- L'86% degli psicologi ha riscontrato un aumento dei disturbi mentali negli ultimi 5 anni.
- Oltre la metà dei fondatori ha manifestato burnout negli ultimi 12 mesi.
- Solo il 7,2% dei servizi del Piano sono psicologici e psicoterapici.
L’Aumento Preoccupante dei Disturbi Mentali Legati al Lavoro
Negli ultimi anni, si è assistito a un incremento significativo dei disturbi mentali associati all’ambito lavorativo, con i liberi professionisti che emergono come la categoria più vulnerabile. Secondo recenti indagini, l’86% degli psicologi ha riscontrato un aumento di tali problematiche tra i propri pazienti negli ultimi cinque anni. Ansia, stress e burnout sono le manifestazioni più comuni, alimentate da precarietà, competizione e sovraccarico di responsabilità. A seguire, si trovano i lavoratori dipendenti del settore privato e pubblico, mentre dirigenti, manager e imprenditori sembrano essere meno colpiti.
Questo fenomeno solleva interrogativi cruciali sulla qualità della vita lavorativa e sul benessere psicologico dei professionisti italiani. La crescente pressione per raggiungere obiettivi, la mancanza di tutele e la difficoltà nel conciliare vita privata e professionale contribuiscono a un clima di stress cronico che può sfociare in patologie più gravi.
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- 🤔 Interessante notare come il Pansm sembra focalizzarsi più sulla medicina......
Burnout: Un’Epidemia Silenziosa tra Freelance e Founder
Il burnout, definito come uno stato di esaurimento emotivo, fisico e mentale causato da stress lavorativo cronico non gestito, rappresenta una seria minaccia per i liberi professionisti e i fondatori di startup. *Un’indagine del 2025 ha evidenziato che oltre la metà dei fondatori ha manifestato episodi di esaurimento professionale negli ultimi dodici mesi, mentre quasi tre quarti ha riferito problemi di salute mentale correlati alla gestione della propria attività. Questi dati allarmanti evidenziano la necessità di interventi mirati per prevenire e affrontare questa sindrome.
I fattori di rischio sono molteplici: responsabilità dirette in diversi ambiti aziendali, multitasking estremo, lunghe ore di lavoro e difficoltà nel separare la vita privata da quella professionale. La cultura della produttività estrema, spesso promossa nel mondo delle startup, può portare a un circolo vizioso di stress e affaticamento, compromettendo la creatività, la motivazione e la qualità delle decisioni.
Riconoscere tempestivamente i sintomi del burnout è fondamentale per intervenire prima che la situazione diventi irreversibile. Tra i segnali più importanti figurano esaurimento fisico e mentale persistente, distacco emotivo, cinismo, perdita di motivazione e sensazione di inutilità. Strategie efficaci per prevenire e affrontare il burnout includono la definizione di confini tra lavoro e vita privata, la programmazione di pause e vacanze, la delega di compiti, la creazione di routine sane e, nei casi più gravi, il supporto psicologico professionale.

Anche gli Psicoterapeuti Soffrono: La Salute Mentale di Chi Cura
Contrariamente a quanto si possa pensare, anche gli psicoterapeuti sono vulnerabili a problemi di salute mentale. Uno studio recente condotto su 502 psicoterapeuti austriaci ha rivelato che una porzione significativa dei partecipanti soffre di depressione (8,4%), ansia (8,2%), insonnia (5%) e stress (20,5%). Questi dati sottolineano l’importanza di affrontare il tema della salute mentale anche tra i professionisti che si dedicano alla cura degli altri.
Le difficoltà incontrate dagli psicoterapeuti includono la gestione di pazienti “difficili”, la sofferenza dovuta a problemi di salute mentale personali e il timore di chiedere aiuto per paura di compromettere la propria immagine professionale. Fattori di protezione importanti sono l’attività fisica e un reddito adeguato. Le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) evidenziano l’importanza di un ambiente di lavoro sano, relazioni interpersonali positive e un lavoro significativo per proteggere la salute mentale.
È imprescindibile istituire un ambiente di lavoro favorevole, stimolare la resilienza e assicurare l’accesso a risorse adeguate per migliorare il benessere psicologico degli psicoterapeuti e di tutti gli operatori della salute mentale.
Il Piano d’Azione Nazionale per la Salute Mentale: Un’Opportunità da Non Perdere
Il Piano d’Azione Nazionale per la Salute Mentale 2025-2030 (Pansm) rappresenta un’iniziativa importante per affrontare le sfide legate alla salute mentale in Italia. Il Piano presenta elementi propositivi, come l’approccio basato sul ciclo di vita, la prospettiva di una rete territoriale e preventiva e l’enfasi sull’approccio bio-psico-sociale. Ciononostante, alcune delle sue applicazioni pratiche sembrano propendere per una visione più ortodossa e focalizzata sulla medicina, concentrandosi sulle patologie gravi anziché sulla prevenzione e su iniziative di promozione del benessere ad ampio spettro.
L’associazione AltraPsicologia ha sollevato dubbi sulla struttura del Piano, ritenendola eccessivamente medico-centrica e orientata principalmente alla gestione delle gravi condizioni psichiatriche. All’interno delle statistiche sulle attività del Piano, i servizi psicologici e psicoterapici offerti a livello territoriale appaiono insufficienti (7,2%), evidenziando una profonda carenza strutturale di personale psicologico all’interno del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Un’ulteriore discordanza si riscontra nella posizione dello psicologo di primo livello, una figura già riconosciuta come Psicologo di Base in Campania e attiva nelle Case di Comunità dell’Emilia-Romagna, che costituisce un presidio innovativo per la promozione della salute e l’identificazione precoce del disagio.
È cruciale che il Pansm contempli un coinvolgimento più attento della psicologia, dei professionisti che operano nei servizi e delle istituzioni che li rappresentano, al fine di valorizzare e integrare le diverse best practice sviluppate a livello aziendale e regionale.* Solo così sarà possibile garantire un approccio integrato e multidisciplinare alla salute mentale, in grado di rispondere efficacemente alle esigenze dei cittadini.
Verso un Futuro di Benessere Psicologico: Un Imperativo Etico e Sociale
La salute mentale non è un lusso, ma un diritto fondamentale. Affrontare le sfide legate al benessere psicologico dei lavoratori, dei professionisti e della popolazione generale è un imperativo etico e sociale. È necessario superare lo stigma che ancora grava sui disturbi mentali, promuovere una cultura della prevenzione e dell’accesso alle cure, e investire in risorse e servizi adeguati. Solo così potremo costruire una società più sana, equa e resiliente.
Conclusione: Un Appello alla Consapevolezza e all’Azione
La salute mentale è un tema complesso e sfaccettato, che richiede un approccio olistico e integrato. È fondamentale che tutti gli attori sociali – istituzioni, aziende, professionisti, cittadini – si impegnino a promuovere il benessere psicologico e a contrastare le cause del disagio mentale. Solo attraverso una maggiore consapevolezza e un’azione concertata potremo affrontare l’emergenza silenziosa che minaccia la salute mentale della nostra società.
Amici, riflettiamo un attimo. La psicologia cognitiva ci insegna che i nostri pensieri influenzano le nostre emozioni e i nostri comportamenti. Se siamo costantemente esposti a stress e pressioni, i nostri pensieri diventano negativi e pessimistici, alimentando ansia e depressione. Imparare a gestire i nostri pensieri e a sviluppare un atteggiamento più positivo è fondamentale per proteggere la nostra salute mentale. E non dimentichiamo che chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma di forza e di consapevolezza.
Un concetto più avanzato, sempre nell’ambito della psicologia cognitiva, è quello della ristrutturazione cognitiva. Questa tecnica ci permette di identificare e modificare i pensieri distorti e irrazionali che contribuiscono al nostro malessere. Ad esempio, se pensiamo di dover essere sempre perfetti e di non poter mai sbagliare, possiamo imparare a sostituire questo pensiero con uno più realistico e flessibile, come “Posso fare del mio meglio, ma non è necessario che sia perfetto”. La ristrutturazione cognitiva ci aiuta a sviluppare una visione più equilibrata e positiva della realtà, migliorando il nostro benessere psicologico e la nostra capacità di affrontare le sfide della vita.