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Infermiere possono richiedere radiografie: rivoluzione o rischio per la sanità trentina?

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  • Dal 23 settembre 2025, infermieri trentini possono richiedere radiografie.
  • Nel 2024, i pronto soccorso hanno registrato 239.836 accessi.
  • Oltre 30.000 casi riguardano traumi minori gestibili più rapidamente.

L’innovazione nel sistema sanitario trentino: infermieri di triage autorizzati a richiedere radiografie per traumi minori

La provincia di Trento ha avviato una sperimentazione rivoluzionaria che potrebbe ridefinire i protocolli di emergenza e l’efficienza dei pronto soccorso. A partire da oggi, 23 settembre 2025, gli infermieri di triage nei pronto soccorso trentini sono autorizzati a richiedere autonomamente esami radiologici per pazienti con traumi minori agli arti. Questa iniziativa, frutto di una collaborazione tra l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari (APSS), l’Ordine delle Professioni Infermieristiche (OPI) e l’Ordine dei Medici, mira a snellire i percorsi di cura a bassa complessità e a ridurre i tempi di attesa, sfruttando le competenze avanzate degli infermieri.

Il contesto e le motivazioni

Nel corso del 2024, i pronto soccorso della provincia di Trento hanno registrato un totale di 239.836 accessi. Di questi, una parte considerevole, stimata in oltre 30.000 casi, riguarda traumi minori che potrebbero essere gestiti più rapidamente. Nello specifico, si sono contati 1.147 codici bianchi, 15.658 verdi e 3.509 azzurri, dati che palesano l’esigenza di procedure ottimizzate e uniformate. La nuova procedura consentirà agli infermieri di triage di attivare direttamente l’esame radiografico nei casi previsti dal protocollo clinico, utilizzando utenze personali tracciate e validazioni condivise tra le diverse istituzioni coinvolte.

Cosa ne pensi?
  • Ottima iniziativa! Finalmente si valorizza il ruolo degli infermieri... 👍...
  • Sono preoccupato. La carenza di personale potrebbe compromettere... 😥...
  • Un punto di vista psicologico: come l'attesa influisce sulla percezione... 🤔...

Dettagli del progetto sperimentale

La sperimentazione prevede un percorso formativo certificato per gli infermieri, oltre a un sistema di monitoraggio costante. Una prima valutazione dei risultati è prevista dopo sei mesi dall’avvio, con aggiornamenti semestrali successivi. La finalità è di stabilizzare completamente il progetto entro due anni. Questa iniziativa si inserisce nel solco delle raccomandazioni nazionali che promuovono percorsi rapidi nei pronto soccorso, come il “fast track” e il “see & treat”, per le prestazioni a bassa complessità. L’intento è di anticipare gli esami necessari e ottimizzare l’utilizzo delle risorse professionali, senza compromettere la sicurezza e la qualità delle cure.

Reazioni e prospettive future

L’iniziativa ha suscitato reazioni contrastanti. Da un lato, Daniel Pedrotti, presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche della Provincia di Trento, ha sottolineato come questa sperimentazione riconosca e valorizzi le competenze già esercitate dagli infermieri nella valutazione avanzata, generando benefici concreti per i pazienti in termini di tempi di attesa e per la professione infermieristica. L’assessore alla salute, Mario Tonina, ha evidenziato l’impegno dell’amministrazione a implementare strategie per migliorare la presa in carico del paziente e l’inizio del trattamento urgente, sottolineando che il progetto nasce dall’ascolto e dal lavoro di un gruppo tecnico dedicato. Dall’altro lato, il consigliere Paolo Zanella (PD) ha espresso preoccupazioni riguardo alla carenza di personale infermieristico in Trentino, sollevando dubbi sulla sostenibilità del progetto in assenza di un adeguato equilibrio tra fabbisogni e disponibilità di professionisti. Il primo resoconto, previsto fra sei mesi, sarà cruciale per esaminare indicatori fondamentali quali le tempistiche di attesa, le recidive e la pertinenza delle richieste radiografiche, al fine di apportare eventuali aggiustamenti e considerare la diffusione strutturale del modello.

Verso un nuovo modello di triage: efficienza e responsabilità

La decisione di autorizzare gli infermieri di triage a richiedere radiografie per traumi minori rappresenta un passo significativo verso un modello di triage più efficiente e responsabilizzante. Questa innovazione organizzativa, se implementata con successo, potrebbe non solo ridurre i tempi di attesa nei pronto soccorso, ma anche valorizzare le competenze degli infermieri, riconoscendo il loro ruolo cruciale nella gestione dei pazienti con traumi minori. Tuttavia, il successo di questa iniziativa dipenderà dalla capacità di affrontare le sfide legate alla carenza di personale e di garantire un monitoraggio costante dei risultati, al fine di apportare eventuali correzioni e di assicurare la sicurezza e la qualità delle cure.

Amici lettori, questa notizia ci offre uno spunto di riflessione importante. In psicologia cognitiva, sappiamo che la percezione del tempo è influenzata dall’esperienza. Un’attesa prolungata in pronto soccorso può generare ansia e stress, amplificando la sensazione di disagio. Questa iniziativa trentina, cercando di ridurre i tempi di attesa, mira a migliorare l’esperienza complessiva del paziente, agendo direttamente sulla sua percezione del tempo.

Inoltre, da un punto di vista più avanzato, la psicologia comportamentale ci insegna che il rinforzo positivo, come un trattamento rapido ed efficiente, può incentivare comportamenti di ricerca di cura appropriati. Un sistema sanitario che risponde prontamente alle esigenze dei pazienti può favorire una maggiore fiducia e una maggiore adesione alle cure, contribuendo a migliorare la salute pubblica nel lungo termine. Riflettiamo su come le nostre esperienze influenzano la nostra percezione e su come un sistema sanitario efficiente può avere un impatto positivo sulla nostra salute mentale e fisica.


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