- A Gaza, il 90% delle richieste di supporto psicologico riguarda i bambini.
- Circa 71.000 bambini sotto i 5 anni rischiano grave malnutrizione.
- Un bambino americano è esposto a 8.000 omicidi prima della scuola primaria.
La situazione a Gaza continua a destare profonda preoccupazione, in particolare per le conseguenze devastanti che il conflitto ha sulla salute fisica e mentale dei bambini. In un contesto segnato da violenze, privazioni e perdite inimmaginabili, l’infanzia si trova a fronteggiare sfide che ne compromettono il presente e ne ipotecano il futuro. La storia di due fratellini, di 5 e 8 anni, rimasti orfani a seguito di un bombardamento che ha distrutto la loro casa e causato la morte dei genitori e del fratellino di soli cinque mesi, è solo una delle tante testimonianze di sofferenza che giungono dalla Striscia di Gaza. I due bambini, sopravvissuti con gravi ferite, si trovavano ricoverati presso l’ospedale di Medici senza frontiere, ma l’evacuazione forzata della struttura ha interrotto le loro cure. Il più piccolo, di 5 anni, presentava fratture esposte bilaterali di femore e tibia, oltre a ferite profonde sulla superficie cutanea e una frattura chiusa distale del radio destro. Il fratello maggiore, di 8 anni, ha subito un trauma da esplosione con lesioni alla parete addominale, complicate da retrusione urinaria e dislocazione bilaterale delle anche. Di fronte a questa drammatica situazione, i nonni dei bambini, unici familiari superstiti, hanno lanciato un appello disperato affinché i nipoti potessero ricevere le cure mediche necessarie in un ospedale attrezzato. L’associazione “A Doula for Palestine” si è attivata per facilitare l’evacuazione dei piccoli, trovando nel policlinico Umberto I di Roma una risposta concreta. Il dottor Alberto Spalice, che dirige il Dipartimento Attività Integrata Materno-Infantile e Scienze Uro-Ginecologiche, ha tempestivamente notificato alla Farnesina la disponibilità dell’ospedale ad ospitare i due fratellini e i loro nonni, al fine di accelerare il processo di rilascio del visto indispensabile per il loro trasferimento in Italia. La tempestività dell’intervento è cruciale, poiché le condizioni di salute dei bambini si sono aggravate a causa dell’infezione intestinale da ameba diagnosticata ad agosto, che richiede una terapia antibiotica endovenosa urgente e condizioni igienico-sanitarie adeguate, impossibili da garantire a Gaza. L’Umberto I, che in passato ha già accolto bambini provenienti da Gaza, si è dichiarato pronto ad accogliere altri tre minori, due affetti da patologie oncologiche e uno con problemi neurologici. Al di là delle ferite fisiche, i bambini di Gaza portano con sé un fardello invisibile, ma non meno gravoso: il trauma psicologico. La perdita dei propri cari, la distruzione della propria casa, la costante esposizione alla violenza e alla morte lasciano cicatrici profonde nell’animo dei più piccoli, compromettendone lo sviluppo emotivo e sociale. Uno studio di Charles S. Clark del 1993 ha messo in evidenza che un minore americano è esposto in media a ottomila episodi di omicidio e a centomila atti di violenza prima di concludere la scuola primaria. È arduo immaginare quante stragi reali un bambino di Gaza abbia potuto osservare in questi anni recenti. Medici senza Frontiere ha evidenziato che il 90% delle richieste di supporto psicologico provenienti da Gaza riguarda i bambini, che manifestano sintomi quali incubi, rabbia, enuresi notturna e ansia. Gli incubi, in particolare, riflettono la paura costante di rivivere gli eventi traumatici, mentre la rabbia, spesso “giustificata” dalla situazione di ingiustizia e violenza subita, può sfociare in comportamenti distruttivi o autodistruttivi. L’enuresi notturna, infine, rappresenta una perdita di controllo che mina l’autostima e la fiducia in sé stessi. A tutto ciò si aggiunge un’ulteriore, drammatica emergenza: la fame. A Gaza, migliaia di bambini sono morti e continuano a morire sotto le bombe, ma un numero crescente rischia di perire a causa della mancanza di cibo. Secondo le stime, circa 71.000 bambini al di sotto dei cinque anni potrebbero ritrovarsi in uno stato di grave malnutrizione nei mesi a venire, con un’elevata probabilità di sviluppare una forma acuta e severa di malnutrizione. La fame non solo compromette la salute fisica dei bambini, rendendoli più vulnerabili alle malattie, ma può anche avere conseguenze sullo sviluppo cognitivo e mentale a lungo termine. La testimonianza di Aya, una madre di Gaza che ha perso il figlio di quattro mesi a causa della malnutrizione e della diarrea, è un grido d’allarme che non può essere ignorato. La mancanza di integratori alimentari e di cure adeguate ha trasformato la fame in una condanna a morte per il piccolo Jenan, vittima innocente di una crisi umanitaria senza precedenti. La psicologa Valeria Colasanti, parte del movimento Sanitari per Gaza, sottolinea come la distruzione di scuole, università e quartieri, unita alla perdita di familiari e amici, rappresenti un attacco alla salute mentale collettiva che porta alla distruzione psicologica completa. Nonostante le difficoltà incommensurabili, i bambini di Gaza dimostrano una straordinaria resilienza. Molti di loro, pur avendo subito traumi profondi, continuano a sognare un futuro di pace e dignità. L’arrivo a Ciampino di tre bambini provenienti da Gaza, accompagnati dai genitori e dai fratelli, è un segnale di speranza. I piccoli pazienti, affetti da diverse patologie, sono stati presi in carico dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, che si impegna a offrire loro non solo le cure mediche necessarie, ma anche un ambiente sicuro e accogliente dove possano ritrovare un po’ di serenità. Come ha affermato Tiziano Onesti, presidente del Bambino Gesù, “Ogni volta che accogliamo bambini provenienti da luoghi segnati dalla guerra, ci troviamo davanti a vite fragili che portano con sé dolore e speranza”. La compassione, tuttavia, non può fermarsi al sentimento, ma deve tradursi in azioni concrete. È necessario garantire ai bambini di Gaza l’accesso alle cure mediche, al sostegno psicologico e all’istruzione, affinché possano superare i traumi subiti e costruire un futuro migliore. La situazione dei bambini di Gaza ci pone di fronte a una realtà complessa e dolorosa, che richiede un impegno concreto e duraturo da parte della comunità internazionale. È fondamentale garantire ai bambini l’accesso alle cure mediche, al sostegno psicologico e all’istruzione, affinché possano superare i traumi subiti e costruire un futuro migliore. Amici, la situazione che abbiamo esplorato oggi è davvero straziante. Immaginate di essere un bambino, catapultato in un mondo di suoni assordanti, immagini spaventose e perdite incommensurabili. La *psicologia cognitiva ci insegna che i traumi infantili possono alterare profondamente lo sviluppo del cervello, influenzando la capacità di apprendimento, la regolazione emotiva e le relazioni interpersonali.
Un Grido d’Aiuto Silenzioso
L’Appello e la Speranza: Un Ponte Umanitario verso Roma
La Profonda Cicatrice Psicologica: Tra Incubi e Rabbia
La Fame Silenziosa: Una Minaccia Incombente
Resilienza e Speranza: Un Futuro Possibile
Un Futuro da Ricostruire: L’Importanza del Sostegno Psicologico
Oltre la Sopravvivenza: Ricostruire il Tessuto Emotivo e Cognitivo
Ma non tutto è perduto. La psicologia comportamentale ci offre strumenti preziosi per aiutare questi bambini a ricostruire il loro mondo interiore. Attraverso terapie mirate, basate sull’esposizione graduale agli eventi traumatici e sulla ristrutturazione dei pensieri negativi, è possibile favorire la resilienza e promuovere un sano sviluppo emotivo.
Un concetto avanzato in questo campo è quello della neuroplasticità*: il cervello ha una capacità sorprendente di adattarsi e riorganizzarsi, anche dopo eventi traumatici. Fornendo ai bambini di Gaza un ambiente sicuro, stimolante e ricco di affetto, possiamo aiutarli a sfruttare al massimo questa capacità e a costruire un futuro di speranza e benessere. Riflettiamo su come possiamo contribuire, anche nel nostro piccolo, a sostenere questi bambini e a dare loro la possibilità di guarire e crescere.