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Fotograf@mens: come la fotografia può abbattere i muri della salute mentale?

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  • Il concorso Fotograf@Mens invita a esplorare la salute mentale tramite la fotografia.
  • Le opere saranno esposte alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna dal 1 al 15 ottobre 2025.
  • La premiazione si terrà il 7 ottobre al Campidoglio, con il patrocinio del Sindaco.
  • Il termine ultimo per presentare le opere è il 31 luglio.
  • L'attore Lillo è testimonial dell'evento per la quarta volta.

Fotografia come specchio dell’anima: il concorso FOTOGRAF@MENS e la sfida al pregiudizio

Navigando nell’intricato labirinto dell’intelletto umano dove si intrecciano incessantemente luci e ombre comunicative, s’impone l’importanza vitale nella scoperta di innovativi linguaggi espressivi. All’interno di questa dimensione artistica, in particolare grazie alla fotografia, risulta come una potenza abilitata ad oltrepassare i limiti dell’indicibile rendendo tangibile ciò che resta invisibile. Questo è il palcoscenico nel quale si colloca la quarta edizione del Festival della Salute Mentale RO. MENS, supportato dal Dipartimento per la Salute Mentale dell’ASL Roma 2 insieme all’Assessorato alle Politiche Sociali e alla Salute dell’amministrazione capitolina romana. Considerato ormai un appuntamento irrinunciabile nel campo della salute mentale, quest’edizione acquisisce ulteriore prestigio per il 2025 grazie al patrocinio da parte del Ministero dei Beni Culturali nonché della RAI.
Il fulcro centrale delle attività proposte durante RO. MENS consiste nel concorso intitolato “Fotograf@Mens – La salute mentale oggi”, il quale funge da provocazione ai partecipanti invitandoli a scrutare e analizzare le varie complessità attinenti al tema delicato che rappresenta la salute mentale, tramite strumenti fotografici. L’obiettivo manifesto è chiarire nettamente: incoraggiare gli individui a dare voce alle loro valutazioni personali così come ai loro vissuti legati al mondo psichico. Non si tratta di un semplice concorso artistico, ma di un’iniziativa di promozione sanitaria che mira a demolire i muri del pregiudizio e dello stigma. Laddove si accende l’interesse e l’attenzione su questo argomento, il terreno per l’inclusione sociale diventa più fertile. La fotografia diviene così catalizzatore di una riflessione che va oltre la mera estetica, addentrandosi nei meandri dell’esperienza umana.

Il concorso ha come obiettivi:
  • Stimolare gli autori a creare prodotti fotografici che ricordino le tematiche della salute mentale con particolare riguardo all’inclusione sociale e alla lotta al pregiudizio.
  • Attivare l’attenzione, il senso critico, lo sguardo e la sensibilità verso una cultura orientata all’integrazione della diversità.
  • Promuovere l’arte fotografica come vettore di emozioni per un approccio non stigmatizzante e accogliente nei confronti di chi soffre il disagio psichico. Il Festival offre a tutti un’opportunità aperta e senza costi per partecipare. Fino al 31 luglio 2025, gli interessati potranno presentare le loro opere conformemente alle direttive stabilite nel bando (consultabili su salutementale.net/romens-2025). Le immagini selezionate verranno esposte nella rinomata Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea dal 1 al 15 ottobre 2025, dove si darà vita a un itinerario speciale dedicato agli autoritratti sia monocromatici che policromatici. Questo percorso intende enfatizzare l’importanza dell’introspezione personale nonché il potere analitico della rappresentazione visiva.
    La cerimonia di premiazione avrà luogo martedì 7 ottobre, nella suggestiva cornice della Sala della Protomoteca situata al Campidoglio; qui avverrà anche la consegna simbolica delle targhe presieduta dal Sindaco capitolino. Tale atto mette in risalto come le istituzioni locali considerino prioritario il tema della salute mentale, oltre ad evidenziare quanto possa fare l’arte per promuovere consapevolezza su quest’argomento cruciale. Anche i principali media hanno ripreso questa informativa riguardante tanto la competizione quanto i suoi premiati, rivelando così un vivo interesse verso queste iniziative artistiche orientate all’impatto sociale.[Repubblica].
    Il Festival RO. MENS non si restringe solamente al campo della fotografia; esso abbraccia altresì la dimensione musicale mediante il concorso intitolato “Music@Mens 2025”. Analogamente agli scopi iniziali dell’evento fotografico, qui si mira a favorire l’espressione artistica come strumento efficace per la sensibilizzazione sociale e per contrastare i pregiudizi. Le composizioni musicali inedite dovranno essere presentate entro il termine ultimo fissato per il 31 luglio, culminando in una performance attesa presso il Teatro Tor Bella Monaca, seguita dalla cerimonia di premiazione riservata ai trionfatori del concorso. L’attore Lillo, che riveste il ruolo di testimonial dell’evento per la quarta volta consecutiva, ha enfatizzato quanto sia cruciale partecipare a tali iniziative, invitando tutti coloro che desiderano comunicare le proprie emozioni tramite suoni o immagini a sfruttare questa opportunità unica.[Il Sole 24 Ore] Il suo coinvolgimento aggiunge un ulteriore livello di visibilità e risonanza mediatica all’evento.
Cosa ne pensi?
  • 📸 Un'iniziativa lodevole che unisce arte e salute mentale... ...
  • 🤔 Mi chiedo se la fototerapia sia davvero efficace per tutti... ...
  • 🎨 Interessante come la fotografia possa 'congelare' e rielaborare... ...

Oltre lo scatto: la fototerapia come strumento di guarigione e scoperta di sé

Il concorso Fotograf@Mens non è solo una piattaforma per esporre talento artistico, ma rappresenta un’opportunità per esplorare il profondo legame tra fotografia e salute mentale. Questo connubio trova una delle sue espressioni più dirette nella fototerapia, una disciplina che utilizza la fotografia come strumento terapeutico per affrontare una vasta gamma di problematiche psicologiche. Non si tratta di una terapia fine a se stessa, ma di un sistema di tecniche che, impiegando la fotografia come mezzo di comunicazione, espressione e riflessione, si è dimostrato efficace in contesti in cui altri approcci hanno incontrato maggiori difficoltà.

Benefici della fototerapia:
1. Esplorazione e espressione emotiva
2. Rielaborazione di esperienze traumatiche
3. Miglioramento dell’autoefficacia e dell’autoeffetti
4. Riduzione dei sintomi di ansia e depressione

La fototerapia può assumere diverse forme. Nella sua accezione più ampia, indicata come fotografia terapeutica, essa si configura come l’uso delle fotografie come strumenti di guarigione in contesti non necessariamente clinici, come la crescita personale o il lavoro sociale. Invece, quando si parla di fototerapia in senso stretto, ci si riferisce all’impiego della fotografia all’interno di un contesto terapeutico guidato da un professionista qualificato. Quest’ultima distinzione, pur non essendo rigidissima, riflette la differente intensità e strutturazione dell’intervento.
Storicamente, la fototerapia ha trovato impulsi significativi nel lavoro di figure come Jo Spence e Rosy Martin, che negli anni ’80 svilupparono la pratica della “reenactment phototherapy”, o fototerapia rievocativa. Partendo dall’analisi degli album di famiglia, esse notarono come le immagini non solo rappresentassero, ma anche omettessero aspetti cruciali dell’identità e delle esperienze individuali. Attraverso la ricostruzione fotografica di scene di vita passate o presenti, spesso utilizzando oggetti di scena e travestimenti, Spence e Martin cercarono di esplorare le molteplici sfaccettature del sé, di portare alla luce ricordi sopiti, e di rinarrare la propria storia da un punto di vista personale. Il fine ultimo consisteva nel conseguire una liberazione catartica, facilitando l’emergere delle emozioni represse mediante specifiche visualizzazioni dei vissuti interiori non espressi fino ad allora. In questo contesto, l’importanza del processo si equiparava a quella del risultato conclusivo: attraverso l’arte fotografica si compiva un vero viaggio esplorativo nell’animo umano. In questo ambito spicca il lavoro effettuato da Ellen Fisher Turk, artista visiva dedita a impiegare la fotografia come strumento terapeutico per supportare donne nell’affrontare problematiche quali disordini alimentari e abusi sessuali – insieme ai rispettivi riflessi sulla loro percezione corporea. Mediante composizioni ritratte attentamente elaborate che esaltano l’autenticità della bellezza femminile individuale, Fisher Turk intendeva mettere in discussione rappresentazioni ingannevoli del corpo derivanti da esperienze traumatiche vissute dalle sue soggette. L’approccio metodologico includeva frequentemente momenti dedicati alla scrittura personale; così facendo, le partecipanti avevano occasione non solo di affrontarsi alle proprie angosce ma anche di osservarsi sotto prospettive nuove iniziando così un cammino verso una rinascita dell’immagine personale e dell’autovalutazione positiva. La validità terapeutica mostrata da questo metodo risulta evidente in numerosi esempi concreti ed è ulteriormente potenziata quando affiancata a trattamenti clinici convenzionali.
Le tecniche di fototerapia, come delineate da Judy Weiser, includono diverse modalità di lavoro con le immagini: l’utilizzo di foto scattate da altri al paziente, di foto scattate o raccolte dal paziente stesso, e l’analisi di album di famiglia e altre immagini autobiografiche. L’idea di base è che le fotografie agiscano come catalizzatori, facilitando l’espressione verbale e l’accesso a pensieri, sentimenti e ricordi inconsci. Un’immagine esterna diventa punto di partenza per esplorare la realtà interiore del paziente, permettendo al terapeuta di porre domande che altrimenti potrebbero risultare invasive. La fototerapia con autoritratti, ad esempio, sfida la difficoltà che molte persone hanno nel definire la propria identità al di fuori delle relazioni con gli altri, aiutandoli ad acquisire un senso più forte del sé autonomo.

I benefici che trascendono l’obiettivo: dalla depressione alla resilienza

Superando le sole questioni tecniche e metodologiche proprie della fototerapia, emergono una pluralità di vantaggi che esercitano una profonda influenza sulla sfera psicologica degli individui. Il fulcro centrale dei suddetti benefici sta nella potenza dell’immagine come linguaggio non verbale, capace di esplorare ed esprimere emozioni intricate e vissuti traumatici, oltre ai lati meno apparenti del sé. In tempi nei quali spesso le parole risultano inadeguate nel rendere giustizia all’intensità dell’esperienza interiore degli individui, l’immagine diviene il collegamento necessario, aprendo varchi nell’inconscio stesso per agevolare scambi comunicativi proficui.
Per coloro i quali sperimentano difficoltà nella messa in parole dei propri stati emotivi, la fotografia si configura come strumento sicuro ed efficace, capace finalmente di illuminare ciò che risulta arduo da pronunciare verbalmente. L’atto stesso dello scattare fotografie – sia esso correlato alla selezione di un’immagine preesistente oppure alla posa per ritratti – rivela dimensioni ricche di significati propedeutici al processo decisivo dell’auto-riflessione personalizzata. I pazienti trasformano così il loro ruolo: non sono più mere vittime passive, ma artisti intesi a ricrearsi narrativamente, danzando tra trame nuove mentre reclamano energicamente le redini delle loro storie personali. La questione riveste particolare importanza nell’ambito del trattamento dei traumi. È noto come l’‘esperienza traumatica’, nella sua complessità, possa frammentare la capacità individuale non solo nel concepire se stessi, ma anche nel rapportarsi al mondo circostante; questo provoca una sensazione profonda d’impotenza, accompagnata dalla percezione della perdita del controllo. In questo contesto entra in gioco la fototerapia: essa rappresenta una possibilità preziosa per tentare una ‘ricostruzione’, consentendo ai pazienti non solo di vedere, ma anche d’integrare parti dissociate delle loro esperienze traumatiche passate. Con strumenti visivi—sia attraverso rievocazioni, sia tramite creazioni artistiche ispirate dal trauma stesso—il soggetto ha modo d’affrontare emozioni problematiche in uno spazio protetto ed assistito dal terapeuta per avviarsi su sentieri decisivi verso la guarigione psicologica. Il fatto concreto dell’immagine materiale presa fra le mani consente inoltre alla persona coinvolta d’alleggerire il peso emotivo che grava su tale esperienza dolorosa. In aggiunta a quanto precedentemente esposto, i vantaggi derivanti dalla fototerapia si estendono senza dubbio alla lotta contro stati come depressione ed ansia. Simili disturbi tendono frequentemente a generare cicli negativi interni caratterizzati da ricorrenti pensieri pessimisti nei riguardi della propria vita interiore, insieme ad elevati livelli d’isolamento sociale; qui entra in scena il potere evocativo della fotografia come strumento capace nondimeno di ostacolare tali modelli disfunzionali tramite lo sviluppo dell’espressione creativa, nonché incentivando una scoperta positiva degli elementi costitutivi dell’identità personale. Produrre immagini capaci di incarnare speranze, aspirazioni o momenti felici si rivela efficace nell’allontanare l’attenzione dai pensieri negativi mentre si fortifica una forma d’identità più resistente. Particolarmente utile è l’autoritratto: questa pratica consente una rivalutazione personale attraverso uno sguardo differente sui propri riflessi interiori; ciò permette non solo di contestare visioni distorte ma anche favorisce una maggiore accettazione personale.
In aggiunta a ciò, la fototerapia emerge come strumento fondamentale nel cambiare la percezione del corpo tra coloro che soffrono di disordini alimentari oppure sono stati vittime di abusi. La possibilità concreta di osservarsi riprodotti in maniera sincera e priva di pregiudizi contribuisce a scardinare atteggiamenti autodistruttivi insiti nell’individuo stesso portando verso relazioni più salubri col proprio corpo. In tali contesti, essere osservati ed accolti tramite il mezzo fotografico funge da motore potentissimo per trasformazioni significative. Oltre ai vantaggi sul piano individuale, specie legati alla crescita personale o al miglioramento dell’immagine corporea, la fotografia assume rilevanza sociale notevole; essa svolge infatti un ruolo chiave nella promozione della consapevolezza collettiva riguardo alla salute mentale oltre ad affrontare pregiudizi associati ad essa. Immagini che raccontano storie di resilienza, di recupero e di vite vissute pienamente nonostante le sfide della salute mentale possono contribuire a umanizzare l’esperienza e a ridurre la paura e l’isolamento associati a queste condizioni. Concorsi come Fotograf@Mens offrono una piattaforma importante per queste narrazioni visive, aprendo un dialogo pubblico sulla salute mentale e promuovendo una maggiore comprensione e accettazione.

La fotografia, l’occhio interiore e il divenire della mente

In ambito della salute mentale la fotografia emerge non soltanto quale mezzo artistico ma anche in qualità di potente strumento d’analisi e metamorfosi personale. Chiunque abbia tentato l’esperienza di congelare attimi fugaci attraverso uno scatto riconosce che tale azione trascende l’innocua semplice documentazione del reale; essa rappresenta invece una scelta consapevole, una curata selezione e infine un filtro, che permette al soggetto esterno di essere rielaborato dalla sfera interiore dell’individuo. Così com’è per il medium fotografico, anche la mente umana funge da palcoscenico delle proprie interpretazioni audiovisive: ciò implica che ciò che consideriamo reale è frutto continuo d’un processo di costruzione-decostruzione incessante. Il campo della psicologia cognitiva offre strumenti utili per comprendere in che modo i modelli mentali personali – le convinzioni – modellino il nostro approccio verso l’esterno. Questa dinamica suggerisce altresì che attraverso l’attività creativa, nel manifestarsi dello scatto fotografico o nella sua osservazione, si possa riflettere potentemente i propri contenuti interiori. Difatti, quando qualcuno si trova ad affrontare situazioni traumatiche o stati depressivi, le sue prospettive cognitive possono subire deformazioni significative, portandoli così verso modalità percettive ristrette. La fotografia, offrendo una nuova prospettiva, un nuovo “frame” della realtà, può aiutare a sfidare questi schemi, a vedere oltre il confine del dolore, e a scoprire nuove possibilità di significato.

Applicazioni terapeutiche della musica nella salute mentale:
1. Gestione dello stress e dell’ansia attraverso la musica rilassante.
2. Miglioramento dell’umore tramite melodie ritmiche e positive.
3. Espressione non verbale e comunicazione dei sentimenti attraverso l’ascolto musicale.
4. Favorire la neuroplasticità tramite la pratica musicale.

Parlando di fototerapia, una nozione fondamentale è che l’immagine fotografica, in quanto oggetto esterno, può essere meno minacciosa della diretta esplorazione verbale di emozioni e ricordi dolorosi. L’immagine diventa un punto di riferimento condiviso, un punto di partenza per la conversazione che permette di mantenere una certa distanza di sicurezza mentre si affrontano temi delicati. Su un piano più avanzato, possiamo considerare come la fototerapia si relazioni con la psicologia comportamentale, in particolare con le tecniche basate sull’esposizione. Nella fototerapia rievocativa, ad esempio, la ri-messa in scena fotografica di eventi traumatici o problematici può essere vista come una forma di esposizione facilitata, in cui l’individuo si confronta con il “materiale” doloroso in un ambiente controllato e supportato, riducendo gradualmente la risposta di paura e ansia associata.
La fotografia, con la sua capacità di cristallizzare un momento, ci invita a guardarci e Riguardarci, non solo come siamo stati, ma come potremmo essere. Ci invita a riflettere sulla fluidità del sé, sul processo ininterrotto del divenire, e sulla possibilità di riscrivere la nostra storia, una foto alla volta.

Glossario:
  • Fototerapia: uso terapeutico della fotografia per esprimere e risolvere problematiche psicologiche.
  • Neuroplasticità: capacità del cervello di riorganizzarsi formando nuove connessioni neurali.
  • Mood music: musica progettata per influenzare l’umore degli ascoltatori.
  • Musicoterapia: utilizzo terapeutico della musica per migliorare la salute mentale.


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