Oppioidi online: la solitudine digitale che intrappola i giovani

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  • Il 14% degli adolescenti europei usa farmaci senza prescrizione.
  • Il 16% delle ragazze abusa di farmaci vs l'11% dei ragazzi.
  • 8,5% usa tranquillanti e sedativi; 6,9% antidolorifici.
  • Nel 2023 sequestrate 11.908 compresse di ossicodone, nel 2018 erano 728.

I meandri inquietanti del malessere digitale: narcotici e fragilità giovanili

Nell’attuale contesto caratterizzato da connessioni incessanti, cresce l’alerta per una problematica silenziosa che coinvolge i giovani: la diffusione clandestina degli oppioidi attraverso canali virtuali. Questo fenomeno permea le esistenze dei ragazzi, ancorandosi alle loro fragilità, capitalizzando sulle minacce intrinseche al mondo online. Recentissime statistiche delineano uno scenario allarmante; sebbene la frequenza dell’assunzione delle droghe illegali tradizionali da parte degli studenti europei nella fascia d’età compresa tra i 15 e i 16 anni abbia mostrato segnali recessivi, è apparsa però una nuova emergente area critica dal tono preoccupante. L’abuso indiscriminato dei medicinali senza ricetta medica, come tranquillanti e analgesici potenti, sta guadagnando terreno ed è particolarmente predominante fra le giovani donne.

I risultati dell’indagine ESPAD 2024 fanno riferimento a dati raccolti su un vastissimo campione studentesco proveniente da ben 37 nazioni europee e rivelano aspetti intricati della situazione attuale. Sebbene ci sia stata una riduzione nel consumo della cannabis – ancora considerata la droga illegale maggiormente presente – ciò non deve indurre a facili ottimismi. La luce si concentra adesso sull’errato utilizzo dei farmaci terapeutici; infatti, questo fenomeno interessa circa il 14% delle nuove generazioni intervistate, con significative discrepanze tra i sessi: mentre sferza fortemente un po’ più frequentemente le giovani donne (16%) rispetto ai maschi (11%). La categoria dei farmaci maggiormente impiegati comprende in prima istanza tranquillanti e sedativi, con una percentuale pari all’8,5%, a cui fanno seguito gli antidolorifici, attestandosi al 6,9%1.

Statistiche recenti sull’abuso di farmaci tra gli adolescenti:14% degli adolescenti ha usato farmaci senza prescrizione.- 16% delle ragazze e 11% dei ragazzi ha segnalato un uso improprio.- 8,5% riferisce di usare tranquillanti e sedativi.- 6,9% ha sperimentato l’uso di antidolorifici senza indicazione medica.

La facilità con cui questi farmaci sono percepiti accessibili (uno studente su cinque ritiene i tranquillanti facilmente reperibili) svela una falla nel sistema di controllo e nella consapevolezza dei rischi. Questo scenario, dove la disponibilità e la percezione ridotta del pericolo si incontrano, crea un terreno fertile per l’espansione del mercato illegale online. Non si tratta solo di droghe illecite nel senso tradizionale, ma di sostanze farmaceutiche, uscite dai canali legali attraverso meccanismi elusivi e finendo per rappresentare una minaccia insidiosa per i giovani.

I fili invisibili dell’adescamento e la ricerca di sollievo digitale

Come si innesca il contatto tra i giovani e questo mercato sommerso? Oltre ai canali tradizionali, il web si configura sempre più come un terreno fertile per l’adescamento, una manipolazione psicologica che sfrutta le piattaforme online per avvicinare i minori. Sebbene la ricerca si concentri maggiormente sull’adescamento a scopo sessuale, la stessa dinamica può essere replicata per indurre al consumo di sostanze. Le vittime predilette sono spesso i preadolescenti e gli adolescenti (dai 13 ai 17 anni) impegnati nella difficile ricerca della propria identità. La fragilità emotiva, l’ansia, la depressione e i problemi di autostima diventano canali attraverso i quali soggetti malintenzionati possono insinuarsi, offrendo “soluzioni” immediate e pericolose, spesso sotto forma di farmaci o altre sostanze.

L’uso improprio di farmaci non è una ricerca di “sballo” tradizionale come per altre sostanze, ma spesso nasce da un bisogno di gestire il dolore (fisico o emotivo), migliorare il sonno o semplicemente sperimentare. Questa motivazione, legata a una ricerca di benessere o evitamento del disagio, rende ancora più subdolo il pericolo, poiché il confine tra l’autocura e l’abuso diventa labile. Il farmacologo intervistato nel materiale fornito sottolinea come alcuni fatti di cronaca indichino già in Italia un rischio dipendenza tra i più giovani legato all’ossicodone e ad altri farmaci “della solitudine”.2 evidenzia un trend crescente nel mercato illegale dei farmaci oppioidi, presentati come alternativa all’eroina di scarsa qualità. La storia di un cinquantenne romano, ex consumatore di eroina passato ai farmaci oppioidi reperiti facilmente, illustra un percorso che potrebbe riguardare anche i più giovani, attirati dalla percepita maggiore accessibilità e minore rischiosità rispetto a sostanze illecite più “blasonate”.

Farmaci fuori controllo: meccanismi di approvvigionamento e diffusione

La disponibilità di farmaci oppioidi sul mercato nero non è frutto di produzioni illegali su larga scala, come nel caso di altre droghe. Al contrario, l’approvvigionamento avviene prevalentemente attraverso la “distrazione” dai canali legali. Questo significa che farmaci regolarmente prodotti e destinati a scopi terapeutici finiscono illecitamente nelle mani sbagliate. Le modalità sono diverse: dal furto di ricettari e timbri medici utilizzati per creare ricette false, alla complicità di personale sanitario. L’inchiesta “No Pain”, condotta dai Nas di Latina nel 2021, ha messo in luce un caso emblematico in cui un medico prescriveva farmaci oppioidi a braccianti agricoli per aumentarne la resistenza al lavoro, con la connivenza di una farmacia locale. Questo dimostra come il problema non riguardi solo i consumatori, ma tocchi da vicino anche le maglie del sistema sanitario.

Il mercato illegale di questi farmaci si caratterizza per la sua parcellizzazione e anonimità. Non si tratta delle tradizionali “piazze di spaccio” controllate dalla criminalità organizzata, ma di una rete diffusa che opera spesso attraverso canali online e spedizioni postali. La difficoltà per le forze dell’ordine di monitorare la mole di spedizioni rende questo tipo di traffico particolarmente insidioso. Il prezzo di una pasticca di ossicodone sul mercato nero (tra i 20 e i 40 euro) testimonia un valore elevato, sintomo di una domanda sottostante.3 dei sequestri di ossicodone e altri farmaci negli ultimi anni (nel 2023 sono state sequestrate 11. 908 compresse di ossicodone segnano un salto considerevole rispetto alle 728 rilevate nel 2018; questo fatto avvalora chiaramente l’aumento del problema. Tuttavia, i dati sulla drogodipendenza da oppioidi in Italia continuano a risultare parziali e non consentono una visione esaustiva dell’estensione della questione, specialmente nel gruppo giovanile.

Verso una liberazione dalle catene invisibiliA fronte dei fenomeni legati all’abuso degli oppioidi negli adolescenti è necessario adottare una soluzione sistemica, che superi il semplice intervento repressivo contro il mercato illecito. È imperativo concentrare le politiche preventive sul miglioramento della sfera psicologica degli adolescenti, offrendo loro supporto per gestire ansie e insicurezze emotive che li rendono potenzialmente fragili. Il mantenimento di un dialogo costruttivo tra genitori e figli emerge come uno strumento essenziale secondo quanto indicato da MSH International. Anche le scuole sono chiamate a intervenire attivamente con iniziative educative mirate alla diffusione della consapevolezza sui pericoli delle sostanze stupefacenti; ciò include attività basate sulla peer education dove lo scambio diretto fra pari stimola una maggiore comprensione dei rischi coinvolti.

Analizzando la questione attraverso il prisma della psicologia cognitiva, emerge che uno dei fattori chiave dietro la suscettibilità degli adolescenti agli abusi chimici è il sistema di gratificazione cerebrale in fase evolutiva. In questo periodo critico dello sviluppo umano, le regioni del cervello dedicate al piacere e alla ricompensa mostrano una straordinaria attività; tuttavia, quelle coinvolte nella regolazione degli impulsi e nella ponderazione dei rischi non hanno ancora raggiunto una maturità completa. Tale divario funzionale rende i giovani maggiormente predisposti a inseguire esperienze immediatamente soddisfacenti—quali quelle legate all’assunzione di sostanze—senza riflettere adeguatamente sulle possibili ripercussioni future. A ciò si aggiunge un’altra dimensione: secondo la psicologia comportamentale, il modellamento sociale, ovvero l’impatto delle interazioni sociali sui comportamenti individuali, riveste una grande importanza. La visione quotidiana delle condotte a rischio sui social media e la diffusione dell’utilizzo delle droghe nelle subculture virtuali contribuiscono ad avvalorare l’idea errata che simili atteggiamenti siano tanto accettabili quanto auspicabili.

Questi fattori, combinati con l’accessibilità facilitata dal mercato online e l’adescamento, creano una tempesta perfetta* che può spingere gli adolescenti verso la dipendenza.

A un livello più avanzato, il concetto di trauma complesso e le sue implicazioni sulla salute mentale possono fornire ulteriori chiavi di lettura. Esperienze avverse precoci, abusi o negligenze possono alterare la neurobiologia dello sviluppo, rendendo gli individui più suscettibili a disregolazioni emotive e comportamenti di coping disadattivi in adolescenza. L’uso di oppiacei, in questo contesto, può diventare una sorta di automedicazione per lenire un dolore emotivo profondo e radicato, un tentativo futile di disconnettersi da sensazioni intollerabili. La dipendenza da oppiacei, vista da questa prospettiva, non è semplicemente un “vizio”, ma la manifestazione di una sofferenza psicologica sottostante che richiede un intervento terapeutico mirato e compassionevole.

Riflettere su questi aspetti ci porta a considerare la dipendenza non come un difetto morale, ma come una complessa interazione di fattori biologici, psicologici e sociali. Ci invita a osservare con uno sguardo rinnovato le generazioni giovanili immerse in questo caos, apprezzando il loro stato di vulnerabilità e sottolineando l’importanza di fornire assistenza oltre ogni giudizio severo. Invita a riflettere su come si possa instaurare una rete protettiva efficiente per intercettare questi adolescenti prima della loro discesa nell’abisso del mercato nero. Quali modalità potremmo impiegare per supportarli nella scoperta di meccanismi sani per affrontare le difficoltà quotidiane e costruire quella resilienza necessaria a proteggerli da insidie sia online che offline? Non esistono risposte pronte o semplificate; è fondamentale perseguire un progetto comune dedicato alla valorizzazione della salute mentale, alla demolizione delle strutture del traffico illecito e all’offerta prospettica fondata su fiducia e sostegno piuttosto che su vincoli invisibili.


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