- NeuroMI 2025 focus su AI per rivoluzionare diagnosi e trattamenti.
- Collaborazione interdisciplinare essenziale per un utilizzo etico dell'AI.
- 500+ ricercatori NeuroMI studiano l'integrazione AI e neuroscienze.
L’evento NeuroMI 2025, tenutosi a Milano e promosso dal Centro di Neuroscienze di Milano (NeuroMI), si è concluso con un focus sull’integrazione dell’intelligenza artificiale (AI) nelle neuroscienze. L’incontro ha riunito esperti di diverse discipline per esplorare come l’AI possa rivoluzionare la comprensione, la diagnosi e il trattamento delle malattie neurologiche e psichiatriche. L’obiettivo primario è stato quello di promuovere una collaborazione interdisciplinare, essenziale per garantire un utilizzo etico e sostenibile di queste tecnologie avanzate.
Intelligenza Artificiale e Neuroscienze: Un Nuovo Orizzonte
Durante il convegno, i partecipanti hanno discusso le potenzialità dell’AI nella comprensione dei meccanismi cognitivi, nello studio del linguaggio e nella personalizzazione delle terapie. L’AI, grazie alla sua capacità di monitorare e analizzare in tempo reale grandi quantità di dati, offre nuove prospettive nella predizione dell’evoluzione delle malattie. Le condizioni mediche esaminate in dettaglio includevano ictus, lesioni cerebrali traumatiche, morbo di Alzheimer, sclerosi multipla, depressione e schizofrenia.
Nel contesto neurologico, l’AI promette di semplificare e accelerare i percorsi di diagnosi, cura e prevenzione, consentendo interventi tempestivi e personalizzati. Come ha sottolineato Carlo Ferrarese, Direttore Scientifico di NeuroMI e professore di Neurologia dell’Università di Milano-Bicocca, l’integrazione dei dati provenienti da neuroimmagini (risonanza magnetica), esami neurofisiologici (elettroencefalogramma – EEG) e marcatori biomolecolari, analizzati con tecniche di AI, può anticipare le diagnosi e stimare il rischio di malattia anche in pazienti asintomatici. Questo approccio proattivo è fondamentale per implementare strategie di prevenzione efficaci.

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Applicazioni Psichiatriche e Riabilitative
Nel settore psichiatrico, si è analizzato come i dati digitali e i modelli predittivi possano contribuire a una conoscenza più approfondita dei disturbi mentali, migliorandone la prevenzione e il monitoraggio. L’AI, inoltre, si è rivelata uno strumento prezioso nella riabilitazione, rendendo i percorsi terapeutici più precisi e adattivi, e contribuendo a migliorare la qualità della vita dei pazienti.
La sessione dedicata alle neuroscienze cognitive, guidata dal professor Eraldo Paulesu, ha indagato le connessioni storiche tra la mente umana e l’intelligenza artificiale, mettendo in luce come l’assimilazione di principi biologici nei modelli computazionali possa accrescere l’efficienza e la capacità di apprendimento. Sono stati illustrati i progressi dei “brain twins” digitali, le applicazioni dell’AI all’analisi dei dati fMRI (risonanza magnetica funzionale) e alle funzioni linguistiche, fino ai modelli neurali che mimano la comprensione del linguaggio umano.
Sfide Etiche e Governance
Oltre alle opportunità fornite dall’AI, sono stati discussi anche aspetti cruciali quali la tutela della privacy, i pregiudizi intrinseci agli algoritmi e la necessità di una gestione condivisa. L’evento ha mirato a consolidare una rete di ricerca e innovazione capace di allineare la tecnologia ai bisogni clinici, concludendosi con una riflessione critica sulla riproducibilità e l’affidabilità della ricerca neuroscientifica potenziata dall’AI.
Il Milan Center for Neuroscience (NeuroMI), fondato nel 2014, aggrega neuroscienziati di diversi dipartimenti dell’Università di Milano-Bicocca e conta oggi più di 500 ricercatori provenienti da istituzioni dell’area milanese. La sua finalità è stimolare la ricerca multidisciplinare, promuovere collaborazioni e fornire percorsi formativi di eccellenza nell’ambito delle neuroscienze.
Verso un Futuro di Cura Personalizzata
In conclusione, NeuroMI 2025 ha rappresentato un momento cruciale per delineare il futuro delle neuroscienze, un futuro in cui l’intelligenza artificiale gioca un ruolo sempre più centrale. La capacità di analizzare dati complessi, predire l’evoluzione delle malattie e personalizzare le terapie apre nuove prospettive per la cura di patologie neurologiche e psichiatriche. Tuttavia, è fondamentale affrontare le sfide etiche e garantire una governance responsabile per sfruttare appieno il potenziale di questa tecnologia.
Un aspetto fondamentale da considerare è come l’AI possa aiutare a superare i limiti della nostra percezione e comprensione del cervello. La psicologia cognitiva ci insegna che i nostri processi mentali sono spesso influenzati da bias e limitazioni cognitive. L’AI, con la sua capacità di analizzare grandi quantità di dati in modo oggettivo, può aiutarci a identificare pattern e relazioni che altrimenti ci sfuggirebbero.
Un concetto più avanzato è quello della “cognizione estesa”, che suggerisce che i nostri processi cognitivi non sono limitati al cervello, ma si estendono all’ambiente circostante e agli strumenti che utilizziamo. In questo senso, l’AI può essere vista come un’estensione delle nostre capacità cognitive, permettendoci di affrontare problemi complessi e di prendere decisioni più informate.
Riflettiamo su come l’integrazione dell’AI nelle neuroscienze possa trasformare radicalmente il modo in cui comprendiamo e trattiamo le malattie mentali e neurologiche. *Questa trasformazione richiede un approccio multidisciplinare e una costante attenzione alle implicazioni etiche e sociali.*