- Ogni anno, circa 39.000 accessi al Pronto Soccorso per binge drinking.
- Il 10% degli accessi al Pronto Soccorso riguarda minori di 14 anni.
- Nel 2022, 4.110 minori hanno avuto bisogno di assistenza per l'alcol.
- 4.130.000 binge drinker in Italia, 664.000 tra 11 e 24 anni.
- 8 milioni di italiani sopra gli 11 consumano alcol a rischio.
L’allarmante incremento del binge drinking tra i giovani in Italia
Negli ultimi anni, l’Italia sta assistendo a un preoccupante aumento del fenomeno del binge drinking, o “abbuffata alcolica”, in particolare tra i giovani e gli adolescenti. Questa pratica, che consiste nell’assunzione rapida di elevate quantità di alcol al di fuori dei pasti, con l’obiettivo di raggiungere uno stato di ubriachezza, è diventata una vera e propria emergenza sanitaria e sociale. Un report dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha evidenziato come ogni anno si registrino circa 39.000 accessi al Pronto Soccorso a causa di binge drinking, con una percentuale allarmante del 10% che riguarda minori di 14 anni.
Questi dati sono emersi in seguito a eventi particolarmente gravi, come il <a class="crl" target="_blank" rel="nofollow" href="https://www.valorinormali.com/malattie/coma-etilico/”>ricovero in coma etilico di dieci adolescenti, di età compresa tra i 13 e i 16 anni, durante una serata di festeggiamenti a Vasto Marina, in Abruzzo, e il ritrovamento di una 13enne priva di sensi nella marina di Torchiarolo, in provincia di Brindisi, in circostanze analoghe.
Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio nazionale alcol e del centro di collaborazione OMS per la ricerca sull’alcol, ha sottolineato come questi casi rappresentino solo “la punta dell’iceberg”. Molti ragazzi intossicati, infatti, non vengono portati all’attenzione dei medici per paura del giudizio degli amici o per la vergogna dei genitori, un comportamento che può compromettere gravemente l’esito del recupero e la loro salute a lungo termine. Un dato significativo emerso dalle statistiche del 2021 rivela che su 35.307 accessi ai Pronto Soccorso legati all’alcol, il 17,8% ha ricevuto una diagnosi di abuso di alcol non specificato. Inoltre, il 4,3% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni dichiara di aver fatto uso di alcol, e oltre il 30% dei non astemi in questa fascia d’età pratica il binge drinking. Nel 2022, sono stati 4.110 i minori che hanno avuto bisogno di assistenza al Pronto Soccorso per condizioni correlate all’alcol.
Il problema non si limita all’età, ma si estende alla quantità e alla modalità di consumo. Dei 4 milioni e 130 mila binge drinker in Italia, 664 mila hanno tra gli 11 e i 24 anni, e ben 80 mila rientrano nella fascia d’età tra gli 11 e i 17 anni. Questo fenomeno è strettamente legato anche alla disponibilità di alcol, con gli esperti che puntano il dito non solo sui giovani consumatori, ma anche sugli adulti responsabili della vendita e della distribuzione di alcolici a minori, contravvenendo alle normative vigenti. L’allarme è acuito dalla considerazione che, in una cultura che spesso associa il divertimento al consumo di alcol, molti ragazzi e ragazze non riescono a concepire una serata di svago senza bere, ignorando i rischi a cui espongono la loro salute.
- 💪 Ottimo articolo, finalmente qualcuno che affronta... ...
- 😡 Inaccettabile! I genitori dove sono quando... ...
- 🤔 Ma il binge drinking non potrebbe essere sintomo di... ...
L’impatto dell’alcol sulla salute mentale e lo sviluppo cerebrale giovanile
L’abuso di alcol, specialmente in età giovanile, ha ripercussioni significative sullo sviluppo neurologico e sulla salute mentale. La comunità scientifica internazionale concorda sul fatto che l’alcol non dovrebbe essere assunto fino ai 25 anni di età. Questo perché il cervello continua a svilupparsi fino a quell’età e l’alcol interferisce con i processi di maturazione, “cristallizzando la modalità cognitiva dei giovani in una dimensione di più bassa razionalità, maggiore impulsività e di più bassa percezione del rischio”. Ciò espone i giovani a comportamenti che non verrebbero agiti in assenza di alcol, aumentando la vulnerabilità a incidenti, violenze e altre situazioni pericolose.
Gianni Testino, presidente della Società Italiana di Alcologia (SIA), evidenzia come il fegato e il cervello siano gli organi più colpiti. Il fegato dei giovani non ha ancora maturato i meccanismi necessari per eliminare efficacemente gli effetti dell’alcol, rendendoli più suscettibili a intossicazioni. Riguardo alla questione neurologica legata al consumo d’alcol, è evidente come questo fattore sottragga efficacia alla comunicazione neuronale, andando così a compromettere funzioni essenziali quali la logica deduttiva, l’equilibrio motorio e il benessere emotivo degli individui coinvolti. Nei giovani affetti da ebbrezza è comune sperimentare episodi di blackout o difficoltà verbali significative. La riparazione dei danni causati da tale comportamento risulta alquanto prolungata: servono almeno dieci mesi senza alcool completo. Tuttavia, questa fase non garantisce una guarigione totale poiché conseguenze permanenti tendono ad insidiarsi nel tempo; pertanto è possibile notare carenze nella memoria generale insieme a capacità cognitive abbattute ed anche incapacità a formare concetti articolati propri della riflessione profonda. Aggravando la situazione esistente tramite l’introduzione concomitante di cannabis o altre droghe sul mercato delle sostanze psicoattive, si rende ancor più critico lo scenario psicologico accompagnato dalla crescita dell’aggressività talora osservabile nei più giovani delle nostre società moderne. Aggiuntivamente emerge che il Dipartimento di Pubblica Sicurezza ha segnalato per quella notte particolarmente movimentata oltre ai già citati: 309 feriti per botti e festeggiamenti a Capodanno 2025; emblematicamente tale dato rivela una crescita statisticamente significativa del 35% rispetto agli incidenti registrati nel periodo annuale pregresso nel quale frequentemente le dinamiche legate agli abusi alcolemici emergono come attori protagonisti incontestabili.

La salute mentale dei giovani è un aspetto critico in questo contesto. L’alcol viene talvolta utilizzato come forma di “automedicazione” per affrontare problemi di ansia, depressione o traumi preesistenti, in un circolo vizioso che aggrava la situazione. La mancanza di supporto familiare e l’accesso limitato ai servizi di salute mentale contribuiscono a peggiorare il quadro. In Puglia, ad esempio, oltre 780mila persone soffrono di disturbi legati alla salute mentale, e si stima che il 20-25% della popolazione manifesti situazioni di disagio. Questi numeri sottolineano l’urgenza di affrontare non solo l’aspetto legato all’abuso di alcol, ma anche le problematiche di salute mentale sottostanti che ne sono spesso la causa o la conseguenza.
Strategie di prevenzione e intervento: un cambio di paradigma culturale
Per affrontare l’emergenza del binge drinking e le sue correlazioni con la salute mentale giovanile, è fondamentale un cambio di paradigma culturale e l’implementazione di strategie di prevenzione e intervento mirate.
Emanuele Scafato insiste sull’urgenza di “cambiare la cultura del bere” e di “avviare in tutte le scuole, a partire dalle elementari, iniziative volte a informare i più giovani sui rischi dovuti al consumo di alcol”. Gli adolescenti, infatti, non hanno una percezione e consapevolezza adeguate dei pericoli a cui si espongono. È cruciale che le scuole diventino un luogo privilegiato per l’educazione alla salute, fornendo strumenti per riconoscere i sintomi di intossicazione e agire correttamente in caso di emergenza, come mettere un amico privo di sensi su un fianco per evitare il soffocamento e somministrare caffè fino all’arrivo dei soccorsi.
Un altro aspetto cruciale è la responsabilità degli adulti. Scafato sottolinea che “il problema non sono tanto i giovani quanto gli adulti che a loro vendono l’alcol”. Gianni Testino aggiunge che “mi chiedo cosa facciano i genitori, oltre a parlare tanto ‘non fare quello’ ‘stai attento a questo’ perché di fatto danno un pessimo esempio ai loro figli”. È indispensabile un controllo più rigoroso sulla vendita di alcolici ai minori e una maggiore consapevolezza da parte dei genitori sul loro ruolo di modelli di comportamento. Molti giovani, infatti, tendono a emulare le abitudini dei genitori, adottando pratiche a rischio come il binge drinking nel fine settimana, pur astenendosi dal lunedì al giovedì. Questo comportamento intermittente ma intenso porta spesso a coma etilico, con conseguenze devastanti per il cervello.
L’astinenza da smartphone è un altro fenomeno emergente che merita attenzione, come dimostra il caso di un adolescente trattato in Pronto Soccorso a Torino per crisi d’astinenza dal telefonino. Questo suggerisce una vulnerabilità comportamentale che può estendersi anche all’abuso di sostanze. Il professor Gianluca Rosso, medico chirurgo e psichiatra, ha paragonato l’utilizzo dello smartphone all’alcol e agli stupefacenti, evidenziando come crei un “legame con l’oggetto” che può portare a comportamenti di dipendenza.
La dipendenza digitale, così come quella da alcol, necessita di un approccio integrato che coinvolga scuole, famiglie e istituzioni per promuovere una “salute digitale” consapevole e prevenire l’emergenza tra bambini e adolescenti.
Salute mentale e dipendenze: un’intersezione critica
Esaminando la questione dell’abuso alcolico fra i giovani tramite il prisma del binge drinking, si può rivelare un elemento chiave per comprendere le complesse interazioni nella sfera della salute mentale attuale. Da un’ottica cognitiva psicologica, tale abuso si configura come un tipo disfunzionale di gestione delle difficoltà emotive. In assenza di strategie efficaci per affrontare lo stress e i traumi emotivi o ansiogeni, molti adolescenti trovano nell’alcol una via d’uscita temporanea alle loro angustie psichiche. Inoltre, questo comportamento è spesso esacerbato dalla distorsione percettiva dei rischi associati all’alcolismo e dalla limitata previsione riguardo agli effetti nocivi a lungo termine; entrambi questi elementi sono amplificati dal consumo stesso che va a influenzare negativamente la capacità decisionale e la regolazione degli impulsi.
Passando a considerazioni legate alla psicologia comportamentale, l’assunzione irresponsabile d’alcol nei contesti sociali potrebbe essere analizzata quale frutto dell’apprendimento attraverso modelli sociali riconducibili alle dinamiche relazionali tra coetanei. La forte influenza esercitata dai pari, combinata con il desiderio innato d’accettazione sociale, fa sì che vi sia quell’associazione operante fra consumo d’alcol ed esperienze positive durante gli eventi ludici; tale fenomeno tende a far dimenticare gli aspetti detrimentali sul piano biologico e psicologico legati all’eccessiva assunzione di bevande alcoliche. I traumi pregressi, come dimostrano le ricerche nel campo della salute mentale, sono spesso strettamente correlati all’abuso di sostanze. Esperienze traumatiche non elaborate possono creare una profonda vulnerabilità, portando gli individui a cercare nell’alcol un’illusoria via di fuga dal dolore emotivo. Questa “automedicazione” può ritardare l’elaborazione dei traumi, intrappolando la persona in un ciclo di dipendenza che a sua volta genera nuovi stress e danni neurologici, in particolare in cervelli in via di sviluppo.
È fondamentale riconoscere che l’espressione di disagio giovanile, sia esso manifestato attraverso il binge drinking o la dipendenza da smartphone, è un segnale di allarme che richiede un intervento olistico e compassionevole. La riflessione personale su questi temi ci spinge a interrogarci sul ruolo delle nostre comunità, delle famiglie e delle istituzioni nel creare ambienti di supporto e nell’offrire strumenti di resilienza ai più giovani. Non si tratta solo di “vietare” o “punire”, ma di comprendere le motivazioni profonde che spingono questi comportamenti, promuovendo una cultura del benessere che valorizzi la razionalità, la consapevolezza e la capacità di gestire le emozioni in modo sano. Solo così potremo spezzare il ciclo vizioso delle dipendenze e costruire un futuro in cui la salute mentale sia una priorità condivisa e tutelata.
Glossario:
- Binge drinking: assunzione di quantità eccessive di alcol in un breve arco di tempo, che porta a stati di ebbrezza e rischio per la salute.
- Coma etilico: stato di incoscienza causato da un’intossicazione alcolica grave, che richiede assistenza medica immediata.
- Automedicazione: l’uso di sostanze, come l’alcol, per alleviare disturbi psicologici o emotivi.








