Serie A: combatti l’ansia e vinci con la coesione di squadra

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  • L'ansia limita la performance: studio su Psicologia dello Sport.
  • Calciatori piangono: Marco Zambelli rivela fragilità in Serie A.
  • 1 su 5 giovani soffre di ansia (Corriere della Sera).
  • Mbappé: stress da calendario come Platini.
  • Genoa e Parma: «coesione tifo-squadra» per vincere.

La tensione che precede e accompagna un derby calcistico, specie in un campionato competitivo come la Serie A, è un catalizzatore potente di dinamiche psicologiche complesse che vanno ben oltre il mero aspetto tecnico-tattico. In questo contesto, l’ansia da prestazione emerge come un fattore cruciale, capace di condizionare in maniera significativa le performance individuali e collettive. Questa condizione, caratterizzata da un’eccessiva preoccupazione per il proprio rendimento e per le aspettative esterne, può manifestarsi con sintomi che vanno dal blocco mentale alla compromissione delle abilità motorie, aspetti particolarmente deleteri in uno sport che richiede lucidità e precisione.

Un esempio lampante di come l’ansia possa permeare l’ambiente calcistico non si limita alle sfere più alte della Serie A, ma si estende fino alle giovanili. Articoli recenti hanno evidenziato la “missione” del Parma a Verona nel marzo 2025, dove la squadra ha dovuto affrontare non solo l’Hellas, ma anche la propria ansia nel tentativo di allontanarsi dalla zona retrocessione e consolidare la propria posizione. Questa pressione non è esclusiva delle prime squadre: un toccante resoconto su Tuttocampo di un giovanissimo calciatore nel luglio 2025 ha descritto l’angoscia di chi cerca una squadra “seria”, tra provini falliti e l’ombra del rifiuto. Questa esperienza precoce di pressione e incertezza getta le basi per la comprensione delle sfide mentali che i calciatori affronteranno nel corso della loro carriera.

Il peso dell’ansia da prestazione: secondo uno studio pubblicato su
Psicologia dello Sport, l’ansia da prestazione può generare un ciclo
vizioso in cui la paura di fallire induce una reazione di stress che, a sua
volta, limita la performance. Sono stati analizzati casi di atleti di alto
livello, come Federica Pellegrini e
Simone Biles, che hanno condiviso preoccupazioni simili
riguardo alla propia ansia durante le competizioni.

Anche fuoriclasse di altre discipline non sono immuni dalla pressione del successo. Nel marzo 2025, il celebre campione di snooker Ronnie O’Sullivan ha annunciato il suo ritiro dal Welsh Open, citando proprio l’ansia da prestazione come motivazione. Un caso che sottolinea come la fragilità mentale possa colpire atleti di ogni livello e specialità, non risparmiando nemmeno chi è abituato ai vertici.

Nel calcio professionistico, la gestione di queste dinamiche diventa ancora più pressante. Antonio Conte, allenatore con un’innata capacità di galvanizzare le sue squadre, ha più volte dimostrato come sia possibile _convertire l’ansia da prestazione in fame di vittoria_. La sua leadership al Napoli, ad esempio, è stata descritta nel maggio 2025 come un esempio di come la pressione possa essere incanalata per ottenere il massimo. Conte trasforma lo stress e le aspettative in “benzina per vincere”, valorizzando la necessità di un’intensa preparazione mentale per affrontare le sfide del campo. Questo approccio è fondamentale per comprendere come alcuni tecnici riescano a far rendere al meglio i propri giocatori, trasformando le difficoltà in opportunità.

Ma cosa succede quando l’ansia non viene gestita efficacemente? Le ripercussioni possono essere significative. Marco Zambelli, ex capitano del Brescia, ha recentemente rivelato nel settembre 2025 come in Serie A abbia visto giocatori “piangere sotto la doccia”, sottolineando come _nessuno li prepari adeguatamente a queste esperienze estreme_. Un’affermazione che squarcia il velo sulla realtà meno visibile del calcio professionistico, dove la pressione non si limita ai 90 minuti di gioco, ma si estende alla vita privata e al benessere emotivo degli atleti. L’ex capitano ha evidenziato come la fragilità mentale sia un aspetto sottovalutato, le cui conseguenze possono essere devastanti per la carriera e la vita personale dei giocatori.

Il peso delle aspettative, la paura di deludere e la necessità di ottenere risultati costanti, soprattutto in squadre con ambizioni elevate, possono generare un ciclo di stress e ansia difficile da spezzare. La partita tra Inter e PSG di maggio 2025, ad esempio, evidenzia come l’Intelligenza Artificiale tenti di pronosticare l’esito basandosi anche su elementi quali la “condizione di forma e freschezza”, parametri che inevitabilmente risentono dello stato mentale dei giocatori. Il tema della gestione dell’ansia da prestazione, profondamente radicato nella psicologia degli atleti, è divenuto cruciale nel contesto del calcio contemporaneo. Questa sfida richiede necessariamente un metodo integrato, capace di armonizzare le dimensioni fisiche, strategiche e psicologiche della preparazione sportiva.

La gestione dello stress e la resilienza mentale nel calcio

La gestione dello stress è un pilastro fondamentale per il benessere e il successo dei calciatori professionisti, e la resilienza mentale rappresenta la chiave per navigare le complesse acque della Serie A. Lo stress, se non adeguatamente controllato, può non solo inficiare le prestazioni in campo, ma anche avere ripercussioni significative sulla salute generale degli atleti.

Indagini recenti, come quella inglese citata nell’aprile 2025 dal Corriere della Sera, rivelano che _uno su cinque giovani soffre di ansia o depressione_, una statistica allarmante che evidenzia la crescente urgenza di insegnare la resilienza sin dalle prime fasi della vita, un concetto direttamente applicabile al mondo dello sport.

Nel contesto calcistico, lo stress può derivare da molteplici fattori: pressioni economiche, aspettative dei tifosi, dei media, della società e, non ultimo, del calendario di gioco. La Repubblica, nell’ottobre 2024, ha sottolineato come calciatori del calibro di Rodri, Bremer e Carvajal “paghino il prezzo del calendario”, con un’elevata incidenza di infortuni al ginocchio, indice di un sovraccarico fisico e mentale notevole. Il caso di Mbappé, che a 25 anni ha già giocato quanto Platini in un’intera carriera, evidenzia la straordinaria pressione a cui sono sottoposti i campioni moderni, rendendo indispensabile una robusta capacità di gestione dello stress e una notevole resilienza.

Strategie per la gestione dello stress: La respirazione diaframmatica
è una delle tecniche più efficaci per aiutare gli atleti a controllare l’ansia,
come sottolineato dalla dottoressa Dora Siervo. Altre tecniche includono il
self-talk positivo e la visualizzazione, che contribuiscono a mantenere la
calma e la concentrazione.

In questo quadro, il ruolo dello psicologo dello sport, come evidenziato dal Sole 24 Ore nel giugno 2025, è divenuto cruciale. Questi professionisti aiutano gli atleti a _regolare le emozioni negative e a trasformarle in energia costruttiva_, fornendo strumenti per affrontare la pressione e migliorare la performance. Questo supporto si estende anche alle famiglie dei giovani calciatori, riconoscendo l’importanza di un ambiente sereno e preparato per lo sviluppo della resilienza. Il Congresso di Psichiatria a Bormio, previsto per l’aprile 2025, che avrà come tema centrale “Stress, traumi e salute mentale: comprendere vulnerabilità e costruire resilienza”, ulteriormente rafforza il bisogno di adottare un approccio più strutturato in questo ambito, sia nella vita quotidiana che nello sport.

La resilienza mentale è la capacità di adattarsi positivamente alle avversità, superare le difficoltà e uscirne rafforzati. Nel calcio, questo si traduce nella capacità di recuperare da un errore, da una sconfitta o da un infortunio, mantenendo la concentrazione e la motivazione. La longevità sportiva di un fuoriclasse come Mohamed Salah, analizzata da Men’s Health nell’aprile 2025, è un esempio emblematico di come la resilienza mentale, insieme a una solida preparazione fisica e a una strategia di gioco ben definita, possa fare la differenza. L’egiziano, noto anche per il suo interesse per gli scacchi, dimostra come la mente possa essere un alleato prezioso per mantenere alti livelli di performance nel lungo periodo. Sorprendentemente analogo si rivela il pensiero di Novak Djokovic. In un resoconto fornito da Adnkronos nel settembre 2025 emerge che il campione continua a battere record attraverso una sinergia tra preparazione meticolosa, ferrea volontà e l’abilissima gestione degli infortuni. Tali attributi sono strettamente legati alla resilienza umana. È impressionante constatare come egli riesca a mantenere alta la competitività anche oltre i consueti limiti anagrafici; questa realtà evidenzia il ruolo cruciale della mente nell’affrontare limitazioni fisiche.

La rilevanza di un’adeguata attenzione nella cura della propria salute viene evidenziata da uno studio inerente agli effetti della vitamina D nella prevenzione degli infortuni sportivi nei calciatori professionisti condotto nel settembre 2017.

Ne deriva così che non solo la sfera fisica ma anche quella psicologica si influenzano reciprocamente: ciò include l’idea che fattori nutrizionali possano rivestire un’importanza non trascurabile nello stimolare le difese naturali dell’organismo contro le sollecitazioni corporee.

Cosa ne pensi?
  • La coesione di squadra è fondamentale, ma non dimentichiamoci......
  • L'articolo ignora un aspetto cruciale dell'ansia nel calcio......
  • E se l'ansia da prestazione fosse in realtà un'opportunità......

La coesione di squadra: il segreto del successo in Serie A

La coesione all’interno della squadra rappresenta, oltre ai profili individuali legati alla resilienza e alla gestione dello stress, uno degli aspetti fondamentali del trionfo nel campionato di Serie A; essa si configura come il vero moltiplicatore delle capacità personali. Non si tratta solamente dell’accumulo dei talenti presenti tra i calciatori singolarmente considerati; al contrario, riguarda l’abilità collettiva nel lavorare in sinergia: sostenersi durante i momenti difficili ed esultare insieme nei momenti felici. Questo legame intenso tra i membri del team nasce da principi comuni e da finalità condivise, capace di trasformare tanti individui isolati in una forza straordinaria all’interno del rettangolo verde.

Nell’ambito sportivo, ottenere una forte identità collettiva diviene pertanto fondamentale per il conseguimento degli scopi stabiliti. Sebbene l’acquisizione dell’eccellenza personale resti essenziale, sono sempre più le squadre che riescono ad avere successo grazie alla loro capacità di cooperare armoniosamente che riescono a emergere sopra le altre compagini. In questo panorama vitale emerge inoltre la psicologia dello sport quale disciplina chiave fornitrice degli strumenti necessari per accrescere collaborazione reciproca, affidabilità, oltre alla dedizione verso il fine comune desiderato.

Caratteristiche della coesione:
  • Comunicazione: Una comunicazione aperta e trasparente tra i
    membri della squadra è essenziale per risolvere conflitti e favorire la
    comprensione reciproca.
  • Leadership efficace: Un allenatore che sa come motivare,
    comunicare e guidare i membri della squadra è cruciale.
  • Obiettivi condivisi: La definizione di obiettivi comuni chiari
    aiuta a mantenere i membri concentrati.
  • Ruoli definiti: Ogni membro deve sentirsi parte integrante del
    gruppo, con ruoli chiari e responsabilità.
  • Team building: Le esercitazioni fuori dal campo, come giochi di
    squadra, ritiri e attività sociali.

Molti gli esempi recenti che sottolineano il valore inestimabile della coesione. Nel gennaio 2025, Tuttosport ha ripreso le dichiarazioni dei tecnici di Genoa e Parma, evidenziando il ruolo della “coesione tifo-squadra” a seguito di una vittoria dei rossoblù. Questo legame tra i sostenitori e la squadra rappresenta una forma di coesione estesa, che amplifica il senso di unità e appartenenza, fornendo uno stimolo ulteriore ai giocatori. Un altro caso significativo è quello della Cremonese, che nel luglio 2025 ha affidato a Davide Nicola le chiavi della prossima stagione, citando la “coesione” come uno dei pilastri della sua filosofia di gioco, insieme a _lavoro, cuore e coraggio_. Questi elementi, seppur apparentemente generici, traducono la necessità di un ambiente armonioso e focalizzato sugli obiettivi comuni.

Anche in campionati minori, o in quelle realtà che ambiscono alla Serie A, la coesione si rivela un fattore critico. L’Alma Tolentino, una squadra di calcio a 7 nata quasi per caso, è riuscita a volare in Serie A nel maggio 2025, un successo inaspettato attribuito dal capitano Giacomo Cardarelli proprio alla forte unione del gruppo. Questo dimostra come, anche in contesti non professionistici, l’armonia interna e la collaborazione siano capaci di generare risultati straordinari, fungendo da modello per le realtà più blasonate. Un concetto che trova eco anche nel mondo dell’e-sports, dove il ruolo dello psicologo, come sottolineato nel dicembre 2023 da State of Mind, è quello di favorire la coesione e la gestione dello stress, evidenziando come la mentalità di squadra sia cruciale anche nelle competizioni virtuali.

Inoltre, il coach Alessandro Rossi, intervistato da Basket Magazine nel febbraio 2025, ha espresso l’obiettivo di rendere la sua squadra “fastidiosa da affrontare” in Serie A2, implicando una forte identità collettiva e una coesione in grado di sfidare gli avversari. Un motto che, se applicato al calcio, ben descrive quelle squadre che, pur non avendo nomi altisonanti, riescono a mettere in difficoltà avversari più quotati grazie a un’organizzazione ferrea e a un sostegno reciproco. Questa capacità di creare un’identità forte e compatta è spesso il risultato di un lavoro psicologico mirato, che instaura fiducia e collaborazione tra i membri del team.


Zanetti, l’allenatore dell’Hellas Verona, ha esplicitamente richiesto alla sua squadra “carattere e coesione” nell’ottobre 2024, in vista di una partita contro l’Atalanta. Questa dichiarazione riflette la consapevolezza che, in momenti cruciali e in un campionato esigente come la Serie A, non basta la tecnica individuale, ma è l’unità del gruppo a fare la differenza.

La coesione, dunque, non è un mero optional, ma una vera e propria strategia vincente, che consente alle squadre di superare i momenti difficili tipici di una stagione e di perseguire con determinazione gli obiettivi prefissati. Lino Mutti, esperto di Serie B, ha rimarcato nell’aprile 2025 la necessità di “più coesione nei finali” per il Brescia, soprattutto in un campionato deciso da dettagli.

Glossario:
  • Ansia da prestazione: risposta emotiva a situazioni di
    competizione, caratterizzata da timore di fallimento e pressione.
  • Resilienza: capacità di affrontare e superare le difficoltà,
    soprattutto in contesti sportivi.
  • Coesione di squadra: legame forte tra i membri di un’unità
    sportiva, essenziale per il successo collettivo.



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