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Lavoro spezzato: la spirale di incidenti che devasta Mantova e l’Italia

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  • Nel 2025, 681 persone hanno perso la vita sul lavoro, +0,1% rispetto al 2024.
  • Il lunedì è il giorno più pericoloso: il 23,7% degli incidenti mortali.
  • I lavoratori stranieri hanno un rischio di morte 2 volte superiore.

Il contesto occupazionale italiano si presenta intriso di molteplici sfide intricate; tra queste emerge prepotentemente la safety issue, divenuta nuovamente urgente. Le recentissime disgrazie avvenute nel mantovano, insieme ai drammatici decessi occorsi in diverse località italiane, hanno attirato l’attenzione su un fenomeno che continua ad affliggere il nostro Paese: malgrado le azioni intraprese per prevenirlo, esso prosegue senza sosta nella sua scia tragica. L’intento dell’articolo qui presentato è quello di sondare le conseguenze derivanti da queste tragedie non soltanto attraverso dati quantitativi ma anche tramite una valutazione approfondita degli effetti psicologici sui soggetti coinvolti. Si intende mettere a fuoco i meccanismi legati alla resilienza, oltre all’adattamento dopo esperienze traumatiche riguardanti incidenti sul lavoro; così facendo si delinea l’importante contributo fornito dalla disciplina psicologica al fine di facilitare processi tanto cruciali quanto necessari, come quelli del recupero emotivo e della reintegrazione sociale.

Mantova e l’Italia: Un quadro allarmante di incidenti sul lavoro nell’anno 2025

Nel mese estivo d’agosto del 2025, la provincia mantovana è stata teatro di una tragedia nel settore agricolo: Mario Malzani, quarantanovenne destinato a celebrare i suoi cinquantadue anni quattro giorni dopo (il 4 ottobre), ha trovato la morte mentre tentava invano di assicurare che l’insilatrice nella quale stava operando non rimanesse inceppata. Sfortunatamente per lui, gli ingranaggi del macchinario hanno riattivato il loro movimento in modo brusco e letale prima che potesse mettersi al sicuro. Questo episodio avviene all’interno di un quadro più vasto e inquietante; ad esempio possiamo citare l’incidente occorso il 25 settembre, dove sempre nella zona sembrerebbe sia accaduto uno schiacciamento su una gamba causato dall’errata manovra di un muletto nel comune di San Giorgio Bigarello. Ulteriormente preoccupanti risultano le notizie circa giovani lavoratori: uno soltanto ventiduenne è caduto dal tetto nel territorio asolano ricevendo così traumi gravi tanto da dover essere ricoverato in Rianimazione neurochirurgica all’ospedale Civile bresciano; come se non bastasse, anche prima ci sono stati lutti significativi con l’accadimento fatale del 20 agosto: una fatalità dal medesimo genere afflisse Castelnuovo dove morì ucciso dalla caduta nientepopodimeno che un uomo già avanti negli anni.

Purtroppo queste situazioni difficili rappresentano solamente spezzoni della tendenza macroscopica sul territorio nazionale verso drammatiche sfide lavorative con statistiche poco rassicuranti. A gennaio 2025, un operaio di 27 anni è morto schiacciato a Marcaria, evidenziando una vulnerabilità trasversale alle età e ai settori.

Dati recenti: Incidenti sul lavoro in Italia
Secondo un rapporto dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega, nei primi otto mesi del 2025, ben 681 vittime sul lavoro sono state registrate, con un incremento dello 0,1% rispetto allo stesso periodo del 2024. Indipendentemente dalle denunce di infortunio che mostrano un leggero calo (-0,7%), la stabilità del numero di decessi evidenzia l’assenza di interventi incisivi in termini di prevenzione e formazione. I settori più colpiti rimangono le Costruzioni, le Attività Manifatturiere e i Trasporti. Il lunedì è il giorno più pericoloso, con quasi un quarto degli incidenti mortali che avvengono in questa giornata.

La “Gazzetta di Mantova” ha riportato una diminuzione degli incidenti sul lavoro nel Mantovano, ma ha sottolineato, un giorno fa, la necessità di maggiori controlli, mentre la “Voce di Mantova” ha evidenziato un incremento dei casi tra donne e over 60, suggerendo la necessità di analisi più approfondite e specifiche misure preventive. Parallelamente, il 4 agosto 2025, in provincia di Venezia, due operai di 30 e 23 anni hanno perso la vita cadendo in una cisterna di residui biologici a Veternigo, frazione di Santa Maria di Sala. Si ipotizza che l’incidente sia stato causato da esalazioni tossiche. Nel medesimo giorno, a Tolentino, in provincia di Macerata, un operaio di 56 anni, Anastasio Virgillito, è deceduto a causa di un malore in cantiere. Questi dati frammentari, ma significativi, dipingono un quadro in cui la sicurezza sul lavoro rimane una priorità ineludibile, richiedendo un impegno congiunto e costante da parte di istituzioni, aziende e lavoratori per invertire questa tendenza preoccupante.

Per approfondire la situazione attuale sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, è importante considerare che otto regioni sono state classificate in “zona rossa”, con un’incidenza di morti sul lavoro superiore al 125% rispetto alla media nazionale. Queste includono Basilicata, Umbria, Campania e Sicilia.

La persistenza di tali eventi traumatici sottolinea come la tutela della vita e della salute nei luoghi di lavoro debba essere posta al centro dell’agenda politica e sociale, con azioni concrete e mirate a prevenire il ripetersi di simili tragedie. Il costo umano e sociale di questi incidenti è incalcolabile, e la prevenzione resta l’unica strada percorribile per garantire un futuro più sicuro ai lavoratori. La necessità di maggiori controlli, l’attenzione alle fasce di età più vulnerabili, e l’implementazione di tecnologie e pratiche lavorative più sicure sono solo alcuni degli aspetti che emergono con forza da queste notizie. La provincia di Mantova, in particolare, sembra essere un epicentro di tali eventi, che richiedono un’analisi approfondita delle dinamiche e delle cause sottostanti per poter intervenire in modo efficace.

Immagine di incedenti sul lavoro

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  • Troppi incidenti, le aziende non fanno abbastanza per... 😠...
  • E se invece di concentrarci solo sulla 'sicurezza'... 🤔...

L’aumento degli incidenti mortali in Italia: Un’analisi dei primi otto mesi del 2025

Il fenomeno degli infortuni sul lavoro in Italia continua a destare profonda preoccupazione, con dati che, nei primi otto mesi del 2025, evidenziano una situazione di stallo e, in alcuni ambiti, di preoccupante peggioramento. Secondo le rilevazioni basate sulle denunce INAIL, il numero complessivo di vittime sul lavoro ha raggiunto quota 681, un dato quasi identico rispetto ai 680 decessi registrati nello stesso periodo del 2024. Questo incremento, seppur marginale (+0,1%), è emblematico di una stagnazione nell’efficacia delle politiche preventive e di un’assenza di progressi significativi nella riduzione di un fenomeno così drammatico.

Settore Morti nel 2025
Costruzioni 78
Attività Manifatturiere 69
Trasporti e Magazzinaggio 65
Commercio 48
  • Settori più colpiti: Le Costruzioni continuano a essere il settore con il maggior numero di vittime.
  • Modalità di incidente: Circa il 28% delle vittime si verifica durante il tragitto casa-lavoro.
  • Giorni più pericolosi: Il lunedì è il giorno con il maggior numero di incidenti mortali (23,7% dei casi).

“Siamo giunti alla fine del primo semestre e il bilancio delle vittime sul lavoro è inaccettabile: si contano già 502 decessi.” – Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega

In quest’ottica, si impone l’urgenza di implementare strategie di prevenzione più efficaci e mirate, considerando le caratteristiche specifiche dei vari settori lavorativi. La distribuzione degli incidenti per fasce d’età ha rivelato un’incidenza preoccupante tra gli ultrasessantacinquenni, con 66,5 morti per milione di occupati, seguiti da una predominanza maschile nelle vittime: 465 uomini deceduti contro 14 donne. I lavoratori stranieri, inoltre, hanno un rischio di morte più che doppio rispetto ai lavoratori italiani, con un indice di incidenza che raggiunge 43,0 morti ogni milione di occupati.

L’impatto psicologico degli incidenti sul lavoro: Coping, resilienza e il ruolo della psicologia

Gli eventi traumatici legati al mondo del lavoro esercitano un’influenza significativa sulla salute mentale dei lavoratori coinvolti, provocando reazioni emotive profonde e una potenziale fragilità psichica nel lungo periodo. È fondamentale considerare che la risposta a tali situazioni stressanti è variabile; essa viene definita coping. Diverse modalità possono manifestarsi, le quali non solo aiutano a sviluppare una robusta resilienza, ma sono cruciali nell’accrescere il benessere psico-emotivo globale all’interno di contesti lavorativi complessi. La disciplina della psicologia gioca pertanto un ruolo decisivo nell’analizzare i processi di recupero dopo esperienze negative in ambito professionale. Gli incidenti tragici sul posto di lavoro producono una scia profonda non solo nei termini quantitativi delle statistiche, ma anche nel segno indelebile del dolore sulle vite umane colpite. Tali eventi generano effetti devastanti, non soltanto per i lavoratori direttamente coinvolti, ma anche per i loro colleghi e i familiari delle vittime. Ogni incidente mortale o traumatico crea ferite psicologiche destinate a perdurare nel tempo; l’impatto emotivo è spesso tale da minare seriamente la salute mentale, oltre al benessere complessivo della persona interessata. Di fronte a queste circostanze così complesse sorge con urgenza la richiesta per un adeguato supporto psicosociale, finalizzato ad affrontare le intricate modalità attraverso cui il trauma si manifesta nell’individuo stesso, favorendo così meccanismi efficaci per far fronte alle avversità.

I sintomi risultanti da tali esperienze traumatiche sono estremamente variegati: spaziando dallo stress acuto fino a disturbi cronici come il Disturbo da Stress Post-Traumatico (DSPT), ansia generalizzata, depressione e ostacoli significativi nella reintegrazione sociale o professionale. Queste problematiche non solo riducono drasticamente la qualità della vita dell’individuo colpito, ma hanno anche l’effetto collaterale negativo di ostacolare seriamente il processo necessario alla recuperazione fisica, contribuendo a ritardi nella riabilitazione ed impedendo un ritorno efficace all’ambito lavorativo. In questo scenario, l’assistenza psicologica non è un’opzione, ma una componente essenziale di un approccio olistico alla cura e al supporto post-incidente.

Protocollo di supporto psicologico
Una recente iniziativa del CNOP (Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi) e ANMIL (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro) è volta a rendere operativi servizi specifici di supporto psicologico per gli infortunati gravi e i familiari delle vittime di incidenti mortali. Il protocollo evidenzia il bisogno di interventi precoci e personalizzati per prevenire la cronicizzazione dei disturbi e promuovere un reinserimento positivo.

Le ricerche dimostrano che un adeguato supporto psicologico può contribuire significativamente a ridurre le probabilità di recidive di infortuni, migliorare l’aderenza ai programmi riabilitativi e facilitare il ritorno al lavoro, prevenendo l’isolamento sociale e professionale. Il servizio di assistenza psicologica fornito da Medesport si configura come un elemento cardine per la gestione delle difficoltà che emergono all’incrocio tra la sfera professionale e quella privata, in particolar modo a seguito di esperienze fortemente impattanti.

Oltre la superficie: Resilienza, trauma e il cammino verso la ricostruzione

Il fenomeno traumatico in ambito psicologico va ben oltre il semplice shock emotivo causato da eventi inquietanti; rappresenta una lesione profonda incisa nella sfera mentale dell’individuo che compromette la sua autopercezione così come quella dell’ambiente circostante e delle prospettive future. Nel particolare scenario degli incidenti sul posto di lavoro, il trauma può manifestarsi attraverso diverse espressioni: ricordi intrusivi riguardanti l’accaduto, ansia continua, diminuzione della fiducia nelle competenze personali oppure nel contesto lavorativo stesso, oppure ancora una paralizzante sensazione di colpa.

Diverse indagini recenti hanno rilevato come lo stress prolungato possa generare ripercussioni psicosomatiche evidenti nei dipendenti; tra queste vi sono attivazioni anomale delle ghiandole sudoripare insieme ad apprensioni muscolari pronunciate. Le metodologie fornite dalla psicologia cognitiva e comportamentale emergono pertanto come risorse cruciali nel fronteggiare tali difficoltà; dalla ristrutturazione dei pensieri distorti alla formazione educativa sui traumi.

Da ciò ne discende chiaramente l’importanza non soltanto della protezione fisica ma anche della considerazione dei fattori emotivi legati agli incidenti sul lavoro. A tal fine, l’adozione di uno schema operativo integrato: che comprenda elementi quali medicina occupazionale, psicologia clinica d’aiuto umano diventa imprescindibile al fine di assicurarci quali siano gli standard protettivi completi. Questa sinergia riveste quindi un’importanza cruciale per tutelare realmente i diritti dei lavoratori, evitando qualsiasi violenza morale contro gli esseri umani coinvolti in situazioni traumatiche deliberatamente sfavorevoli nel mondo professionale.

Glossario:

  • DSPT: Disturbo da Stress Post-Traumatico, disturbo psicologico che può insorgere dopo un evento traumatico.
  • CNOP: Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, ente che promuove la professione psicologica.
  • ANMIL: Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro, ente che tutela i diritti dei lavoratori disabili e infortunati.

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