PANSM 2025-2030: L’allarme per la salute mentale ti riguarda

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  • Il coordinamento critica il Pansm 2025-2030: «visione obsoleta della psichiatria».
  • Troppa attenzione al nesso salute mentale-sistema giudiziario, aprendo a soluzioni reclusive.
  • Si chiede un cambio di rotta per potenziare le esperienze efficaci.

L’Allarme del Coordinamento Nazionale per la Salute Mentale sul PANSM 2025-2030

Il Coordinamento Nazionale per la Salute Mentale, che include associazioni, operatori, persone con esperienza di sofferenza psichica e difensori dei diritti, ha espresso profonda preoccupazione e delusione riguardo alla bozza del nuovo Piano di Azione Nazionale per la Salute Mentale (PANSM) 2025-2030. Questa presa di posizione arriva dopo anni di attesa e promesse di miglioramenti, culminando in un documento che, secondo il Coordinamento, perpetua una visione obsoleta della psichiatria.
Il documento, pur essendo il risultato del lavoro di numerosi esperti, docenti e direttori di DSM, viene criticato per la sua incapacità di affrontare le reali problematiche che affliggono quotidianamente persone, famiglie e operatori del settore. La cronica mancanza di risorse, la carenza di personale, il deterioramento dei servizi territoriali e la frammentazione delle reti di cura sono solo alcune delle criticità evidenziate.

Cosa ne pensi?
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Critiche al PANSM: Un Ritorno al Passato?

Una delle principali critiche mosse al PANSM è l’eccessiva enfasi sulla componente biomedica, che rischia di oscurare l’importanza dei determinanti sociali della salute mentale. Ancora più grave, a detta del Coordinamento, è la preminenza accordata all’aspetto securitario, con una preponderante attenzione al nesso tra salute mentale e sistema giudiziario, alla gestione del rischio e alla presunta pericolosità di chi riceve cure. Questo approccio, che richiama antichi pregiudizi sul “folle pericoloso”, confligge con i principi della legge 180 e con la cultura dei diritti, aprendo la strada a soluzioni reclusive, repressive e ospedalocentriche.

Il Coordinamento si domanda quale sia il collegamento tra questa proposta e il disegno di legge Zaffini, ravvisando una comune concezione della psichiatria come affine all’ordine pubblico, piuttosto che come ambito di cura, coesistenza e costruzione della comunità. La vera violenza, secondo il Coordinamento, è quella istituzionale, fatta di pratiche di contenzione, abbandono, solitudine operativa e impoverimento culturale.

Proposte per un Nuovo Approccio alla Salute Mentale

Di fronte a questa situazione, il Coordinamento Nazionale per la Salute Mentale chiede un cambio di rotta, proponendo azioni concrete per potenziare e integrare le esperienze che si sono dimostrate efficaci nel prendersi cura delle sofferenze delle persone, delle famiglie e della comunità. È imperativo affrontare il deficit di personale, garantire a tutti l’accesso ai percorsi di cura, salvaguardare la specificità individuale di chi soffre e valorizzare le storie di riabilitazione.

Il Coordinamento esorta il Ministro della Salute a intavolare un dialogo con le rappresentanze professionali, sindacali e della società civile, specialmente con coloro che incarnano le istanze delle persone con disagio psichico e dei loro familiari, nonché con gli operatori del settore. Un’analoga richiesta viene estesa alla Conferenza delle Regioni e all’ANCI, affinché si impegnino attivamente nella ricerca di risposte adeguate alle esigenze di salute e assistenza che migliaia di individui, di ogni fascia d’età, manifestano quotidianamente.

Verso una Psichiatria Umanistica: Accoglienza, Servizi, Diritti

Il Coordinamento Nazionale per la Salute Mentale, insieme a numerose associazioni e professionisti del settore, chiede a gran voce un cambio di paradigma nella gestione della salute mentale in Italia. L’obiettivo è superare una visione obsoleta e securitaria, per abbracciare un approccio più umano, inclusivo e rispettoso dei diritti delle persone con sofferenza psichica.

La salute mentale non è solo assenza di malattia, ma uno stato di benessere che permette all’individuo di realizzare il proprio potenziale, affrontare le sfide della vita e contribuire alla comunità. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario investire in servizi territoriali accessibili, personale qualificato e percorsi di cura personalizzati, che tengano conto dei determinanti sociali della salute mentale e promuovano la partecipazione attiva delle persone con esperienza di sofferenza psichica.

Amici, riflettiamo insieme su quanto sia cruciale il nostro approccio alla salute mentale. Spesso, ci concentriamo sull’assenza di disturbi, dimenticando che la vera salute mentale è uno stato di benessere, una capacità di affrontare le sfide e di vivere una vita piena e significativa.

Un concetto base di psicologia cognitiva ci ricorda che i nostri pensieri influenzano le nostre emozioni e i nostri comportamenti. Se coltiviamo pensieri positivi e costruttivi, possiamo migliorare il nostro benessere emotivo e la nostra resilienza.

Ma andiamo oltre. Un concetto avanzato ci invita a considerare l’importanza delle relazioni sociali e del senso di appartenenza. La solitudine e l’isolamento possono avere un impatto devastante sulla nostra salute mentale. Cerchiamo di costruire relazioni significative, di coltivare il nostro senso di comunità e di offrire il nostro sostegno a chi ne ha bisogno. Ricordiamoci che la salute mentale è un bene prezioso, da proteggere e coltivare ogni giorno.


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