- Turista francese sessantenne cade in torrente a Forni di Sopra.
- Uomo del 1964 soccorso a Camporosso dopo caduta in bici.
- Escursionista di Mestre del 1963 colpita da malore al rifugio Monte Ferro.
- Elicottero da Belluno interviene e trasporta donna all'eliporto.
- Fondamentale preparazione fisica e tecnica accurata.
Oggi, 15 agosto 2025, una serie di incidenti ha messo a dura prova i soccorritori alpini, impegnati in interventi multipli in diverse località montane. La giornata, definita da molti come un “giovedì nero” per gli escursionisti, ha visto il coinvolgimento di ciclisti, escursionisti e amanti della natura, con conseguenze che hanno richiesto l’intervento tempestivo dell’elisoccorso e delle squadre di terra.
Incidenti in serie: una giornata difficile per i soccorsi alpini
Il mattino ha preso avvio con un intervento nei pressi di Forni di Sopra: qui una turista originaria della Francia, sessantenne e in sella a una bicicletta elettrica, ha perso il controllo ed è precipitata in un torrente mentre tentava un attraversamento. Le conseguenze dell’incidente le hanno causato molteplici traumi fisici; pertanto si è reso indispensabile il supporto dell’elisoccorso per procedere alla stabilizzazione della paziente e al suo trasferimento nell’ospedale situato a Udine. Il soccorso è stato effettuato sotto la supervisione dei tecnici specializzati insieme ai vigili del fuoco volontari della zona, che hanno ritenuto necessaria la barella spinale al fine di assicurare il massimo grado di sicurezza durante tutte le fasi dell’evacuazione.

Poco dopo, a Camporosso, nei pressi di Tarvisio, un uomo del 1964 è stato trovato a terra privo di sensi dopo essere caduto dalla bicicletta. In seguito a segnalazioni provenienti dai passanti che si trovavano nei paraggi, il numero d’emergenza 112 è stato contattato. Gli immediati soccorsi sono giunti sul posto tramite il soccorso alpino operativo a Cave del Predil insieme ad ambulanza e finanzieri. Dopo aver ricevuto le prime cure necessarie per la stabilizzazione dell’infortunato, l’uomo è stato trasferito in elicottero presso l’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine. Nel contempo, un secondo ciclista originario del Friuli ha subito una caduta provocandosi un trauma facciale. In questa occasione sono stati mobilitati i soccorsi alpini della zona di Udine assieme al personale sanitario e agli uomini delle finanze; hanno partecipato anche i vigili del fuoco e l’elisoccorso regionale nella gestione dell’emergenza. L’infortunato ha trovato assistenza diretta a Liessa prima della sua evacuazione ineludibile verso Udine con volo sanitario.
- Un plauso ai soccorritori, sempre pronti... 👏...
- Troppi incidenti, forse sottovalutiamo la montagna... 🤔...
- E se la vera emergenza fosse la salute mentale... 🧠...
L’incidente al rifugio Monte Ferro: un’escursionista colpita da malore
Durante il primo pomeriggio si è verificato un episodio critico riguardante un’escursionista originaria di Mestre e nata nel 1963. Mentre si trovava in prossimità del rifugio Monte Ferro a Sappada, la donna ha avvertito un malore che le ha causato una caduta al suolo. A seguito dell’incidente ha riportato una serie considerevole di lesioni: diverse escoriazioni e contusioni nonché una ferita profonda sulla testa dovuta all’impatto. Nonostante la gravità delle sue condizioni post-incidentali, ella è riuscita a mantenere la coscienza ed ha chiesto assistenza ai suoi compagni presenti sull’escursione; questi ultimi sono stati capaci di dirigere con precisione l’elicottero proveniente da Belluno verso il luogo dell’accaduto. Le manovre per il soccorso hanno avuto termine intorno alle tre del pomeriggio quando l’elicottero ha trasportato la donna fino all’eliporto dell’ospedale locale a Belluno.
Interventi multipli e risorse sotto pressione
Una serie preoccupante di eventi ha gravato significativamente sulle capacità del soccorso alpino, costringendo a un attivismo intensificato su più fronti nelle aree montuose. L’esigenza di unire gli sforzi tra elicotteri, unità a terra e medici è stata fonte di complessità sia nell’organizzazione che nella logistica operativa. Pur non disponendo dei dettagli esatti sulle condizioni fisiche dei soggetti soccorsi, appare evidente che nessuno si trovi in situazioni critiche al momento attuale. Tuttavia, tali episodi mettono in evidenza la fondamentale importanza dell’attenzione e della preparazione adeguata nelle pratiche escursionistiche e ciclistiche su terreni montani.
Riflessioni sulla sicurezza in montagna e la risposta ai traumi
L’odierna riflessione pone in evidenza l’urgenza della consapevolezza riguardante i rischi intrinseci nelle attività outdoor. Sebbene la montagna offra paesaggi affascinanti insieme a possibilità ricreative significative, essa cela anche insidie che non devono essere trascurate. Un approccio adeguato alle escursioni presuppone una preparazione sia fisica che tecnica accurata; è cruciale analizzare minuziosamente le condizioni meteorologiche prima di intraprendere i propri percorsi ed optare per quelli che si adattino realmente alle proprie capacità. Il corretto impiego degli equipaggiamenti appropriati – pensiamo a caschi per ciclisti o scarponi da trekking – gioca un ruolo decisivo nel contenimento delle lesioni potenziali derivanti da cadute o eventi imprevisti.
Allo stesso modo, risulta imprescindibile sottolineare l’urgenza di una risposta pronta ed efficace durante situazioni critiche. L’esistenza sul territorio di squadre specializzate nel soccorso alpino equipaggiate con strumenti avanzati assicura interventi rapidi ad alto livello professionale. È indispensabile che vi sia un’armonia operativa fra gli agenti del soccorso alpino, gli operatori sanitari e i rappresentanti delle autorità locali affinché si possano orchestrare al meglio le operazioni d’emergenza atte a sostenere coloro che versano in condizioni difficili.
Salute Mentale e Resilienza: Oltre il Trauma Fisico
Gli incidenti come quelli descritti non lasciano solo segni fisici, ma possono avere un impatto significativo sulla salute mentale delle persone coinvolte. Il trauma di una caduta, di un incidente o di un malore in un ambiente isolato può generare ansia, paura e stress post-traumatico. La resilienza, ovvero la capacità di superare le difficoltà e di riprendersi dagli eventi traumatici, gioca un ruolo fondamentale nel processo di guarigione.
Un concetto base di psicologia cognitiva applicabile a queste situazioni è la “ristrutturazione cognitiva”. Si tratta di un processo attraverso il quale si identificano e si modificano i pensieri negativi e irrazionali che possono derivare da un evento traumatico. Ad esempio, una persona che ha subito una caduta in montagna potrebbe sviluppare una paura irrazionale di tornare a fare escursioni. La ristrutturazione cognitiva aiuta a sostituire questi pensieri negativi con pensieri più realistici e positivi, favorendo il recupero e il ritorno alla normalità.
Un concetto più avanzato è quello di “esposizione graduale”. Questa tecnica, utilizzata nella terapia comportamentale, consiste nell’affrontare gradualmente le situazioni temute, in modo da ridurre l’ansia e la paura associate. Ad esempio, una persona che ha subito un trauma in montagna potrebbe iniziare con brevi passeggiate in ambienti familiari, per poi affrontare gradualmente percorsi più impegnativi. L’esposizione graduale aiuta a ricostruire la fiducia in sé stessi e a superare la paura di rivivere l’esperienza traumatica.
È importante ricordare che la salute mentale è una componente essenziale del benessere generale. Dopo un incidente, è fondamentale prendersi cura non solo del corpo, ma anche della mente. Parlare con amici, familiari o professionisti della salute mentale può aiutare a elaborare l’esperienza traumatica e a ritrovare un equilibrio emotivo. La montagna può essere un luogo di gioia e di avventura, ma è anche un ambiente che richiede rispetto e consapevolezza. Affrontare le difficoltà richiede un approccio che combini cautela e sufficiente preparazione; in questo contesto, la cura della propria salute mentale emerge come elemento fondamentale per garantire esperienze che possano essere considerate sia appaganti che soddisfacenti.