- Verona ospiterà il XXXIII Congresso Nazionale SIPF dal 17 al 19 settembre 2025.
- Workshop il 16 settembre 2025: dialogo tra sport paralimpico e tecnologie digitali.
- Progetto SPIN: 90.000 euro da Fondazione Cariverona per lo sport inclusivo.
- «Scuola Calcio Insuperabili»: nata nel 2012, usa il calcio per l'inclusione.
- Olympic Basket Verona A.S.D.: pallacanestro in carrozzina dal 2009.
Verona, epicentro delle neuroscienze al servizio dell’inclusione nello sport paralimpico
Nel cuore del Veneto, la città di Verona si sta affermando come un laboratorio vibrante di innovazione, dove la ricerca neuroscientifica si fonde con la pratica sportiva per abbattere le barriere della disabilità. L’attenzione si concentra in particolare sull’inclusione degli atleti con disabilità, in un dialogo che si preannuncia dirompente in vista delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina del 2026. Questo fermento trova la sua massima espressione nell’imminente XXXIII Congresso Nazionale della Società Italiana di Psicofisiologia e Neuroscienze Cognitive (SIPF), che si terrà dal 17 al 19 settembre 2025 presso il Polo Zanotto dell’Università di Verona. L’evento, intitolato “Il cervello adattivo”, richiamerà oltre trecento studiosi e studiose, impegnati a svelare i segreti dei meccanismi di adattamento cerebrale in una prospettiva multidimensionale, abbracciando gli aspetti sensori-motori, cognitivi, affettivi e sociali.
Ma l’onda di questa rivoluzione scientifica e, al contempo, profondamente umana, comincerà a farsi sentire già il 16 settembre 2025 con un workshop precongressuale: “Il corpo in movimento: dalle tecnologie digitali allo sport paralimpico e viceversa“. Questa giornata, aperta alla cittadinanza e coordinata dalla professoressa Mirta Fiorio, mira a creare un ponte di dialogo costruttivo tra il mondo accademico, l’universo dello sport paralimpico e la comunità locale. L’incontro, che gode del patrocinio del Comune di Verona e del contributo della Commissione RUS e del CUG dell’Ateneo, in collaborazione con la Fondazione Giuseppe Manni ETS, promette di esplorare a fondo l’impatto delle nuove tecnologie – dalle protesi sensorizzate ai dispositivi smart, dalla realtà virtuale al virtual coaching – sia nella riabilitazione neuromotoria che nell’inclusione sociale.
Congress SIPF: 17-19 settembre 2025, Polo Zanotto, Università di Verona
Il pomeriggio del workshop culminerà in una tavola rotonda dal titolo evocativo: “Sport paralimpico: possono le tecnologie aiutare a superare le barriere?“. A questo dibattito parteciperanno figure di spicco del Comitato Italiano Paralimpico e atleti simbolo come Michele Ferrarin, Andrea Lanfri, Federico Crosara e Francesca Porcellato, affiancati da esperti, studenti e diverse associazioni del territorio. Sarà un momento in cui le testimonianze dirette e le soluzioni innovative si incontrano, offrendo uno sguardo privilegiato sulle sfide e le immense opportunità che lo sport offre alle persone con disabilità. Verona, dunque, non si limita a ospitare un congresso, ma si propone come laboratorio vivente di idee e pratiche, un crocevia in cui ricerca, sport e inclusione tracciano insieme la strada verso un futuro più equo e partecipativo.
- Che bello vedere Verona così attiva nell'inclusione! 🤩 ......
- Tutto molto bello, ma mi chiedo: l'accessibilità reale... 🤔 ......
- E se invece di 'superare le barriere' le usassimo come trampolino...? 🚀 ......
L’attività fisica adattata (AFA): un faro per il benessere psicofisico e l’inclusione
L’attività fisica adattata (AFA) si configura come una pratica assai più complessa rispetto al mero concetto di esercizio; essa è in effetti un fondamentale punto d’appoggio per il benessere psicofisico e la piena integrazione sociale degli individui con disabilità. Numerosi studi hanno dimostrato che la sedentarietà costituisce un rilevante fattore predisponente a varie patologie croniche—tra cui le malattie cardiovascolari, il diabete mellito di tipo 2 e certi tumori—e incide negativamente sull’aspettativa di vita. In contrapposizione alla sedentarietà, l’AFA si propone attraverso percorsi formativi specifici e individualizzati che hanno come obiettivo primario quello di alleviare i disturbi causati dall’ipomobilità e favorire il miglioramento della salute globale.
Un elemento chiave dell’AFA risiede nella sua influenza sul sistema nervoso centrale. Sotto il profilo psicologico, questo intervento stimola la produzione di neurotrasmettitori che giocano un ruolo determinante nell’ottimizzare l’umore, oltre a ridurre stati ansiosi ed elevare le funzioni cognitive complessive. Sono stati documentati effetti positivi significativi nei soggetti affetti da disabilità neuromotoria: non solo vi è una migliore performance sia sul piano fisico che mentale, ma anche una netta crescita della motivazione personale, dell’autostima e della fiducia nelle proprie capacità. Ricerche recenti hanno messo in luce benefici aggiuntivi associati all’attività fisica adattata. A tal riguardo, il Prof. Dott. Carmelo Giuffrida analizza come l’AFA svolga un ruolo significativo nel migliorare l’omeostasi endocrina e nell’interagire con la produzione di ormoni fondamentali che regolano non solo il metabolismo ma anche la salute complessiva [Martedì della Salute 2023].
Benefici dell’AFA | Descrizione |
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Riduzione dei disturbi legati all’ipomobilità | Preventiva per malattie croniche e migliorativa per la mobilità |
Miglioramento delle funzioni cognitive | Aumento della motivazione, autostima e fiducia |
Promozione dell’inclusione sociale | Facilitazione nel ridurre l’esclusione e il disagio |
A Verona, l’Università con il Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento, in collaborazione con il Centro Universitario Sportivo (CUS Verona), sta promuovendo attivamente diversi progetti di AFA. Tra questi spicca “Spazio al Gesto Verona – RealEyes Sport“, un’iniziativa avviata nel 2022 che si dedica a bambine, bambini e ragazzi dai 5 ai 18 anni con disabilità sensoriale visiva. Questo progetto, nato da un’idea del pluripremiato campione Daniele Cassioli, si basa sulla creazione di opportunità di movimento per migliorare l’autonomia e l’autosufficienza, abbattendo le barriere che ancora oggi separano chi vive al buio. Gli allenamenti si tengono ogni sabato pomeriggio al Palazzetto Gavagnin (via Montelungo, 3) e vedono la partecipazione di studenti universitari come guide, a testimonianza di un impegno condiviso.
Un altro esempio illuminante è il progetto “Scuola Calcio Insuperabili“, nato a Torino nel 2012 e giunto a Verona, che utilizza il calcio come strumento di socializzazione e integrazione per bambini e ragazzi con diverse tipologie di disabilità, da quelle cognitive e relazionali a quelle fisiche e sensoriali. Con testimonial come Giorgio Chiellini e 19 sedi in tutta Italia, il progetto si concentra sul miglioramento del benessere psicofisico e della qualità di vita attraverso un ambiente che valorizza l’unicità e la fiducia. In quel di Verona, le sessioni d’allenamento hanno luogo presso il CUS Verona Park, situato in Via della Diga 6, ogni martedì e sabato.
Da ultimo, l’Olympic Basket Verona A. S. D., nata nel 2009 nella città scaligera, si dedica alla diffusione della pallacanestro in carrozzina: una disciplina riconosciuta nell’ambito paralimpico che consente a individui con limitazioni fisiche di intraprendere un percorso sportivo attivo. Il gruppo giovanile è costituito da giovani atleti tra gli 8 e i 25 anni ed effettua i propri allenamenti settimanali il lunedì sera presso il Palazzetto Gavagnin. Questi casi esemplari evidenziano chiaramente lo sforzo della comunità veronese nel convertire la teoria dell’AFA in una realtà concreta, creando itinerari volti alla salute e all’inclusione senza lasciare indietro alcuna persona.
Il progetto “SPIN” e la rete territoriale per uno sport inclusivo
L’iniziativa “SPIN, Facciamo girare lo sport inclusivo” dell’Università di Verona, cofinanziata da Fondazione Cariverona con un contributo di 90.000 euro (su un totale di 900.000 euro stanziati per sei iniziative), rappresenta un’importante sintesi tra visione accademica e impegno comunitario, proiettando Verona al centro dell’innovazione sociale in vista delle Olimpiadi del 2026. Questo progetto, coordinato dal docente Cantor Tarperi del Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento (area Scienze motorie), mira a ridefinire il concetto di sport, trasformando ogni forma di diversità (fisica, sociale, culturale) da ostacolo a risorsa. L’obiettivo primario è rivolto a bambini e ragazzi tra i 6 e i 14 anni, promuovendo un approccio secondo cui tutti possono trarre beneficio dalla pratica sportiva, purché le attività siano concepite in modo equo, accessibile e stimolante.
“SPIN” si articola in tre filoni principali:
- Eventi sportivi: organizzazione di eventi sportivi diffusi nelle piazze e nei Comuni del Veronese, portando lo sport inclusivo direttamente nel tessuto urbano.
- Attività scolastiche: includendo campionati “SPIN” e un programma di formazione dedicato agli insegnanti, consolidando l’approccio inclusivo fin dalle fondamenta dell’educazione.
- Campagna di comunicazione: sensibilizzazione su tutto il territorio, volta a diffondere i valori e lo spirito del progetto.
Al cuore di “SPIN” batte l’idea di una competizione collaborativa, dove il successo non è misurato dalla singola performance, ma dal contributo di ciascun partecipante al risultato di squadra, senza alcuna esclusione. Questa filosofia mira a coinvolgere oltre 10.000 tra studenti, famiglie, docenti e membri delle comunità locali, generando un impatto sociale di vasta portata. L’Ateneo veronese prevede anche la creazione di un’area sportiva permanente dedicata all’inclusione e la produzione di materiali educativi replicabili, con l’intento di lasciare in eredità un modello attivo e sostenibile ben oltre la conclusione del progetto.
La carovana dello Sport Integrato e la “Grande Sfida International” amplificano ulteriormente l’impegno del Comune di Verona. Quest’ultima, prevista per il 24 e 25 maggio 2025, si configura come un evento multidisciplinare che celebra lo sport, la cultura e l’inclusione. Il sindaco Buffolo sottolinea che la diversità è un valore per la crescita della comunità. Anche il progetto “Uniti per lo Sport con il Cuore” nelle scuole veronesi mira a sensibilizzare gli studenti allo sport paralimpico e integrato. Tali iniziative, sostenute da una solida rete di istituzioni pubbliche e del terzo settore, trasformano le Olimpiadi in un’opportunità di crescita reale e duratura per il territorio veronese, promuovendo valori universali di solidarietà, inclusione e sostenibilità.
Il progetto “SPIN” e l’ampia rete di iniziative veronesi per lo sport inclusivo non sono solo eventi isolati, ma tasselli di un mosaico che mira a un cambiamento culturale profondo. Essi incarnano un approccio multidisciplinare e partecipato, fortemente radicato nel tessuto locale, che va oltre la logica dell’evento calato dall’alto. Si pongono come fine primario la creazione di un effetto sociale e culturale che perduri nel tempo, sostenendo principi universali quali la solidarietà, l’inclusione e la sostenibilità. Lavorano incessantemente per intrecciare questo impegno con le identità locali e i patrimoni culturali, mirando a porre Verona nell’ambito delle vere capitali dell’inclusività entro il termine del 2025.
L’importanza dello sport si estende oltre l’ambito fisico, fungendo da catalizzatore per lo sviluppo della resilienza e del benessere psicologico, analizzati attraverso le lenti della neuroscienza.
Nell’affascinante intreccio tra neuroscienze, sport e inclusione, si disvelano complessi meccanismi che elevano la pratica motoria a vero e proprio balsamo per la mente, specialmente per gli atleti con disabilità. Il corpo in movimento non è solo un workshop, ma una chiave di lettura per comprendere come la plasticità cerebrale e la resilienza psicologica possano essere potenziate dall’attività fisica adattata (AFA). Questo tema assume una risonanza particolare nel contesto veronese, che si prepara a ospitare appuntamenti cruciali per la comunità scientifica e la cittadinanza.
Dal 16 al 19 settembre 2025, Verona diventerà il fulcro delle neuroscienze cognitive, con il XXXIII Congresso Nazionale della SIPF incentrato su “Il cervello adattivo”. Questo evento sarà preceduto, il 16 settembre, dal workshop “Il corpo in movimento: dalle tecnologie digitali allo sport paralimpico e viceversa“, due manifestazioni che sottolineano l’importanza di un dialogo tra università, sport paralimpico e cittadinanza. Si esploreranno le nuove tecnologie – protesi sensorizzate, dispositivi smart, realtà virtuale e virtual coaching – e il loro impatto sulla riabilitazione neuromotoria e sull’inclusione sociale.
La psicologia cognitiva ci insegna che attraverso l’interazione con l’ambiente e l’apprendimento, le nostre strutture mentali si modellano e si rafforzano. Nel contesto della disabilità, lo sport amplifica questo processo. Quando un atleta con disabilità impara a superare un ostacolo motorio, non solo sviluppa nuove abilità fisiche, ma anche strategie cognitive per risolvere problemi, migliorare la memoria di lavoro e potenziare l’attenzione. Questa “plasticità cerebrale” è la capacità del cervello di riorganizzarsi continuamente, e l’attività fisica è uno dei motori più potenti per stimolarla, creando nuove connessioni neuronali e rafforzando quelle esistenti.
Un concetto avanzato e profondamente rilevante in questo dibattito è quello della “neuromodulazione attraverso l’esercizio“. L’attività fisica non si limita a un rilascio generico di endorfine, ma ingaggia complessi sistemi neurotrasmettitoriali che regolano l’umore, la motivazione e la capacità di affrontare lo stress. Per gli atleti con disabilità, che spesso vivono situazioni di maggiore vulnerabilità psicologica, questo significa che lo sport può agire come un vero e proprio farmaco naturale, con effetti a lungo termine sulla salute mentale.
L’esercizio fisico, infatti, può influenzare i livelli di dopamina, serotonina e noradrenalina, neurotrasmettitori chiave nella regolazione delle emozioni e nella prevenzione di disturbi come la depressione e l’ansia. Questa modulazione neurochimica non solo migliora il benessere immediato, ma costruisce una riserva di resilienza che permette di affrontare meglio le sfide quotidiane, sia dentro che fuori dal campo.
Riflettiamo dunque sulla natura sfuggente dei nostri confini, non solo fisici ma mentali. Cosa accadrebbe se ognuno di noi, attraverso l’esplorazione audace del proprio corpo in movimento, riuscisse a ridefinire il concetto di “impossibile”? Forse scopriremmo che le nostre vere limitazioni non sono ciò che ci manca, ma ciò che non abbiamo ancora provato a fare. Che non è la disabilità il vero ostacolo, ma una prospettiva ristretta sulla vita.
Glossario:
- AFA: Attività Fisica Adattata, programma di esercizi fisici strutturati per persone con disabilità.
- Plasticità cerebrale: Capacità del cervello di adattarsi e cambiare in risposta a nuove esperienze.
- Neurotrasmettitori: Sostanze chimiche nel cervello che trasmettono segnali tra le cellule nervose, regolando emozioni e stati d’umore.
- Pagina ufficiale del Congresso SIPF 2025, essenziale per dettagli e programma.
- Sito ufficiale del Comitato Italiano Paralimpico, utile per informazioni sulle iniziative.
- Sito ufficiale della Fondazione Giuseppe Manni, finanzia la ricerca biomedica sul sistema nervoso.
- Biografia di Andrea Lanfri, atleta paralimpico, utile per conoscere il suo percorso.
- Pagina del Comitato Paralimpico Italiano dedicata all'atleta Francesca Porcellato.