia e conoscenza per il futuro

La portata del trauma psicologico che colpisce soccorritori e testimoni di incidenti stradali è un campanello d’allarme che risuona forte nel panorama della salute mentale contemporanea. Non si tratta solo di riconoscere la sofferenza, ma di agire affinché questa non si trasformi in un’epidemia silenziosa di disagio e isolamento. L’attenzione verso questi aspetti, a lungo marginalizzata, sta fortunatamente crescendo, come dimostrano le iniziative a sostegno delle vittime e dei loro familiari.

Il progetto ANIA CARES, che affianca servizi di emergenza a tecniche chirurgiche avanzate, è emblematico dell’approccio integrato necessario per affrontare il trauma psicologico. Iniziative come queste devono essere consolidate e ampliate, raggiungendo anche i soccorritori e i testimoni, per garantire che nessuno venga lasciato solo a fronteggiare le cicatrici invisibili del trauma.

Investimenti nella salute mentale: Investire in programmi di supporto psicologico proattivi, destigmatizzati e accessibili 24 ore su 24 è fondamentale per proteggere la salute mentale degli operatori e rafforzare la resilienza dell’intera comunità. [Sito ufficiale ANIA]
Glossario:
  • PTSD: Disturbo da Stress Post-Traumatico, condizione psicologica che può insorgere a seguito di esposizione a eventi traumatici.
  • Burnout: Definita come la condizione di un esaurimento professionale significativo, è caratterizzata da forti elementi di affaticamento emotivo, distacco interpersonale e calo nel senso del compito personale svolto.
  • Trauma vicario: Rappresenta lo stress emotivo provato da coloro che osservano o sono a contatto con il dolore altrui, senza peraltro vivere l’esperienza traumatica in prima persona.

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