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Giovani toscani inquieti: l’allarme psicofarmaci e allucinogeni in crescita

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  • Cannabis: calo lieve, dal 25% al 23% nei maschi.
  • Toscana: primato nazionale nell'uso di allucinogeni, con il 3,9%.
  • Cyberbullismo: il 47,4% dei giovani vittima nel 2024.
  • Psicofarmaci: il 12,2% dei giovani li assume senza ricetta.
  • Alcol: il 31,6% degli adolescenti toscani ubriaco nell'ultimo anno.

Un’onda inquieta: cresce l’uso di psicofarmaci e allucinogeni tra i giovani toscani

Un clima d’inquietudine aleggia nelle aule delle scuole superiori in Toscana: è la manifestazione tangibile di un problema attuale molto serio riguardante il crescente utilizzo delle sostanze psicoattive da parte dei giovani. Il documento intitolato Rapporto ESPAD, elaborato dal CNR per il biennio del 2024, presenta uno scenario articolato e alquanto preoccupante. Sebbene vi sia stata una leggera diminuzione nell’assunzione della cannabis – ancora la sostanza predominante – passando dal 25% al 23% nei maschi e dall’21% al 20% nelle femmine; tale evoluzione non deve portare a conclusioni affrettate. L’analisi indica che il 23% dei ragazzi toscani nella fascia d’età dai quindici ai diciannove anni ha consumato cannabis nell’ultimo anno; questa percentuale riduce ulteriormente al 14%, considerando solamente l’ultimo mese trascorso. Tuttavia, questa parvenza – sebbene minima – di declino nel consumo della cannabis potrebbe nascondere un cambiamento assai significativo nei comportamenti: nuove varietà di sostanze stanno facendo breccia sulla scena giovanile poiché sono considerate meno giudicabili socialmente o persino funzionali alla gestione dell’ansia quotidiana.

Giovani in aula

In particolare, la Toscana si erge a vertice nazionale per l’utilizzo di sostanze allucinogene, con un dato sorprendente del 3,9% degli adolescenti che ne ha fatto esperienza almeno una volta. Sebbene il valore assoluto non sia proibitivo, l’incremento significativo e il mutato panorama delle scelte giovanili destano viva preoccupazione. Si assiste, infatti, a una netta escalation nell’uso di psichedelici come l’LSD, accompagnata da un parallelo aumento dell’abuso di oppioidi e di psicofarmaci assunti senza alcuna supervisione medica. Quest’ultimo fenomeno, in particolare, merita un’analisi approfondita, riflettendo le complesse dinamiche legate alla gestione dello stress, dell’ansia e delle difficoltà emotive, acuite da una fase della vita già intrinsecamente delicata. La diminuzione nel consumo di cannabis, pertanto, non implica una riduzione complessiva dei rischi per la salute dei giovani, quanto piuttosto una trasfigurazione delle sfide da affrontare.

Dati Recenti:
  • Psicofarmaci: 12,2% dei giovani li assume senza ricetta.
  • Allucinogeni: 3,9% degli adolescenti ne ha fatto esperienza.
  • Cyberbullismo: 47,4% dei giovani ha subito atti di cyberbullismo nel 2024.

La correlazione tra l’uso di sostanze psicoattive e i comportamenti digitali a rischio, come il cyberbullismo, rappresenta una nuova e pericolosa frontiera. Nel 2024, ben il 47,4% dei giovani ha dichiarato di essere stato vittima di cyberbullismo, un dato che evidenzia la fragilità e l’esposizione degli adolescenti nel mondo digitale. Contestualmente, il 30% ha ammesso di aver agito come cyberbullo, e il 12,7% ha assistito a episodi di violenza ripresi con i telefoni cellulari. Queste cifre suggeriscono un legame tra l’escalation dell’uso di nuove droghe e un contesto sociale e psicologico sempre più digitalizzato e, talvolta, intrinsecamente tossico.

Le droghe, indipendentemente dalla loro natura, esercitano un impatto significativo sul sistema nervoso centrale e sul cervello, organi ancora in piena fase di sviluppo durante l’adolescenza. La condizione attuale rende i giovani estremamente suscettibili agli effetti prolungati delle esperienze traumatiche legate all’uso precoce di sostanze. Tra gli esiti nefasti vi sono problematiche relative alla sfera sanitaria, tanto fisica quanto psichica; apprendimenti compromessi nelle istituzioni educative; ed un incremento significativo nel rischio di incorrere in comportamenti autodistruttivi legati alle dipendenze. Il momento dell’esordio nell’assunzione delle sostanze rappresenta un preciso indicatore: più il soggetto è giovane quando affronta tale esperienza iniziale, dove il cervello è ancora in fase embrionale di sviluppo…. Tutto ciò costringe a prendere atto della serietà del fenomeno ed invoca misure diversificate ed efficaci per affrontarlo. Gli interventi necessari dovrebbero contemplare non soltanto gli aspetti psicologici propri dell’individuo, ma anche esplorare le intricate relazioni socializzanti e digitalizzate che caratterizzano l’epoca giovanile attuale; questa riflessione si rivela cruciale soprattutto nel contesto toscano, regione dove tali problematiche emergono con un “verosimile” maggiore impatto rispetto ad altre porzioni geografiche d’Italia.

Psicofarmaci senza ricetta: un fenomeno in crescita tra i giovani e le sue implicazioni

L’indagine condotta dall’ESPAD porta alla luce una preoccupante tendenza: l’assunzione indebita di psicofarmaci sta proliferando tra i giovani ed emerge come un fenomeno rilevante con gravi ripercussioni per la salute collettiva. Secondo i dati forniti nel 2024, si stima che il 12,2% dei giovani toscani abbia fatto uso di psicofarmaci senza prescrizione medica; questa cifra aumenta sensibilmente raggiungendo il 16%, se limitata alle ragazze; mentre fra i ragazzi risulta essere pari al 7,5%. Tale divergenza suggerisce che le adolescenti possano trovarsi sotto pressione sociale ed emotiva maggiore oppure siano inclini ad elaborare le loro difficoltà affettive in modo diverso; ciò potrebbe spingerle verso l’utilizzo improprio dei farmaci come tentativo rischioso ma attraente per trovare sollievo.

Le cause alla base dell’espansione inquietante del fenomeno risultano essenzialmente varie e intricate. Si suppone inoltre che la situazione scaturita dalla pandemia da COVID-19 abbia facilitato l’accessibilità a tali medicinali nelle abitazioni familiari contribuendo così a questa problematica emergente. A questa maggiore reperibilità si sommano un fiorente mercato nero e la facilità di acquisto tramite piattaforme online, elementi che amplificano ulteriormente la portata del fenomeno.

Maria Antonietta Gulino, presidente dell’Ordine degli Psicologi della Toscana, sottolinea:

“Dietro l’uso di farmaci, alcol e del digitale, c’è spesso una dipendenza che nasconde un dolore apparentemente invisibile e silenzioso che non trova ascolto.”

La società contemporanea, spesso connotata da una cultura del merito, esercita una pressione costante sui giovani, spingendoli a perseguire performance accademiche elevate e a mantenere una costante “normalità” emotiva. Questo contesto può generare profondi stati di ansia, depressione, complessi di inferiorità e una diminuzione dell’autoefficacia, fattori che spingono gli adolescenti alla ricerca di soluzioni immediate, sebbene intrinsecamente rischiose.

Un’analisi esterna, citata in uno degli articoli, suggerisce che l’eccessiva prescrizione medica possa essere una delle cause principali di questo aumento. Sembrerebbe che, ancora oggi, molti medici ricorrano alla prescrizione di psicofarmaci con eccessiva facilità, persino in assenza di un quadro clinico adeguatamente definito che possa giustificare tale approccio. Questa condotta, unita alla percezione dilagante che l’uso di psicofarmaci non generi lo stesso scandalo delle droghe “tradizionali”, instaura un circolo vizioso che normalizza un comportamento potenzialmente dannoso. L’abuso di queste sostanze, specialmente in un cervello ancora in fase di sviluppo, può avere conseguenze devastanti a lungo termine. Gli adolescenti che fanno uso improprio di sostanze illecite o psicofarmaci senza adeguata supervisione non solo presentano tassi più elevati di infezioni sessualmente trasmesse (IST), ma sono anche maggiormente predisposti a sviluppare un disturbo da uso di sostanze. Questi farmaci, se assunti in modo improprio, alterano le percezioni e la chimica cerebrale, con rischi per la salute fisica e mentale che trascendono il periodo dell’adolescenza e possono lasciare cicatrici permanenti.

Ragazzo in un circolo di persone

È dunque impellente avviare una riflessione critica e sistemica sull’uso e l’abuso di psicofarmaci tra gli adolescenti. L’obiettivo non è solo contenere i rischi immediati, ma altresì tutelare uno sviluppo psicologico e cognitivo sano e armonico. La questione non si limita al mero controllo dell’accesso a determinate risorse farmaceutiche; al contrario, essa si radica in una cultura più ampia che riguarda la gestione del disagio emotivo e le aspettative sociali imposte ai più giovani. È fondamentale adottare una strategia omnicomprensiva e consapevole che integri, in un’armonica sinergia, i contributi di medici, famiglie, istituzioni scolastiche ed enti pubblici. Soltanto attraverso un’azione sinergica e coordinata sarà possibile invertire la rotta e fornire ai ragazzi strumenti efficaci per affrontare le complessità quotidiane con maggiore serenità e resilienza.

Alcol ed altre sostanze: un quadro multiforme delle dipendenze giovanili

Nel campo delle dipendenze giovanili emerge con preoccupante evidenza l’utilizzo crescente non solo degli psicofarmaci e delle sostanze allucinogene, ma anche delle bevande alcoliche; esse continuano a rappresentare un problema serio e duraturo. Stando a quanto riportato nel Rapporto ESPAD 2024, dati sconcertanti rivelano che ben il 31,6% degli adolescenti residenti in Toscana ha confessato almeno un episodio d’ubriachezza nell’arco dell’ultimo anno.

In tale contesto risalta anche una discreta ma notevole disparità, che mostra la maggiore prevalenza del fenomeno fra le femmine (32,4%) rispetto ai maschi (30,7%). Tali cifre denotano chiaramente comportamenti d’abuso significativi se paragonati ad altri dati generali: addirittura il 60% dei giovani italiani afferma si siano dedicati al consumo negli ultimi dodici mesi, ancorché senza necessitare necessariamente di finire ubriachi.

Una percentuale così elevata sottolinea fortemente la presenza radicata nei costumi giovanili relativi all’alcol; l’esperienza occasionale potrebbe benissimo trasformarsi rapidamente in condotte pericolose.

La relazione tra l’abuso d’alcol – simile a quella relativa alle altre droghe – diventa particolarmente cruciale durante l’adolescenza, quell’età nevralgica nella quale la maturazione cerebrale è tuttora attiva, rendendo i soggetti più vulnerabili agli effetti dannosi sui neuroni. L’alcool, al pari delle droghe, interferisce sul sistema nervoso centrale, alterando le percezioni, le funzioni cognitive e il comportamento, con conseguenze potenzialmente deleterie sulla capacità di apprendimento, sulla memoria e sulla regolazione emotiva.

Oltre all’alcool, l’indagine ESPAD ha monitorato l’uso di altre sostanze. I dati relativi agli oppiacei, sebbene molto più bassi, si allineano alla media nazionale dell’1,1%. La cocaina, inclusa nel monitoraggio insieme al crack, continua a non essere una sostanza molto usata dai ragazzi tra i 15 e i 19 anni, con un dato del 1,6% nel 2024. Questo scenario multiforme rivela una tendenza al cambiamento nei modelli di consumo, dove le sostanze “tradizionali” vengono affiancate, o talvolta sostituite, da altre che riflettono nuove mode, disponibilità o percezioni di rischio. La facilità di accesso e la scarsa consapevolezza sui pericoli legati all’uso non prescritto di psicofarmaci o all’abuso di allucinogeni complicano ulteriormente il quadro, rendendo più arduo un intervento mirato.

Vari tipi di sostanze

La vasta diffusione del fenomeno, che colpisce maggiormente i giovani tra i 16 e i 25 anni, è alimentata da fattori come la pressione dei pari, la ricerca di nuove esperienze, la gestione dello stress e, in alcuni casi, una scarsa informazione sui reali pericoli. È necessario, quindi, un approccio olistico e integrato che non si limiti alla repressione, ma che si concentri sulla prevenzione, sull’educazione e sul supporto psicologico, offrendo ai giovani strumenti per affrontare le sfide della vita in modo sano e costruttivo. Le dipendenze patologiche diffuse tra i giovani rappresentano una sfida complessa per le istituzioni e la società nel suo complesso, che richiede risposte articolate e innovative per proteggere la salute e il futuro delle nuove generazioni.

La geometria del benessere: oltre i numeri, la persona

L’esame critico dei dati riguardanti l’impiego di sostanze e farmaci psicoattivi da parte degli adolescenti toscani rivela una realtà complessa e stratificata che va ben oltre i semplici indicatori quantitativi. Si tratta infatti di una questione radicata nella salute mentale giovanile: essa è un aspetto cruciale su cui dovremmo soffermarci per comprendere le difficoltà intrinseche alle quali i giovani sono soggetti nel ricercare comfort o sollievo tramite l’assunzione di sostanze che spesso risultano controproducenti e accentuano ulteriormente il loro stato d’animo già provato.

Analizzando tali comportamenti attraverso la lente della psicologia cognitiva si può notare come molte azioni siano percepite come tentativi poco riusciti nel gestire emozioni fortemente avverse. Elementi quali l’ansia, la depressione, accompagnati da sentimenti d’inadeguatezza, rappresentano enormi ostacoli con cui i ragazzi cercano disperatamente confronto, ma senza possedere necessariamente gli adeguati strumenti diagnostici o terapeutici necessari al superamento degli stessi. In questa cornice problematica gli psicofarmaci possono apparire utilissimi poiché forniscono quella soddisfazione immediata: tuttavia è cruciale notare come costoro alterino solo temporaneamente le prospettive individualistiche senza realmente influenzare le origini del malessere stesso. Si crea così un circolo vizioso, in cui l’individuo si rende sempre più dipendente dalla sostanza per gestire le proprie emozioni, impedendo lo sviluppo di strategie di coping più adattive e funzionali.

Approfondendo la psicologia comportamentale, si osserva come l’uso di sostanze possa consolidarsi attraverso meccanismi di rinforzo positivo e negativo. Il rinforzo positivo si manifesta nella sensazione di euforia o di sollievo temporaneo che la sostanza procura, mentre il rinforzo negativo si attua nell’evitamento di stati emotivi spiacevoli. Questi schemi, sebbene efficaci nell’immediato, impediscono l’apprendimento di risposte più sane e durature ai problemi, creando una dipendenza che non è solo biologica, ma anche comportamentale. Di fronte a questa realtà, il compito che ci attende è quello di costruire una “geometria del benessere”, dove ogni linea – verticale come la crescita individuale e orizzontale come il supporto sociale – contribuisce a delineare un quadro di stabilità e speranza. Non si tratta solo di reprimere, ma di coltivare, educare e sostenere, affinché la fragilità diventi forza e il disagio si trasformi in opportunità di resilienza.

Glossario:

  • Cyberbullismo: forma di bullismo che avviene attraverso strumenti informatici e digitali, caratterizzato da attacchi aggressivi e ripetuti.
  • Psicofarmaci: sostanze farmaceutiche utilizzate per trattare disturbi psicologici, che possono essere assunti impropriamente senza supervisione medica.
  • Allucinogeni: sostanze chimiche che alterano le percezioni sensoriali e possono provocare stati di coscienza modificati.

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