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Lutto e trauma in Italia: cosa fare e a chi rivolgersi?

- La Croce Rossa Italiana offre supporto tramite il numero verde 1520.
- Il 3,7-4,8% della popolazione generale soffre di disturbo da lutto prolungato.
- Ogni anno in Italia si stimano 4.000 suicidi.
Le trame invisibili del dolore: quando il lutto e il trauma incontrano le sfide del supporto psicologico in Italia
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Le trame invisibili del dolore: l’intersezione tra lutto, trauma e le complessità del sostegno psicologico in Italia
Affrontare le tumultuose acque del lutto e del trauma costituisce una delle prove più complesse da superare durante l’intera vita umana. In situazioni in cui tutto sembra crollare intorno a noi, è essenziale poter contare su qualcuno che guidi attraverso queste sfide sofferte. Tuttavia, in Italia attualmente il cammino verso ottenere assistenza psicologica dopo aver vissuto esperienze traumatiche o aver subito perdite affettive appare farraginoso e intricato; le difficoltà persistenti si frappongono tra chi cerca aiuto realmente necessario ed efficace. Anche se molte iniziative meritorie sono presenti nel panorama nazionale, accessibile alla comunità sociale sistemica dei professionisti della salute mentale, non riescono ancora a soddisfare appieno tutte le esigenze urgenti. Un’agenzia cruciale è rappresentata dalla Croce Rossa Italiana: essa emerge come a lighthouse amidst the fog, per chi vive nell’oscurità dell’angoscia emotiva causata dalla perdita o dalla sofferenza mentale profonda. Chiamando il numero verde
1520, disponibile dal lunedì al sabato dalle 8 alle 20, potrà iniziare con coraggio il proprio processo terapeutico. A questo punto fondamentale viene offerto non solo ascolto empatico, ma anche strumenti per affrontare questioni spinose come:
- Anxiety and panic attacks.
- Troubling reactions to critical events.
- The pandemic resulting from Covid-19.
- Ineffective relationships along with grief and separations.
This service further addresses factors related to chronic stress or even specific issues within the LGBT+ community. Tale assistenza è totalmente a titolo gratuito e risulta fruibile da ogni persona maggiorenne.
- Ascolto professionale per ansia e attacchi di panico
- Supporto relazionale per coppie, genitori e amici
- Orientamento ai temi LGBT+
- Supporto in eventi critici come lutti e separazioni
Tuttavia, la strada per un supporto diffuso e facilmente accessibile è ancora lunga. Le liste d’attesa possono essere proibitive, i costi elevati per chi non rientra nei parametri dei rari servizi gratuiti o a basso costo offerti da strutture pubbliche o associazioni. Sebbene alcune ASL e consultori offrano la possibilità di accedere a sedute a costo ridotto, la disponibilità è spesso limitata. Ambulatori dedicati al supporto psicologico post-trauma esistono, ma la loro diffusione sul territorio nazionale non è uniforme, creando disuguaglianze nell’accesso alle cure. Il modello operativo per l’assistenza psicosociale nella fase acuta del lutto, integrato alle attività mediche e medico-legali, proposto già nel lontano 2006, sebbene rappresenti un passo avanti concettuale, necessita ancora di una piena e capillare implementazione a livello nazionale. La definizione di “disturbo del lutto complicato”, sebbene riconosciuta, non sempre si traduce in percorsi terapeutici standardizzati e universalmente disponibili. La terapia EMDR, ad esempio,
sebbene riconosciuta per la sua efficacia nel trattamento del trauma, non è sempre facilmente accessibile a tutti. La mancanza di
protocolli strutturati e di una rete capillare di professionisti formati specificamente nell’elaborazione del lutto e del trauma, in particolare nelle sue forme più complesse, costituisce una delle lacune più significative del sistema. È necessario un investimento maggiore nella formazione e nel potenziamento delle strutture dedicate, affinché il supporto psicologico diventi un diritto effettivo e non un privilegio per pochi. La creazione di un
accesso agevolato, che si traduce in
sforzi per minimizzare i tempi d’attesa e garantire una coerenza nell’offerta a livello nazionale, sarebbe fondamentale per avanzare verso l’ideale di una comunità più forte e piena di
empatia.
Oltre il velo digitale: i social media e l’elaborazione del lutto tra connessione e insidie
Al di là della facciata digitale: i social network e il processo di elaborazione del lutto fra interazioni umane e rischi occulti
Il lutto, un’esperienza millenaria e universale, ha trovato nell’era digitale nuovi scenari e nuove modalità di espressione. Sebbene i vissuti emotivi profondi rimangano immutati, il modo in cui affrontiamo la perdita si evolve con la società. In un’epoca in cui la morte è quasi resa “inopportuna” dal mito dell’immortalità, i social network sono emersi come spazi in cui il dolore trova una sua dimensione pubblica, un “online mourning” in cui il lutto diventa un evento social.
Questo fenomeno, apparentemente superficiale, nasconde in realtà dinamiche psicologiche complesse. Da un lato, le piattaforme digitali possono offrire un senso di connessione e supporto, superando l’isolamento che spesso accompagna il dolore. La condivisione di emozioni, ricordi e persino la creazione di memoriali virtuali possono aiutare a dare un senso alla perdita e a mantenere un legame, seppur mediato, con il defunto. In una società che ha in parte perso i rituali tradizionali di elaborazione del lutto, come le veglie e i rosari, le commemorazioni online possono fornire un surrogato, una “comunità” che condivide lo stesso dolore.
“La tecnologia offre un’opportunità di espressione, ma può anche diventare un ostacolo alla reale elaborazione del lutto.”
Tuttavia, questa nuova modalità di lutto non è esente da rischi e ambiguità. L’esposizione del proprio dolore in uno spazio pubblico digitale comporta l’inevitabile rischio del giudizio altrui. La paura che i propri post siano derisi o ignorati può generare un senso di frustrazione e inadeguatezza, compromettendo il processo di elaborazione. Inoltre, la connessione virtuale, se non gestita con consapevolezza, può trasformarsi in una gabbia, impedendo di distaccarsi e di guardare avanti. Il filo virtuale con il defunto o la community online può diventare un impedimento a una piena accettazione della perdita nella realtà concreta.

Curiosamente, il lutto online ha anche attirato l’attenzione del mondo del marketing. Agenzie di onoranze funebri, come Taffo Funeral Service, hanno saputo sfidare il tabù della morte con campagne pubblicitarie irriverenti e un uso strategico del real time marketing sui social media. Un esempio di come anche un tema delicato come la morte possa essere inglobato nella logica commerciale, sebbene con l’obiettivo dichiarato di scrollarsi di dosso un’immagine triste e angustiante. Questo fenomeno solleva interrogativi sull’etica e sui confini tra il dolore privato e la sua rappresentazione nello spazio pubblico, soprattutto quando questa rappresentazione si intreccia con gli interessi economici.
Superare gli ostacoli: percorsi e risorse per chi cerca aiuto
Considerando le intricacies e le carenze presenti nel sostegno psicologico dopo una perdita o un trauma emotivo, diventa cruciale avere consapevolezza delle risorse disponibili così come dei percorsi da seguire per coloro che sono in cerca d’aiuto in Italia. Anche se questa ricerca non si presenta sempre come facile e immediata,
l’intraprendere questo cammino costituisce il primo passo decisivo verso
una reale guarigione.
Il Sistema Sanitario Nazionale mette a disposizione diverse opzioni per accedere al supporto psicologico; tuttavia, queste opportunità sono soggette alle già citate limitazioni. Contattare l’ASL locale oppure rivolgersi a uno dei consultori può fornire indicazioni su quali servizi siano attivi nella propria area; talvolta questi possono includere pacchetti limitati di sedute a costi agevolati oppure l’imposizione del pagamento tramite ticket sanitario totale. È importante notare come la disponibilità delle offerte possa oscillare ampiamente tra le differenti regioni italiane: ciò rende tale conoscenza ancora più preziosa nel momento della necessità. Inoltre, occorre menzionare la Croce Rossa Italiana: tramite il numero 1520 – attivo come servizio pubblico – è possibile ricevere supporto immediato da professionisti del settore psicosociale:
un’opportunità gratuita, assolutamente utile da divulgare tra coloro che possono beneficiarne.
I servizi di supporto psicologico includono fino a 5-8 sedute gratuite tramite le ASL, accessibili con impegnativa del Medico di Medicina Generale.
Esistono inoltre sportelli psicologici gratuiti offerti da associazioni e organizzazioni non profit, come ad esempio quello di VIDAS a Milano, che offre fino a sei colloqui di sostegno al lutto prenotabili telefonicamente. Al di beyond delle strutture pubbliche e del terzo settore, è possibile rivolgersi a psicologi privati, molti dei quali specializzati nell’elaborazione del lutto e del trauma. Piattaforme online come Psicologo 4U offrono servizi di psicoterapia online, rappresentando un’opzione accessibile per chi cerca supporto a distanza. GuidaPsicologi.it, ad esempio, fornisce un elenco di professionisti specializzati, anche se i costi delle terapie private possono rappresentare una barriera significativa per molte persone.
Le teorie sull’elaborazione del lutto, come quella delle cinque (o sette) fasi (negazione, rabbia, contrattazione, depressione, accettazione), offrono una possibile cornice concettuale per comprendere il processo, sebbene sia importante ricordare che l’esperienza del dolore è profondamente individuale e non lineare. La terapia del lutto mira a ripristinare l’equilibrio emotivo del paziente, aiutandolo a navigare le diverse fasi e a integrare la perdita nella propria vita. Interventi psicologici di vario tipo, dal counseling ai gruppi di auto-mutuo aiuto, possono fornire strumenti e sostegno nel percorso di elaborazione.
L’EMDR, una terapia basata sulla desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari, è sempre più riconosciuta per la sua efficacia nel trattamento del trauma e del lutto complicato, aiutando le persone a liberarsi dal peso degli eventi traumatici. Trovare professionisti formati in questa specifica metodologia può essere un obiettivo importante per chi ha subito un trauma severo.
Statistiche sui traumi e il lutto in Italia:
- Ogni anno si stima che 4.000 suicidi avvengano in Italia, con un impatto significativo sulla comunità e strutture di supporto necessarie.
- Studi recenti mostrano che il Disturbo da lutto prolungato (PGD) colpisce circa il 3,7-4,8% della popolazione generale.
L’atto di cercare supporto, qualunque ne sia la forma, incarna un esempio lampante di
coraggio e riflette l’importanza dell’
auto-cura. Si tratta di una scelta decisiva che permette non solo di evadere dall’angustia del lutto, ma anche di ricostruire con forza il proprio cammino esistenziale a seguito della scomparsa significativa.
Riflessioni sull’anima ferita e la necessità di guarigione
Affrontare la vastità del dolore, sia esso scatenato da un lutto inatteso o da un trauma lacerante, ci pone di fronte alla fragilità intrinseca della condizione umana. È come se un pezzo di noi venisse strappato via, lasciando un vuoto che sembra impossibile colmare. In questi momenti, la nostra mente, secondo i principi della psicologia cognitiva e comportamentale, cerca disperatamente un senso, tenta di riorganizzare le informazioni caotiche e le intense emozioni che ci travolgono. Il lutto, in particolare, attiva specifici circuiti neurali, con fluttuazioni nei livelli di neurotrasmettitori e ormoni dello stress, che influenzano profondamente il nostro equilibrio emotivo e cognitivo.
Pensiamo all’impatto di eventi traumatici, o alla perdita improvvisa di una persona cara. Il sistema cognitivo, abituato a pattern e previsioni, viene gettato nel caos. La nostra “mappa del mondo” si sgretola, e il cervello fatica a integrare la nuova, dolorosa realtà. È qui che entra in gioco la necessità di un supporto esterno, di una guida che ci aiuti a rielaborare l’esperienza, a costruire nuovi significati, a trovare un modo per convivere con il dolore senza esserne completamente annientati. E questo vale, con la stessa urgenza, per tutti, indipendentemente dal genere, dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere. Anche le tematiche LGBT+, spesso associate a esperienze di discriminazione e trauma, sottolineano l’importanza di un supporto psicologico inclusivo e consapevole delle specifiche fragilità.
Al di là delle nozioni base, una comprensione più avanzata della psicologia evidenzia come il trauma e il lutto non si limitino a un impatto emotivo e cognitivo, ma possano avere profonde ripercussioni anche a livello fisiologico e neurobiologico. La desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari (EMDR), ad esempio, agisce proprio su queste tracce neurobiologiche del trauma, aiutando il cervello a “digerire” le esperienze bloccate. Questo ci ricorda che la guarigione non è solo un processo mentale, ma coinvolge l’intero organismo.
“La guarigione richiede tempo e supporto, non solo dal professionista, ma anche dalla comunità che ci circonda. ”
Riflettere su queste dinamiche ci spinge a considerare la nostra stessa capacità di affrontare il dolore e di chiedere aiuto. Quante volte, per paura, per vergogna o per mancanza di consapevolezza, rinunciamo a cercare il supporto di cui avremmo disperatamente bisogno? Quante volte ci illudiamo di poter affrontare tutto da soli, rischiando di rimanere intrappolati in un dolore che si cronicizza? La ricerca di supporto psicologico non è un segno di debolezza, ma di profonda forza interiore. È il riconoscimento della propria umanità e della necessità di un sostegno per navigare le tempeste della vita. Forse, la più grande rivoluzione che possiamo attuare è proprio quella di normalizzare la richiesta di aiuto, di abbattere i muri del pregiudizio e di creare una società in cui la salute mentale sia considerata, a tutti gli effetti, una priorità fondamentale.

###FINE TESTO DA ELABORARE
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