Incidenti stradali: come affrontare il trauma e ricostruire la tua vita

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  • A Marsala, incidente con sei feriti in via Trapani.
  • Circa la metà dei sopravvissuti sviluppa PTSD in sei settimane.
  • L'EMDR desensibilizza il ricordo e rielabora su piani emotivi.

Gravi incidenti notturni: una disamina degli eventi recenti e delle loro conseguenze

La quiete della notte è stata recentemente squarciata da una serie di incidenti stradali di notevole entità, lasciando dietro di sé una scia di feriti e interrogativi sulle dinamiche della sicurezza veicolare. Uno degli episodi più recenti, avvenuto a Marsala in via Trapani, all’altezza dell’Istituto Agrario, ha visto lo scontro tra più vetture con un bilancio di sei feriti, due dei quali versano in gravi condizioni e tre auto completamente distrutte. L’impatto, violento, ha richiesto l’intervento tempestivo delle squadre di soccorso, che hanno operato per estrarre gli occupanti dalle lamiere accartocciate.

Appena sei giorni fa, un altro grave frontale ha scosso la provincia di Pistoia. L’incidente, verificatosi in via Pieve a Celle intorno alle 3:30 del mattino del 27 luglio, ha coinvolto due autovetture e ha causato il ferimento di sei persone, con due che hanno riportato lesioni molto gravi. La scena dell’incidente è stata descritta come caotica, con un “boato” che ha richiamato l’attenzione dei residenti e numerose ambulanze accorse simultaneamente per prestare i primi soccorsi. Un fenomeno analogo si è manifestato anche in diverse zone della Toscana, incluso Firenze, il che ha sollevato allerta per la ricorrenza di incidenti simili a quello avvenuto in via Pieve a Celle. Ma non è solo la Toscana a essere colpita: anche la Puglia è stato teatro di simili tragedie. Un drammatico scontro sulla Statale 16, occorso sei giorni fa, ha portato alla morte una donna di 33 anni, incinta al sesto mese. La vittima, proveniente da Ortona, stava tornando da un matrimonio insieme ad altre due persone. L’incidente ha inoltre provocato sei feriti, tra cui un bambino di nove anni; ciò evidenzia l’impatto devastante che tali eventi possono avere sulle vite delle persone e delle famiglie coinvolte. Nella città di Foggia, circa due mesi fa – precisamente nella notte fra il 10 e l’11 maggio – si sono registrati due distinti incidenti che hanno fatto contare un totale di sei feriti; quattro dei quali erano in codice rosso. Questi episodi mettono chiaramente in rilievo una problematica diffusa nel panorama stradale contemporaneo e rimarcano l’urgenza di un’indagine più approfondita riguardo alle cause e alle conseguenze degli incidenti stradali nelle ore notturne.

Regione Numero di morti nel 2023
Lombardia 377
Lazio 346
Veneto 309
Emilia-Romagna 279
Sicilia 241
Puglia 232
Campania 220
Toscana 202
Piemont 178
Sardegna 110
Calabria 109
Marche 89
Abruzzo 72
Trentino-Alto Adige 71
Friuli-Venezia Giulia 56
Liguria 55
Umbria 45
Basilicata 27
Valle d’Aosta 5

Il trauma psicologico dopo l’incidente: impatto sulla memoria e sulla salute mentale

Gli incidenti stradali generano non solo ferite corporee visibili; spesso innescano anche traumi psicologici profondamente radicati. Diversi studi dimostrano come coloro che subiscono tali eventi possano andare incontro a uno stress permanente, caratterizzato dalla rievocazione costante dell’esperienza traumatica attraverso sogni inquietanti e flashback angoscianti. È comune riscontrare inoltre insonnia prolungata, attacchi di panico ricorrenti così come una vasta gamma di disturbi emotivi, inclusa ansia e depressione. La memoria e la capacità di concentrazione sono frequentemente compromesse da queste condizioni patologiche che possono incidere in maniera sostanziale sulla qualità della vita quotidiana degli individui colpiti. Secondo le evidenze scientifiche disponibili, si stima che circa la metà delle persone sopravvissute a un incidente stradale possa sviluppare un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) entro un arco temporale di sei settimane dall’evento traumatico stesso; per alcuni questo percorso verso una completa ripresa può estendersi fino a tre anni.[MDPI]

Un aspetto particolarmente delicato riguarda i processi dissociativi che possono emergere in seguito a un trauma da incidente stradale. La dissociazione è una risposta psicologica che permette alla mente di disconnettersi dalla realtà per proteggersi da esperienze troppo intense o dolorose. Tuttavia, nel lungo termine, può ostacolare l’elaborazione del trauma e il recupero. Particolare attenzione viene posta sui bambini, soprattutto quelli che hanno subito incidenti prima dei tre anni. Essi potrebbero non avere una memoria esplicita dell’evento, ma le sue tracce possono rimanere impresse nel loro sistema nervoso, manifestandosi in difficoltà di concentrazione, problemi di memoria con ripercussioni sul rendimento scolastico, e persino disturbi legati all’alimentazione.

La psicologia della testimonianza offre un contributo fondamentale nella comprensione delle difficoltà nel ricordare i dettagli di un incidente. L’emozione intensa, infatti, può influenzare i ricordi della memoria autobiografica, interferendo con la loro vividezza e, in alcuni casi, generando persino falsi ricordi. Questo fenomeno è noto come “misinformation effect” e sottolinea quanto sia complessa la ricostruzione degli eventi traumatici, sia per le vittime dirette che per i testimoni. La perdita parziale della memoria è un sintomo comune segnalato da chi ha vissuto un incidente, spesso accompagnata da contusioni, graffi e tagli che fisicamente ricordano l’evento, ma che mentalmente rimangono sfocati o frammentati.

Gli incidenti stradali con lesioni gravi sono associati a un rischio maggiore di sviluppare un Disturbo da Stress Post-Traumatico (DPTS), una condizione che necessita di un intervento specialistico. Sintomi comuni includono disturbi del sonno, incubi ricorrenti, ipervigilanza, sentimenti di colpa e vergogna, nonché irritabilità. Il corpo stesso “tiene traccia” del trauma, e il trattamento di queste memorie traumatiche può beneficiare di strategie mirate che includano l’intervento sul corpo, come la mindfulness, lo yoga e altre terapie che mirano a ripristinare l’equilibrio psicofisico delle vittime.

L’EMDR come strumento terapeutico innovativo per il recupero dal trauma

All’interno del vasto ambito delle terapie destinate al trauma, emerge con prepotenza l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), considerato un approccio straordinariamente efficiente nel trattare le ripercussioni psicologiche originate da esperienze traumatiche, quali ad esempio gli incidenti stradali. Questa metodologia concentra la sua attenzione sull’evocazione della memoria associata all’esperienza traumatica, perseguendo una rielaborazione tramite movimenti oculari o varie forme alternative di stimolazione bilaterale. La finalità principale consiste nell’attivare un meccanismo di desensibilizzazione rispetto al ricordo angosciante e nella promozione della rielaborazione su piani emotivi, cognitivi e sensoriali.[Frontiers]

L’EMDR si basa sulla teoria del processamento dell’informazione, la quale suggerisce che il trauma può impedire al cervello di elaborare le informazioni in modo appropriato, lasciando ricordi non completamente processati che continuano a generare disagio. Attraverso la stimolazione bilaterale, l’EMDR facilita la comunicazione tra i due emisferi cerebrali, aiutando il cervello a “sbloccare” e rielaborare queste memorie. Questo approccio è particolarmente prezioso per ridurre sintomi quali pensieri intrusivi, ansia e ipervigilanza, tipici del Disturbo Post-Traumatico da Stress (DPTS).

La versatilità dell’EMDR lo rende applicabile a diverse tipologie di traumi, non solo quelli derivanti da incidenti stradali, ma anche da gravi incidenti di altra natura (lavorativi, domestici), violenze (sessuali, fisiche), maltrattamenti e persino disastri naturali come terremoti o inondazioni. La sua efficacia è stata dimostrata nel trattamento del DPTS, ma anche di disturbi d’ansia, depressione e altre condizioni psicologiche spesso correlate a esperienze traumatiche. La finalità dell’EMDR non è quella di cancellare dalla memoria l’esperienza traumatica, quanto piuttosto di intervenire sulla sua risonanza sia emotiva che cognitiva. In tal modo, offre al paziente la possibilità di rivivere quel ricordo senza subire l’intensa angoscia e la profonda sofferenza ad esso associate.

Ricostruire la vita dopo un trauma: percorso e prospettive

Affrontare le conseguenze di un incidente stradale va ben oltre la guarigione fisica. Il percorso di recupero, in particolare quello psicologico, può essere lungo e complesso, richiedendo spesso il supporto di professionisti della salute mentale. Le reazioni immediate e post-incidente, sebbene dolorose, sono in realtà meccanismi di protezione dalla completa disintegrazione psicologica. Tuttavia, è fondamentale non sottovalutare l’impatto a lungo termine di queste esperienze. La sindrome da stress post-traumatico (DPTS) è una delle condizioni più comuni e debilitanti, con sintomi che possono persistere per mesi o anni se non trattati adeguatamente.

I programmi di assistenza psicologica, come quelli offerti in contesti ospedalieri o da associazioni specializzate, sono cruciali per le vittime di incidenti stradali gravi. Questi supporti, come il “Pronto Soccorso Psicologico” o le iniziative come ANIA Cares, mirano a fornire un intervento precoce e mirato. L’accesso tempestivo a un supporto psicologico può fare la differenza nel prevenire l’instaurarsi di disturbi cronici e nel facilitare un recupero più rapido e completo. Le terapie, come l’EMDR, hanno come obiettivo principale l’analisi e l’elaborazione delle memorie traumatiche, consentendo così alle vittime un ripristino del controllo sulle proprie vite.

Il processo di recupero non riguarda esclusivamente aspetti personali; esso si estende all’ambito sociale e alle politiche pubbliche adottate. In questo contesto, la prevenzione degli incidenti stradali rappresenta uno degli elementi fondamentali nella lotta contro la proliferazione delle vittime e i conseguenti danni psicologici che ne derivano. Ogni dettaglio conta: dall’educazione dei conducenti fino alla cura delle strutture viarie; tutte le misure mirano a favorire condizioni più sicure sulle strade. In aggiunta, aumentare la conoscenza collettiva riguardo ai traumi invisibili, collegati agli eventi traumatici subiti durante gli incidenti è cruciale per far emergere empatia e garantire accessibilità ai servizi dedicati al sostegno psicologico; questa azione mira anche ad abbattere lo stigma associato alla sfera della salute mentale. Un incidente grave altera in maniera permanente la traiettoria della vita degli individui coinvolti; tuttavia ciò non implica necessariamente che tale cambiamento sia negativo. Un elevato numero di queste persone trova dentro di sé forze sorprendenti capaci di incoraggiarle nel cammino verso il superamento del trauma stesso. A seguito della fatica necessaria su questo lungo tragitto – talvolta complesso – si può giungere a uno stato evoluto; una nuova consapevolezza del proprio essere accresciuta, accompagnata da un rinnovato valore riconosciuto nei confronti dell’esistenza stessa.

Identificare il proprio malessere, richiedere assistenza da parte di esperti e contare su una solida rete di sostegno costituiscono elementi essenziali per avviare un processo di guarigione e sviluppare la resilienza.

Il percorso intricato tra trauma e resilienza: una riflessione necessaria

Quando parliamo di incidenti stradali, la nostra attenzione si concentra spesso sulle ferite visibili, sui danni materiali, sulle dinamiche dell’impatto. Eppure, sotto questa superficie, si nasconde un universo di reazioni umane complesse, un intricato labirinto di emozioni e processi cognitivi che definiscono il vero impatto del trauma. Dal punto di vista della psicologia cognitiva, un evento traumatico come un incidente stradale non è semplicemente un ricordo che si aggiunge agli altri; è un’esperienza che può frammentare la coerenza narrativa della nostra memoria. Il cervello, nel tentativo di proteggersi dall’eccessiva carica emotiva, può “scindere” l’esperienza, creando quei disturbi dissociativi di cui abbiamo parlato, dove parti del ricordo vengono messe in un “cassetto” separato, rendendo difficile la loro integrazione con la consapevolezza cosciente. Questo spiega perché talvolta le vittime non riescono a ricordare chiaramente l’evento, o perché i ricordi appaiono come flashback vividi, improvvisi e fuori contesto. La memoria traumatica, diversamente dalla memoria comune, non segue le medesime leggi; essa emerge con una qualità viscerale e sensoriale marcata ed è spesso sprovvista della dovuta collocazione temporale. Il suo potenziale distruttivo consente esperienze dolorose da rivivere in qualsiasi istante.

In questo contesto si inserisce la psicologia comportamentale, che ci offre chiavi preziose per interpretare come certe reazioni condizionate agli eventi traumatici si manifestino nella quotidianità. Consideriamo l’ipervigilanza: essa determina una costante percezione del pericolo persino nei frangenti più sereni oppure scatenando attacchi di panico durante attività banali come guidare o trovarsi all’interno di un veicolo. Si tratta infatti di risposta appresa dal sistema nervoso stesso; quest’ultimo ha registrato situazioni critiche rimanendo pertanto permanentemente allerta a causa del trauma subito. Si può dire che il corpo continua incessantemente a segnalare un incendio quando quest’ultimo è già stato spento. A tal proposito, la terapia EMDR – già citata – mira precisamente ad affrontare questi meccanismi attraverso processi volti alla desensibilizzazione delle emozioni e dei pensieri associati ai traumi passati, così da permettere una rielaborazione adattativa delle informazioni nel cervello.

In un contesto più ampio di salute mentale e medicina correlata, è cruciale riconoscere che il trauma da incidente non è una debolezza, ma una lesione, tanto quanto una ferita fisica. Comprendere questo è il primo passo per destigmatizzare la richiesta di aiuto psicologico e per promuovere un approccio olistico al recupero. Come società, abbiamo il dovere di non lasciare le vittime sole con i loro “fantasmi”. La resilienza, la capacità di superare le avversità, non è una dote innata e universale; è un processo che può essere coltivato e supportato attraverso interventi mirati e un’accettazione sociale del dolore psicologico. Dovremmo tutti riflettere su come un singolo istante di distrazione o fatalità possa innescare una reazione a catena che non si limita al solo incidente, ma si estende alla psiche di chi lo vive, trasformando paesaggi interni ed esterni. Questo ci invita a una maggiore consapevolezza nella guida, certo, ma anche a una profonda umanità nel guardare chi, da quella notte violenta, porta con sé un’eco che non svanirà facilmente senza il giusto sostegno.

Glossario:
  • PTSD: Disturbo da stress post-traumatico, una condizione mentale che può verificarsi in seguito a eventi traumatici, caratterizzata da sintomi come flashback, ansia e difficoltà nel dormire.
  • EMDR: Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari, una terapia usata per trattare i disturbi legati al trauma.
  • DPTS: Disturbo da Stress Post-Traumatico, un disturbo mentale correlato a esperienze traumatiche.

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