EMDR sotto esame: l’APA declassa la terapia, cosa cambia ora?

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  • L'APA nel febbraio 2025 ha declassato l'EMDR per il PTSD.
  • Nuove linee guida APA privilegiano terapie cognitive come PE e CPT.
  • L'EMDR resta utile in casi specifici, specie per chi fatica a verbalizzare.

Un Cambio di Paradigma

Nel febbraio 2025 sono state pubblicate le nuove linee guida dell’American Psychological Association (APA), segnando così un significativo cambiamento nelle modalità di approccio al Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD). Fino a oggi, per circa vent’anni, la terapia denominata EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) si era affermata come uno dei trattamenti più utilizzati in questo contesto. Questa metodica riceveva costante sostegno da una serie di studi scientifici ed era ampiamente riconosciuta non solo dalle principali istituzioni nazionali ma anche dal NICE, dall’ISTSS, e persino dall’ONU. Nel tempo ha guadagnato notorietà grazie all’ampio risalto che le hanno dato i media insieme alla sua caratteristica cerimonialità; i movimenti oculari accompagnati da stimolazioni bilaterali possono infatti risultare agli occhi della gente come pratiche quasi magiche. Tuttavia, sulla base di una severa analisi delle prove disponibili, l’APA ha deciso ora di relegare il metodo EMDR al rango di secondo intervento terapeutico preferenziale rispetto ad altre opzioni praticabili nella gestione del PTSD. Questo cambio implica importanti riflessioni nell’ambito della psichiatria moderna.

Le Nuove Terapie di Prima Scelta: Un Approccio Cognitivo

Le recenti indicazioni fornite dalle linee guida dell’APA suggeriscono il ricorso a metodi terapeutici d’elezione ancorati all’approccio cognitivo. Tra tali metodi emerge chiaramente:

Terapia di Esposizione Prolungata (PE): Questa tecnica comporta un’esposizione graduale e reiterata ai ricordi legati a esperienze traumatiche, con lo scopo primario di mitigare sia l’ansietà che i comportamenti evasivi correlati.

Terapia di Elaborazione Cognitiva (CPT): La CPT mira a individuare e alterare i pensieri disfunzionali attinenti agli eventi traumatici e alle loro ripercussioni.

La Terapia Cognitivo-Comportamentale focalizzata sul trauma (TF-CBT) è un approccio che fonde strategie di esposizione con tecniche cognitive e specifici programmi di allenamento per le abilità di gestione emotiva.

D’altro canto, sebbene l’EMDR presenti evidenze moderate riguardo alla sua efficacia, essa è stata relegata in una posizione secondaria nella gerarchia delle terapie. Al fianco della stessa vi sono anche altri approcci cognitivi quali la Terapia Cognitiva (CT) e il trattamento tramite esposizioni narrative conosciuto come NET. Tale classificazione deriva da ricerche comparative che hanno messo in luce una variabilità meno coerente nell’efficacia del metodo EMDR rispetto agli approcci d’eccellenza precedentemente elencati.

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  • Finalmente chiarezza sull'EMDR! Era ora che si......
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EMDR: Un Approccio Olistico alla Guarigione

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Verso un Futuro Integrato nel Trattamento del Trauma

Le recenti direttive emanate dall’APA non segnalano affatto la conclusione dell’EMDR; al contrario, si presentano come una sollecitazione per adottare una visione maggiormente coesa e su misura nel trattamento dei traumi. La determinazione riguardante l’intervento terapeutico più appropriato deve prendere in considerazione le specifiche peculiari del singolo paziente, così come il grado di complessità insito nel trauma subito e la possibile presenza di comorbidità. In taluni contesti clinici, l’EMDR risulta essere estremamente vantaggioso, specie quando il soggetto incontra difficoltà nella verbalizzazione degli eventi traumatici o nei casi in cui si preferisca attuare metodi meno invasivi.

È cruciale sottolineare che il campo della ricerca scientifica progredisce incessantemente; pertanto, nuove evidenze potrebbero condurre a ulteriori modifiche delle linee guida già esistenti. Nel mentre, i professionisti specializzati nell’EMDR sono ancora pienamente capaci di fornire un sostegno prezioso ai pazienti vittime di traumi, combinando tale intervento con altre modalità terapeutiche fondate su dati empirici.

Riflessioni Conclusive: Un Approccio Umano al Trauma

L’analisi critica sull’efficacia dell’EMDR paragonato ad alternative terapeutiche per il PTSD evidenzia l’intricatezza e l’adattamento costante del settore della salute mentale. Le indicazioni fornite da organismi professionali come l’APA risultano utili nel guidare le pratiche cliniche; tuttavia, queste non devono mai assumere forma rigida o immodificabile. La singolarità di ogni individuo impone che la selezione della terapia ideale sia effettuata sulla base di un attento esame delle necessità individualizzate.

Un fondamento della psicologia cognitiva suggerisce che i traumi siano assimilati in modi disfunzionali nel nostro sistema psichico; questo fenomeno influisce pesantemente sul nostro stato emozionale e sulle azioni quotidiane. Mediante l’impiego della stimolazione bilaterale, l’EMDR si propone di rielaborare tali esperienze dolorose così da permettere ai soggetti coinvolti di riannodarle all’interno del contesto personale con modalità più salubri.

Un concetto avanzato, infine, introduce la considerazione della neuroplasticità come elemento chiave nell’affrontare i traumi stessi. Analogamente a varie forme terapeutiche efficienti, anche l’EMDR ha il potenziale per facilitare lo sviluppo di nuove sinapsi neuronali e apportare cambiamenti nei circuiti cerebrali attivi nelle reazioni traumatiche. Il fenomeno della neuroplasticità ha la capacità di generare modifiche significative nella percezione e nelle reazioni del paziente rispetto agli eventi che causano stress.
È opportuno riflettere sull’impatto che le esperienze vissute in passato — anche quelle che possono sembrare trascurabili — esercitano sul tuo attuale modo di vivere. Ti rendi conto dell’influenza dei tuoi ricordi traumatici, qualora esistano? In quale misura ti stai adoperando per preservare la tua salute mentale e affrontare possibili traumi rimasti irrisolti? Non dimenticare: cercare supporto è un atto coraggioso, anziché una manifestazione di fragilità.


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