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Salute mentale degli operatori del 118: perché è così a rischio burnout?

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  • Circa l’80% del personale del 118 mostra sintomi di burnout.
  • Supporto psicologico attivato entro 48 ore dall'evento traumatico.
  • La resilienza può essere potenziata con strategie di coping.

L’attività quotidiana svolta dagli operatori del 118 li catapulta in situazioni contraddistinte da un alto grado di
criticità
, suscitando profondi
effetti emotivi
. Si trovano ad intervenire su gravi incidenti automobilistici, a gestire pazienti nelle fasi più critiche della loro vita o a confrontarsi con le drammatiche emergenze riguardanti i minori; tutto ciò costituisce solo una frazione delle sfide che costantemente si presentano davanti a queste figure professionali. La ripetitività e l’intensità degli eventi sperimentati generano pressioni psicologiche notevoli. Non sorprende quindi il riscontro elevato nel rischio dell’emergere di problemi legati allo stress; fra tutti si distingue clamorosamente la sindrome del
burnout
. Questo problematico stato mentale è contrassegnato dall’esaurimento emozionale, dalla depersonalizzazione nei rapporti interpersonali e dalla percezione ridotta dei risultati raggiunti. Riconosciuta ufficialmente dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come rischiosa per il benessere psicologico degli operatori stessi, oltreché per l’efficienza dei servizi prestati.

I recentissimi approcci scientifici hanno messo in luce come questa condizione influisca pesantemente sulla salute mentale dei lavoratori nel settore sanitario.

Prendiamo in considerazione il fatto che l’OMS ha di recente riconosciuto ufficialmente il
burnout
, descrivendolo come una vera e propria sindrome collegata all’ambito lavorativo. Questo riconoscimento evidenzia non solo l’
intensità dello stress
a cui quotidianamente i professionisti sono soggetti, ma anche l’
urgente bisogno
di attuare forme di sostegno che siano sia rapide sia ben organizzate.

[Nurse24.it]

.

La letteratura scientifica e le esperienze sul campo confermano come l’impatto di queste situazioni possa avere conseguenze a lungo termine sulla salute mentale. Le dinamiche di risposta agli eventi traumatici possono attivare meccanismi psicofisiologici complessi, portando a manifestazioni cliniche che vanno dallo stress acuto al disturbo da stress post-traumatico (PTSD), con sintomi quali incubi, flashback, ipervigilanza e difficoltà di concentrazione. Tali condizioni possono minare la capacità di affrontare le sfide professionali e personali, incidendo pesantemente sulla qualità della vita e sulle relazioni interpersonali. Il riconoscimento di questa vulnerabilità è fondamentale per implementare strategie efficaci di protezione e supporto.

OSSERVAZIONE:
È fondamentale che le istituzioni sanitarie attuino misure preventive specifiche per proteggere la salute mentale degli operatori 118, considerando i diversi fattori di rischio che li coinvolgono. All’interno della presente realtà emerge chiaramente quanto sia cruciale
dare un aiuto concreto
a coloro che quotidianamente si adoperano per preservare vite umane. L’approccio alla gestione dello stress insieme alla salvaguardia dalla sindrome da
burnout
, lungi dall’essere mere scelte facoltative, costituisce invece uno dei principali
prerequisiti indispensabili
. Questi aspetti sono fondamentali al fine di assicurare sia la funzionalità operativa del sistema d’emergenza che il benessere fisico e mentale degli individui coinvolti. L’assenza di idonee misure per il supporto psicologico può generare una spirale negativa: lo stress accumulato e una profonda esaurizione psichica rischiano infatti d’impattare sulla capacità decisionale riguardante le situazioni critiche; ciò va ad innalzare ulteriormente i livelli d’ansia ed incrementa possibilmente il rischio di errori operativi. Pertanto investire nel sostegno psico-emotivo degli addetti ai servizi del 118 equivale a investire nella collettiva sicurezza oltreché nell’efficacia strutturale dell’intera rete assistenziale.

Studi recentissimi hanno rilevato come circa
l’80%
delle persone impegnate nel servizio 118 riscontrino manifestazioni sintomatiche riconducibili al burnout; fenomeno accentuatosi in modo particolare con lo sviluppo della pandemia da Covid-19 dove s’intensificavano responsabilità operative ed insicurezze quotidiane incrementando notevolmente i disagi personali vissuti dal personale stesso. Il processo formativo permanente così come l’accessibile disponibilità a riunioni riflessive seguite da interventi collegati al supporto psicologico devono rappresentarsi come delle prassi ordinarie piuttosto che momentanee concessioni. [Giunti Psychometrics]

]

.

L’analisi delle dinamiche psicologiche innescate dall’esposizione continuativa al trauma evidenzia la complessità del “carico emotivo” che questi professionisti sopportano. Il coinvolgimento in situazioni di sofferenza estrema, spesso accompagnate da perdite umane, richiede non solo competenze tecniche elevate, ma anche una notevole capacità di
regolazione emotiva
. Nonostante la formazione e l’esperienza, l’accumulo di queste esperienze può superare le capacità di adattamento individuali, rendendo indispensabile un supporto esterno. La consapevolezza di questo rischio è il primo passo verso la creazione di ambienti di lavoro che promuovono la salute mentale e la resilienza.

“Il burnout è una sindrome psicologica multifattoriale che colpisce soprattutto le professioni di aiuto.”

[Nurse24.it]

La resilienza psicologica, intesa come la capacità di affrontare e superare le avversità, è una qualità fondamentale per gli operatori dell’emergenza. In effetti, è fondamentale comprendere che la resilienza non si presenta come una qualità fissa; piuttosto, essa emerge come un processo fluido ed evolutivo che può essere
sostenuto e potenziato
mediante azioni specifiche. Tra queste ultime figurano l’implementazione efficace delle strategie di
coping
, il rafforzamento delle reti collaborative tra i membri dello staff e l’opportunità di accesso a servizi dedicati all’assistenza psicologica. Questi elementi costituiscono le fondamenta indispensabili per edificare una solidità interiore in ambiti lavorativi caratterizzati da intense pressioni emotive. L’assenza o l’insufficienza delle risorse adeguate aumentano significativamente il pericolo per i professionisti, aumentando le probabilità sia dell’insorgenza dei disturbi psichici sia dell’abbandono della loro carriera.

Strategie di mitigazione e modelli di supporto: Le iniziative territoriali

Riconoscendo l’urgente necessità di tutelare la salute mentale degli operatori del 118, diverse realtà territoriali stanno implementando iniziative e servizi di supporto psicologico mirati. Queste azioni rappresentano risposte concrete all’evidenza scientifica che sottolinea l’importanza di interventi tempestivi e specializzati per prevenire l’insorgenza di disturbi post-traumatici e mitigare gli effetti dello stress cronico. Modelli virtuosi emergono nel panorama nazionale, proponendo approcci innovativi e inclusivi per prendersi cura di chi si prende cura degli altri.

Un esempio significativo proviene dalla Sardegna, dove l’Associazione ANAS Zonale, con il sostegno della Regione, ha dato vita al progetto “Sportello di Ascolto e Sostegno Psicologico per Operatori del 118”. Questo servizio, completamente gratuito, si rivolge non solo agli operatori dipendenti, ma anche ai volontari delle associazioni di soccorso e al personale medico e infermieristico coinvolto nell’intero sistema di emergenza-urgenza. L’iniziativa dimostra un’attenzione particolare alla
rete
del soccorso, riconoscendo che la vulnerabilità non è limitata a un solo segmento del personale. Attraverso colloqui individuali e di gruppo condotti da psicologi specializzati in emergenze, il progetto si propone di offrire uno spazio sicuro per l’elaborazione emotiva e l’acquisizione di strumenti di
coping
.

Un’altra esperienza rilevante è quella avviata dalla Centrale 118 Siena-Grosseto della Azienda USL Toscana Sud Est a fine 2024. Qui, la necessità di “metabolizzare collettivamente eventi particolarmente forti” ha portato all’attivazione di un servizio psicologico di supporto. Si può notare come l’istituto abbia adottato un approccio basato sulla rapidità, attivando supporto psicologico entro 48 ore dall’evento traumatico

[INAIL]

.

Il ruolo della psicologia dell’emergenza e le prospettive future nel supporto al personale del 118

La funzione della psicologia dell’emergenza e le possibili evoluzioni nell’assistenza al personale del 118

La psicologia dell’emergenza gioca un ruolo cruciale nel fornire strumenti e strategie per la gestione dello stress e la promozione della resilienza nel personale del 118. Questa branca della psicologia si occupa specificamente delle reazioni psicofisiologiche a eventi critici e traumatici, sviluppando protocolli di intervento mirati a mitigare gli effetti negativi e a favorire il recupero.

Oltre al PFA, la psicologia dell’emergenza promuove l’utilizzo di tecniche specifiche di elaborazione del trauma, quali il
defusing
e il
debriefing
. Il
defusing
è un breve incontro che si svolge poco dopo l’evento critico, finalizzato a ventilare le emozioni immediate e a normalizzare le reazioni. Le prospettive future nel supporto psicologico dovrebbero prevedere una maggiore integrazione della psicologia dell’emergenza nella formazione di base e continua.

INTERVENTI SUGGERITI:
  • Formazione continua per tutti gli operatori, inclusi volontari e personale medico.
  • L’
    incremento dell’accessibilità ai servizi di sostegno psicologico
    , operativi
    in qualsiasi ora del giorno e della notte.
  • L’
    educazione riguardo all’essenzialità della salute mentale
    , accompagnata da una significativa
    diminuzione dello stigma relativo alla ricerca di assistenza.

Oltre l’emergenza: Coltivare la resilienza nel tempo

Affrontare l’emergenza immediata è solo una parte del complesso cammino di chi opera nel 118. C’è tutto un tempo “oltre l’emergenza”, un tempo fatto di ritorni a casa, di notti insonni, di immagini che riaffiorano all’improvviso. Ed è in questo tempo che la resilienza psicologica diventa non solo un’abilità, ma quasi un’arte da coltivare. Questo è un concetto avanzato, ma fondamentale per chi vive esperienze “al limite”: non si guarisce dal trauma rimuovendolo, ma lavorando per integrarlo.

NOTE:
È importante che tutti gli operatori del 118 sviluppino rituali di auto-cura per ricaricare le energie emotive, trovando un equilibrio tra le necessità del lavoro e il proprio benessere personale.

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