- Grave incidente a Codogno: operaio 29enne cade da un tetto.
- Nel 2025, 502 vittime di infortuni sul lavoro in Italia.
- Aumento del 33,3% degli incidenti «in itinere» rispetto al 2024.
- Il 40% degli infortunati soffre di disturbo post-traumatico.
- «La sicurezza non è un costo, ma un valore etico».
Nella mattinata odierna del 21 agosto 2025 si è registrato un grave incidente sul posto di lavoro a Codogno, nel Lodigiano. Un giovane operaio ventinovenne è precipitato da un tetto durante l’installazione delle telecamere per il sistema di videosorveglianza presso un’autofficina situata in via Fratelli Cassoni. La caduta sembra essersi protratta per una distanza variabile fra i cinque e i sei metri, comportando danni considerevoli all’individuo coinvolto; tra questi figurano soprattutto traumi cranici, accanto a significative lesioni spinali. Fortunatamente – nonostante la gravità della situazione – il ferito ha mantenuto uno stato totale di inconscienza nelle fasi immediatamente successive al sinistro; attualmente non presenta rischi vitali gravi poiché è stato trasportato d’urgenza mediante elicottero all’ospedale Humanitas ubicato a Rozzano, dopo essere stato assistito inizialmente dai volontari della Croce Rossa locale insieme ai paramedici su autoambulanza attrezzata ad hoc. I carabinieri appartenenti alla compagnia codognese, assieme ai tecnici esperti dell’Agenzia Nazionale per la Salute (ATS), sono giunti prontamente sulla scena per indagare sull’accaduto; essenziale sarà determinare quali siano state le motivazioni che hanno portato alla suddetta disgrazia: si andrà ad analizzare con attenzione se possa esserci collegamento fra lo sfortunatissimo evento e il presunto collasso parziale del soffitto, oltre al rispetto rigoroso degli standard normativi riguardanti appunto quelle famose misure necessarie atte alla tutela dei lavoratori.
Questo evento riaccende il dibattito sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, un tema purtroppo sempre attuale, come testimoniano i recenti dati sugli infortuni a livello nazionale. La dinamica dell’incidente, che vede un operaio impegnato in un’attività in quota, sottolinea le criticità legate a lavori che richiedono particolare attenzione e l’adozione di dispositivi di protezione individuali e collettivi adeguati.
Incidenti come quello di Codogno non sono isolati e rappresentano una costante preoccupante nel panorama italiano. Nel Lodigiano, si registrano altri episodi recenti che evidenziano una situazione di vulnerabilità. Circa quattordici mesi fa, a Brembio, un operaio di 18 anni, Pierpaolo Bodini, ha perso la vita schiacciato da un mezzo agricolo. Le indagini della Procura hanno rivelato che il blocco di sicurezza del mezzo era stato rimosso, portando all’accusa di omicidio colposo per il titolare dell’azienda. Ancora prima, quattordici mesi fa, un 34enne era rimasto ferito a Codogno, in via Nenni, a seguito di un altro infortunio sul lavoro che aveva richiesto l’intervento dell’elisoccorso. Cinque mesi orsono, nella località di Guardamiglio, si è registrato il drammatico incidente che ha visto coinvolto un uomo settantatreenne: la sua gamba è stata devastata mentre era impegnato nei lavori presso l’ex stabilimento della Nilfisk dedicati alla copertura. Solo tre mesi più tardi si è verificato un altro sfortunato evento nel comune di Fombio; qui il sinistro stradale ha toccato uno scuolabus adibito al trasporto degli sfalciatori, causando gravi ferite a due operatori del settore.
Tali episodi – sebbene caratterizzati da dinamiche distinte – mettono chiaramente in risalto le molteplici tipologie di rischio cui i lavoratori sono quotidianamente sottoposti nei vari ambiti professionali ed esistenziali. La reiterazione simile di incidenti suscita interrogativi fondamentali circa l’efficienza delle normative correnti riguardanti la sicurezza sul posto di lavoro e la loro implementazione concreta; ciò vale anche per quanto concerne il grado d’informazione circa i potenziali pericoli sia tra i dirigenti aziendali che fra gli stessi dipendenti. Le pesanti implicazioni derivanti dalla natura critica dei danni riportati — dalle mutilazioni permanenti fino all’eventualità letale — rendono vitale una riflessione critica approfondita unitamente a uno sforzo collettivo indirizzato al miglioramento degli standard operativi della protezione attraverso tutti i settori industriali.
In questo contesto emerge così impellente la necessità imprescindibile non solo come adempimento giuridico, bensì come dovere etico nella creazione costante di spazi lavorativi tutelati dagli incidenti. Di seguito, alcuni dati aggiornati al primo semestre 2025 possono rivelare la criticità della situazione:
Tipo di incidente | Numero di vittime | Variazione rispetto al 2024 |
---|---|---|
Morti in occasione di lavoro | 362 | -0,5% |
Morti in itinere | 140 | +33,3% |
Totale vittime | 502 | +7% |
Il bilancio drammatico degli infortuni sul lavoro in Italia nel 2025
Il corso dell’anno 2025, finora vissuto in Italia, ha assunto connotazioni drammatiche riguardo agli infortuni mortali sul posto di lavoro. In una rassegna delle statistiche relative ai primi sei mesi annuali emergono ben 502 vittime, generando un incremento del 7% rispetto alle precedenti rilevazioni del medesimo periodo nel 2024, che segnalavano solamente 469 decessi. È vero che gli incidenti letali verificatisi durante le attività lavorative hanno subito una lieve diminuzione (-0,5%), scendendo da 364 a 362; tuttavia è da evidenziare l’aumento preoccupante (+33,3%) nei sinistri avvenuti nell’arco temporale dedicato al tragitto fra casa e luogo di lavoro (“incidenti in itinere”): questa tipologia d’incidente ha visto balzare i suoi casi da 105 a 140, andando così ad aggravare ulteriormente le statistiche sull’argomento. Tali cifre pongono chiaramente sotto la luce della ribalta problematiche radicate inerenti alla salute e alla sicurezza nel contesto lavorativo; rende quindi imperativa la messa in atto di iniziative proattive focalizzate non solo all’interno delle aziende stesse ma anche lungo le consuete tratte quotidiane percorse dai dipendenti.
Un’approfondita disamina della frequenza degli incidenti mortali rapportati ai milioni di occupati svela marcate differenze su base regionale. La media nazionale indica infatti tassi pari a 15,1 deceduti per milione di impiegati. L’analisi dei dati rivela che diverse regioni registrano un’incidenza significativamente più elevata rispetto alla media nazionale. Nella zona rossa, dove l’incidenza supera del 125% tale valore medio nazionale, si trovano Basilicata, Umbria, Trentino-Alto Adige, Sicilia, Puglia, Abruzzo e Campania; tali circostanze evidenziano problematiche gravi in queste località correlabili a fattori di rischio particolari o a livelli inferiori nei controlli sulla sicurezza sanitaria. Successivamente vi è la zona arancione, caratterizzata da un’incidenza compresa tra la soglia media nazionale e il 125%, includendo Calabria, Valle d’Aosta, Veneto, Liguria e Piemonte; mentre nella zona gialla, dove l’incidenza è tra i valori del 75% della norma suddetta fino alla mediana stessa, figurano Toscana, Friuli-Veneulia Giulia, Marche, Lombardia, Sardegna ed Emilia-Romagna; infine, la regione etichettata come zona bianca, con indicazioni inferiori al settantacinque percento dalla controparte statale, risulta composta da Molise e Lazio, presentando quindi una condizione decisamente più positiva dal punto di vista della sicurezza generale. Tali rappresentazioni geografiche mettono in luce quanto sia fondamentale adottare politiche preventive diversificate, prendendo piena coscienza delle peculiarità economico-sociali-industriali presenti su ciascun territorio.
“La sicurezza sul lavoro non può più essere vista come un costo, ma come un valore etico, sociale ed economico.” – Rapporto Osservatorio Sicurezza sul Lavoro
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Una questione trascurata riguarda il costo psicologico associato agli incidenti sul lavoro, evidenziando così la necessità di un’attenzione costante alla salute mentale.
Al di là del mero danno fisico e del tragico conto delle vite perse, gli incidenti sul luogo di lavoro portano con sé ferite invisibili ma intensamente dolorose nella sfera emotiva sia dei sopravvissuti sia dei membri delle loro famiglie. È imperativo considerare l’importanza dell’assistenza psicologica per coloro che subiscono infortuni, tema essenziale sebbene frequentemente ignorato nel dibattito pubblico attuale.
La questione dell’assistenza psicologica emerge come prioritaria specialmente tra lavoratori e famiglie alle prese con le ripercussioni emotive post-infortunio. Recenti ricerche indicano che tra gli effetti collaterali scaturiti dagli incidenti si annovera il PTSD (Disturbo da Stress Post-Traumatico), riscontrabile significativamente nel 40% degli individui toccati da simili eventi traumatici. È evidente quindi l’urgenza nell’attuazione di misure correttive pronte a intervenire su questi disturbi; ciò è fondamentale non solo al fine di indurre una ripresa sana, ma anche per scongiurare future problematiche persistenti relative alla salute mentale.
Tuttavia, il livello dell’assistenza offerta appare spesso carente: sono molteplici i casi nei quali le aziende difettano nell’implementazione di un aiuto concreto volto a sostenere mentalmente i propri dipendenti all’indomani di un incidente; tale mancanza costringe anche i familiari ad affrontare la tragedia privata, privandoli della rete solidale necessaria per elaborarla adeguatamente. Questo deficit di supporto non solo aggrava la sofferenza individuale, ma comporta anche costi sociali ed economici significativi, legati all’aumento delle assenze dal lavoro, alla riduzione della produttività e alla necessità di cure mediche a lungo termine.
“Il sostegno psicologico deve diventare un diritto riconosciuto per le vittime di incidenti sul lavoro e le loro famiglie.” – INAIL
Dobbiamo riflettere sul fatto che la prevenzione degli infortuni non può limitarsi all’installazione di dispositivi di sicurezza o alla formazione tecnica, ma deve includere anche la creazione di un ambiente di lavoro che valorizzi il benessere psicologico dei dipendenti. Ciò significa riconoscere e affrontare le pressioni psicologiche, lo stress e il rischio di burnout, promuovendo una cultura in cui i lavoratori si sentano al sicuro nel chiedere aiuto e nel condividere le proprie difficoltà.
Un futuro di tutela integrata: dai traumi visibili alle ferite interiori
L’esigenza di adottare una visione olistica riguardo alla sicurezza occupazionale è diventata sempre più chiara, superando i confini della semplice prevenzione di incidenti fisici per includere anche la protezione del benessere psicologico. Situazioni tragiche come quella verificatasi a Codogno evidenziano come il tributo umano derivante da infortuni lavorativi non sia limitato ai danni corporei; esso abbraccia anche conseguenze emotive e mentali che possono influenzare gravemente la vita di una persona e dei suoi cari.
Secondo quanto indicato dalla psicologia comportamentale, le persone colpite da eventi traumatici tendono a instaurare meccanismi difensivi quali l’evitamento del luogo dell’incidente o delle attività associate al ricordo del trauma stesso. Questo tipo di comportamento può portare a una cronicizzazione del disagio mentale. Pertanto, risulta imprescindibile l’attuazione di politiche aziendali e nazionali capaci di offrire un sostegno psicologico immediato e continuativo per tutte le vittime degli incidenti sul lavoro e i loro familiari.
L’entrata in vigore del Piano integrato per la salute e la sicurezza, proposto dal Ministero del Lavoro, mira a rafforzare le politiche nazionali di prevenzione con misure come:
- Sensibilizzazione di lavoratori e datori di lavoro.
- Introduzione di tecnologie innovative.
- Rafforzamento della vigilanza e delle sanzioni.
- PTSD: Disturbo da Stress Post-Traumatico, un’importante reazione psicologica ad eventi traumatici.
- INAIL: Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro, ente pubblico preposto alla protezione sociale in caso di infortuni sul lavoro.
2 Osservatorio Sicurezza e Ambiente, analisi dei dati.
3 Assistenza psicologica per le vittime di infortuni sul lavoro, CNOP.
- Portale Open Data INAIL per dati e statistiche su infortuni sul lavoro.
- Approfondimenti su infortuni e malattie professionali nel territorio di competenza.
- Dettagli sull'attività di emergenza-urgenza svolta dalla Croce Rossa di Lodi.
- Pagina di Humanitas sulla neurochirurgia cranica e spinale, utile per approfondimenti.