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Csm Trieste: la battaglia per la salute mentale notturna infiamma la città

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  • Dal 2020, il servizio notturno del CSM è interrotto per il COVID.
  • Le famiglie degli 800 utenti attendono il ripristino del servizio.
  • Nel 2023, 854.000 persone hanno ricevuto assistenza psichiatrica in Italia.
  • La Cgil denuncia: «Il ripristino è essenziale per la dignità».
  • Uno sciopero con adesione del 100% degli operatori.

La riapertura del CSM di via Gambini: tra promesse e realtà

La questione della riattivazione del servizio notturno presso il Centro di Salute Mentale (CSM) di via Gambini a Trieste è diventata un nodo cruciale nel dibattito sulla salute mentale regionale. Le speranze di un ritorno all’operatività h24, interrotta dalla fine del 2020 a causa dell’emergenza COVID-19 e della conseguente carenza di personale, si scontrano con una realtà fatta di ritardi e promesse non mantenute. Questa interruzione ha lasciato un vuoto significativo nell’assistenza, costringendo, come denunciato dai sanitari, i pazienti a trasferimenti onerosi e privando un servizio essenziale di una copertura continua.

La comunità, in particolare le famiglie degli 800 utenti della struttura, aveva ricevuto rassicurazioni ripetute sull’imminente ripristino del servizio, con scadenze temporali che, di mese in mese, sono state puntualmente disattese. L’ultima data indicata per la riapertura notturna era stata fissata per la fine dell’estate, a partire da marzo. Tuttavia, la carenza cronica di personale che affligge le strutture di ASUGI (Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina) ha sollevato dubbi e preoccupazioni tra i sindacati, come Cgil e Fials, che hanno espresso scetticismo sulla fattibilità di tali impegni.

Statistiche Recenti sulla Salute Mentale in Italia Nel 2023, oltre 854.000 persone hanno ricevuto assistenza dai servizi psichiatrici italiani, con una significativa percentuale di nuovi accessi al sistema.
  • 273.000 nuovi contatti ai servizi di salute mentale
  • 573.000 accessi al pronto soccorso per problemi psichiatrici

Questi dati indicano una crescente consapevolezza e necessità di assistenza nel campo della salute mentale.

La vicenda ha radici più profonde, che toccano la visione stessa dell’assistenza psichiatrica. In passato, i quattro CSM di Trieste operavano 24 ore su 24, un modello che, come evidenziato in diversi interventi, non è più in vigore. Questa riduzione ha generato un senso di smarrimento e inadeguatezza, soprattutto in un territorio che ha rappresentato un faro per l’innovazione in questo campo. La protesta degli operatori di via Gambini, che ha visto un’adesione totale allo sciopero indetto da Cgil e Fials, non è solo una rivendicazione salariale, ma un grido d’allarme per la dignità del servizio e per il benessere dei pazienti.

La protesta di Francesca Fratianni, portavoce della Cgil, evidenzia come “il ripristino del servizio notturno è essenziale per la dignità di cura dei pazienti”.

La chiusura del servizio notturno, infatti, non è percepita come una mera ragione organizzativa o di budget, bensì come una scelta precisa che mina le fondamenta di un’assistenza integrata e tempestiva. Tale situazione è aggravata dal fatto che, a parità di mansioni, il personale viene retribuito meno che altrove, aumentando il malcontento e disincentivando il reclutamento di nuove leve. L’effetto della mancanza di risorse non si limita alle pareti del CSM, ma si ripercuote profondamente sulla gestione delle situazioni d’emergenza in campo psichiatrico e sull’efficacia dei percorsi terapeutici a lungo termine. Disporre di una copertura attiva 24 ore su 24 è cruciale per individuare tempestivamente le crisi all’insorgere, evitando così sviluppi critici che potrebbero sfociare in ricoveri ospedalieri caratterizzati da maggiore complessità e un alto rischio di traumatizzazione.

Cosa ne pensi?
  • Finalmente un articolo che mette in luce la gravità della situazione... 👍...
  • La chiusura notturna del CSM è inaccettabile, un vero disastro... 😡...
  • Ma se invece di focalizzarci sull'h24, pensassimo a modelli alternativi... 🤔...

Le rivendicazioni sindacali e la risposta istituzionale

La mobilitazione di Cgil e Fials ha messo in luce le profonde criticità che affliggono il sistema di salute mentale a Trieste. Uno sciopero con un’adesione del 100% degli operatori non è solo un dato statistico, ma il segnale inequivocabile di un disagio diffuso e di una richiesta pressante di cambiamento. Il presidio davanti all’ingresso della struttura di via Gambini è diventato il simbolo di una battaglia per la riattivazione di un servizio considerato irrinunciabile. Francesca Fratianni per la Cgil e Fabio Pototschnig per la Fials sono stati tra i portavoce di queste istanze, denunciando la persistente negazione di un’assistenza completa e la mancanza di una programmazione efficace da parte di ASUGI.

“Le rassicurazioni passate sono state vanificate dalla realtà dei fatti, alimentando un clima di frustrazione e sfiducia”, afferma Pototschnig.

La questione della “cronica mancanza di personale” non è un problema contingente, ma una criticità strutturale che necessita di interventi urgenti e mirati. Senza un adeguato organico, qualsiasi promessa di ripristino dell’operatività h24 rimane lettera morta, con gravi conseguenze sulla qualità dell’assistenza erogata.

Nota Importante – Anche se ci sono stati impegni per riaprire il servizio notturno, la situazione rimane critica. È necessaria una strategia di assunzione oltre il semplice turnover.

La risposta istituzionale, o meglio la sua apparente assenza di efficacia, ha suscitato ulteriori polemiche. La consigliera regionale Giulia Massolino, del gruppo Patto per l’Autonomia-Civica, ha denunciato la bocciatura di proposte mirate a rafforzare i CSM, compreso l’emendamento per l’apertura h24 del Centro di via Gambini. Questa bocciatura, avvenuta senza alcuna spiegazione, come sottolineato in un comunicato stampa del 14 agosto 2025, amplifica il senso di abbandono e la percezione di una scarsa attenzione politica verso un settore così delicato.

Inoltre, nella seduta del Consiglio regionale del 14 maggio, l’assessore per la salute, Riccardo Riccardi, ha annunciato che le assunzioni di nuovo personale nel CSM di via Gambini verranno effettuate al termine dei lavori di ristrutturazione, previsti per la fine del 2024. Nonostante ciò, i professionisti del settore esprimono un atteggiamento critico e scettico, dal momento che le dichiarazioni simili erano state precedentemente avanzate ma non hanno mai prodotto effetti tangibili.

L’impatto sulla salute mentale e la gestione dei traumi

La cessazione dell’operatività notturna del CSM ubicato in via Gambini determina implicazioni significative sul benessere psicologico collettivo. Questa situazione si riflette particolarmente nella difficile gestione delle crisi e degli eventi traumatici. Un sistema assistenziale attivo ventiquattro ore su ventiquattro risulta fondamentale non solamente per interventi tempestivi nelle circostanze critiche, ma anche come misura preventiva contro il deterioramento delle condizioni psichiche e nell’ambito della creazione di una solida rete sociale che offra sostegno. L’assenza del CSM durante le ore notturne costringe gli individui già provati da crisi — frequentemente legate a problematiche complesse o storie traumatiche — ad affrontare l’emergenza senza punti fermi ai quali rivolgersi. Ciò provoca spesso ritardi nell’accoglienza terapeutica; ne derivano così aggravamenti nei sintomi sofferti dai pazienti ed incrementi nei livelli d’ansia che possono persino condurre alcune persone verso il Pronto Soccorso oppure verso servizi d’emergenza che non possiedono strumenti adeguati alla corretta cura della psichiatria critica.

In aggiunta a questo quadro preoccupante emerge come l’assenza h24 comprometta gravemente i processi terapeutici sostenibili nel tempo. Il senso fondamentale di fiducia riposto nel sistema sanitario rappresenta uno degli elementi cardine indispensabili affinché ogni intervento terapeutico possa risultare efficace; tuttavia questa fiducia viene facilmente erosa quando gli utenti iniziano a percepire quella stessa assistenza come discontinuativa o fragile. Il Rapporto Salute Mentale 2023 offre uno sguardo approfondito sulla situazione dell’assistenza psichiatrica nel nostro paese. Quest’analisi è cruciale per cogliere il funzionamento della rete di sostegno per la salute mentale in Italia.

Anno Persone Assistite Nuovi Accessi Accessi in PS
2023 854.000 273.000 573.663

La continua riduzione delle risorse destinate alla salute mentale pone forti interrogativi sulla capacità di garantire un’assistenza adeguata. La fiducia nel sistema di cures, che storicamente ha dato buoni risultati a Trieste, rischia di indebolirsi ulteriormente in assenza di un intervento deciso. La comunità, sempre più consapevole delle difficoltà, mette pressione sulle istituzioni locali affinché rispondano con progetti concreti finalizzati al ripristino dei servizi.

Riflessioni e prospettive per il futuro della salute mentale a Trieste

Il contesto attuale del CSM situato in via Gambini a Trieste si inserisce nel vasto dialogo sulla salute mentale, area sempre più dinamica che richiede soluzioni creative e una dedizione incessante. Attraverso l’ottica della psicologia cognitiva e comportamentale, è evidente come la costanza e l’affidabilità delle assistenze siano pilastri imprescindibili per garantire una stabilità emotiva efficace e una valida riabilitazione. L’interruzione del funzionamento notturno di un ente cruciale come il CSM provoca non solo confusione ma anche uno stato di insicurezza profonda, con potenziali ripercussioni negative sulle condizioni mentali degli utenti.

A livello più sofisticato, l’assenza dei servizi notturni ha ripercussioni significative sulla forza collettiva della comunità nella gestione delle esperienze traumatiche sia a livello individuale sia collettivo. La disciplina medica legata alla salute mentale evidenzia come possa essere fondamentale garantire accessi rapidi alle cure nei momenti critici; ciò può contribuire non solo ad evitare l’aggravamento dei disturbi ma anche ad attenuare gli effetti prolungati derivanti da eventi particolarmente stressanti o traumatizzanti. Un CSM aperto 24 ore su 24 non è solo un “pronto soccorso psichiatrico”, ma un presidio di prevenzione secondaria e terziaria. È un luogo dove le persone possono trovare un contenimento, elaborare le proprie esperienze e costruire strategie di coping efficaci, evitando che le difficoltà si trasformino in patologie complesse.

Inoltre, la risposta a queste sfide richiede uno sforzo collaborativo tra le istituzioni, gli operatori e la comunità stessa. Come messo in evidenza nel modello triestino, la formazione di reti di supporto e l’integrazione dei servizi sono essenziali per affrontare le problematiche legate alla salute mentale in modo globale. La riapertura h24 di via Gambini non è quindi una mera questione amministrativa, ma un investimento nella salute e nel benessere collettivo, un segno tangibile di un impegno verso una società più empatica e supportiva, capace di prendersi cura delle fragilità senza lasciare nessuno indietro.

Glossario:
  • ASUGI: Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina, responsabile della salute pubblica nella regione.
  • CSM: Centro di Salute Mentale, struttura dedicata all’assistenza e al supporto delle persone con problemi psichiatrici.
  • PTSD: Disturbo post-traumatico da stress, condizione psichiatrica che può manifestarsi dopo esperienze traumatiche.

Dobbiamo chiederci, come società, quale valore diamo a questa cura invisibile, ma così profondamente necessaria.

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