- Nel 2022, 129.259 individui sono stati assistiti per problemi di dipendenza.
- Il 14% degli studenti quindicenni italiani ha usato farmaci con ricetta impropriamente.
- L'8,5% degli studenti ha usato tranquillanti e sedativi senza prescrizione.
In Italia emerge un’angosciante nuova faccia del problema delle dipendenze: la
polidipendenza
, che evidenzia l’uso sregolato dei farmaci. Ciò avviene soprattutto quando questi vengono combinati con altre sostanze psicoattive. Questo fenomeno è caratterizzato da un comportamento compulsivo che spinge gli individui a utilizzare ripetutamente diversi tipi di medicinali; sebbene alcuni possano essere prescritti legalmente, molti sono invece reperiti attraverso vie illegali oppure impiegati in maniera impropria. Tale situazione rappresenta una sfida sempre più impegnativa per il servizio sanitario nazionale e per la salute mentale sia a livello personale che collettivo. Non parliamo soltanto della dipendenza su singoli principi attivi: la polidipendenza farmacologica costituisce infatti uno scenario più complesso dove il soggetto accumula assuefazione a molteplici agenti chimici. Questa incessante ricerca dello stato alterato dell’essere—nonché del “benessere” percepito—porta al cosiddetto fenomeno della
farmacodipendenza
, nettamente distinto dall’abuso isolato delle droghe ma spesso interconnesso con esse. La problematica dell’abuso farmacologico insieme alla relativa dipendenza coinvolge variegate categorie della popolazione; i dati epidemiologici forniscono un’immagine seppur limitata di questo fenomeno complesso. Nel corso del 2022, i servizi pubblici dedicati alle problematiche legate alle dipendenze in Italia hanno fornito assistenza a
129.259 individui
, compresi quelli affetti da polidipendenze – cifra piuttosto rilevante. Nonostante le statistiche tendano a focalizzarsi maggiormente sull’assunzione delle sostanze stupefacenti illegali,
risulta lampante
come il confine tra abuso farmacologico e consumo illecito sia progressivamente labile nei contesti caratterizzati dal poliabuso. Recentemente emerso dai rapporti statistici è il dato preoccupante riguardante
l’uso improprio dei medicinali
: ben il
14%
degli studenti quindicenni italiani ha dichiarato esperienze d’assunzione non autorizzata dei prodotti farmacologici necessitanti ricetta medica. Si evidenzia una predominanza nell’utilizzo dei tranquillanti e sedativi (
8,5%
) rispetto agli antidolorifici (
6,9%
) e ai medicinali indicati per disturbi dell’attenzione e iperattività (
3,4%
).
[Fondazione Veronesi]
. Questo allarme sollevato da diversi anni trova oggi riscontro nella realtà dei servizi e nella crescente attenzione verso il trattamento dei disturbi correlati all’uso di sostanze multiple.
Tipo di Sostanza | Prevalenza tra gli studenti (2024) |
---|---|
Tranquillanti e sedativi | 8,5% |
Antidolorifici | 6,9% |
Farmaci per attenzione e iperattività | 3,4% |
L’epidemiologia delle dipendenze in Italia è costantemente monitorata attraverso rapporti annuali al Parlamento, che delineano la diffusione dei consumi, l’entità della popolazione tossicodipendente e la distribuzione dei servizi d’assistenza sul territorio. Questi dati evidenziano l’importanza di un approccio integrato che tenga conto della complessità delle dipendenze multiple, inclusa quella da farmaci, e della necessità di strategie di prevenzione e trattamento mirate.
I complessi meccanismi neurobiologici alla base della polidipendenza da farmaci
La comprensione della polidipendenza farmacologica richiede una profonda disamina dei meccanismi neurobiologici intricati che influenzano le reazioni del nostro cervello all’assunzione delle sostanze psicoattive. In questo contesto complesso emerge prepotentemente il
circuito della ricompensa
, conosciuto anche come sistema mesolimbico dopaminergico. Questa regione del cervello è incaricata dell’elaborazione delle esperienze piacevoli e delle motivazioni sottostanti; essa risente profondamente dell’interferenza derivante dall’impiego delle sostanze, comprese svariate categorie farmacologiche. L’assunzione dei medicinali con alta capacità di abuso innesca infatti interazioni mirate sui neurotrasmettitori fondamentali—soprattutto sulla dopamina—che determinano un rilascio considerevole capace di generare stati intensi ed euforici.
Tale
innalzamento della dopamina
, distintivo rispetto alle reazioni causate da stimoli naturali quali nutrimenti o dal semplice osservare bevande rinfrescanti, consolida l’abitudine al consumo stesso delle sostanze coinvolte; ciò induce l’individuo a eseguire nuovamente azioni nella ricerca costante dello stato gratificante ottenuto in precedenza. Con periodi prolungati di utilizzo delle sostanze dovuti alla dipendenza cronica si manifestano cambiamenti notevoli nelle funzioni cerebrali, adattandosi così ai nuovi modelli comportamentali instauratisi nel soggetto. Un fenomeno chiamato
tolleranza
ha inizio, richiedendo l’assunzione progressivamente crescente delle dosi per ottenere gli effetti sperati. In parallelo, il sistema anti-reward si attiva automaticamente: ciò serve a riequilibrare i livelli esorbitanti di dopamina e favorisce lo sviluppo dei sintomi d’astinenza quando non è presente la sostanza.
La condizione di
dipendenza fisica e psicologica
, dunque, viene intensificata attraverso modifiche nei processi legati alla neurotrasmissione. È importante notare come negli studi sui modelli di dipendenza emerga chiaramente che il consumo di sostanze provoca variazioni significative nelle vie comunicative del cervello a livello neurochimico; questo porta a profonde perturbazioni nel funzionamento cerebrale oltre al comportamento degli individui.
[Politiche Antidroga]
.
La dipendenza patologica è caratterizzata dalla sensibilizzazione agli stimoli associati all’uso delle sostanze, che porta a un maggiore craving e a un uso compulsivo.
Nel caso della polidipendenza, la situazione si complica ulteriormente. L’assunzione contemporanea o alternata di farmaci diversi, spesso con meccanismi d’azione distinti,
amplifica e modifica gli effetti
sul circuito della ricompensa e su altre aree cerebrali coinvolte nella memoria, nel controllo degli impulsi e nella presa di decisioni. Questo crea un
pattern neurobiologico complesso e spesso difficile da trattare
, in quanto le interazioni tra le diverse sostanze possono avere conseguenze imprevedibili e potenzialmente dannose.
Lo studio dei meccanismi neurobiologici alla base delle dipendenze, inclusa la polidipendenza da farmaci, è fondamentale per sviluppare
nuove strategie terapeutiche
. I dati di letteratura, basati prevalentemente su modelli biologici della dipendenza da sostanze, suggeriscono che i meccanismi sottostanti implicano un’alterazione profonda del funzionamento cerebrale, che trasforma la dipendenza in una vera e propria
malattia neurobiologica
. Le basi neurali della dipendenza sono oggetto di continua ricerca, con l’obiettivo di mappare le aree cerebrali coinvolte e i percorsi neurochimici alterati, per intervenire in modo più efficace sui processi che mantengono il ciclo della dipendenza.

- Finalmente un articolo che fa chiarezza sulla polidipendenza...👏...
- La polidipendenza è un problema sottovalutato... ma le cause sono profonde e spesso ignorate. 😔...
- E se la vera dipendenza fosse dalla ricerca di una soluzione...🤔...
Prevenzione e trattamento: strategie integrate contro la polidipendenza da farmaci
La questione della
polidipendenza
, specialmente riguardante i farmaci, richiede una strategia articolata che amalgami interventi preventivi incisivi con percorsi terapeutici personalizzati. Uno degli aspetti cardine è senza dubbio il concetto stesso della
prevenzione
, elemento essenziale nella lotta contro questa problematica crescente. Al centro delle iniziative preventive emerge il ruolo cruciale dell’educazione e dell’aumento della consapevolezza collettiva:
‘Informare le persone’, soprattutto i più giovani,
sui rischi connessi all’utilizzo improprio dei farmaci – prescritti o meno – risulta decisivo.
Le iniziative preventive sono progettate con lo scopo preciso di impedire gli effetti deleteri associati all’abuso delle sostanze ed evitare così l’emergere della dipendenza stessa; ciò include anche quella multifattoriale come nel caso specifico della polidipendenza. Queste azioni si traducono nella promozione del benessere generale, oltre che nell’attuazione efficace dei messaggi informativi attorno ai pericoli correlati agli psicotropi legali o illegali disponibili sul mercato. È fondamentale distinguere tra programmi indirizzati a gruppi vulnerabili specificamente identificabili (prevenzione selettiva) e le misure più globalmente rivolte alla comunità intera (prevenzione universale), poiché entrambe giocano ruoli sinergici al fine di incidere positivamente sulla situazione globale relativa alla salute pubblica.
Con il 62,1% degli utenti con una fissa dimora e il 72,9% con un livello di istruzione secondaria, è essenziale mirare a programmi di prevenzione strutturati in base al livello educativo e alla situazione abitativa.
Una volta instaurata la polidipendenza, il
trattamento
diventa essenziale. La presa in carico precoce delle dipendenze patologiche è fondamentale per ottenere risultati più efficaci. I trattamenti psico-farmacologici giocano un ruolo cruciale nel percorso di recupero. Sebbene i farmaci disponibili siano principalmente approvati per il trattamento di dipendenze specifiche, come quella alcolica (con farmaci quali disulfiram, acamprosato, naltrexone cloridrato, sodio oxibato) o da oppiacei, il loro utilizzo in contesti di polidipendenza richiede una valutazione attenta e un piano terapeutico personalizzato.
Il trattamento farmacologico è fondamentale per alleviare i sintomi di astinenza, controllare il desiderio compulsivo (craving) e prevenire le ricadute. L’impiego dei farmaci votati di
proprietà anticraving
, appartenenti a diverse classi terapeutiche, si rivela fondamentale nell’affiancare i pazienti nel complicato cammino verso la
disintossicazione
e riabilitazione. Tuttavia, ridurre l’intervento sulla polidipendenza alla mera somministrazione farmaceutica sarebbe insufficientemente efficace. È essenziale promuovere un approccio globale che integri
*il supporto psicologico, forme diverse di psicoterapia – quali quella cognitivo-comportamentale o quella sistemico-relazionale – insieme a iniziative sociali*
, in modo da gestire efficacemente le numerose dimensioni implicate in questa problematica.
Risulta imperativo dedicarsi alla prevenzione delle ricadute durante le fasi del trattamento per le dipendenze; ciò implica lo sviluppo assiduo delle tecniche necessarie a far fronte alle difficoltà quotidiane attraverso abilità come il problem solving ed ancor più importante costruendo una rete sociale solida su cui poter contare.
La complessità psicologica della polidipendenza
La polidipendenza da farmaci, così come altre forme di dipendenza multiple, affonda le sue radici non solo in meccanismi neurobiologici, ma anche in complesse dinamiche psicologiche e in potenziali traumi pregressi. Dal punto di vista della
psicologia cognitiva
, la dipendenza può essere vista come un disturbo dell’elaborazione delle informazioni, in cui i bias cognitivi e le distorsioni del pensiero giocano un ruolo cruciale. L’individuo dipendente tende a sovrastimare gli effetti positivi dell’assunzione di sostanze e a sottostimare le conseguenze negative, sviluppando credenze disfunzionali riguardo al proprio uso. Queste distorsioni cognitive rinforzano il comportamento di ricerca e assunzione, creando un circolo vizioso difficile da spezzare.
Il riconoscimento di queste distorsioni è essenziale per il trattamento efficace della polidipendenza. Un elemento importante in questo contesto è la partecipazione a programmi che aiutino i pazienti a diventare consapevoli delle loro credenze disfunzionali. Secondo gli insegnamenti della
psicologia comportamentale
, è possibile affermare che la dipendenza si manifesta come un comportamento assimilato nel corso del tempo e rafforzato da fattori esterni così come dalle risposte immediate che ne derivano dall’uso delle sostanze stesse. I cosiddetti stimoli trigger – siano essi luoghi specifici oppure figure sociali – possono provocare una spinta intensa verso il consumo attraverso meccanismi chiamati craving. Nella polidipendenza si verifica un ampliamento del numero delle possibili sostanze ed esperienze d’uso correlate; ciò espande notevolmente anche il panorama degli stimoli scatenanti associabili a determinati schemi comportamentali.
D’altra parte risulta fondamentale sottolineare come nella polidipendenza emerga spesso una connessione con i
traumi
, ossia eventi sfavorevoli sperimentati dall’individuo nei momenti più critici della propria vita evolutiva: infanzia e adolescenza rappresentano periodi chiave in cui tali situazioni possono alterare radicalmente lo sviluppo neurologico dell’individuo stesso, apportando effetti sul sistema dei neurotrasmettitori che aumentano significativamente il rischio collegato a nuove dipendenze. È noto inoltre che queste forme d’uso possano assurgere al ruolo di vero e proprio
meccanismo di coping disfunzionale
, destinato a mediare emozioni difficili da gestire o rimandi traumatici mai superati, insieme ai relativi stati confusionali nella regolazione emotiva. In tal senso, la dipendenza si configura come un tentativo, seppur maladattivo, di automedicazione per alleviare il dolore psicologico.
Gli interventi terapeutici devono includere una valutazione e un supporto a lungo termine per affrontare le esperienze traumatiche che possono alimentare il ciclo di dipendenza.
La
salute mentale
è intrinsecamente legata alla polidipendenza. Disturbi d’ansia, depressione, disturbi di personalità e disturbi post-traumatici da stress sono frequenti comorbilità nella popolazione dipendente. La polidipendenza può esacerbare questi disturbi preesistenti o indurne di nuovi, creando un quadro clinico complesso che richiede un trattamento integrato sia per la dipendenza che per le patologie psichiatriche concomitanti. La
medicina correlata alla salute mentale
, in questo contesto, si concentra sulla gestione farmacologica e psicoterapeutica sia della dipendenza che dei disturbi psichiatrici associati. L’obiettivo è ripristinare un certo grado di equilibrio psicofisico e supportare l’individuo nel recupero della sua salute mentale.

-
Polidipendenza:
Dipendenza da più sostanze contemporaneamente. -
Farmacodipendenza:
Dipendenza specifica da farmaci. -
Neurotrasmettitori:
Sostanze chimiche che trasmettono segnali nel cervello. -
Craving:
Desiderio intenso e irrefrenabile di utilizzare una sostanza.
