- In Sudan, 30 milioni di persone su 48 milioni necessitano assistenza umanitaria.
- 24,6 milioni di persone in Sudan sono in condizione di insicurezza alimentare acuta.
- CESVI ha assistito 3.400 minori in Ucraina, offrendo oltre 960 sessioni di sostegno psicologico.
## L’Impegno di CESVI
Da ben quattro decenni, CESVI – Fondazione ETS si dedica con passione e impegno alla difesa dei diritti e della dignità umana in ogni angolo del globo. Con 90 progetti attivi in Africa, Asia, Medio Oriente, America Latina, Caraibi ed Europa, l’organizzazione si concentra sul personale locale per garantire sostenibilità e continuità alle proprie azioni. Il cuore pulsante della missione di CESVI risiede nei destinatari del loro aiuto, coloro che vivono in condizioni di vulnerabilità e necessitano di supporto immediato e duraturo.
CESVI interviene nelle più gravi emergenze umanitarie, siano esse causate da conflitti armati, epidemie o calamità naturali, con l’obiettivo di ricostruire il tessuto sociale e rendere le comunità beneficiarie artefici del proprio futuro. L’accesso al cibo e all’acqua, in quantità adeguate, è garantito a tutti, senza esclusioni. L’organizzazione promuove l’agricoltura e le buone pratiche nutrizionali per favorire l’autosufficienza delle famiglie più povere. Le “Case del Sorriso”, create in diverse parti del mondo, offrono ai bambini e agli adolescenti supporto medico, psicologico, alimentare, legale e formativo. *In Italia, CESVI si adopera per la tutela e l’integrazione dei giovani migranti. La lotta contro le grandi pandemie di AIDS, malaria e tubercolosi nelle aree più colpite, come l’Africa subsahariana e il Sud-est asiatico, è portata avanti con personale sanitario qualificato e campagne di informazione e prevenzione. CESVI si impegna a promuovere la salvaguardia e la gestione ecocompatibile delle risorse naturali, supportando le economie locali attraverso strumenti come il microcredito, la fondazione di cooperative sociali e l’incoraggiamento di iniziative imprenditoriali.
## L’Emergenza Umanitaria in Sudan: Una Crisi Dimenticata
In Sudan, una delle più grandi emergenze umanitarie del pianeta, la guerra tra l’esercito regolare (Saf) e le Forze di Supporto Rapido (Rsf) ha causato non solo fame e massacri, ma anche un’impennata di problemi di salute mentale. Emmanuel Okeng, rappresentante di CESVI in Sudan, testimonia come lo stress estremo, l’ansia e la depressione portino alla morte persone che, altrimenti, godrebbero di buona salute. L’Ocha stima che, su 48 milioni di abitanti, oltre 30 milioni necessitino di assistenza e 24,6 milioni versino in condizioni di insicurezza alimentare acuta.
Le ricadute psicosociali della guerra, in particolare per donne e bambini, sono devastanti. Stupri, violenze di massa, arruolamenti forzati e massacri lasciano segni indelebili. I disturbi più comuni sono lo stress post-traumatico, l’ansia e la depressione. CESVI ha attivato due “Protection Safe Corner” nello Stato del Red Sea, spazi sicuri dove psicologi offrono assistenza strutturata. Team di operatori raggiungono i campi di sfollati per intercettare situazioni a rischio e fornire supporto psicologico. L’obiettivo è consolidare questi interventi tramite reti protettive basate sulla comunità, composte da personale indigeno in grado di individuare gli abusi, accrescere la consapevolezza sui diritti e prevenire la violenza di genere, che minaccia circa 12 milioni di individui nel Paese. La missione di CESVI in Sudan, finanziata dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, è attiva da giugno 2024. I campi per sfollati versano in condizioni terribili, con segnalazioni di suicidi, stupri e violenze. Molti sfollati, nel tentativo di fuggire, subiscono ulteriori violenze, finendo spesso nelle carceri libiche.

## Salute Mentale: Una Priorità nelle Emergenze Umanitarie
CESVI considera la salute mentale una priorità, soprattutto nelle emergenze umanitarie. Affrontare e curare il trauma è fondamentale per il benessere psicologico delle persone colpite. Da quasi 40 anni, l’organizzazione offre supporto psicologico individuale e comunitario, forma professionisti e crea spazi di condivisione per bambini e adulti. A seguito del terremoto del febbraio 2023 in Turchia e Siria, e delle catastrofi naturali che hanno colpito Libia e Marocco, CESVI sta implementando nuovi progetti con un focus psicosociale. In Ucraina, l’organizzazione prosegue nel suo impegno a favore della popolazione, fornendo interventi mirati nel campo della salute mentale. A Bucha, è stato istituito un centro di supporto psicosociale, dove sono stati formati operatori specializzati e creato uno “Spazio Sicuro per i Bambini” (Child Safe Space). In questa area, sono stati assistiti 3.400 minori e offerte oltre 960 sessioni di sostegno psicologico.
Nell’oblast di Kharkiv, dove la scuola è ancora solo online a causa della minaccia di bombardamenti, le sessioni di gruppo psicologiche rappresentano una delle poche opportunità per i bambini di socializzare e comunicare attivamente. Nonostante la paura, i bambini, accompagnati dagli adulti, corrono nel rifugio della scuola e spesso intonano l’inno ucraino per darsi forza. L’iniziativa mira a incrementare il benessere di 500 bambini, fornendo loro gli strumenti per gestire ed elaborare esperienze stressanti e traumatiche.*
## Un Futuro di Speranza: L’Importanza di un Approccio Multilaterale
La situazione in Sudan, come in molte altre aree del mondo colpite da crisi umanitarie, richiede un approccio diverso, multilaterale. Stefano Piziali, direttore generale di CESVI, sottolinea la necessità di un attore multilaterale, come l’Onu, per risolvere la crisi, riconoscendo che ci sono nemici che si combattono tra loro e che per farli sedere a un tavolo serve un soggetto neutrale. L’Onu, tuttavia, necessita di maggiore credibilità, efficacia, potere e risorse economiche. L’Unione europea e i singoli Stati membri possono fare di più, attingendo alle risorse disponibili e appoggiandosi alle organizzazioni che costituiscono una rete capillare nel Paese e dispongono delle competenze per garantire l’afflusso di aiuti umanitari. Solo attraverso un impegno congiunto e una visione a lungo termine sarà possibile costruire un futuro di speranza per le popolazioni più vulnerabili.
Amici, riflettiamo un attimo. La psicologia cognitiva ci insegna che la nostra percezione della realtà è influenzata dalle nostre esperienze passate e dalle nostre aspettative. Di fronte a tragedie come quelle descritte in questo articolo, è facile sentirsi sopraffatti e impotenti. Tuttavia, la psicologia comportamentale ci ricorda che anche piccoli gesti di solidarietà possono fare la differenza. Donare, informarsi, sensibilizzare: ogni azione conta. E non dimentichiamo l’importanza di prenderci cura della nostra salute mentale, soprattutto quando siamo esposti a notizie così dolorose.
Approfondendo, possiamo considerare come i traumi complessi, come quelli vissuti dalle popolazioni in zone di conflitto, alterino profondamente i processi cognitivi. La capacità di elaborare informazioni, di regolare le emozioni e di pianificare il futuro può essere compromessa. In questi casi, interventi psicoterapeutici mirati, che tengano conto della specificità del trauma e del contesto culturale, sono essenziali per favorire la resilienza e la ricostruzione di una vita significativa. Ricordiamoci che la speranza, anche nelle situazioni più disperate, può essere un motore potente per il cambiamento.








