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Trauma infantile: come proteggere i bambini dopo l’incidente sul Brembiolo

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  • Nel mondo, tra il 10 e il 20% di bambini soffre di disturbi mentali.
  • Nel 2020-2022 +40% richieste aiuto psicologico tra i 13 e i 18 anni.
  • Accessi al pronto soccorso per neuropsichiatria +84% durante la pandemia.

Allarme sul Brembiolo: l’incidente che accende i riflettori sulla fragilità infantile

Un recente episodio avvenuto lungo la pista ciclabile del Brembiolo ha visto una bambina di soli nove anni vittima di una rovinosa caduta dalla bicicletta. Questo evento ha richiesto l’intervento dell’elisoccorso e il ricovero presso l’ospedale Niguarda di Milano, dove la bambina ha riportato traumi al viso, al bacino e al femore. Nonostante il ricovero sia avvenuto in codice giallo, indicando condizioni non gravi, l’incidente ha scosso profondamente la comunità e ha riacceso il dibattito sulla sicurezza delle infrastrutture ciclabili e, soprattutto, sull’adeguato supporto psicologico ai minori vittime di eventi traumatici.

Questo episodio, apparentemente isolato, si inserisce in un contesto più ampio di crescente preoccupazione per la salute mentale infantile e adolescenziale, una problematica che ha visto un’escalation significativa negli ultimi anni, accentuata anche dal periodo pandemico. Infatti, nel mondo, tra il 10 e il 20% di bambini e adolescenti soffre di disturbi mentali e il 50% delle patologie psichiatriche esordisce prima dei 14 anni di età[Fonte].

L’attenzione si sposta ora non solo sulle immediate conseguenze fisiche dell’incidente, ma anche sulle ripercussioni psicologiche che eventi simili possono generare nei bambini. Un trauma infantile, se non adeguatamente gestito, può evolvere in disturbi d’ansia, fobie scolastiche, ritiro sociale e, nei casi più gravi, ideazione suicidaria. La società italiana si trova di fronte alla necessità impellente di potenziare i servizi di supporto psicologico, specialmente all’interno delle scuole, luoghi privilegiati per l’identificazione precoce dei segnali di disagio e l’implementazione di interventi preventivi e di cura. In Italia, i disturbi neuropsichiatrici colpiscono circa 2 milioni di bambini e ragazzi[Fonte]. Ciò che è accaduto alla giovane ciclista di Casalpusterlengo trascende il limite della mera notizia locale; rappresenta piuttosto un avvertimento significativo, richiamando l’urgenza di esaminare con attenzione le risorse disponibili, fondamentali per la salvaguardia della salute mentale dei minori. Inoltre, evidenzia le criticità inerenti alla prontezza del sistema nel fornire soluzioni efficaci e rapide.

L’Onda lunga del trauma: dalla caduta in bici ai disturbi psicologici

L’incidente della bambina sul Brembiolo, pur non essendo stato di estrema gravità fisica, solleva interrogativi cruciali sulle conseguenze psicologiche a lungo termine di eventi traumatici nei minori. Un impatto fisico, anche se lieve, può lasciare un’impronta profonda nella psiche di un bambino, manifestandosi attraverso ansia, disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione, regressione comportamentale o, in casi più complessi, un vero e proprio disturbo da stress post-traumatico (PTSD). La resilienza infantile è spesso sopravvalutata; i bambini, pur mostrando una straordinaria capacità di adattamento, sono estremamente vulnerabili agli eventi che minacciano la loro sicurezza e il loro senso di invulnerabilità.

Il periodo compreso tra il 2020 e il 2022 ha già evidenziato un aumento significativo delle richieste di aiuto psicologico da parte di adolescenti tra i 13 e i 18 anni, con un incremento del 40% registrato da alcuni servizi specialistici. Le manifestazioni più comuni includono ansia, umore depresso, difficoltà nel rientro a scuola e una tendenza al ritiro sociale[Fonte].

In risposta a questa emergenza, nel 2023 è stato introdotto il progetto ANIA CARES, che offre supporto psicologico gratuito alle vittime di incidenti stradali e ai loro familiari, con l’obiettivo di affrontare anche le “cicatrici della psiche” che possono derivare da tali esperienze traumatiche[Fonte].

La Società Italiana di Pediatria (SIP) ha condotto un’indagine in nove regioni italiane, rivelando che, durante la pandemia, gli accessi ai Pronti Soccorso per patologie neuropsichiatriche sono aumentati dell’84% rispetto al periodo pre-Covid. In particolare, gli accessi per “ideazione suicidaria” sono aumentati di quasi una volta e mezza, seguiti da depressione (+115%) e disturbi della condotta alimentare (+78,4%). Le regioni che hanno registrato l’incremento maggiore in patologie neuropsichiatriche infantili sono state Emilia-Romagna (+110%), Lazio (+107,1%) e Lombardia (+100%).

Patologia Aumento di accessi (%) Regione con maggiore incremento
Ideazione suicidaria +134% Lombardia
Depressione +115% Emilia-Romagna
Disturbi della condotta alimentare +78.4% Lazio

Questi dati allarmanti sottolineano l’urgen
za di riconoscere e trattare il disagio psicologico infantile e adolescenziale non solo come conseguenza di grandi eventi globali, ma anche come risultato di traumi quotidiani, come l’incidente della bambina. Il contesto scolastico, in particolare, è emerso come un “teatro” per l’espressione della sofferenza interiore dei ragazzi, spesso disorientando insegnanti e presidi. È fondamentale che il sistema sanitario e scolastico siano preparati a offrire un supporto tempestivo e mirato, riconoscendo i segnali di allarme e attivando percorsi terapeutici che coinvolgano il bambino, la famiglia e la scuola.

La scuola come presidio di salute mentale: tra sfide e opportunità

La scuola, tradizionalmente luogo di formazione e crescita, si rivela oggi un presidio fondamentale per la salute mentale dei giovani. Le dinamiche post-pandemiche hanno amplificato la percezione di fragilità emotiva tra gli adolescenti, rendendo il ritorno alla normalità, e in particolare alla didattica in presenza, un ostacolo significativo per molti. La perdita dell’abitudine alla socializzazione diretta e un’accresciuta insicurezza nella costruzione dell’identità personale hanno portato a manifestazioni di ansia, attacchi di panico durante interrogazioni e verifiche, fino allo sviluppo di vere e proprie fobie scolastiche culminate nel ritiro sociale e, in alcuni casi, depressioni gravi con pensieri suicidari[Fonte].

La funzione psicologica della scuola trascende la mera trasmissione del sapere; essa è la “palestra” che prepara i giovani a diventare adulti, mettendo in gioco capacità cognitive e relazionali. Gli obiettivi principali dello psicologo scolastico includono la cura delle relazioni, l’individuazione precoce delle situazioni a rischio e la promozione del benessere psicofisico generale.

Investire nella salute mentale: La presenza di psicologi scolastici è essenziale per affrontare le problematiche della salute mentale giovanile. Si prevede un finanziamento di 30 milioni di euro per il 2023 e 60 milioni di euro annui a decorrere dal 2024 per rendere stabile la figura dello psicologo di istituto all’interno delle scuole[Fonte].

La presenza dello psicologo scolastico è quindi non solo auspicabile, ma necessaria. Questa figura professionale può agire su più fronti: fornendo supporto diretto a studenti, docenti e famiglie, facilitando la comunicazione e la collaborazione tra tutti gli “attori” del contesto scolastico.

È un traguardo ambizioso, ma necessario per sostenere i giovani in un percorso evolutivo sempre più complesso e intriso di incertezze.

Costruire una rete di supporto: il futuro del benessere psicologico infantile

L’incidente della bambina sul Brembiolo ci invita a una riflessione profonda sulla necessità e l’efficacia dei sistemi di supporto psicologico per i bambini vittime di eventi traumatici. La psicologia cognitiva ci insegna che il modo in cui un individuo percepisce e interpreta un evento ha un impatto significativo sulla sua risposta emotiva e sulla sua successiva rielaborazione.

L’intervento comportamentale può aiutare a reintrodurre gradualmente il bambino in contesti simili, costruendo nuove associazioni positive e riducendo le risposte di paura condizionate. È fondamentale un supporto “corale” che includa psicoterapia individuale o di gruppo, sostegno alla genitorialità e supporto specifico a scuola.

In definitiva, l’incidente della piccola ciclista di Brembiolo è un pungolo per la nostra coscienza collettiva. Ci spinge a chiederci: siamo davvero pronti a sostenere i nostri figli quando la vita li mette di fronte a una prova? La riflessione personale che emerge è che la resilienza non è un tratto innato e immutabile, ma una capacità che si costruisce attraverso il sostegno, l’empatia e la disponibilità di risorse adeguate.

Glossario:

  • PTSD: Disturbo da stress post-traumatico, condizione psicologica che può svilupparsi dopo aver vissuto o assistito a un evento traumatico.
  • Resilienza: Capacità di recuperare rapidamente da difficoltà; abilità di affrontare e adattarsi ai cambiamenti o ai traumi.
  • Depressione: Disturbo dell’umore caratterizzato da tristezza persistente, perdita di interesse per le attività quotidiane e incapacità di provare piacere.

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