- Nel 2024, 1.090 persone sono morte sul lavoro in Italia.
- Oltre il 60% delle vittime di infortuni soffre di ansia.
- Il burnout è aumentato del 17,9% nel primo trimestre 2024.
- Inca Cgil: «Riconosciuto come infortunio lo stress post-traumatico».
Gli incidenti sul lavoro possono essere considerati situazioni terribili capaci di generare cicatrici emotive indelebili; tali effetti vanno al di là delle lesioni fisiche visibili inflitte alle vittime colpite direttamente. La tragedia occorsa il 13/12/2024 a Calenzano – un comune situato nella provincia fiorentina – durante la quale cinque lavoratori hanno tragicamente perso la vita e altri ventisei sono rimasti feriti in seguito all’esplosione all’interno di una raffineria è emblematica della gravità del fenomeno. Eventualità simili non soltanto stravolgono le vite degli individui coinvolti, ma determinano anche reazioni a catena, propagandosi fra testimoni oculari, colleghi ed operatori dei soccorsi. In molte circostanze, l’accento posto dai media così come quello condotto dalle indagini tende ad affrontare soprattutto gli aspetti tecnici dell’incidente ed eventuale attribuzione delle colpe; tuttavia spesso viene relegata in secondo piano – se non completamente ignorata – quella dimensione legata alle profonde e durature conseguenze psicologiche, impattanti su coloro i quali sono stati esposti ad esperienze traumatiche simili. Tale mancanza d’attenzione rivela una questione critica nell’attuale contesto della salute mentale: essa richiede dunque uno studio approfondito accompagnato dall’adozione tempestiva di interventi mirati ed efficaci.
Un significativo riconoscimento nel campo del danno alla salute sul lavoro è stato ottenuto dal Patronato INCA CGIL di Milano: l’INAIL ha ufficialmente riconosciuto come infortunio la sindrome da stress post-traumatico sviluppata da un autista di bus dopo un drammatico incidente stradale. Questo passo rappresenta un’importante vittoria per la tutela della salute dei lavoratori, dimostrando che anche situazioni di estrema emergenza professionale possono avere conseguenze psicologiche.
- Nel 2024, si sono registrati 1.090 morti sul lavoro in Italia.
- Oltre il 60% delle vittime di infortuni soffre di ansia e depressione.
- Il burnout è aumentato del 17,9% nel primo trimestre del 2024.
Il concetto di trauma secondario e le sue implicazioni
Il concetto di trauma secondario, o indiretto, si riferisce alla possibilità che un individuo sviluppi sintomi traumatici semplicemente per aver assistito a un evento critico o per essere venuto a conoscenza di dettagli particolarmente cruenti che non lo hanno coinvolto direttamente. Nell’ambito lavorativo, questo fenomeno è particolarmente diffuso, eppure spesso ignorato. I colleghi che vedono un compagno di lavoro infortunarsi gravemente o perire, i soccorritori che intervengono sulla scena, o persino i manager chiamati a gestire la crisi, possono sviluppare una sintomatologia complessa che rientra nello spettro del disturbo da stress post-traumatico (DSPT).
La ricerca in questo campo evidenzia come l’esposizione a condizioni stressanti al lavoro possa produrre una vasta gamma di effetti psicosomatici, rilevabili attraverso modificazioni fisiologiche quali attività cardiaca, pressione arteriosa, tensione muscolare e attivazione delle ghiandole sudoripare. Un’attivazione fisiologica eccessiva, ridotta o disorganizzata rappresent
- Comunicati stampa ufficiali di Eni per approfondire la posizione dell'azienda.
- Sito ufficiale INAIL, per approfondire il riconoscimento dello stress post-traumatico.
- Riconoscimento INAIL dello stress post-traumatico come infortunio lavorativo, vittoria del Patronato INCA CGIL.
- Accesso ai dati storici sugli infortuni e malattie professionali forniti da INAIL.