- Tra il 2022 e il 2024, erogate 16.607 sessioni di consulenza in Corea.
- Nel 2023 si registra un picco di 6.757 consulenze.
- Incremento del 56,4% rispetto all'anno precedente.
In Corea del Sud, un’ombra inquietante si allunga sui luoghi di lavoro e sulle scuole: il bullismo. Un fenomeno che, come un’onda anomala, sta travolgendo un numero sempre maggiore di persone, lasciando dietro di sé una scia di traumi e sofferenze psicologiche. I dati, impietosi, parlano di un incremento esponenziale delle richieste di aiuto e di un sistema che, nonostante gli sforzi, sembra faticare a tenere il passo.
L’Emergenza Psicosociale: Numeri e Testimonianze
L’Agenzia coreana per la sicurezza e la salute sul lavoro (Kosha) ha reso noti numeri allarmanti: *16.607 sessioni di consulenza erogate tra il 2022 e il 2024, con un picco nel 2023, quando si sono registrate 6.757 consulenze, indicando un incremento del 56,4% rispetto all’anno precedente. Questi centri, nati nel 2018 e diffusi in 23 sedi, offrono un sostegno psicologico gratuito a chi ha subito traumi di varia natura: incidenti sul lavoro, suicidi di colleghi, bullismo e molestie sessuali.
Il dato più preoccupante riguarda proprio l’aumento dei casi di bullismo e molestie sessuali, quasi raddoppiati rispetto al 2022. Anche le segnalazioni di abusi, verbali e fisici, sono in crescita, sebbene con un’oscillazione nel 2023. A ciò si aggiungono i traumi derivanti da malattie, come il Covid-19, che hanno contribuito ad alimentare la domanda di assistenza psicologica.
È importante sottolineare che i programmi di assistenza non si rivolgono solo alle vittime dirette, ma anche a quelle “secondarie”, come colleghi e testimoni, che subiscono le conseguenze psicologiche degli eventi traumatici. Un approccio che riconosce la natura sistemica del problema e la necessità di un intervento a 360 gradi.

Ecco il prompt per l’immagine:
Crea un’immagine iconica ispirata all’arte neoplastica e costruttivista che raffiguri le principali entità del bullismo e delle sue conseguenze in Corea del Sud. Visualizza una figura stilizzata di un lavoratore o studente (forma geometrica semplice, come un rettangolo verticale) oppressa da forme geometriche più grandi e minacciose (cubi, piramidi) che rappresentano il bullismo, le molestie e le pressioni sociali. Sullo sfondo, linee verticali che simboleggiano la rigidità e le gerarchie sociali coreane. Utilizza una palette di colori freddi e desaturati (blu, grigio, bianco) con un tocco di rosso tenue per evidenziare la sofferenza. L’immagine deve essere semplice, unitaria e facilmente comprensibile, senza testo.
- È confortante vedere l'impegno del governo... 😊...
- Il conformismo e le gerarchie sono un problema... 😔...
- E se il bullismo fosse una spia di un sistema... 🤔...
Le Radici del Male: Bullismo e Pressione Sociale
Il bullismo in Corea del Sud non è un fenomeno nuovo, ma sembra aver assunto proporzioni sempre più allarmanti. Le cause sono molteplici e complesse, intrecciate con la cultura, la società e il sistema educativo del Paese.
Una delle ragioni principali è la forte pressione sociale e la competizione spietata che caratterizzano la vita dei giovani coreani. Fin da piccoli, sono sottoposti a un sistema scolastico estremamente selettivo, che li spinge a eccellere a tutti i costi. Il successo scolastico e professionale è visto come un dovere, non solo verso se stessi, ma anche verso la famiglia, generando un senso di responsabilità e vergogna che può diventare insostenibile.
A ciò si aggiunge una cultura che pone un forte accento sul conformismo e sul rispetto delle gerarchie. L’obbligo di “rispettare gli anziani”, anche con una differenza di età minima, può portare a situazioni di abuso e prevaricazione, in cui i più giovani sono costretti a subire in silenzio.
Il bullismo, quindi, diventa una valvola di sfogo per le frustrazioni e le ansie, un modo per affermare il proprio potere e la propria identità in un contesto sociale rigido e competitivo.
Le Misure del Governo: Un Approccio Multidimensionale
Di fronte a questa emergenza, il governo sudcoreano ha messo in campo diverse iniziative per contrastare il bullismo e promuovere la salute mentale dei giovani.
Un’iniziativa cruciale è la campagna di prevenzione dei suicidi nelle istituzioni educative, concepita per istruire gli studenti circa la natura del suicidio, i fattori che incidono negativamente sul benessere psicologico e le strategie per affrontare periodi di crisi. Il programma prevede anche una formazione specifica per i dipendenti delle istituzioni pubbliche, al fine di fornire loro gli strumenti necessari per riconoscere i segnali di allarme e offrire un sostegno efficace alle persone a rischio.
Un’altra iniziativa significativa è la mappatura degli “adolescenti isolati e solitari”, con l’obiettivo di strapparli dalla loro reclusione volontaria e restituirli alla vita attraverso forme di accompagnamento e sostegno. Un’indagine approfondita mira a identificare le cause e la durata dell’isolamento, al fine di intervenire in modo mirato e personalizzato.
Queste misure testimoniano la volontà del governo di affrontare il problema in modo multidimensionale, agendo sia sulla prevenzione che sul sostegno, sia a livello individuale che sociale.
Oltre i Numeri: Un Invito alla Riflessione
I numeri e le statistiche ci forniscono un quadro allarmante della situazione in Corea del Sud, ma non sono sufficienti a comprendere appieno la complessità del fenomeno del bullismo e delle sue conseguenze. Dietro ogni numero, ci sono storie di sofferenza, di solitudine, di disperazione.
È necessario andare oltre i dati e interrogarsi sulle cause profonde di questo malessere sociale, sulle dinamiche che lo alimentano e sulle possibili soluzioni. È necessario promuovere una cultura del rispetto, dell’empatia e della solidarietà, in cui ogni individuo si senta valorizzato e protetto.
È necessario ripensare il sistema educativo e il modello sociale, riducendo la pressione competitiva e promuovendo un ambiente più inclusivo e accogliente. È necessario investire nella salute mentale, offrendo servizi di supporto accessibili e di qualità a chi ne ha bisogno.
Solo così potremo spezzare il circolo vizioso del bullismo e costruire una società più giusta e umana, in cui ogni persona possa realizzare il proprio potenziale e vivere una vita piena e felice.
Conclusione: Un’Ode alla Resilienza
Il fenomeno del bullismo in Corea del Sud, con le sue radici profonde nella pressione sociale e nella competizione, ci pone di fronte a una realtà complessa e dolorosa. Tuttavia, è proprio in questi momenti di crisi che emerge la capacità di resilienza dell’essere umano, la sua forza interiore di superare le avversità e di trasformare il dolore in opportunità di crescita.
La psicologia cognitiva ci insegna che i nostri pensieri e le nostre credenze influenzano le nostre emozioni e i nostri comportamenti. Se siamo intrappolati in un circolo vizioso di pensieri negativi e autosvalutanti, rischiamo di soccombere alla sofferenza e alla disperazione.* Ma se impariamo a riconoscere e a modificare questi schemi mentali, possiamo riprendere il controllo della nostra vita e trovare nuove risorse per affrontare le difficoltà.
Un concetto avanzato della psicologia comportamentale ci offre un’ulteriore chiave di lettura: l’importanza del contesto sociale e delle relazioni interpersonali. Il bullismo non è solo un problema individuale, ma un fenomeno che si radica in un sistema di potere e di disuguaglianze. Per contrastarlo efficacemente, è necessario agire a livello collettivo, promuovendo una cultura del rispetto, dell’empatia e della solidarietà.
Riflettiamo, quindi, sul nostro ruolo nella società e sulle nostre responsabilità verso gli altri. Cerchiamo di essere consapevoli dei nostri pregiudizi e dei nostri comportamenti, e di agire sempre con gentilezza e compassione. Ricordiamoci che ogni piccolo gesto può fare la differenza e contribuire a creare un mondo più giusto e umano.
E se ci troviamo ad affrontare una situazione di bullismo, non esitiamo a chiedere aiuto. Non siamo soli. Ci sono persone che si preoccupano per noi e che sono pronte a sostenerci. Insieme, possiamo superare le difficoltà e trovare la forza di rinascere.