- Nel 2023, l'uso di psicofarmaci senza ricetta è salito all'11%.
- Il 42,3% degli studenti trova i farmaci in ambiente domestico.
- Il 72,5% usa farmaci per diete per migliorare aspetto fisico.
L’aumento allarmante dell’impiego di psicofarmaci senza ricetta tra i giovani adolescenti
I dati recenti indicano un allarmante aumento nell’uso di farmaci psicotropi senza prescrizione medica tra i giovani in Italia, un fenomeno che si inserisce in un contesto europeo di crescente diffusione. L’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR, attraverso lo studio ESPAD Italia, monitora da oltre vent’anni i comportamenti a rischio nella popolazione studentesca tra i 15 e i 19 anni. I risultati mostrano che il 10,5% degli studenti ha fatto uso di psicofarmaci SPM nella propria vita, con un 6,6% nell’ultimo anno e un 4,0% nell’ultimo mese. È particolarmente degno di nota il dato relativo alle ragazze, maggiormente coinvolte in questo tipo di consumo. Sebbene tra il 2018 e il 2020 si fosse registrata una diminuzione, la pandemia ha purtroppo determinato un’inversione di tendenza, con un nuovo aumento di queste pratiche.
Le motivazioni alla base di questo utilizzo improprio sono molteplici e complesse. Un significativo 46,8% degli studenti ricorre a farmaci per l’attenzione al fine di migliorare la performance scolastica. Ancora più elevata, il 72,5%, è la percentuale di coloro che utilizzano farmaci per le diete con l’obiettivo di migliorare l’aspetto fisico e l’autostima. Per quanto riguarda i farmaci per dormire e per l’umore, rispettivamente il 36,6% e il 54,6% degli studenti li utilizzano con il desiderio di sentirsi semplicemente “meglio con se stessi”. Non va trascurato l’uso finalizzato esclusivamente alla ricerca dello “sballo”, specialmente per ansiolitici e barbiturici, spesso combinati con alcol o cannabis per potenziarne gli effetti. In sintesi, per molti adolescenti si tratta di una scorciatoia per raggiungere i propri obiettivi o per evadere dalle difficoltà, senza considerare i rischi intrinseci a queste sostanze.
Le vie di approvvigionamento e i rischi connessi
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il reperimento di questi farmaci non sembra rappresentare una difficoltà insormontabile per i giovani. Il 13,6% degli studenti è a conoscenza di modi per procurarseli facilmente senza ricetta. Tra le fonti principali spicca sorprendentemente l’ambiente domestico, indicato dal 42,3% dei ragazzi. Internet rappresenta la seconda via di accesso, citata dal 28,2%, mentre la strada si colloca al terzo posto con il 22,2%. Durante la pandemia, la casa è diventata un luogo ancora più accessibile per reperire queste sostanze, anche a causa della ridotta disponibilità di sostanze illecite tradizionali dovuta alle restrizioni. È interessante notare come l’utilizzo di farmaci senza prescrizione sia significativamente più diffuso tra i ragazzi che hanno già avuto una precedente esperienza con psicofarmaci prescritti da un medico, suggerendo in alcuni casi un tentativo di automedicazione per gestire ansia e paura.
Fonte di approvvigionamento | Percentuale di studenti |
---|---|
Ambiente domestico | 42,3% |
Internet | 28,2% |
Strada | 22,2% |
I rischi associati all’uso improprio di psicofarmaci sono analoghi a quelli derivanti dall’abuso di qualunque altra sostanza psicoattiva. Si manifestano sotto forma di alterazioni comportamentali, disturbi iatrogeni e, in particolare, un elevato rischio di dipendenza. Le benzodiazepine e i barbiturici, in particolare, presentano un alto potenziale di dipendenza. L’uso di questi farmaci al di fuori di un percorso di cura può portare a una forte obnubilazione e, se miscelati con alcol, come accade frequentemente, l’effetto drogante viene potenziato, esponendo i giovani agli stessi pericoli associati al consumo di sostanze illecite. Recentemente, il Rivotril, una benzodiazepina, è diventato particolarmente diffuso tra i giovani, spesso assunto con alcol con l’obiettivo di indurre uno “spegnimento totale del cervello”, una sorta di meccanismo di fuga dalle difficoltà tipiche dell’adolescenza.
L’importanza della prevenzione e dell’informazione
Per contrastare questo fenomeno preoccupante, è fondamentale investire nell’informazione e nella formazione, rivolgendosi sia agli studenti che alle loro famiglie. È necessario che i genitori siano consapevoli che questi farmaci, se utilizzati senza un controllo medico, possono essere vere e proprie droghe, con effetti non molto diversi da altre sostanze chimiche ricreative. Mentre sotto prescrizione medica questi farmaci hanno un ruolo terapeutico fondamentale, il loro uso casuale, specialmente con l’intento di ottenere uno “sballo”, li equipara a sostanze illegali. È utile ricordare che alcune sostanze oggi considerate illegali, come l’MDMA, in passato sono state utilizzate in contesti farmacologici, sottolineando la sottile linea che separa l’uso terapeutico dall’abuso.
- Educazione e consapevolezza per le famiglie.
- Riduzione della disponibilità di farmaci in casa. Nel contesto della rivoluzione informatica, i giovani si sono dimostrati particolarmente capaci nel raccogliere informazioni riguardanti gli psicofarmaci, diventando esperti delle loro caratteristiche e dei relativi effetti. Dunque, non solo è necessario fornire un’informativa adeguata sui pericoli ad essi associati, ma risulta fondamentale anche limitare l’accessibilità a tali farmaci e scongiurare la normalizzazione del loro uso all’interno delle famiglie. È essenziale sensibilizzare i genitori circa i rischi connessi alla disponibilità di queste sostanze nelle proprie abitazioni; questo costituisce un passo decisivo nella lotta contro l’abuso.
Farmaci psicotropi e adolescenza: un crocevia di vulnerabilità e complessità psicologiche
L’uso improprio e il mercato nero dei farmaci psicotropi tra gli adolescenti si inseriscono in un quadro complesso che interpella direttamente diverse aree della psicologia e della salute mentale. Dal punto di vista della psicologia cognitiva e comportamentale, l’adolescenza è un periodo caratterizzato da una naturale propensione alla sperimentazione e alla ricerca di nuove sensazioni, spesso accompagnata da una relativa mancanza di una completa maturazione del giudizio e della valutazione del rischio. Questo può spiegare la facilità con cui i giovani si avvicinano a sostanze che promettono un rapido miglioramento dell’umore, delle performance o dell’aspetto fisico, senza riflettere adeguatamente sulle possibili conseguenze a lungo termine.
In alcuni casi, l’uso di questi farmaci può rappresentare un tentativo maldestro di automedicazione per affrontare disagi psicologici preesistenti, come ansia o depressione, sintomo di una fragilità emotiva che non trova altre vie di espressione o risoluzione. Il fenomeno della dipendenza, particolarmente associato alle benzodiazepine, rivela l’influenza insidiosa che queste sostanze esercitano sul sistema nervoso centrale; esse sono capaci di perturbare quei meccanismi innati responsabili delle reazioni di ricompensa secondo i principi della psicologia comportamentale. È imprescindibile considerare come esperienze traumatiche o disturbi mentali non diagnosticati incrementino la suscettibilità degli individui più giovani verso l’abuso farmacologico al fin