- Aperto il padiglione Asclepios 3 al Policlinico di Bari, con 25mila metri quadrati su otto piani.
- Il centro offre 200 posti letto, inclusi 10 per terapia intensiva e 16 cardiologica.
- Creazione del Centro Trauma Regionale con shock room specializzata e eliporto dedicato.
- Previsti 488 letti d'ospedale e 23 sale operatorie grazie all'integrazione Asclepios 1 e 3.
- Studio longitudinale sulla resilienza seguirà pazienti di Asclepios 3 per mesi/anni.
Un passo epocale per la sanità pugliese: nasce il Centro Trauma Regionale di Bari
Si configura come un’importante innovazione nella sfera della sanità sia pugliese che italiana l’apertura del padiglione Asclepios 3 al Policlinico di Bari. Questo nuovo complesso è collegato mediante un avanzato tunnel sotterraneo all’Asclepios 1 già esistente e ha come obiettivo principale quello di trasformare radicalmente la risposta alle situazioni critiche legate alle emergenze-urgenze. Si concentra in modo specifico su casi come i traumi complessi, i trapianti d’organo (inclusi cuore, fegato e reni) nonché sulle procedure delicate della cardiochirurgia. Occupando una vasta area superiore ai 25mila metri quadrati, distribuiti su otto piani distintivi, questa struttura offre un totale significativo di 200 posti letto, fra cui spiccano i dieci dedicati alla terapia intensiva e altri sedici riservati specificamente alla terapia intensiva cardiologica. È stata posta particolare enfasi nella pianificazione degli spazi sanitari più moderni; questi sono stati ideati per gestire le crisi sanitarie dovute a infezioni acute offrendo vie separate sicure sia per i pazienti che per gli operatori sanitari e il materiale clinico coinvolto nel processo assistenziale, soprattutto garantendo la piena efficacia dell’intervento medico.
Tra le innovazioni più significative spicca la creazione di un Centro Trauma Regionale completo, dotato di una shock room altamente specializzata e di reparti integrati di neurochirurgia, ortopedia, chirurgia plastica e un centro ustioni. Questo polo d’eccellenza sarà ulteriormente potenziato dalla riattivazione, in tempi brevi, di un eliporto dedicato, elemento cruciale per la gestione rapida e tempestiva dei casi più critici, dove ogni minuto può fare la differenza tra la vita e la morte. Parallelamente, il Centro Trapianti, specializzato per fegato e reni, introduce la chirurgia robotica, sale operatorie dedicate e percorsi completi che vanno dalla fase pre-trapianto al follow-up post-intervento, garantendo un’assistenza olistica e continua. A completare l’offerta di alta specializzazione, il Centro Cuore rappresenta un’area unificata dove confluiscono cardiochirurgia, chirurgia vascolare, cardiologia interventistica e il trapianto di cuore, ottimizzando la sinergia tra le diverse discipline. Il Policlinico di Bari sta rivoluzionando la propria struttura attraverso il nuovo impianto integrato denominato Asclepios 1 e Asclepios 3. Questo riassetto permetterà la creazione complessiva di ben 488 letti d’ospedale, accompagnati da un numero considerevole pari a 23 sale operatorie. Notevole anche l’incremento degli investimenti nella sfera diagnostica che comprende attrezzature essenziali come tre TAC, due risonanze magnetiche e infine cinque angiografi; spicca tra questi anche una sala IBRIDA progettata per fondere innovativa strumentazione chirurgica con strumenti diagnostici dotati della massima precisione tecnica. Tale evoluzione permette un approccio unitario alla gestione dei pazienti traumatici più complessi grazie ai suoi otto posti destinati alla terapia intensiva legata appunto al trattamento del trauma stesso – proprio ciò elimina le frequenti discontinuità tipiche dell’approccio sanitario tradizionale. Obiettivo cardine rimane quello di garantire interventi veloci e appropriati in contesti difficili quali incidenti severi o emergenze cardiache/cerebrali: risultano così minimizzati i ritardi operativi congiuntamente alle possibilità percentuali d’esito favorevoli durante il recupero terapeutico stesso. Gli spostamenti delle strutture avviate meticolosamente hanno programmaticamente come termine ultimo settembre duemilaventicinque: solo allora il Policlinico riuscirà finalmente a fare piena leva sulle sue potenzialità erogando tempestivamente cure complesse mantenendo nel contempo operativa la propria routine quotidiana senza compromissione alcuna.
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Trauma e resilienza: il ruolo del nuovo centro nella ricerca psicologica
La creazione del Centro Trauma Regionale nella città di Bari segna non solo una significativa evoluzione nelle competenze chirurgiche e nella gestione delle situazioni d’emergenza fisica; essa funge anche da trampolino per esplorazioni promettenti nell’ambito della ricerca sulla psicologia legata agli eventi traumatici. La resilienza—ossia la facoltà attraverso cui gli individui riescono ad affrontare in modo costruttivo esperienze avverse—è riconosciuta come una realtà intrinsecamente complessa e influenzata da molteplici fattori. L’esistenza di questa struttura specializzata consente l’avvio immediato degli studi necessari per comprendere meglio i meccanismi alla base della resilienza stessa ed esaminare quali siano gli elementi capaci tanto d’incentivarla quanto eventualmente bloccarla.
In questo contesto si potrebbe concepire uno sperimentale studio longitudinale focalizzato su coloro che ricevono trattamenti presso Asclepios 3. L’intento principale sarebbe quello di seguire il cammino verso il ripristino della salute mentale dei pazienti dalla fase iniziale dell’ammissione fino ai tempi successivi all’episodio traumatico—un periodo che può spaziare dai mesi ad alcuni anni. Attraverso l’analisi accurata dei dati connessi a parametri sia psicologici sia fisiologici—aspetti socialmente determinati inclusi—si andrà così a identificare la correlazione tra tali elementi e i precursori fondamentali della resilienza, permettendo così la distinzione tra quelli destinatari alla crescita post-traumatica (Post-Traumatic Growth) rispetto agli individui propensi allo sviluppo rinvenibile nei disturbi legati allo stress post-traumatico (PTSD) oppure ad altre manifestazioni confuse sul piano psichico. La ricerca potrebbe indagare il ruolo dell’attività cerebrale, come l’attivazione della corteccia prefrontale anteriore, già associata a una maggiore resilienza, nel modulare la risposta allo stress traumatico.
Parallelamente, il Centro Trauma di Bari potrebbe diventare un laboratorio per l’esplorazione e l’implementazione di modelli di intervento innovativi per il trattamento del PTSD e di altri disturbi correlati al trauma. Tra le terapie più promettenti, la _terapia EMDR_ (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) si è dimostrata particolarmente efficace nel “digerire” e rielaborare i ricordi traumatici, ripristinando la capacità fisiologica del cervello di accantonare gli eventi.
Strategie innovative per il recupero psicologico: mindfulness e realtà virtuale
Oltre alla pratica dell’EMDR, si distingue altresì la potenzialità della mindfulness, considerata uno strumento formidabile nella valorizzazione della resilienza psicologica nonché nella gestione dei sintomi associati allo stress post-traumatico. Tali pratiche improntate sulla piena consapevolezza del momento presente sono in grado di supportare gli individui nella diminuzione dell’ansia, nel contenimento dei livelli elevati del cortisolo – noto anche come “ormone dello stress” – e infine nel miglioramento complessivo del benessere individuale. Un’interazione sinergica tra EMDR e mindfulness si prefigura così come un’opportunità promettente per modificare le esperienze dolorose in favore delle dinamiche accettative nei confronti delle medesime da parte dei pazienti coinvolti. Sono emerse ricerche innovative che tentano già oggi di indagare l’efficacia integrativa che tali metodologie possono offrire all’interno del panorama traumatico.
In aggiunta alle sopra citate aree d’indagine terapeutica che potrebbero meritare attenzione presso il Centro Trauma di Bari vi è quella relativa alla fascinante applicazione della realtà virtuale (VR) nell’ambito delle terapie rivolte ai soggetti colpiti da eventi traumatici. Tale tecnologia offre l’opportunità unica di simulazioni sicure ma realistiche; ciò permette agli utenti di approcciare progressivamente le situazioni fonte d’angoscia all’interno di un contesto controllato facilitato dalla supervisione qualificata degli operatori specializzati. Questa tecnica è stata impiegata con successo, ad esempio, per i veterani con PTSD, ricreando scenari di battaglia per favorire l’elaborazione del trauma e ridurre l’ansia legata al ricordo. La terapia espositiva in realtà virtuale ha mostrato risultati promettenti anche nel trattamento di disturbi d’ansia in generale, suggerendo un vasto potenziale applicativo anche per i traumi complessi. L’integrazione di VR con mindfulness e EMDR potrebbe dare vita a protocolli terapeutici altamente personalizzati e innovativi, sfruttando le più recenti acquisizioni della tecnologia e delle neuroscienze.
Il nuovo polo ospedaliero non solo curerà le ferite fisiche, ma potrà anche farsi promotore di una cultura della cura della salute mentale a tutto tondo. La collaborazione tra medici specialisti del trauma (neurochirurghi, ortopedici, chirurghi plastici, etc. L’interazione con i professionisti che si occupano di salute mentale – inclusi psicologi, psichiatri e neuropsicologi – è destinata ad assumere un ruolo centrale nell’implementazione di una strategia terapeutica che consideri il paziente in maniera integrata. La conduzione di interviste rivolte a questi specialisti permetterebbe l’emergere delle difficoltà affrontate così come delle prospettive positive nella sfera della cura dei traumi e nella fomentazione della resilienza. Tali analisi possono rivelarsi cruciali per arricchire la comprensione dei percorsi terapeutici disponibili. Contemporaneamente, contribuiranno ad accrescere la consapevolezza collettiva circa il valore del sostegno psicologico: non solo immediatamente dopo eventi traumatici significativi ma anche nel corso dell’esistenza quotidiana; tutto ciò è fondamentale per sviluppare una comunità improntata sulla solidarietà e sulla capacità di recupero.
Verso una sanità integrata e centrata sulla persona
Il padiglione Asclepios 3, recentemente inaugurato presso il Policlinico di Bari, segna senza dubbio una pietra miliare nella sanità meridionale. Questo avveniristico impianto si propone quale hub d’eccellenza sia sul piano nazionale che internazionale. Pensato specificatamente per affrontare in modo integrato ed efficace emergenze particolarmente complesse — spaziando dai traumi ai trapianti fino alle delicate operazioni cardiochirurgiche — questo progetto è emblematico dell’impegno tangibile volto al potenziamento dell’assistenza sanitaria. La struttura non consiste esclusivamente nell’implementazione fisica degli spazi o nell’introduzione della più moderna tecnologia; piuttosto incarna una filosofia centrata sull’individuo assistito attraverso percorsi rigorosamente orientati all’interdisciplinarietà nel fine ultimo di ottimizzare tempistiche operative oltre ad elevare notevolmente le chance terapeutiche.
Viviamo oggi in una realtà dove gli incidenti traumatici sono variabili sia nei modi — considerando fatti criminosi emersi dal territorio (come l’episodio accaduto nel quartiere Madonnella nel giugno 2025) oppure anche in occasione degli strascichi derivanti da afflussi umani durante manifestazioni pubbliche (pensiamo ad esempio ai feriti registrati durante i festeggiamenti notturni di Capodanno) — rendendo cruciale il ruolo delle istituzioni sanitarie nel fornire ben più della semplice attenzione medica agli aspetti fisici della salute; esse devono essere pronte ad apportare supporto totale rivolto all’interezza dell’individuo coinvolto. È qui che entra in gioco la psicologia cognitiva e comportamentale, le cui scoperte negli ultimi decenni hanno rivoluzionato la nostra comprensione del trauma e delle strategie per affrontarlo.
Una nozione basilare della psicologia del trauma è che il modo in cui percepiamo e interpretiamo un evento stressante è altretanto importante quanto l’evento in sé. Non è solo ciò che ci accade, ma come il nostro sistema cognitivo ed emotivo elabora quell’esperienza, a determinare la sua impronta sulla nostra salute mentale. Il trauma spesso si manifesta con una sensazione di frammentazione e disintegrazione, dove i ricordi non sono elaborati e integrati nella memoria a lungo termine, ma rimangono “bloccati” nel presente, causando sintomi intrusivi e persistenti.
A un livello più avanzato, la ricerca sulla resilienza psicologica post-traumatica ci insegna che il trauma non è necessariamente un destino, ma può diventare un catalizzatore per la crescita personale. Non tutti coloro che vivono esperienze traumatiche tendono a sviluppare disturbi; al contrario, molti presentano una straordinaria capacità d’adattamento che può tradursi persino in veri e propri percorsi evolutivi. Questo concetto prende nome da Post-Traumatic Growth: esso trascende il mero recupero dello stato antecedente al trauma e implica invece progressi sostanziali in aspetti fondamentali come il valore attribuito alla vita stessa, i legami sociali fortificati, una nuova percezione del proprio potere personale e una riconsiderazione del significato dell’esistenza. Analizzare i fattori propiziatori alla crescita post-traumatica – tra cui supporto sociale significativo, atteggiamenti ottimistici nel contesto dell’esperienza vissuta con saggezza orientata verso nuovi orizzonti – è imperativo per delineare interventi terapeutici progettati tanto a ridurre gli effetti nocivi quanto ad accrescere le potenzialità intrinseche degli individui.
Il desiderio è che il nuovo Centro Trauma situato a Bari si affermi non soltanto come simbolo d’eccellenza nella medicina contemporanea ma evolva fino a diventare un autentico laboratorio dinamico per studi psicologici innovativi e trasformativi; ciò contribuirebbe certamente alla formulazione di una visione della salute integrata fra corpo e psiche. L’investimento in tali strutture e la promozione di studi longitudinali possono contribuire a costruire una società più consapevole, dove il supporto psicologico sia considerato un pilastro fondamentale del benessere, e dove la resilienza non sia solo una parola, ma una capacità concreta da coltivare e rafforzare in ogni individuo.