Cervello in armonia: il dottorato che svela i segreti musicali della mente

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  • Al Conservatorio di Siena nasce il primo dottorato nazionale su musica e neuroscienze.
  • Due dottorandi studiano riabilitazione per musicisti e accessibilità per sordi.
  • Finanziato con fondi PNRR, segna la prima partecipazione a un dottorato.

Musica e Neuroscienze Convergono in un Dottorato Innovativo

Il panorama accademico italiano si arricchisce di una novità dirompente: presso il Conservatorio “Rinaldo Franci” di Siena, ha preso il via il primo dottorato nazionale che fonde l’arte musicale con le rigorose discipline delle neuroscienze e della bioingegneria. Questa iniziativa, frutto della collaborazione tra il Conservatorio senese, l’Università di Siena, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese, l’Università di Pisa, la Scuola Sant’Anna di Pisa e la Scuola IMT di Lucca, rappresenta un unicum nel suo genere, aprendo orizzonti inesplorati nella comprensione della performance musicale.

L’approccio interdisciplinare adottato permette di analizzare la performance musicale attraverso lenti scientifiche avanzate, esplorandone le dimensioni neurologiche, sensoriali e tecnologiche. Questo connubio tra arte e scienza promette di svelare i meccanismi cerebrali che sottendono la creatività musicale, aprendo nuove prospettive per la riabilitazione di musicisti con disturbi specifici e per lo sviluppo di tecnologie assistive innovative.

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I Protagonisti e i Progetti di Ricerca

I primi due dottorandi di questo percorso pionieristico, che hanno presentato i loro studi il 18 novembre, incarnano perfettamente lo spirito innovativo dell’iniziativa. Beatrice Giovannetti, pianista di talento, ha focalizzato la sua ricerca sulla “Rieducazione e riabilitazione per la disfonia focale del musicista e applicazioni per lo studio e la performance musicale”. Il suo lavoro esplora le potenzialità di interventi mirati per superare le difficoltà vocali che possono affliggere i musicisti, con un’attenzione particolare alle applicazioni pratiche per migliorare la performance.

Il talentuoso chitarrista Leonardo Melchionda ha illustrato la sua iniziativa “Multisensory Sounds: verso un’esperienza della musica accessibile per le persone sorde e ipoacusiche”, volta a rendere l’esperienza musicale fruibile a chi ha problemi di udito.

I partecipanti al dottorato beneficiano della guida di un gruppo di docenti di altissimo profilo, tra cui Paolo Micciché, Luciano Tristaino e Marco Del Greco, il quale ricopre anche la carica di vicedirettore del Conservatorio Franci.

Il comitato scientifico si avvale del contributo di figure professionali di rilievo internazionale, quali il professor Domenico Prattichizzo, la neurologa Monica Ulivelli, il primario di otorinolaringoiatria Marco Mandalà e la docente specialista in neuro-agopuntura Cecilia Lucenti.

Un Passo Storico per il Conservatorio “Rinaldo Franci”

L’avvio di questo dottorato di ricerca, finanziato con fondi PNRR e riconosciuto dal MUR, rappresenta un momento storico per il Conservatorio “Rinaldo Franci”. È la prima partecipazione dell’istituto a un iter dottorale, ampliando così la sua offerta formativa con un marcato accento scientifico e interdisciplinare. Un segnale forte dell’impegno del Conservatorio verso l’innovazione e la ricerca, in un’ottica di apertura verso le sfide del futuro.

Come ha sottolineato la presidente del Conservatorio, Anna Carli, questo ciclo di dottorati “rappresenta un punto di svolta” per l’istituto, sancendo una sempre maggiore vicinanza con il settore universitario. Un’alleanza strategica che promette di generare nuove opportunità di ricerca e di formazione per i giovani talenti musicali italiani.

L’evento di presentazione dei progetti di dottorato, tenutosi il 18 novembre nell’aula multimediale del Conservatorio, ha riscosso un grande successo di pubblico e di critica, confermando l’interesse e l’entusiasmo che circondano questa iniziativa innovativa.

Implicazioni e Prospettive Future: Un Nuovo Orizzonte per la Ricerca Interdisciplinare

Questo dottorato di ricerca rappresenta un’opportunità unica per esplorare le interconnessioni tra musica, neuroscienze e bioingegneria, aprendo nuove prospettive per la comprensione dei processi cognitivi e neurali che sottendono la performance musicale. Le implicazioni di questa ricerca sono molteplici e di vasta portata.

Dal punto di vista della psicologia cognitiva, lo studio della performance musicale può fornire preziose informazioni sui meccanismi di apprendimento, memoria e attenzione. Comprendere come il cervello elabora la musica può aiutarci a sviluppare strategie più efficaci per l’apprendimento di altre abilità complesse. Inoltre, la ricerca sulla riabilitazione di musicisti con disturbi specifici può portare allo sviluppo di nuove terapie per pazienti con patologie neurologiche che compromettono le capacità motorie e cognitive.

Dal punto di vista della psicologia comportamentale, lo studio della musica può aiutarci a comprendere meglio le emozioni e i comportamenti umani. La musica ha un forte impatto sulle nostre emozioni e può influenzare il nostro comportamento in modi complessi. Comprendere questi meccanismi può aiutarci a utilizzare la musica in modo più efficace per promuovere il benessere e la salute mentale.

Infine, dal punto di vista della medicina correlata alla salute mentale, lo studio della musica può portare allo sviluppo di nuove terapie per pazienti con disturbi psichiatrici. La musicoterapia è già utilizzata con successo per trattare pazienti con depressione, ansia e disturbi dello spettro autistico. La ricerca in questo campo può portare allo sviluppo di nuove tecniche di musicoterapia più efficaci e personalizzate.

In sintesi, questo dottorato di ricerca rappresenta un investimento importante nel futuro della ricerca interdisciplinare, con il potenziale di generare nuove conoscenze e applicazioni innovative nel campo della musica, delle neuroscienze, della psicologia e della medicina.

Verso un’Armonia tra Mente e Melodia: Riflessioni Conclusive

Questo dottorato rappresenta un’audace esplorazione dei confini tra arte e scienza, un tentativo di decifrare il linguaggio segreto che lega la mente umana alla melodia. Ci invita a considerare la musica non solo come un’espressione artistica, ma anche come un potente strumento per comprendere il funzionamento del nostro cervello e per promuovere il nostro benessere.

Un concetto fondamentale della psicologia cognitiva che si applica perfettamente a questo contesto è quello di “chunking”. La musica, con le sue strutture complesse e le sue sequenze ordinate, può essere vista come un insieme di “chunk”, unità di informazione significative che il cervello elabora in modo efficiente. L’apprendimento musicale, quindi, può essere interpretato come un processo di creazione e manipolazione di “chunk” musicali, che permette al musicista di eseguire performance complesse con relativa facilità.

Un concetto più avanzato è quello di “neuroplasticità”, la capacità del cervello di modificarsi in risposta all’esperienza. L’apprendimento musicale è un esempio lampante di neuroplasticità, in quanto induce cambiamenti strutturali e funzionali nel cervello del musicista. Questi cambiamenti possono riguardare aree coinvolte nella percezione uditiva, nel controllo motorio e nella memoria, e possono avere effetti benefici anche su altre funzioni cognitive.

Riflettiamo su come l’armonia tra mente e melodia possa arricchire la nostra vita, aprendo nuove porte alla comprensione di noi stessi e del mondo che ci circonda. La musica, come linguaggio universale, può unire persone di culture diverse e promuovere la comunicazione e la comprensione reciproca. Lasciamoci ispirare da questa sinfonia di scienza e arte, e coltiviamo la nostra passione per la conoscenza e la creatività.


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