- Il 26% degli italiani si dichiara insoddisfatto della propria salute.
- Oltre 16 milioni di italiani lamentano disturbi psicologici.
- Aumento del 6% dei disturbi psicologici dal 2022 al 2024.
Il panorama sociale contemporaneo è sempre più caratterizzato da un diffuso senso di malessere e insoddisfazione, spesso attribuito in maniera semplicistica a fenomeni transitori o individuali. Tuttavia, un’analisi più approfondita rivela la presenza di una problematica sistemica: l’anomia. Questo concetto, originariamente introdotto da Émile Durkheim, descrive uno stato di assenza o indebolimento delle norme e dei valori condivisi all’interno di una società, che porta a una sensazione di disorientamento e mancanza di scopo negli individui. I dati recenti supportano questa tesi, evidenziando come una percentuale significativa della popolazione italiana, circa il 26%, si dichiari insoddisfatta della propria salute, con picchi del 36% nei ceti popolari. Questo malcontento generalizzato non si limita alla sfera individuale, ma si estende alle dinamiche collettive, come dimostrato dalla discussione di una “società anomica post-Coronavirus”, emersa già 65 mesi fa. La crisi generata dalla pandemia di COVID-19 ha infatti accentuato le contraddizioni e le fragilità preesistenti della modernità, portando a galla una precarietà normativa che affligge diversi strati sociali.
La carenza di punti di riferimento chiari e condivisi si manifesta in molteplici settori. Alcune analisi sociologiche, consolidate circa 12 mesi fa, hanno descritto la società moderna come un “bivio”, connotandola con i termini di “società fusa” e “anomia, tra conflitti e solitudine”. Quest’ultimi concetti suggeriscono una diagnosi acuta e spietata delle condizioni attuali, dove la frammentazione sociale e la perdita di coesione creano un terreno fertile per il disagio. La percezione di un’assenza di regole si traduce in una crescente devianza, non solo criminale ma anche comportamentale, come evidenziato circa 25 mesi fa dal dibattito sul legame tra “social control” e la strutturazione collettiva delle devianze. L’anomia, quindi, non è soltanto un concetto teorico, ma una realtà tangibile che permea la vita quotidiana, influenzando le scelte individuali e collettive, e ponendo sfide significative alla stabilità e al benessere complessivo della società. La sua rilevanza nel panorama della psicologia cognitiva e comportamentale risiede nella sua capacità di influenzare profondamente i processi decisionali, la percezione di sé nel mondo e la capacità di stabilire obiettivi significativi, elementi centrali per la salute mentale. In un contesto anomico, gli individui possono sperimentare una distorsione del pensiero che li porta a percepire un mondo caotico e imprevedibile, rendendo difficile la pianificazione e l’autoregolazione, aspetti fondamentali della psicologia comportamentale.

L’impatto dell’anomia sulla salute mentale e le dinamiche familiari
L’anomia ha un impatto profondo e multifattoriale sulla salute mentale degli individui e sulle dinamiche familiari, contribuendo all’aumento dei disturbi psicologici nella società contemporanea. La carenza di punti di riferimento normativi e valoriali genera un senso di incertezza e precarietà che si riflette direttamente sul benessere psicologico. Secondo dati recenti, nel 2024, oltre 16 milioni di italiani lamentano disturbi psicologici di media e grave entità, con un incremento del 6% rispetto al 2022. Questi numeri, aggiornati e prevedibili per il 2025, indicano una crisi invisibile che affligge il paese, mentre l’ansia e la depressione si confermano tra le problematiche più diffuse, colpendo in particolare donne e giovani (ANSA, 2024).
- 8%: percentuale annua di disturbi mentali nella popolazione italiana
- 10,1%: depressione maggiore nella vita
- 5,7%: fobie specifiche
- 3,4%: distimia
In particolare, circa 3,5 milioni di adulti hanno sofferto di un disturbo mentale negli ultimi 12 mesi, con quasi 2,5 milioni affetti da disturbi d’ansia e 1,5 milioni da disturbi affettivi. Il fenomeno dell’aumento del rischio colpisce in misura particolare le donne nonché categorie già vulnerabili quali disoccupati, casalinghe e persone con disabilità. Tali dati mettono in risalto quanto sia determinante la fragilità economica e sociale, frequentemente associata ad ambienti anomici; questa rappresenta un elemento chiave nello sviluppo delle patologie mentali. Nel corso del 2024 abbiamo assistito a una crescente urgenza legata alla salute mentale: casi preoccupanti di ansia e depressione stanno interessando soprattutto giovani adulti femminili. In relazione al concetto delle dinamiche familiari, che rivestono un’importanza fondamentale nel processo evolutivo degli individui stessi, appare evidente l’influenza nefasta dell’anomia su tali interazioni. È possibile caratterizzare una famiglia disfunzionale come uno scenario ostile al sano sviluppo dei suoi membri; ciò genera conflitti persistenti capaci di provocare effetti trasmissibili attraverso generazioni riguardanti traumi psicologici profondamente radicati nella psiche collettiva della famiglia stessa. In questo senso quindi l’anomia penetra nel tessuto relazionale domestico manifestandosi tramite una incompleta chiarezza nelle norme stabilite, ruoli indefiniti o attese poco realistiche, contribuendo a creare atmosfere confusionarie gravide d’insoddisfazione. Occorre altresì considerare che vi siano potenzialmente situazioni anomale anche dovute alle differenze culturali e/o etico-valoriali tra i partner, che portano a un’instabilità nella composizione della famiglia.

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Strategie per affrontare l’anomia e promuovere il benessere collettivo
Di fronte a un quadro così complesso e pervasivo, la ricerca di soluzioni all’anomia diventa una priorità. È fondamentale agire su più fronti, sia a livello sociale che individuale, per ripristinare un senso di ordine e significato. Le proposte per affrontare l’anomia, come già postulato circa 18 giorni fa, si concentrano sulla regolamentazione sociale e sull’importanza di rafforzare le strutture normative e etiche che guidano l’interazione sociale.
- Aumentare l’interconnessione tra benessere individuale e strutture sociali.
- Promuovere la solidarietà organica.
- Investire nell’educazione al benessere psicologico.
- Creare reti di supporto e iniziative civiche.
- Riformare il sistema di welfare per rispondere alle disuguaglianze sociali.
In un contesto anomico, dove la frammentazione è la norma, re-edificare i legami sociali diventa cruciale. L’educazione, in particolare, viene identificata come uno strumento potentissimo: un sistema educativo che non si limiti alla trasmissione di conoscenze, ma che promuova lo sviluppo di competenze etiche e civiche, può contribuire a formare cittadini più responsabili e consapevoli, capaci di orientarsi in un mondo sempre più complesso. Una strategia fondamentale potrebbe consistere nel disegnare un nuovo assetto per il sistema di assistenza sociale al fine di fronteggiare in modo efficace le persistenti differenze economiche e sociali. È quindi auspicabile promuovere programmi formativi focalizzati su aspetti quali il benessere psicologico e la gestione delle emozioni, dotando in maniera adeguata docenti ed educatori. Questi professionisti non solo svolgono funzioni educative primarie, ma possono anche trasformarsi in una fonte vitale per fornire un valido supporto emotivo ai giovani allievi.
Oltre il disorientamento: verso una società (ri)connessa
La profonda inquietudine presente nella società attuale, insieme all’aumento esponenziale dei disturbi mentali, funge da segnale evidente riguardo a una questione ben più complessa: l’anomia. Tale condizione si caratterizza per una mancanza o per un indebolimento sostanziale delle norme e dei valori collettivi; ciò erode le basi della solidarietà sociale oltre alla salute psicologica degli individui. Secondo i principi della psicologia cognitiva, il cervello umano è incessantemente impegnato nel tentativo di conferire significato al suo intorno. In scenari anomici, è facile che gli individui entrino in un vortice perpetuo fatto sia d’ansia sia d’incapacità decisionali; diventano così incapaci non solo d’elaborare strategie ma anche d’autopercepirsi come soggetti capaci ed efficaci nelle loro interazioni ambientali.
In termini relativi alla psicologia comportamentale, il confronto con l’anomia implica la presa d’atto del fatto che sorge con chiarezza una difficoltà nell’apprendimento degli atteggiamenti pro-sociali oppure nella realizzazione degli obiettivi futuri. Quando le conseguenze delle proprie azioni vengono viste come fortuitamente generate dalla mancanza generale di regole normative, si rischia allora una perdita significativa dell’incentivazione verso comportamenti positivi e produttivi.
- Anomia: stato di assenza di norme sociali che porta a disperazione.
- Sociologia: studio delle società e delle dinamiche sociali.
- Durkheim: sociologo francese, autore del concetto di anomia.
L’anomia rimane un concetto significativo in sociologia, poiché offre spunti sul crollo delle norme sociali. Combattere l’anomia richiede sforzi collettivi: rafforzare i legami sociali, attuare politiche economiche e sociali, fornire supporto per la salute mentale e incidere sui processi decisionali comunitari sono passi chiave in questo percorso.
È un invito a riflettere su quanto il nostro benessere e quello della società dipendano dalla costruzione e dal mantenimento di un’etica condivisa.