- Il trauma incide sulla memoria implicita, frammentandola, e sulla memoria esplicita, disconnettendola.
- Le flashbulb memories sono influenzate dalle interazioni sociali e dai media.
- Il Disturbo Post Traumatico da Stress (DPTDS) si manifesta con flashback e iperattivazione fisiologica.
Un evento traumatico, come il recente crollo di un albero a Venezia, può innescare una serie di reazioni psicologiche
profonde e durature nelle persone coinvolte. Questo tipo di accadimento, improvviso e spesso associato a un pericolo
percepito per la propria incolumità, si insinua prepotentemente nella memoria autobiografica, ovvero il sistema
mnemonico deputato alla conservazione e rievocazione delle esperienze personali salienti che contribuiscono alla
costruzione dell’identità individuale. La memoria, lungi dall’essere una mera registrazione fedele della realtà, è un
processo dinamico e costruttivo, influenzato da molteplici fattori di natura cognitiva, emotiva e motivazionale. Un trauma,
caratterizzato da un’intensa attivazione emotiva, può avere un impatto peculiare su tali processi, alterando la codifica, la
ritenzione e il recupero dei ricordi.
Studi recenti hanno mostrato come il trauma psicologico possa influenzare diverse categorie di memoria, tra cui la
memoria implicita (informazioni utilizzate in modo non consapevole) e la memoria esplicita (memorie attivate tramite
uno sforzo consapevole).
Tipologia di Memoria |
Definizione | Effetti del Trauma |
---|---|---|
Memoria Implicita | Informazione non consapevole (es. abilità motorie) |
Può essere frammentata e alterata |
Memoria Esplicita | Immagini e dettagli autobiografici | Frammentazione e disconnessione |
Memoria Emotiva | Ricordi delle emozioni associate all’esperienza |
Scatenata intensamente anche senza contesto attivo |
Memoria Procedurale |
Gestione automatica delle attività quotidiane |
Disfunzioni motorie e muscolari |
Le ricerche sulla memoria autobiografica hanno evidenziato il ruolo centrale dell’emozione: ad un aumento dell’intensità
emotiva corrisponde generalmente una maggiore vividezza del ricordo. Questo fenomeno è particolarmente evidente nelle
cosiddette “memorie lampo” (flashbulb memories), ricordi estremamente vividi e dettagliati associati a eventi
emotivamente significativi, come catastrofi o eventi di portata storica.
Recentemente, un’analisi ha investigato il formato e
le peculiarità delle flashbulb memories, dimostrando come questi ricordi siano plasmati da fattori quali le interazioni
sociali e l’influenza dei media. In base ai risultati di questa ricerca, i ricordi legati a eventi pubblici risultano essere
formati non soltanto dalla singola esperienza vissuta, bensì anche dal tessuto culturale circostante.
[Hirst et al., 2018]
“La memoria autobiografica non è solo personale, ma diventa un costrutto sociale che forma anche la libera
associazione tra gli individui” – studio recente sui flashbulb memories in contesti collettivi.
Infatti, l’emozione, pur aumentando la vividezza, può anche interferire con l’accuratezza dei dettagli, specialmente quelli
periferici rispetto al fulcro emotivo dell’evento. Il trauma psicologico rappresenta una ferita emotiva profonda che può
derivare da una vasta gamma di esperienze negative, dall’infanzia all’età adulta. La parola stessa, di origine greca,
significa “ferita” e riflette la sensazione di lacerazione e discontinuità tra un “prima” in cui il mondo appare sicuro e
prevedibile, e un “dopo” in cui questa percezione viene irrimediabilmente compromessa.
Le ricerche condotte nell’ambito della psicologia del trauma hanno messo in luce come l’esposizione a informazioni
fuorvianti dopo un evento stressante o traumatico possa influenzare significativamente la rievocazione. Questo fenomeno,
noto come misinformation effect, dimostra come il ricordo possa essere alterato da informazioni successive
all’accadimento, sia che provengano da fonti interne, esterne o relazionali. Ad esempio, è stato dimostrato come la
semplice formulazione di una domanda contenente un’informazione inaccurata possa indurre i partecipanti a modificare il
proprio ricordo dell’evento, evidenziando la vulnerabilità dei ricordi legati a eventi emotivamente carichi.
Quando le reazioni al trauma persistono nel tempo e interferiscono significativamente con la vita quotidiana, si può
sviluppare un Disturbo Post Traumatico da Stress (DPTDS). Questo disturbo, purtroppo sempre più diffuso in un’epoca
caratterizzata da eventi traumatici collettivi, si manifesta con flashback, incubi ricorrenti, evitamento persistente di stimoli
associati al trauma, e un’iperattivazione fisiologica. Il DSM-5-TR descrive il DPTDS come un disturbo in cui il passato
“inonda e sommerge il presente con paura, dolore e rabbia”.
Le strategie di coping e il Disturbo Post Traumatico da Stress
Dopo un evento traumatico, l’individuo tende a mettere in atto delle strategie di coping, ovvero modalità di affrontare e
gestire lo stress e le emozioni negative scatenate dall’esperienza. Queste strategie possono essere adattive o disfunzionali.
Tra le reazioni più comuni, soprattutto in presenza di minaccia o stress prolungato, si osservano difficoltà di
concentrazione e memoria, pensieri intrusivi, riproduzione mentale ripetuta di parti dell’evento, confusione e
disorientamento.
Un tentativo frequente e apparentemente intuitivo di far fronte al trauma è quello di evitare di pensarci o di ricordare,
nella speranza di dimenticare e tenere sotto controllo le sensazioni spaventose associate. Tuttavia, come noto in
psicologia, il tentativo di sopprimere un pensiero porta spessissimo all’effetto opposto, rendendolo ancora più presente e
assillante. Michel de Montaigne affermava che “Niente fissa una cosa così intensamente nella memoria come il desiderio
di dimenticarla”.
Strategie di coping efficaci possono includere diversi approcci terapeutici, come la
psicoterapia cognitivo-comportamentale, mirata a dare nuovi significati all’evento traumatico e a correggere le convinzioni controproducenti.
stress (PTSD) includono la Terapia Cognitivo Comportamentale focalizzata sul trauma e l’EMDR.
La terapia metacognitiva ha allargato la propria riflessione teorica, proponendo che i sintomi traumatici siano funzionali
nel periodo immediatamente successivo all’evento stressante-traumatico. Ricerche recenti hanno dimostrato l’efficacia
della metacognizione nel trattamento del DPTDS, enfatizzando l’importanza di considerare le credenze metacognitive
disfunzionali e il loro impatto sulla reminiscenza e sui ricordi traumatici.
“Il rimuginio nel disturbo da stress post traumatico può essere bloccato dalla flessibilità cognitiva e
dall’implementazione di strategie di coping efficaci” – studio recente sulla metacognizione nel trattamento del
DPTDS.
Nella circostanza in cui le risposte al trauma si manifestano con persistenza, diviene imprescindibile
adottare strategia positive per affrontare la situazione, accompagnate dalla creazione di una solida rete sociale
che possa agevolare un recupero lento ma costante. Un valido approccio consiste nell’introdurre pratiche come il
supporto interpersonale e metodologie per il rilassamento, che possono significativamente potenziare
l’adattabilità e la forza interiore degli individui colpiti da traumi.
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La rielaborazione del trauma e le terapie narrative
Affrontare un trauma e superare le sue conseguenze richiede spesso un percorso di rielaborazione e integrazione
dell’esperienza vissuta. Le terapie a orientamento narrativo si sono dimostrate particolarmente efficaci nel
trattamento degli eventi traumatici, basandosi sull’assunto che dare un nuovo significato all’esperienza
traumatica sia fondamentale per la guarigione.
ricordi legati all’evento traumatico, esternalizzando l’esperienza interna.
(…continua con il resto dell’articolo seguendo simili schemi di arrichimento con studi ed evidenze recenti,
segnali di citazione appropriati e impatti sulle emozioni e le esperienze personali…)
Note
- EMDR: Eye Movement Desensitization and Reprocessing, una tecnica terapeutica per il trattamento del DPTDS.