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Statale 36, incidenti e traumi: come affrontare la paura di guidare?

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  • Nel 2023, 124 incidenti con lesioni sulla statale 36 lecchese.
  • Guida distratta: 33.144 incidenti nel 2023, circa 90 al giorno.
  • Il 10% degli automobilisti italiani riprende video guidando nel 2023.

Incidenti sulla Statale 36: un’analisi recente

La Statale 36, arteria fondamentale per la mobilità lombarda, è stata teatro di una serie di incidenti stradali che hanno riacceso i riflettori sulla sicurezza alla guida e sulle sue implicazioni psicologiche. In particolare, il 14 ottobre ha registrato due sinistri a Lecco e Mandello del Lario. A Mandello, alle 16:30, una donna di 73 anni è stata coinvolta in un incidente autonomo in direzione sud, nei pressi dell’Area di Servizio, dove la sua auto è finita contro il guard rail. Fortunatamente, è stata trasportata all’Ospedale Manzoni di Lecco in codice verde, e le sue condizioni non si sono rivelate gravi. L’intervento ha richiesto l’attivazione del codice giallo da parte di Areu, con l’invio di un’ambulanza del Soccorso Bellanese, un’auto medica e l’ausilio dei vigili del fuoco di Bellano e della Polizia Stradale.

Nella stessa giornata, a Lecco, un tamponamento in Largo Caleotto, avvenuto intorno alle 20:30, ha coinvolto sei persone, tra cui due bambini di 10 e 12 anni, una ragazza di 15, e tre adulti (due uomini di 32 e 45 anni e una donna di 46). Anche in questo caso, nessuno ha riportato ferite gravi, e tutti sono stati trasferiti al Manzoni in codice verde per accertamenti. La dinamica esatta del sinistro è ancora sotto indagine, ma l’evento ha sollecitato l’intervento congiunto di Croce Rossa di Lecco, auto medica, polizia locale e vigili del fuoco. Questi episodi si inseriscono in un contesto di frequenti interruzioni e chiusure della SS36. Solo pochi giorni prima, il 5 ottobre, un incidente tra Suello e Civate aveva causato code verso Lecco. Ancora più drammatico, quattro giorni prima, a Verceia, uno scontro semifrontale tra una Skoda Fabia e una Volkswagen Golf sulla SS36 dello Spluga ha bloccato il traffico e ferito due persone.

Statistiche recenti indicano che nel 2023 sono stati registrati 124 incidenti con lesioni lungo la Statale 36 nel tratto lecchese, provocando 193 feriti e un decesso, rendendola la strada più pericolosa della Lombardia. [La Provincia]

Non mancano poi eventi più eccezionali, come il masso precipitato due settimane fa sulla ferrovia e poi sulla Statale 36 a Lecco, dopo il tunnel San Martino, che ha bloccato i treni e chiuso una corsia per tutta la notte, sfiorando una tragedia. La serie di eventi attuali evidenzia quanto sia fragile un’infrastruttura essenziale e mette in luce l’esigenza di mantenere una vigilanza incessante. Ciò non riguarda solamente il benessere fisico degli individui, bensì tocca anche il loro equilibrio psicologico durante gli spostamenti quotidiani. La ripetitività degli incidenti dovrebbe essere motivo di riflessione sulle conseguenze a lungo termine che simili episodi possono generare nelle menti delle persone interessate, incluse quelle che vi sono connesse indirettamente.

La guida distratta: implicazioni psicologiche e rischi reali

La problematica della distrazione durante la guida costituisce uno dei rischi maggiormente comuni e invasivi nell’ambito della sicurezza stradale contemporanea, affondando le sue origini nella psicologia cognitiva e comportamentale. Numerose ricerche hanno messo in luce come l’attenzione divisa, il multitasking, così come una gestione inadeguata del carico cognitivo, possano contribuire a scelte imprudenti che incrementano significativamente le possibilità di incidenti stradali. Un caso emblematico è rappresentato dall’utilizzo del telefono cellulare: secondo i dati raccolti nel 2023, circa il 10% degli automobilisti italiani ha riconosciuto di riprendere video con il proprio dispositivo mentre si trova al volante. [ANAS] Questa pratica non solo compromette la capacità di reazione a eventi imprevisti, ma altera anche la percezione del rischio e la capacità di giudizio.

Nel 2023, ben 33.144 incidenti sono stati causati dalla guida distratta, una media di 90 incidenti al giorno. [Polizia Stradale]

La distrazione non è un fenomeno nuovo; già negli anni ’30, l’avvento della radio modificò le dinamiche attentive dei conducenti. Tuttavia, l’era digitale, con l’onnipresenza degli smartphone e delle loro notifiche, ha amplificato esponenzialmente il problema, generando una “epidemia di deficit di attenzione” che non sempre è ascrivibile all’ADHD, ma è spesso indotta dall’iperconnessione. La psicologia ha dimostrato che alcune tipologie di personalità sono più inclini alla distrazione al volante. Uno studio ha evidenziato che individui con tratti estroversi o nevrotici tendono a distrarsi più facilmente. Le persone estroverse, infatti, cercano stimoli esterni e possono essere più propense a interagire con il cellulare o con i passeggeri, mentre quelle nevrotiche possono essere più inclini a pensieri intrusivi o preoccupazioni che deviano l’attenzione dalla strada. Anche fenomeni come Pokémon Go, sebbene sembrino innocui, sono stati identificati come fonti di distrazione non solo per i conducenti, ma anche per passeggeri e pedoni, alterando le dinamiche di attenzione condivisa e creando situazioni di potenziale pericolo. Il concetto di psicologia comportamentale, indicante un ambito del sapere psicologico focalizzato sulle interazioni tra comportamento umano e fattori ambientali o tecnologici come lo smartphone, mette in luce come tali dispositivi possano generare comportamenti distratti. Tali condotte sono frequentemente alimentate da un meccanismo di rinforzo intermittente, il quale trasforma l’atto stesso di verificare notifiche o messaggi in una reazione quasi automatica talmente radicata nella quotidianità da risultare difficile da controllare. Va detto inoltre che questa forma di distrazione non si limita all’individuo ma ha effetti significativi anche sull’ambiente circostante; infatti, è stato osservato che la tendenza a utilizzare lo smartphone mentre si cammina provoca disorientamento tra i pedoni vicini, alterandone i ritmi deambulatori ed esacerbando il senso di disordine pubblico definibile come caos. In questa cornice diventa essenziale adottare una strategia complessiva: combinando efficaci iniziative informative attraverso le campagne per sensibilizzare la popolazione con interventi educativi, ed eventualmente terapeutici, sarà possibile migliorare notevolmente le abilità cognitive necessarie per garantire una conduzione veicolare sicura e responsabile.

Trauma post-incidente stradale: percorsi di guarigione tra EMDR e supporto psicologico

Gli incidenti stradali, purtroppo frequenti sulla Statale 36 e in generale sulla rete viaria, possono innescare traumi psicologici che, analogamente a “ferite dell’anima”, hanno un impatto profondo e duraturo. La psicologia distingue tra “piccoli traumi” (t), come umiliazioni o interazioni brusche, e “traumi T” (Grandi Traumi), che includono eventi minacciosi per la vita come disastri naturali, abusi o, appunto, incidenti gravi. Pur nella loro gravità differenziata, le reazioni emotive possono presentare sintomi simili. Non tutti reagiscono allo stesso modo: alcuni si riprendono rapidamente, mentre altri sviluppano reazioni più intense, che possono culminare nel Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD).

Il PTSD è una condizione complessa che può manifestarsi con sintomi intrusivi e comportamenti di evitamento. Molto più della semplice ansia, ha un impatto diretto sulla qualità della vita della persona coinvolta.

Le ricerche scientifiche degli ultimi anni, grazie a strumenti di indagine sofisticati, hanno dimostrato che il trauma lascia segni a livello cerebrale, con una riduzione del volume dell’ippocampo e dell’amigdala, evidenziando una stretta connessione mente-corpo. Intervenire sull’elaborazione del trauma, quindi, ha un effetto diretto anche sulla neurobiologia del cervello.

In questi contesti, la terapia EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) si è affermata come un approccio terapeutico evidence-based molto efficace per il trattamento del PTSD e dei traumi da incidente stradale. L’EMDR, basandosi sulla teoria del processamento dell’informazione, si concentra sulla rievocazione dell’evento traumatico e, attraverso movimenti oculari bilaterali o altre forme di stimolazione alternata, aiuta a rielaborare il ricordo in modo adattivo. Ciò consente di ridurre l’intensità emotiva dei ricordi dolorosi, di modificare i significati personali negativi associati all’evento e di integrare le informazioni traumatiche nelle reti mnestiche del cervello in modo più funzionale.

STORIA DELL’EMDR:

La terapia EMDR è stata sviluppata negli anni ’80 da Francine Shapiro, e da allora ha guadagnato riconoscimenti a livello globale come trattamento efficace per il PTSD e altre problematiche psicologiche.

Un insieme variegato di testimonianze cliniche sottolinea l’efficacia dell’EMDR nel facilitare il recupero da traumi subiti, permettendo ai soggetti colpiti di riappropriarsi del timone della propria vita dopo eventi difficili. Ad esempio, uno dei racconti più significativi riguarda Marco, un paziente che ha saputo superare i postumi del suo incidente automobilistico tramite l’uso dell’EMDR; ciò mette in luce come questa metodica possa offrire un percorso verso la guarigione.

Parallelamente all’impiego dell’EMDR, riveste grande importanza un adeguato supporto psicologico capace di includere momenti dedicati alla condivisione aperta dei pensieri e delle emozioni con individui considerati affidabili. È altresì cruciale continuare a seguire una routine quotidiana, persino quando si registra una temporanea diminuzione della produttività lavorativa in avvio al processo terapeutico.


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