- I social media alimentano la paura di ingrassare a causa degli psicofarmaci.
- L'interruzione delle terapie aumenta il rischio di ricadute.
- Alcuni antipsicotici, come olanzapina e clozapina, causano aumento ponderale.
- Contrastare la disinformazione è cruciale per la salute mentale.
- Accettare i pensieri negativi è fondamentale: flessibilità psicologica.
L’ombra della bilancia: quando la paura di ingrassare ostacola la cura della salute mentale
Nel labirinto dei social media, dove l’immagine corporea regna sovrana, emerge un nuovo ostacolo per chi lotta contro i disturbi del comportamento alimentare (DCA): la paura di ingrassare a causa degli psicofarmaci. Un allarme lanciato dagli esperti di Lilac-Centro DCA, che evidenzia come video e immagini “prima e dopo” l’assunzione di farmaci psichiatrici stiano alimentando uno stigma pericoloso, capace di compromettere terapie salvavita. La diffusione di queste testimonianze digitali, spesso amplificate dagli algoritmi, rischia di instillare nei pazienti il timore di perdere il controllo sul proprio corpo, spingendoli a rifiutare o interrompere le cure. Questo fenomeno, apparentemente superficiale, affonda le radici in una società ossessionata dalla magrezza e dalla performance estetica, dove il valore di una persona viene spesso misurato in base al suo aspetto fisico.
La posta in gioco è alta. L’interruzione prematura delle terapie farmacologiche può vanificare i progressi compiuti, aumentando il rischio di ricadute e aggravando i sintomi. Studi internazionali, come la survey di JAMA Netw Open, dimostrano che gli antidepressivi, sebbene percepiti da alcuni come “poco utili” per i sintomi alimentari, svolgono un ruolo cruciale nella stabilizzazione emotiva e nella prevenzione delle recidive. Inoltre, un’ampia analisi di studi su numerosi farmaci antipsicotici ha evidenziato che soltanto alcuni specifici, come l’olanzapina e la clozapina, sono stati collegati a un notevole aumento ponderale, mentre la maggior parte degli altri non ha mostrato differenze rispetto al placebo. È fondamentale, quindi, contrastare la disinformazione e promuovere una corretta informazione sui farmaci psichiatrici, sfatando il mito che siano inevitabilmente legati all’aumento di peso.
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Decostruire lo stigma: un approccio a 360 gradi
Giuseppe Magistrale, psicoterapeuta e co-founder e CEO di Lilac-Centro DCA, sottolinea come la paura degli psicofarmaci sia solo la punta dell’iceberg di un timore più profondo: la rinuncia alla cura per paura di ingrassare. Per affrontare questo problema, è necessario un approccio a 360 gradi che tenga conto di diversi aspetti:
1. *Il vissuto soggettivo: anche un lieve cambiamento corporeo può riattivare paure profonde nelle persone con DCA. È fondamentale lavorare sull’accettazione del proprio corpo e sulla costruzione di un’immagine di sé positiva, indipendente dal peso.
2. L’informazione accurata: fornire dati basati su fatti riguardo agli psicofarmaci, ricordando che molti di essi non comportano significative alterazioni del peso e che eventuali aumenti, laddove si verifichino, sono generalmente lievi e gestibili.
3. La lotta alla disinformazione: contrastare la viralità di contenuti che associano i farmaci alla perdita del controllo del corpo, promuovendo una lettura critica dei social media e un’informazione basata su evidenze scientifiche.

Il valore della cura: un ritorno alle origini
Marco Papalino, psichiatra di Lilac-Centro DCA, invita a restituire alla cura il suo valore originario: guardare la persona, senza giudicarla, alleviandone i sintomi e supportandola in ogni fase del percorso. Parlare di psicofarmaci con rispetto e competenza significa riconoscere la loro importanza nel trattamento dei disturbi mentali, senza negare la possibilità di effetti collaterali, ma affrontandoli con consapevolezza e professionalità. Ogni storia è personale e merita un approccio individualizzato, che tenga conto delle specificità del paziente e delle sue paure.
Oltre l’apparenza: un nuovo umanesimo per la salute mentale
In un’epoca dominata dall’immagine e dalla performance, è necessario riscoprire il valore intrinseco della persona, al di là del suo aspetto fisico. La salute mentale non può essere ridotta a una questione di peso o di taglia, ma va affrontata in modo olistico, tenendo conto delle emozioni, dei pensieri e delle relazioni sociali. È tempo di promuovere un nuovo umanesimo per la salute mentale, che metta al centro la dignità e il benessere di ogni individuo, senza cedere alle lusinghe di una società ossessionata dall’apparenza.*
Amici, riflettiamo un attimo. La psicologia cognitiva ci insegna che i nostri pensieri influenzano le nostre emozioni e i nostri comportamenti. Se crediamo che ingrassare sia la cosa peggiore che possa capitarci, vivremo costantemente nella paura e nell’ansia, compromettendo la nostra salute mentale e fisica.
Un concetto più avanzato è quello della “flessibilità psicologica”, ovvero la capacità di accettare i nostri pensieri e le nostre emozioni, anche quelli negativi, senza identificarci con essi. Imparare a gestire la paura di ingrassare, senza lasciarsi sopraffare, è un passo fondamentale per prenderci cura della nostra salute mentale e vivere una vita più piena e serena. Chiediamoci: cosa conta davvero? Un numero sulla bilancia o la nostra felicità?
- Comunicato stampa sull'investimento di CDP Venture Capital in Lilac-Centro DCA.
- Sito ufficiale del Centro Lilac-DCA, utile per approfondire i servizi offerti.
- Studio su JAMA Network Open sulla percezione degli antidepressivi nei disturbi alimentari.
- Studio su antipsicotici, variazioni ponderali e aderenza al trattamento.








