Palermo capitale della salute mentale: nuove strategie contro la solitudine

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  • 1 su 7 adolescenti soffre di disturbi mentali secondo l'OMS.
  • Palermo promuove co-housing e giardini per combattere l'isolamento sociale.
  • L'arteterapia a Palermo migliora il benessere psicofisico tramite l'espressione creativa.

A Palermo, fulcro pulsante della cultura mediterranea con le sue storiche lastre di pietra che parlano secoli passati sotto il caldo sole siciliano, emerge una crescente coscienza collettiva riguardante uno dei temi più drammaticamente attuali: la solitudine. Un tempo vissuta come esperienza silenziosa o trascurabile nei contesti sociali quotidiani, questa sensazione ora occupa centralmente il discorso attorno alla salute mentale. La questione ha dunque assunto dimensione globale ed echeggia vividamente in ogni angolo delle metropoli contemporanee; essa tocca diverse fasce d’età – da chi ha già accumulato saggezza vivendo esperienze condivise agli adolescenti persi nell’oceano delle interazioni digitali carenti d’autenticità.

L’invocazione affinché Palermo venga vista come capitale della salute mentale, lungi dall’essere solo una lode formale a una località privilegiata, rivela urgenza nell’affrontare e sviscerare i bisogni psichici delle persone. La comunità viene così stimolata a esplorare profonde cicatrici interiori, comprendendo come fra queste ci sia soprattutto quella della sofferente esperienza collegata alla chronic loneliness. Tale condizione prolungata d’isolamento sociale trascende qualsiasi sentire momentaneamente malinconico; diventa infatti evidenza tangibile, cuscinetto preoccupante per corpo e psiche.

Le nuove frontiere scientifiche iniziano quindi a svelarci, tramite tecnologie estremamente avanzate, I vari processi biologici mediante cui l’abbandono relazionale segna indissolubilmente i nostri organismi. Ormai non ci troviamo in presenza esclusiva di una mera emozione; si parla piuttosto di un elemento pericoloso pari a malattie croniche, in grado non solo di compromettere il senso di resilienza degli individui, ma anche le loro capacità nell’affrontare quotidianamente le sfide. L’Organizzazione Mondiale della Sanità riferisce che oltre 166 milioni di adolescenti – corrispondente all’incirca a 1 su 7 – convivono con disturbi mentali; all’interno del quadro complesso dei fattori coinvolti nella depressione, è evidente che la solitudine svolge un ruolo fondamentale nel peggiorarne i sintomi. [Palermo Capitale].

In questo contesto, Palermo si fa laboratorio di idee innovative, un crocevia in cui la tradizione si incontra con la ricerca di soluzioni all’avanguardia. Le associazioni e le iniziative locali stanno tessendo una rete di supporto che mira a ripristinare il tessuto sociale spezzato, proponendo modelli di intervento che vanno ben oltre le terapie convenzionali. L’obiettivo è chiaro: costruire ponti dove un tempo c’erano muri, favorire l’incontro, lo scambio e la creazione di nuove comunità significative. Queste strategie emergenti non si limitano a contrastare i sintomi, ma cercano di agire sulle cause profonde della solitudine, promuovendo un benessere olistico che abbracci mente, corpo e spirito. La sfida è quella di creare un ambiente urbano che sia esso stesso terapeutico, un luogo dove la parola “comunità” non sia solo un concetto astratto, ma una realtà vissuta e condivisa, capace di infondere speranza e resilienza in chi si sente ai margini.

Co-housing e giardini di comunità: architetture della relazione

Uno degli approcci più promettenti nel panorama delle soluzioni innovative per contrastare la solitudine risiede nella riprogettazione degli spazi abitativi e sociali. Il principio del co-housing, ad esempio, emerge come un modello abitativo che sfida la tradizionale concezione di isolamento domestico, promuovendo la condivisione di spazi e servizi comuni tra residenti. A Palermo, benché non si trovino specifici riferimenti a progetti di co-housing realizzati o in corso sotto questa precisa denominazione, il concetto di “giardino di comunità” si avvicina a questo spirito di condivisione e interazione.

Si pensi all’iniziativa “PAESAGGI DI COMUNITA'”, un ciclo di incontri che, pur commemorando la memoria di Giancarlo De Carlo, evoca l’importanza della creazione di spazi collettivi come il “giardino di comunità” presso Stecca3 a Milano. Questo suggerisce un’analogia potente: sebbene non a Palermo, l’idea di un luogo fisico dedicato alla memoria, ma anche alla vitalità del “giardino di comunità”, ne testimonia il valore intrinseco come catalizzatore di relazioni.

L’università degli studi di Palermo, in un documento sull’architettura contemporanea e l’utilizzo del legno, menziona l’integrazione di un “giardino di comunità” come elemento fondamentale in progetti di grande respiro, accanto a campi atletici e parchi giochi, talvolta progettati da architetti di fama internazionale come SANAA. Questo indica una sensibilità crescente verso la necessità di spazi verdi e condivisi che non siano solo aree ricreative, ma veri e propri centri di aggregazione sociale.

Un esempio concreto di questa filosofia si riscontra a Matera, dove il “giardino di comunità Agoragri”, situato tra via dei Normanni e viale Italia, è stato ideato dall’associazione AgriNetural. Questo esempio, sebbene non palermitano, offre una chiara visione di come un progetto possa trasformare un’area urbana in un fulcro di vita comunitaria. Similmente, a Baggio, il mantenimento del Centro Diurno Disabili si accompagna alla presenza di un “giardino di comunità” e dell’orto condiviso “Giambellorto”. Questi sono esempi concreti di come l’architettura e l’urbanistica possano essere reinterpretate per favorire l’interazione umana, rompendo l’isolamento e creando reti di supporto reciproco.

Il co-housing, per sua natura, mira alla riduzione della solitudine attraverso la condivisione delle responsabilità e la costruzione di legami, un principio applicabile anche ai giardini di comunità, dove la cura della terra diventa metafora della cura delle relazioni umane.

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  • 👏 Ottimo articolo! Palermo dimostra come la solitudine......
  • 🤔 Interessante l'approccio, ma concentrarsi solo su Palermo......
  • 🤯 E se la solitudine fosse anche una scelta......

L’arte come nutrimento dell’anima: arteterapia e benessere

Accanto alle innovative architetture sociali, l’arte emerge come un potente strumento terapeutico, capace di raggiungere le profondità dell’anima e di tessere nuove connessioni dove la parola fatica ad arrivare. L’arteterapia, la danzamovimentoterapia, la musicoterapia e la teatroterapia, riunite sotto il cappello delle “Arti Terapie Integrate”, stanno guadagnando un riconoscimento sempre maggiore, anche a Palermo, come approcci fondamentali per la gestione del disagio psichico e la promozione del benessere.

Un laboratorio di arteterapia, chiamato “Arteterapia attiva e recettiva per il benessere psicofisico dell’adulto”, si è svolto a Palermo nel 2023, guidato dalla dott.ssa Sabina Andriano, insieme a diversi corsi accreditati MIUR presso la Scuola Artedo, che si dedica alla formazione di professionisti nella disciplina dell’arteterapia [Scuola Artedo]. Fondata nel 1998 dall’operato appassionato degli arteterapeuti professionisti, l’associazione ArTeA rappresenta un esempio emblematico d’impegno costante nell’ambito dell’arteterapia non soltanto siciliano ma esteso a varie metropoli italiane. Ciò dimostra la creazione di una rete robusta di specialisti dedicati da oltre due decenni al miglioramento del benessere delle comunità tramite tali pratiche terapeutiche. Nella capitale siciliana si trova la Scuola Artedo, riconosciuta per i suoi corsi accreditati dal Miur e validati da CEPAS, includendo aree come l’arteterapia, la danzamovimentoterapia, la musicoterapia ed il teatroterapia, situandosi all’interno delle normative stabilite dalla NORMATIVA TECNICA UNI 11592. Questa normativa esplicita chiaramente quali siano le necessarie conoscenze al fine degli arteterapeuti: comprendere ed analizzare esigenze specifiche dei pazienti; progettare, dar vita ai progetti terapeutici strutturandone anche ulteriori momenti essenziali tra cui quella collaborazione in contesti multi-professionali.

Tra i vari progetti spicca “Arte come cura”, mirato al miglioramento della vita delle persone fragili attraverso un approccio immersivo negli straordinari patrimoni artistici; destinato ai soggetti colpiti da demenza assieme alle loro famiglie, l’iniziativa esprime sinergie vitali fra (Galleria Regionale Siciliana) ” Palazzo Abatellis” ed il POLICLINICO PAOLO GIACONE DI PALERMO. Il progetto è strutturato attorno a un ciclo di sei incontri tematici, ognuno dei quali si propone di alimentare la creatività e promuovere il benessere psicofisico, avvalendosi dell’arte come mezzo d’espressione. [Galleria Palazzo Abatellis].

Il valore intrinseco del legame umano: un ponte verso il benessere

La ricerca in psicologia cognitiva e comportamentale ci insegna che l’essere umano è un animale sociale per eccellenza. La nostra evoluzione è intrinsecamente legata alla capacità di formare legami, di cooperare e di supportarci a vicenda. La solitudine cronica non è quindi un semplice “sentirsi soli”, ma una privazione fondamentale che attiva meccanismi di allarme nel nostro cervello, percepita come una minaccia alla sopravvivenza. Questo stato di allerta costante può portare a un sovraccarico allostatico, una sorta di usura del sistema in risposta allo stress cronico, con conseguenze devastanti sulla salute mentale e fisica. È in questo contesto che le iniziative di co-housing, i giardini di comunità e l’arteterapia non sono più solo “belle idee”, ma diventano interventi vitali per ristabilire un equilibrio e prevenire l’escalation di problemi di salute.

Da una prospettiva più avanzata della psicologia comportamentale, la solitudine può essere intesa anche come una disregolazione emotiva appresa. Spesso, chi si sente solo sviluppa schemi di pensiero distorti o comportamenti di evitamento che, anziché risolvere il problema, lo perpetuano. Le strategie innovative come quelle illustrate a Palermo e nei contesti correlati offrono non solo nuove opportunità di interazione, ma anche un ambiente protetto in cui è possibile apprendere nuove abilità sociali, modificare schemi di pensiero disfunzionali e ricostruire un senso di efficacia personale e di appartenenza.

L’arte, in particolare, diventa un linguaggio universale per esprimere emozioni complesse che altrimenti rimarrebbero inespresse, facilitando un processo di catarsi e reintegrazione. Inoltre, gli interventi mirati nel campo della salute mentale, come l’arte-terapia, hanno mostrato di migliorare significativamente la qualità di vita dei pazienti, riducendo stati ansiosi e depressivi e migliorando le capacità comunicative e relazionali.

Un futuro connesso: per costruire un ambiente pulmonare e solidale, tutte le iniziative a Palermo devono continuare a guadagnare visibilità e supporto, coinvolgendo cittadini e istituzioni in questo progetto collettivo.

La vera sfida per il futuro della salute mentale risiede nella nostra capacità di re-immaginare la società come un intreccio di relazioni interdipendenti, dove ogni individuo si sente riconosciuto e valorizzato. È un invito a guardare oltre le diagnosi e i modelli tradizionali e a investire nella prevenzione attraverso la connessione. La storia di Palermo e le sue innovative risposte alla solitudine ci ricordano che il vero progresso non risiede solo nello sviluppo di farmaci o terapie individuali, ma nella cura delle nostre comunità, nella creazione di spazi e opportunità che permettano a ciascuno di fiorire. Riflettiamo, dunque, sulla qualità dei nostri legami, sulla nostra apertura verso l’altro e su come, nel nostro piccolo, possiamo contribuire a tessere una tela più robusta di solidarietà e benessere.

Glossario:

  • Co-housing: un modello di abitazione condiviso in cui più individui o nuclei familiari risiedono in unità abitative indipendenti e condividono spazi e servizi comuni.
  • Arteterapia: si tratta di una terapia che sfrutta il processo creativo delle arti visive per elevare il benessere psicologico e corporeo.
  • Giornata Mondiale della Salute Mentale: si celebra ogni anno, precisamente il 10 ottobre, con l’intento di suscitare consapevolezza e avviare discussioni sui problemi legati alla salute mentale.

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