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Tragedie nei laghi italiani: cosa è successo (e come proteggerti)

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  • Il 12 luglio 2025, una turista olandese è morta nel lago di Como.
  • Nel lago Bilancino è annegato un bambino marocchino di soli 10 anni.
  • Circa 400 persone muoiono ogni anno annegate in Italia.
  • Il 3 agosto, un'auto contromano ha investito un 24enne sul Garda.

Tragici eventi acquatici: una cronaca di incidenti e vulnerabilità

Nel corso dell’estate del 2025 si sono registrati eventi tragici capaci di ridimensionare il piacere delle attività ricreative sulle acque italiane e oltre confine. Gli avvenimenti riportati dalla stampa hanno messo in luce la vulnerabilità umana quando si confronta con l’imponenza e le insidie offerte dagli ambienti naturali circostanti; ciò sottolinea il bisogno urgente di un maggiore livello di attenzione e misure preventive. Tra gli episodi più strazianti si distingue quello verificatosi il 12 luglio 2025 sul lago di Como, precisamente nei pressi del viale Geno: qui ha perso la vita Julina de Lannoy, una turista olandese trentaduenne coinvolta in uno spaventoso incidente fra due natanti noleggiati. Le circostanze dell’accaduto sono attualmente sotto scrutinio investigativo; tuttavia si sa già che l’impatto terribile tra le imbarcazioni ha proiettato Julina nell’acqua, dove sarebbe stata colpita gravemente dall’elica propulsiva (riportando gravi lesioni), mentre i tentativi immediati da parte del personale paramedico – equipaggiato per tali situazioni con un’idroambulanza ed intento a praticare manovre rianimatorie – non sono riusciti ad evitare il suo arrivo presso l’ospedale Sant’Anna a San Fermo della Battaglia già priva dei segni vitali; vi è spirata poco dopo esservi giunta in arresto cardiaco. Un uomo d’età pari a 44 anni presente sull’altra imbarcazione è rimasto ferito sebbene non sia in pericolo immediato per la sua vita.

L’incidente occorso sul lago di Como fa parte purtroppo di un quadro più complesso fatto di episodi dolorosi. Il giorno del 16 giugno 2025, quando ci si aspettava una celebrazione inaugurale dell’estate spensierata, si è tramutata invece in una lamentela generale riguardante diverse tragedie. Sulla sponda del lago Bilancino, nelle vicinanze di Barberino di Mugello (Firenze), abbiamo assistito all’annegamento tragico della giovane vittima: un bimbo marocchino alla tenera età di 10 anni. I soccorritori subacquei sono riusciti a individuarne il corpo solo dopo ore interminabili occupate tra ricerche supportate da carabinieri ed elicotteri impiegati nell’operazione. Nella zona varesina dei laghi italiani illustri come il LAGO MAGGIORE STRONCANTE UN GIOVANE DI SOLI annod’imprecisione dei dati ci porta al sorprendente evento culminante dove sta emergendo asfissiante fortunosa situazione tramite asfittiche acque… E infine giunge notizia dalla sponda del LAGO DI VICO – la piscina e i mari nulla esente – 39 mucche eccitate… Ciononostante davvero tutti i settori influenzati a dire poco. Ai lidi ferraresi, un bambino di sei anni di origini tedesche è morto in piscina al Lido Nazioni, mentre un 11enne si trova in condizioni critiche dopo essere stato trovato privo di sensi a pochi metri dalla riva a Lido degli Estensi. La dinamica di questi ultimi episodi, che spesso vede protagonisti bambini e adolescenti, suggerisce non solo l’annegamento ma anche malori improvvisi, la cui natura è oggetto di indagine autoptica. La Sardegna ha registrato il ritrovamento del corpo di un 16enne, Mariano Olla, dopo una festa in spiaggia a Cagliari, con cause di morte ancora da accertare tramite indagini tossicologiche e istologiche. Infine, un esperto velista di 67 anni è disperso in mare in Sicilia, a largo di Cava d’Aliga, dopo essersi tuffato dalla sua barca a vela.

Lago con montagne

Gli incidenti non si sono limitati alle immersioni o ai malori. Il 22 luglio 2025 sul lago di Garda, a Pai di Torri del Benaco, si è verificato un incidente tra un’auto e una moto, causando tre feriti. Il 3 agosto, a distanza di un mese dall’accaduto, presso le acque del lago di Garda, nel punto noto come Portese di San Felice del Benaco, si è verificato un tragico evento: un giovane ventiquattrenne è stato investito da una vettura in transito contromano. Le conseguenze sono state devastanti; infatti ha riportato severi traumi ed è stato posto in coma indotto. In questa sfortunata circostanza ha subito ferite anche il passeggero della motocicletta coinvolta nell’incidente—un ragazzo ventitreenne—ma i suoi danni sono risultati meno critici. Tali avvenimenti nelle vicinanze dei laghi rivelano una doppia criticità degli ambienti idonei per il turismo: l’innegabile fascino naturale può distrarre dalla percezione dei potenziali rischi.

In seguito a un altro sinistro rilevante occorso circa trenta giorni orsono sul tratto del Raccordo Autostradale A1 Perugia, nel segmento compreso tra Castiglione del Lago e Pietraia, una donna trentenne ha subito gravi lesioni a causa dell’impatto tra una grande vettura commerciale e quella privata. Tale incidente così serio ha richiesto l’attivazione immediata dell’elisoccorso Pegaso 1 per effettuare il trasporto d’urgenza della vittima verso l’ospedale Le Scotte situato a Siena. La ricostruzione delle dinamiche resta ancora oggetto d’indagine da parte delle autorità competenti; inoltre questa situazione ha provocato disagi considerevoli alla circolazione stradale con chiusure temporanee delle corsie e relative deviazioni forzate.

Lago dall'alto

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  • Troppi incidenti, forse sottovalutiamo i pericoli di questi luoghi... 😔...
  • Dovremmo ripensare il nostro rapporto con l'acqua, non solo laghi... 🤔...

I pericoli nascosti dell’acqua dolce: l’analisi degli esperti e le misure preventive

L’incremento preoccupante degli incidenti acquatici ha portato esperti a indagare le specificità dei laghi in contrapposizione agli ambienti marini, mettendo in discussione l’erroneo convincimento circa la loro relativa sicurezza. L’ispettore sommozzatore Andrea Cencetti, leader del nucleo Sommozzatori di Firenze, ha elaborato un’esauriente valutazione delle insidie insite negli specchi d’acqua dolce. Rispetto all’acqua salata, infatti, nei laghi il fenomeno del galleggiamento risulta inferiore, costringendo i nuotatori a un impegno fisico considerevole per restare a galla. I fondali lacustri, poi, si rivelano frequentemente incerti e caratterizzati da repentini cambiamenti altimetrici; inoltre possono presentarsi melmosi o fangosi, generando pertanto condizioni potenzialmente critiche inattese. Altrettanto rilevante è la questione delle alghe e piante acquatiche; tali elementi naturali possono fungere da ulteriori barriere fisiche e provocare stati d’ansia.

Un’altra considerazione essenziale riguarda la temperatura dell’acqua: essa tende ad essere più bassa nei laghi ed è soggetta a notevoli variazioni negli strati inferiori. Pertanto, queste differenze termiche potrebbero indurre eventi di shock termico, rendendoli una preoccupazione importante da non sottovalutare. Un altro aspetto cruciale da considerare riguarda la conoscenza del fondale. Tuffarsi in acque sconosciute rappresenta sempre un rischio significativo sia nei mari che nei laghi. Tuttavia, negli specchi d’acqua dolce come laghi e fiumi, il fondo può cambiare repentinamente per via di piene o dell’arrivo di rami e detriti vari; ciò rende zone che erano considerate familiari improvvisamente rischiose. La collisione con l’acqua da altezze considerevoli può comportare lesioni gravi: si va dalla rottura del timpano fino a danni maggiori se si verifica un ingresso errato o si impatta contro ostacoli invisibili. La possibilità di un malore improvviso mentre si è immersi nell’acqua non distingue tra ambiente marino e lacustre; nondimeno, le temperature inferiori delle acque dei laghi incrementano notevolmente il rischio associato.

Per fronteggiare simili situazioni potenzialmente pericolose, è stato elaborato un insieme articolato di regole di sicurezza. È imprescindibile eseguire una verifica della segnaletica presente nell’area riguardante eventuali divieti o particolari avvertimenti sui rischi esistenti. Un’altra norma importante consiste nel non cimentarsi in nuotate profonde oppure isolate ed emarginate dalla costa; ciò vale a maggior ragione anche per coloro che possiedono abilità consolidate nella natarietà. Inoltre, si raccomanda fermamente di non affrontare il bagno da soli, garantendo sempre sorveglianza adeguata sui bagnanti presenti nell’acqua. È doveroso esercitare cautela speciale nei confronti dei bambini dotati di dispositivi galleggianti: simili attrezzi potrebbero evocare errate percezioni riguardo alla propria sicurezza personale con conseguente abbassamento della vigilanza da parte degli adulti responsabili. Pertanto è decisivo MANTENERE SEMPRE UNA VIGILANZA ATTENTA SUI MINORI.

Altre avvertenze necessarie includono l’astenersi dall’intraprendere percorsi acquaticamente estremamente sfidanti e la valutazione ponderata del meteo locale — fattore suscettibile a cambiamenti repentini nelle zone lacustri— così come la prudenza d’intervenire all’interno dell’acqua successivamente all’assunzione di alimenti o bevande alcoliche. Riflettendo sulla situazione del lago di Bilancino, un vasto specchio d’acqua artificiale molto frequentato dai fiorentini, gli esperti evidenziano che presenta tutte le criticità tipiche dei laghi di grandi dimensioni. È particolarmente soggetto a variazioni di venti termici improvvisi, che possono generare correnti superficiali in grado di portare i nuotatori al largo, impedendo il ritorno a riva. Gli errori più comuni commessi dalle persone nei luoghi balneabili d’acqua dolce sono un approccio superficiale ai rischi e la tendenza a credere che gli incidenti accadano sempre e solo agli altri. Un consiglio fondamentale per i genitori è di attivare immediatamente la “macchina del soccorso” al minimo dubbio o segno di difficoltà.

Ogni anno in Italia, circa 400 persone muoiono annegate in acqua, con i bambini di età compresa tra 1 e 4 anni che rappresentano le vittime più frequenti. [Società Italiana di Medicina Ambientale]

Incidenti stradali e sabotaggi: la complessità dei rischi contemporanei

In aggiunta agli eventi direttamente correlati all’acqua, i recenti sviluppi hanno messo in evidenza una serie di incidenti che intensificano il contesto della vulnerabilità e delle complessità sociali. È particolarmente evidente come gli incidenti stradali abbiano continuato ad incidere gravemente sulle statistiche relative a morti e feriti gravi; queste situazioni sono frequentemente ascrivibili a gravi errori umani. Il giorno 30 aprile 2025, nella località bresciana di Desenzano del Garda si è consumata una tragedia: unoscontro frontale fra automobile e motocicletta, determinando lesioni per tre individui, inclusa una giovane adolescente di soli tredici anni. Questo evento nefasto si registrò sulla SP11 ed ebbe origine dall’imprudenza durante un sorpasso effettuata da parte dell’automobilista cinquantenne coinvolto nel sinistro; egli andò a collidere con la motocicletta condotta dal genitore quarantaseienne assieme alla figlia. La ragazzina subì fratture all’arto inferiore, necessitando di un trasporto urgente verso l’Ospedale Pediatrico del Civile; nel contempo anche il padre venne accolto presso lo stesso ospedale mentre l’automobilista fu trasferito nello stesso centro situativo visti i dannosi esiti dello scontro in questione. Le indagini sull’accaduto sono state demandate alla Polizia Stradale operante nella zona monticiana considerata oggetto dei rilevamenti necessari. È decisamente inquietante constatare quanto siano frequenti gli incidenti con auto in contromano. In particolare, il 3 agosto 2025, secondo quanto già riportato precedentemente, nei pressi del lago di Garda si è verificato un drammatico evento: un’auto ha colpito violentemente una moto provocando lesioni gravi a un ventiquattrenne. Questo incidente non rappresenta isolatamente l’unico episodio; anzi, segna solo l’ultimo capitolo nell’elenco crescente degli avvenimenti analoghi occorsi sul suolo italiano. Nella città emiliana di Parma, per esempio, si registra il caso in cui una vettura imboccò erroneamente la tangenziale contromano: questo errore portò a uno scontro frontale fatale per un ottantunenne e costò ferite ad altre due persone coinvolte. Sul tratto autostradale A4 tra Torino e Milano, nel Novarese, vi è stata poi l’ingresso indisciplinato da parte di una persona anziana che oltrepassò le barriere della segnaletica stradale appropriata; tale malinteso culminò tragicamente nella sua stessa perdita, oltre alla vita altrui – tre passeggeri persero la vita nell’incidente risultante. Non dissimile era quanto accadde sulla A32 Torino-Bardonecchia, dove nuovamente era presente come protagonista involontario un anziano conducente il quale determinò fatalmente l’incidente, uccidendo anche chi viaggiava con lui (una passeggera). Questi incidenti portano alla luce questioni cruciali legate sia alla sicurezza sulle strade sia alle sfide sociali attinenti al comportamento dei conducenti; ciò richiede dunque necessità stringenti di un’analisi penetrante per discernere cause fondamentali: esse possono derivare da distrazione momentanea o concernere problematiche intrinseche associate all’avanzamento dell’età dei guidatori unitamente ad aspetti complicati inerenti al sistema della segnaletica presente lungo le vie cittadine ed extraurbane.

Nel pomeriggio di giovedì 24 luglio, sulle acque del Lago di Garda, tra Brenzone e Malcesine, un kitesurf con a bordo un cinquantaseienne si è scontrato con un peschereccio. La collisione, stando alle informazioni raccolte, si è verificata vicino a Cassone, di fronte all’Isola di Trimelone. L’uomo, abitante del luogo, ha riportato ferite agli arti inferiori nell’impatto con l’imbarcazione. I suoi amici, che hanno assistito alla scena, sono intervenuti prontamente per i primi soccorsi, per poi caricarlo sul peschereccio e riportarlo a riva. Una volta a terra, il kiter ha ricevuto assistenza in attesa del personale sanitario. Il cinquantaseienne è rimasto sempre cosciente, sebbene seriamente ferito, ed è stato elitrasportato in codice rosso all’ospedale di Borgo Trento da un mezzo di Verona Emergenza.

Persone che corrono in mare

È fondamentale per la sicurezza dei bambini e degli adolescenti non perdere mai di vista i minori nei pressi dell’acqua, e utilizzare sempre ausili per la galleggiabilità in base alle capacità natatorie.

Riflessioni sulla resilienza e la consapevolezza nell’era dell’incertezza

Le calamità che hanno colpito questa estate mettono in luce questioni delicate riguardanti l’errore umano ma anche riguardo alla nostra abilità nell’adattamento ai contesti sfavorevoli. Riguardando l’ambito della psicologia cognitiva è essenziale esplorare l’importanza della disattenzione, spesso trascurata nel valutare il nesso con gli incidenti avvenuti. In effetti, il nostro cervello non possiede né può mantenere una concentrazione costante su ogni singolo stimolo proveniente dall’ambiente circostante; piuttosto segue meccanismi complessi che funzionano tramite processi di selezione attenta. Questo significa che privilegiamo le informazioni ritenute rilevanti al momento presente. Durante esperienze ricreative nei contesti sereni—come quella offerta da una passeggiata intorno a un lago soleggiato—il nostro atteggiamento tende a essere più disinvolto; questo porta a ridurre l’attenzione ai possibili rischi emergenti dai quali potremmo facilmente distrarci seguendo esclusivamente impulsi legati alla sensazione immediata e al benessere soggettivo; tali comportamenti sono emblematici del fenomeno conosciuto come bias attentivo, il quale genera ciò che chiamiamo superficialmente “sovrastima delle proprie capacità” rispetto alle minacce percepite nell’ambiente circostante. La conseguenza è una maggiore probabilità di compiere azioni avventate o di non percepire tempestivamente le minacce, con esiti che, come purtroppo abbiamo visto, possono essere fatali.

A un livello più avanzato di analisi, la psicologia comportamentale ci insegna che il nostro comportamento in situazioni di rischio è fortemente influenzato non solo dalla percezione individuale, ma anche dal contesto sociale e dalle norme implicite. Nel caso degli incidenti acquatici, ad esempio, l’osservazione di altri individui che compiono azioni percepite come “normali” o “divertenti” (come tuffarsi da un’altezza considerevole o nuotare in acque profonde) può ridurre la nostra percezione di rischio, anche se le condizioni ambientali oggettive suggerirebbero prudenza. Questo meccanismo, chiamato influenza sociale normativa, ci porta a conformarci al comportamento del gruppo per evitare l’esclusione o per sentirci parte di una dinamica accettata. Quando si aggiungono fattori come l’ingestione di alcol o una generale “cultura del rischio” che celebra l’audacia senza valutarne le conseguenze, la capacità di discernimento e di autoconservazione può essere gravemente compromessa. Sviluppare una maggiore consapevolezza di sé e del proprio stato psicofisico, praticando ad esempio tecniche di mindfulness, può aiutarci a mitigare questi bias, consentendoci di prendere decisioni più razionali e sicure, anche in situazioni di potenziale pericolo. Comprendere questi meccanismi non è solo un esercizio accademico, ma un passo fondamentale per promuovere una cultura della sicurezza che non si basi unicamente su divieti e sanzioni, ma su una profonda comprensione del perché e del come agiamo, al fine di salvaguardare la vita in tutti i suoi aspetti.

Glossario:

  • Shock termico: condizione di pericolo quando il corpo umano è esposto a una brusca variazione di temperatura, come nel tuffo in acqua fredda.
  • Bias attentivo: la tendenza a non prestare attenzione a tutti gli stimoli, concentrandosi su quelli ritenuti più rilevanti.
  • Influenza sociale normativa: comportamento di conformità alle azioni degli altri per sentirsi accettati.

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