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Arquata del Tronto: come la ricostruzione psicologica combatte il trauma post-terremoto

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  • Stanziati 43,3 milioni di euro per la stabilizzazione del centro storico.
  • Emergency ha fornito oltre 13.000 prestazioni socio-sanitarie.
  • Rimossi circa 228.484.855 kg di rifiuti ad Arquata entro settembre 2025.

Le ferite invisibili: psiche e ricostruzione ad Arquata del Tronto

Arquata del Tronto è un termine carico di significato poiché richiama immediatamente alla mente visioni di distruzione e della potenza distruttiva provocata dal terremoto del 2016. Nondimeno, oltre all’adeguamento fisico delle infrastrutture – la cui riparazione sta vivendo ora una fase cruciale grazie ai recenti avviamenti dei lavori per la stabilizzazione del centro storico con un investimento contrattuale pari a 43,3 milioni di euro – si cela anche una dimensione spesso ignorata: il recupero dello spirito collettivo e la necessità vitale di indirizzare le lesioni invisibili inflitte al tessuto sociale dalla catastrofe naturale. Già nei primi mesi del 2018 la professoressa Patrizia Palanca ha richiamato l’attenzione sulle sfide intrinseche legate al processo di “ricostruire l’anima”, mirante ad aiutare coloro che sono stati colpiti da destabilizzazioni sia emotive sia psicologiche. Troppo spesso questo fattore viene oscurato dall’enfasi sui numerosi dati concernenti i rifiuti rimossi – le stime indicano circa 228.484.855 kg eliminati solo ad Arquata entro settembre 2025 rispetto ai quasi 275 milioni kg complessivi in provincia d’Ascoli Piceno – o da proclamazioni relative ad importanti interventi come quello sul restauro della storica Rocca medievale quale fortificazione emblematicamente rappresentativa della comunità locale.

L’esperienza del sisma ha lasciato un’impronta indelebile, manifestandosi in forme di disagio psicologico che persistono a distanza di anni. Nonostante nel 2021 Emergency avesse concluso il suo “Progetto Sisma”, che aveva fornito oltre 13mila prestazioni socio-sanitarie nelle province di Teramo e Macerata, tra cui supporto psicologico e psicoterapeutico itinerante, la necessità di assistenza psicologica rimane cruciale. La chiusura di un servizio così capillare, sebbene motivata dalla sua vocazione post-emergenziale e dalla speranza che i servizi sanitari regionali prendessero il testimone, ha riacceso il dibattito sulla continuità del supporto. La psicologa e psicoterapeuta Giovanna Bianco, referente del Progetto Sisma Macerata di Emergency, ha evidenziato come il trauma di un terremoto si possa facilmente riattivare in un contesto di costante confronto con la ricostruzione, e come una fase delicata sarà anche il ritorno delle persone nelle proprie case.

Progetto Sisma Dal 2016, Emergency ha attuato un intervento che ha portato oltre 13. 000 prestazioni gratuite per la popolazione colpita dalle scosse del terremoto. Il supporto ha incluso assistenza psicologica e infermieristica fornite da team mobili in aree isolate, facilitando l’accesso ai servizi necessari.

Un appello è stato lanciato il 1° gennaio 2022 da Chiara Caporicci, presidente dell’associazione C.a.s.a., alla Regione Marche e all’ASUR affinché si garantisse la continuità del supporto psicologico. Da agosto 2024, fortunatamente, è stato avviato un nuovo servizio di assistenza psicologica ad Arquata del Tronto e Comunanza, parte del progetto “Prossimo: per un sistema socio-sanitario di comunità” promosso dal BIM Tronto e finanziato dal PNRR. Questo servizio, garantito dalla psicologa Katia Bocca, intercetta le necessità di una popolazione che, oltre ai danni materiali, ha subito una profonda trasformazione del tessuto sociale, acutizzata dallo spopolamento e dai trasferimenti per motivi abitativi, lavorativi e scolastici. La dottoressa Bocca riceve il giovedì ad Arquata, nel poliambulatorio “Assieme”, e il martedì e venerdì a Comunanza, nella Casa di Comunità, operando su segnalazione dei medici di medicina generale, come Santina Chiodi, Roberto Costa e Daniele Carducci. Si tratta di una misura fondamentale; tuttavia, il tema della salute mentale nel contesto post-sisma rappresenta un fenomeno persistente e ricorrente. Questo problema rimarca le mancanze sistemiche all’interno del settore della salute mentale e nei consultori. Tali criticità erano già state sollevate in precedenza dal dottor Valerio Valeriani, coordinatore dell’ambito territoriale sociale 18. Egli ha messo in luce la presenza di un serio deficit strutturale riguardante le équipe operative.

Il miraggio della ricostruzione e la battaglia per la salute mentale

La ricostruzione di Arquata del Tronto, se da un lato offre la concreta speranza di un ritorno alla normalità con l’avanzamento dei progetti edilizi – come l’approvazione il 29 aprile 2025 dell’intervento di riparazione danni e miglioramento sismico della chiesa del SS. Crocifisso – dall’altro, rivela le fragilità di una comunità che ha visto minate le proprie basi più profonde. La sindaca di Ussita, Silvia Bernardini, ha messo in luce nel 2022 come in queste zone non si riesca ad avere un medico di medicina generale che venga su almeno una volta a settimana, evidenziando un problema sistemico amplificato dal terremoto e dalla pandemia di Covid-19. Il servizio di assistenza psicologica, essenziale per affrontare il disturbo post-traumatico da stress (PTSD) e la riattivazione di traumi, si trova spesso ad operare in un contesto di dispersione e difficoltà di accesso. La chiusura del “Progetto Sisma” di Emergency alla fine del 2021 ha lasciato un vuoto, suscitando preoccupazioni tra le associazioni locali e i comitati. Giovanna Bianco, psicologa di Emergency, ha chiarito che la decisione non era legata al budget (che nel 2021 ammontava a circa 214mila euro per le due province di Teramo e Macerata), ma alla necessità di un cambio di passo e un’assunzione di responsabilità da parte dell’azienda sanitaria regionale, riconoscendo che le istanze emerse andavano oltre la vocazione post-emergenziale di un singolo progetto.

Giovanna Bianco ha sottolineato l’importanza del supporto psicologico continuo per i sopravvissuti al trauma, evidenziando come le ferite invisibili necessitino di cure che vanno oltre i benefici immediati.

Questo quadro sottolinea l’importanza di un approccio strutturato e a lungo termine alla salute mentale nelle aree colpite da eventi traumatici. La dottoressa Sonia Arina, in un’intervista del novembre 2024, ha ribadito l’importanza di fornire gratuitamente supporto psicologico e sociale a persone e comunità colpite da eventi traumatici, enfatizzando come la ricostruzione materiale debba andare di pari passo con quella psichica. La resilienza della comunità di Arquata, benché straordinaria, non può prescindere da un supporto concreto e continuativo. Il ritorno alla propria casa, al proprio territorio, pur essendo un obiettivo primario della ricostruzione, può essere un momento di riattivazione del trauma se non accompagnato da un adeguato sostegno.

Il ruolo cruciale del supporto continuo e le sfide del servizio sanitario nazionale

Il sostegno psicologico nelle aree post-sisma, come Arquata del Tronto, si rivela non una semplice appendice della ricostruzione fisica, ma un elemento fondamentale per la ripartenza autentica della comunità. Le strutture preesistenti del servizio sanitario pubblico, come evidenziato in un rapporto di valutazione finale di ActionAid del 2019, erano già insufficienti prima del sisma, e la situazione si è aggravata nel post-sisma, con lunghi tempi di attesa e scarsa diffusione dei servizi. Questa constatazione illumina la natura critica della richiesta di un’assistenza psicologica accessibile e diffusa.

La mancanza di medici di medicina generale nelle aree colpite dal terremoto ha esacerbato la situazione, con molti residenti costretti a viaggiare per lunghe distanze per ricevere cure.

La narrazione della sindaca di Ussita sulla carenza di medici di base e la difficoltà per gli anziani di percorrere lunghi chilometri per una visita medica o specialistica, o per accedere a uno psicologo, delinea un quadro di isolamento e assenza di presidi essenziali. La chiusura di progetti come quello di Emergency, sebbene con motivazioni fondate sulla riattribuzione di responsabilità al sistema sanitario, ha fatto emergere le lacune strutturali e la difficoltà del Servizio Sanitario Nazionale a garantire la continuità del supporto in contesti di fragilità complessa.

Progetto “Prossimo” Avviato ad agosto 2024, questo progetto mira a fornire supporto psicologico a Arquata e Comunanza, affrontando le necessità di assistenza psicologica in un contesto di trasformazione sociale dovuto al terremoto e alla migrazione di residenti.

Il dottor Valerio Valeriani ha denunciato apertamente una politica di annunci e un deficit strutturale di equipe nell’area della salute mentale e nei consultori, sottolineando come il servizio si occupi quasi esclusivamente dell’emergenza. Questa visione frammentaria e orientata all’urgenza rischia di trascurare il percorso a lungo termine e le implicazioni psicologiche croniche che il trauma del terremoto comporta.

Le necessità di assistenza psicologica e sociale sono destinate a crescere, specialmente tra le generazioni più giovani e le famiglie, che si trovano a far fronte a traumi persistenti e a nuove sfide.

La ricostruzione, pur accelerando come dimostrato dai recenti interventi a Arquata, non può illudersi di essere completa senza una ricostruzione delle menti e dei cuori. La necessità di rafforzare l’assistenza psicologica è un grido che arriva dalle comunità e dalle associazioni locali, le quali temono che, nonostante i progressi nella ricostruzione materiale, il silenzio attorno ai bisogni psicologici possa lasciare ferite aperte difficili da rimarginare.

La resilienza come processo in divenire: oltre il trauma, un futuro possibile

Nell’ambito dell’ingegneria civile e oltre ancora al campo delle scienze sociali, Arquata del Tronto rappresenta un esperimento vivente, poiché incarna l’essenza della resilienza umana. Il cammino verso la riabilitazione psichica si rivela intricato e spesso imprevisto; si riflette nella rete tortuosa dei piccoli vicoli nei villaggi montani circostanti. Un episodio tragico come quello del terremoto verificatosi il 24 agosto 2016, con epicentro tra Accumoli e Arquata ed entità sismica pari a 6.0, ha segnato profondamente questi luoghi: ciò che era all’inizio semplicemente definibile come una grave lacerazione sociale ora offre spunti per riconsiderare le strategie con cui le comunità possono reagire alle difficoltà. In termini psicologici, la resilienza va oltre la mera sopravvivenza agli shock; essa richiede uno sviluppo attivo delle proprie risorse mentali ed emozionali quando si confrontano situazioni critiche.

Gli eventi traumatici tendono a erodere le basi delle nostre percezioni sul mondo esterno; infrangono quella tranquillizzante certezza di esistenza in un contesto protetto e controllabile. Quando ci troviamo ad affrontare simili calamità naturali—quali appunto i terremoti—le strutture neurobiologiche subiscono esperienze disruptive profonde, portando a ripensamenti radicali nel nostro schema mentale personale. La psicologia comportamentale ci insegna che, dopo un trauma, le risposte di paura e ansia possono essere generalizzate, creando meccanismi di evitamento del rischio che, se da un lato ci proteggono, dall’altro possono ostacolare la ripresa e la ricostruzione della vita quotidiana. Se il supporto adeguato non è presente, si rischia di innescare una riattivazione del disturbo post-traumatico da stress, un fenomeno per cui anche eventi apparentemente innocui, se richiamano in qualche modo il trauma iniziale, possono far ripiombare l’individuo in uno stato di profonda sofferenza.

Riconoscere l’importanza del supporto psicologico è cruciale per la ripresa delle comunità colpite, poiché questo assicura che le esperienze traumatiche non impediscano una vita piena e soddisfacente.

La chiave per superare questo sta nel riconoscere che il supporto psicologico non è un lusso, ma una necessità vitale. Non è solo questione di “fare terapia” nel senso tradizionale, ma di creare un tessuto sociale e comunitario che permetta di elaborare il dolore, di costruire un nuovo significato e di riscoprire un senso di agency. La salute mentale è intrinsecamente legata alla medicina, perché il cervello è un organo, e come tale può essere influenzato da disfunzioni o riequilibrato con interventi mirati.

La nozione avanzata da considerare è quella della crescita post-traumatica, un concetto che va oltre la semplice resilienza. Non si tratta solo di “guarire”, ma di emergere dal trauma con una maggiore consapevolezza di sé, delle proprie relazioni interpersonali e del significato della vita. Le persone che sperimentano una crescita post-traumatica spesso riferiscono di apprezzare di più la vita, di avere relazioni più intime e significative, e di sperimentare una maggiore spiritualità o scopo. Ma questo non avviene per caso; richiede un ambiente che favorisca la riflessione, l’accettazione e l’elaborazione del dolore. Arquata, con la sua lotta per la ricostruzione e il suo tentativo di tutelare la salute mentale della comunità, ci offre uno spaccato prezioso su come la fragilità umana possa, se supportata, trasformarsi in una fonte inattesa di forza interiore e collettiva. È un monito a non dimenticare che dietro ogni calcinaccio rimosso, ogni muro ricostruito, c’è un’anima in attesa di essere risanata.

Glossario:

  • PTSD: Disturbo post-traumatico da stress, un disturbo psicologico sviluppato dopo aver vissuto un evento traumatico.
  • Emergency: Organizzazione non governativa che fornisce assistenza medico-sanitaria in contesti di emergenza, inclusi i terremoti.
  • Progetto Sisma: Iniziativa di Emergency attuata dopo il terremoto del 2016 per offrire supporto socio-sanitario nelle aree colpite.

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