Superager svelati: il segreto per un cervello giovane a 80 anni

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  • I superager mostrano una riduzione dello spessore corticale dell'1,06%.
  • L'ippocampo dei superager ha un terzo dei grovigli di tau.
  • Autopsie su 77 superager rivelano resistenza e resilienza.

Un’Indagine Venticinquennale Rivela i Segreti di un Invecchiamento Cerebrale Ottimale

Da oltre 25 anni, la Northwestern University di Chicago si dedica allo studio di un fenomeno affascinante: i “superager”. Questi individui, ottantenni e oltre, possiedono capacità cognitive paragonabili a quelle di persone di 20 o 30 anni più giovani. La ricerca, pubblicata sulla rivista Alzheimer’s & Dementia, ha identificato caratteristiche uniche, sia psicologiche che neurobiologiche, che distinguono i superager dai loro coetanei. Questo studio approfondito, guidato da Tamar Gefen, docente di Psichiatria e scienze comportamentali al Mesulam Institute for Cognitive Neurology and Alzheimer’s Disease della Northwestern University, offre una prospettiva innovativa sull’invecchiamento cerebrale e apre nuove strade per la prevenzione delle malattie neurodegenerative.

Anatomia di un Cervello Giovane: Le Caratteristiche Strutturali e Cellulari dei Superager

I ricercatori hanno scoperto che i cervelli dei superager presentano peculiarità significative. Innanzitutto, mostrano volumi corticali, ovvero la quantità di materia grigia nella corteccia cerebrale, simili a quelli di adulti molto più giovani. A differenza dei coetanei, che subiscono un restringimento corticale legato all’età, i superager mantengono una struttura cerebrale più robusta. Un’altra caratteristica distintiva è lo spessore della corteccia cingolata, una regione cerebrale coinvolta nell’attenzione, nella motivazione e nell’impegno cognitivo. Dati iniziali hanno mostrato che la riduzione complessiva dello spessore corticale nei superager è dell’1,06%, un dato significativamente inferiore rispetto al 2,24% registrato nei coetanei neurotipici. Sorprendentemente, il cingolo anteriore dei superager vanta una corteccia più spessa rispetto a individui neurotipici di età compresa tra i 50 e i 60 anni. A livello cellulare, i superager mostrano una maggiore densità di neuroni di von Economo, cellule specializzate nel comportamento sociale, e neuroni entorinali più grandi, essenziali per la memoria e l’apprendimento. Inoltre, presentano una minore quantità di microglia attivata, le cellule immunitarie residenti nel cervello, suggerendo un sistema immunitario cerebrale più efficiente o meno sollecitato da “scorie” e tossine.

Cosa ne pensi?
  • Che bello scoprire che non è tutto genetico! 🎉 Forse......
  • Interessante, ma forse sopravvalutiamo l'importanza dello stile di vita... 🤔...
  • E se i 'superager' fossero semplicemente persone che hanno trovato un modo per... 💡...

Resistenza e Resilienza: I Due Volti del Superinvecchiamento

Le autopsie cerebrali condotte su 77 superager hanno rivelato due possibili meccanismi alla base del loro successo cognitivo. Alcuni superager mostrano una resistenza alla formazione di placche amiloidi e grovigli di proteina tau, i segni distintivi della malattia di Alzheimer. Altri, invece, sono resilienti: pur presentando queste alterazioni cerebrali, riescono a mantenere intatte le loro funzioni cognitive. Nello specifico, la ricerca ha rivelato che l’ippocampo, l’area cerebrale cruciale per la memoria, nei superager contiene un terzo dei grovigli di tau riscontrati nei loro coetanei “normali”. Inoltre, il sistema colinergico, responsabile del mantenimento dell’attenzione, sembra essere particolarmente resistente nei superager.

Oltre la Biologia: L’Importanza dello Stile di Vita e della Personalità

La ricerca ha evidenziato che i superager tendono ad essere persone molto socievoli, con forti relazioni interpersonali e un attivo coinvolgimento nella comunità. L’isolamento sociale, al contrario, è un fattore di rischio per lo sviluppo della demenza. Un’altra caratteristica ricorrente è il profondo senso di autonomia e di libertà decisionale: i superager vivono la propria esistenza secondo i propri desideri. È interessante notare che non tutti i superager seguono uno stile di vita impeccabile: alcuni presentano malattie cardiache, diabete o non sono particolarmente attivi fisicamente. Tuttavia, condividono un atteggiamento positivo verso l’invecchiamento e una mentalità orientata alla crescita, continuando a imparare, a sfidare il cervello con nuove attività e a coltivare progetti che danno un senso alle loro giornate.

Verso un Futuro di Longevità Cognitiva: Implicazioni e Prospettive

I risultati di questi 25 anni di ricerca sui superager offrono una prospettiva incoraggiante sull’invecchiamento cerebrale. La scoperta di specifici tratti neurobiologici e comportamentali associati al superinvecchiamento apre la strada a nuove strategie per preservare la salute del cervello fino ad età avanzate. Per il futuro, si potrebbero sviluppare interventi capaci di potenziare la resistenza e la resilienza agli inevitabili mutamenti che caratterizzano l’invecchiamento cerebrale comune. L’individuazione di specifici marcatori genetici legati al superinvecchiamento potrebbe condurre alla scoperta di bersagli proteici modulabili farmacologicamente, con l’obiettivo di favorire una maggiore longevità cognitiva e offrire protezione dalla malattia di Alzheimer.

Riflessioni Finali: Un Invito alla Cura del Nostro Capitale Cognitivo

Amici lettori, la ricerca sui superager ci offre una prospettiva affascinante e stimolante sull’invecchiamento cerebrale. Una nozione base di psicologia cognitiva ci ricorda che la plasticità neuronale è una caratteristica fondamentale del nostro cervello: la capacità di adattarsi e modificarsi in risposta all’esperienza continua per tutta la vita. Questo significa che, anche in età avanzata, possiamo influenzare positivamente la nostra salute cognitiva attraverso scelte di vita consapevoli e un atteggiamento mentale positivo.

Ma c’è di più. Una nozione avanzata di neuropsicologia ci suggerisce che la riserva cognitiva, ovvero la capacità del cervello di compensare i danni neurologici o l’invecchiamento, può essere potenziata attraverso l’apprendimento continuo, l’attività fisica e, soprattutto, il mantenimento di una rete sociale attiva e significativa.
Allora, cosa possiamo imparare dai superager? Forse, il segreto non sta solo nei nostri geni o nella nostra biologia, ma anche nella nostra capacità di coltivare relazioni, di rimanere curiosi e attivi, e di abbracciare l’invecchiamento come un’opportunità di crescita e di scoperta. Non si tratta di vivere per sempre, ma di vivere al meglio, preservando la nostra mente e il nostro spirito fino all’ultimo giorno.


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