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Tragedia al lago del Predil: scarpe inadatte e sottovalutazione del rischio costano una vita

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  • Il 20 settembre 2025, due turiste austriache sono scivolate per 60 metri.
  • Una turista di 68 anni è deceduta a causa delle gravi lesioni.
  • Il 70% degli incidenti coinvolge escursionisti inesperti.
  • Recupero salma alle 21:38, dopo il nulla osta del magistrato.
  • Richiesta d'intervento alla centrale Sores alle ore 17:45.

Nella tarda giornata del sabato 20 settembre scorso si è consumata al Lago del Predil una vicenda tragicamente sorprendente durante quella che sembrava essere solo una normale gita ricreativa. Due signore austriache con età rispettivamente pari a 68 e 63 anni sono rovinate lungo il ripido versante meridionale dell’invaso lacustre scivolando per circa sessanta metri. Questo evento ha dato origine a un’imponente mobilitazione dei soccorsi. Le conseguenze risultarono essere estremamente dannose: mentre la donna più anziana non ce l’ha fatta a sopravvivere ai gravi lesioni subite nell’impatto mortale, la compagna più giovane manifesta seri danni fisici ed è stata trasferita d’urgenza all’ospedale della città vicina Tolmezzo. La richiesta d’intervento è stata inviata alla centrale Sores (Nue112) alle ore precise delle 17:45; questo ha attivato tempestivamente procedure d’emergenza toccando vari enti compreso il Soccorso Alpino locale stazionato nella zona denominata Cave del Predil, così come anche unità della Guardia di Finanza, dell’elisoccorso regionale, cittadini volontari nonché i Vigili del Fuoco supportati addirittura dai sommozzatori giunti dalla città triestina. I membri delle squadre operative hanno faticosamente perlustrato entrambe le rive alla ricerca delle escursioniste individuandole finalmente in una zona particolarmente intricata da cui accedere era assai difficile; questo luogo era ben noto per costituire uno scenario ricorrente relativo agli incidenti gravi che si erano verificati in passato, e frequentemente esplorato da coloro che decidevano audacemente d’allontanarsi dai percorsi segnalati. È emerso che entrambe le donne indossavano calzature inadatte al terreno montagnoso, ovvero scarpe con suola liscia, una circostanza che, secondo le prime ricostruzioni, avrebbe contribuito in maniera determinante alla fatale caduta. La salma della donna deceduta è stata recuperata in serata, intorno alle 21:38, dopo il nulla osta del magistrato, mentre l’amica ferita ha ricevuto le cure necessarie. Questo evento drammatico solleva interrogativi profondi sulla percezione del rischio e sulla preparazione adeguata nell’affrontare ambienti naturali, anche apparentemente tranquilli come il periplo di un lago.

Informazioni aggiuntive sul fatto:

  • Data dell’incidente: 20 settembre 2025 – Operazioni di soccorso: Soccorso Alpino, Guardia di Finanza, elisoccorso regionale, Vigili del Fuoco, sommozzatori da Trieste.
  • Condizioni delle vittime: una deceduta, l’altra ferita e trasportata all’ospedale di Tolmezzo.

Fattori umani e ambientali: l’intersezione fatale

L’incidente al Lago del Predil rappresenta un tragico caso di studio sull’interazione complessa tra fattori ambientali e decisioni umane. La scelta delle calzature è stata identificata come un elemento cruciale: le scarpe con suola liscia, benché possano sembrare innocue per una passeggiata su terreno pianeggiante, diventano estremamente pericolose su superfici irregolari, umide o scivolose, tipiche dei sentieri montani.

Il contributo della psicologia alla sicurezza in montagna La percezione del rischio è influenzata da fattori cognitivi; il bias dell’ottimismo può indurre a sottovalutare i pericoli. Sono stati spurizzati esperti nel campo della psicologia per migliorare la preparazione degli escursionisti di norma poco esperti.

La sponda sud del Lago del Predil, descritta come “impervia” e “fuori traccia”, è un ambiente che richiede attrezzatura specifica e un’adequata valutazione del rischio. La mancanza di aderenza delle suole può trasformare un semplice passo in una scivolata incontrollabile, con le tragiche conseguenze viste in questo caso. Inoltre, la dinamica della caduta, con le due donne che sono “ruzzolate per sessanta metri”, suggerisce una perdita totale di controllo una volta iniziato lo scivolamento, amplificando l’entità dei traumi riportati, soprattutto per la vittima sessantottenne.

La “familiarità con l’ambiente” talvolta può generare un senso di falsa sicurezza, portando a sottovalutare i pericoli intrinseci di un luogo anche se frequentato. Il “punto impervio dove si va fuori traccia” e dove “succedono spesso incidenti” è un ulteriore campanello d’allarme. Questo indica che, nonostante la nota pericolosità, alcune persone continuano a avventurarsi in quelle aree senza la dovuta attenzione o preparazione. Questo fenomeno non è isolato, ma si inserisce in un quadro più ampio di incidenti in montagna, dove la scarsa percezione dei rischi, soprattutto da parte di chi ha poca esperienza, è una causa significativa.

Pericolo
Situazione o evento che può causare un danno. La dimensione psicologica del rischio rivela come diversi elementi cognitivi possano modellare le scelte effettuate dagli individui. Ad esempio, l’ overconfidence bias (che si traduce in una sicurezza eccessiva) è capace di indurre gli escursionisti a sovrastimare le proprie competenze oppure a minimizzare i rischi legati all’ambiente circostante. Inoltre, stati d’animo quali lo stress e la distrazione tendono ad impoverire notevolmente l’abilità degli individui nel concentrarsi sugli aspetti salienti del proprio ambiente naturale; questo comportamento aumenta inevitabilmente il margine d’errore e i rischi di incidenti durante l’escursione. L’evento occorso al Lago del Predil rappresenta un drammatico monito: nonostante i panorami spettacolari offerti dalla montagna e i suoi benefici sulla salute mentale sembrino attraenti, è imperativo approcciare queste esperienze con un adeguato grado di rispetto, preparazione e monitoraggio costante delle proprie capacità personali così come della situazione esterna; è da qui che parte la prevenzione delle potenziali trasformazioni tragiche legate a una passeggiata in montagna.
Cosa ne pensi?
  • Che tragedia! 😢 Bisogna sempre ricordare l'importanza della preparazione......
  • Inaccettabile leggere di queste tragedie! Forse dovremmo limitare l'accesso......
  • Forse il problema non sono le scarpe, ma la sottovalutazione del turismo......

L’importanza della consapevolezza e la psicologia della sicurezza in montagna

L’evento tragico al Lago del Predil non è solo un resoconto di un incidente, ma una potente lezione sulla psicologia della sicurezza e della gestione del rischio nelle attività all’aperto. Le statistiche sui soccorsi in montagna indicano una tendenza preoccupante: la maggior parte degli incidenti è riconducibile a una scarsa percezione dei rischi, specialmente tra gli escursionisti meno esperti. Questo suggerisce che, a prescindere dalla tecnicità dell’attrezzatura moderna, che mira a ridurre gli incidenti e ad aumentare la sicurezza, il fattore umano rimane predominante.

Statistiche sui soccorsi in montagna: secondo recenti studi, quasi il 70% degli incidenti avviene a escursionisti con esperienza limitata che sottovalutano i rischi associati a terreni difficili.

La preparazione non si limita all’equipaggiamento, ma include un’attenta valutazione delle proprie capacità fisiche, della conoscenza del percorso e delle condizioni meteorologiche. L’episodio delle due donne austriache evidenzia la specifica problematica delle calzature inadatte, un errore che in ambiente montano può avere conseguenze fatali. La “suola liscia” in un contesto di “terreno impervio e fuori traccia” crea una condizione di elevata vulnerabilità.

La psicologia cognitiva ci insegna che l’attenzione è una risorsa limitata. Nelle attività all’aria aperta, fattori come lo stress, la distrazione o perfino la familiarità eccessiva con un luogo possono diminuire la nostra vigilanza e ridurre la capacità di percepire i pericoli imminenti. Questo è particolarmente vero in aree come la sponda sud del Lago del Predil, un punto già noto per la sua pericolosità. Gli escursionisti, specialmente quelli con poca esperienza, possono essere soggetti a bias cognitivi che li portano a sottostimare i rischi o a sovrastimare le proprie abilità. Ad esempio, l’ottimismo irrealistico può indurre a pensare che “a me non capiterà mai”, ignorando i segnali di allarme.

Marca Modello Caratteristiche
Salomon X Ultra 4 Mid GTX Impermeabile, ottima aderenza su ogni terreno grazie alla tecnologia All Terrain Contagrip.
Merrell MOAB GTX Eccellenti livelli di comfort accompagnati da una notevole durabilità, sostenuti da una suola Vibram che assicura un’aderenza senza pari.
Salewa MTN TRAINER Versatile, caratterizzato da elevata trazione e un sistema efficiente per il drenaggio dell’acqua.

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