- A soli 9 anni, Eleonora Pedron ha perso la sorella in un incidente.
- Nel 2002, ha subito un grave incidente in cui è morto il padre.
- A 41 anni, nel 2023, si è laureata in psicologia.
- Eleonora ha dichiarato: «Scrivendo la mia autobiografia ho dovuto affrontare dolori che avevo nascosto».
- La sua tesi di laurea si intitola: «L'arte di crescere: resilienza e rivoluzione della mentalità in un mondo in continuo cambiamento».
Il percorso esistenziale di Eleonora Pedron è quello tipico delle personalità pubbliche ammirate nel settore dello spettacolo; ella si distingue particolarmente per il proprio fascino e carisma che l’hanno tenuta sotto i riflettori nei lunghi periodi della sua vita. Ma al di là della superficie scintillante emerge una narrazione segnata da sopportazioni profonde e sorprendente resilienza. Originaria di Camposampiero e nata il 13 luglio 1982, fin dalla gioventù ha dovuto fronteggiare gravi eventi negativi come tragedie familiari devastanti, le quali hanno indirizzato senza pietà il corso della sua esistenza. A soli nove anni sperimentò già la dolorosa perdita della sorella maggiore Nives; quest’ultima morì prematuramente all’età di appena quindici anni in seguito a un tremendo incidente automobilistico. Tale lutto rappresentò uno shock profondo nell’infanzia della giovane Eleonora ed evidenziò lo spartiacque tra una vita innocente e serena e uno stato emotivo investito dal dolore più cupo; i genitori furono colpiti duramente da questo evento traumatico. Solo dieci anni più tardi, nel 2002 – ancora immatura con i suoi vent’anni – durante il ritorno da un’audizione televisiva insieme al padre Adriano alla guida dell’auto familiare, Eleonora subì nuovamente le conseguenze fatali del destino attraverso quel secondo tragico evento stradale. In quell’occasione, ha riportato gravi lesioni, tra cui la frattura del bacino e della spalla sinistra, oltre a un trauma cranico i cui postumi, come problemi di memoria, persistono ancora oggi. Suo padre, invece, è entrato in coma e non si è più ripreso, lasciando un vuoto incolmabile nella vita di Eleonora e della sua famiglia. Questi due eventi luttuosi, avvenuti a distanza di un decennio l’uno dall’altro, hanno messo a dura prova la tenacia e la capacità di far fronte alle avversità di Eleonora.

Tuttavia, nonostante il peso del dolore, Eleonora ha trovato la forza di non lasciarsi sopraffare dalle circostanze e di proseguire il suo cammino. Quattro mesi dopo l’incidente che le ha portato via il padre, ha deciso di partecipare a Miss Italia, una scelta che, come ha raccontato, ha fatto anche in onore del desiderio del padre di vederla gareggiare. Questa decisione apparentemente contraddittoria, presa in un momento di lutto così acuto, dimostra una precoce e notevole capacità di resilienza, una sorta di “arte di crescere” che le ha permesso di non fermarsi di fronte alla tempesta.
La presenza di questi traumi nella sua esistenza è stata un motore potente per la sua successiva crescita personale. Nonostante le difficoltà, Eleonora ha saputo attingere a risorse interiori inaspettate, trasformando il dolore in una spinta verso la ricostruzione e la ricerca di un significato più profondo nella vita.
Il percorso di crescita e la laurea in psicologia
Il cammino di Eleonora Pedron è un esempio lampante di come sia possibile elaborare esperienze traumatiche e trasformarle in opportunità di crescita. Dopo anni trascorsi nel mondo dello spettacolo e dopo la nascita dei suoi due figli, Inés Angelica (2009) e Leon Alexandre (2010), avuti dalla relazione con Max Biaggi, Eleonora ha intrapreso un percorso di studi universitario che l’ha portata a laurearsi in Psicologia nel dicembre 2023, all’età di 41 anni. Questa scelta non è stata casuale, ma profondamente legata alla sua storia personale e al desiderio di comprendere e aiutare ad affrontare il dolore, sia il proprio che quello altrui.
Università: Università Niccolò Cusano.
Anno: 2023.

La sua tesi di laurea ha rappresentato un viaggio intimo e coraggioso nella sua anima, un’analisi approfondita dei traumi subiti e di come abbia trovato la forza di superarli. Scrivendo la sua autobiografia, “L’ho fatto per te”, e successivamente la tesi, Eleonora ha dovuto riaffrontare dolori che per molto tempo aveva cercato di reprimere. Questo lavoro di introspezione le ha permesso di realizzare quanto grande fosse stata la sua capacità di resistere e di andare avanti nonostante le avversità. Ha compreso, in particolare, di non aver mai elaborato completamente la perdita della sorella Nives, avvenuta quando era ancora una bambina. Questo ha alimentato in lei il desiderio di studiare psicologia, non solo per aiutarsi nel suo percorso di guarigione, ma anche per poter, in futuro, offrire supporto e aiuto ad altri bambini “feriti” dal dolore e dai traumi.
Eleonora ha descritto la sua esperienza così:
“Scrivendo la mia autobiografia ho dovuto affrontare dolori che avevo nascosto e stipato in un angolo. Una battaglia devastante ma necessaria. Mentre mi addentravo nei ricordi, non potevo fare a meno di chiedermi: ‘Com’è possibile che sia riuscita a superare tutto questo? ‘”
Il percorso di studi è stato impegnativo, soprattutto considerando gli impegni quotidiani legati alla gestione di una famiglia e alla carriera. Tuttavia, la sua determinazione e la passione per la materia l’hanno spinta a perseverare, superando le difficoltà legate alla conciliazione tra studio e vita personale. La laurea in Psicologia rappresenta per Eleonora Pedron un traguardo significativo, non solo dal punto di vista accademico, ma soprattutto come simbolo di rinascita e di trasformazione del dolore in una risorsa inestimabile.
È la dimostrazione che, anche dopo aver affrontato perdite e sofferenze, è possibile trovare nuove strade, nuovi obiettivi e una nuova forza interiore per affrontare la vita. Questa narrazione si inserisce in una cornice più vasta che sta vedendo un rinnovato interesse per la psicologia cognitiva, la psicologia comportamentale, così come per l’assistenza alla salute mentale. Essa sottolinea l’importanza della conoscenza riguardo ai meccanismi di coping, nonché della resilienza, elementi cruciali per aiutare le persone a fronteggiare i traumi e a conseguire uno stato duraturo di benessere psicologico. La testimonianza diretta dell’autore fornisce un punto di vista peculiare sulle potenzialità straordinarie dell’intelletto umano e il suo straordinario talento nell’adattarsi, anche quando affrontato con situazioni estremamente sfavorevoli.
Fattori di resilienza e meccanismi di coping
La capacità di Eleonora Pedron di affrontare e superare i gravi lutti che hanno segnato la sua vita rappresenta un caso di studio interessante nell’ambito della resilienza post-traumatica. Nonostante la magnitudine delle perdite subite, Eleonora ha dimostrato una notevole forza interiore e una capacità di adattamento che le hanno permesso non solo di sopravvivere, ma di crescere e trovare un nuovo equilibrio. Diversi fattori hanno probabilmente contribuito alla sua resilienza. In primo luogo, il supporto sociale ha giocato un ruolo cruciale. Anche se l’articolo non lo descrive in dettaglio, la presenza di familiari, amici o partner (come la relazione con Max Biaggi, nonostante la separazione) può fornire un sostegno emotivo e pratico fondamentale nei momenti di difficoltà.

Inoltre, la capacità di dare un significato alle esperienze negative è un altro fattore protettivo importante. La decisione di Eleonora di studiare psicologia e di dedicare la sua tesi alla sua storia personale testimonia il desiderio di trasformare il dolore in una risorsa, di trovare un senso nel caos e di utilizzare la propria esperienza per aiutare gli altri. Questo processo di “sense-making” è fondamentale per l’elaborazione del trauma e per la costruzione di una narrazione coerente della propria vita che includa anche le esperienze dolorose. L’adozione di strategie di coping efficaci è altrettanto rilevante. Anche se non vengono descritte esplicitamente, è probabile che Eleonora abbia utilizzato diverse strategie per far fronte al dolore, come ad esempio la ricerca di informazioni (attraverso lo studio della psicologia), l’espressione emotiva (attraverso la scrittura del libro e della tesi), e il mantenimento di una routine e di obiettivi (la carriera, la famiglia, gli studi).
La fede, come da lei stessa dichiarato, ha rappresentato un ulteriore sostegno fondamentale. La spiritualità e la credenza in qualcosa di più grande possono offrire conforto e speranza nei momenti più bui, aiutando a dare un senso al dolore e a trovare la forza di andare avanti. Da un punto di vista psicologico, la resilienza può essere vista come un insieme di comportamenti appresi e adattivi che consentono all’individuo di affrontare le difficoltà. La capacità di Eleonora di mantenere un focus sui propri obiettivi (la carriera, gli studi, la famiglia) e di attuare azioni concrete anche in presenza di dolore emotivo è un esempio di come i comportamenti orientati al futuro possano contrastare gli effetti paralizzanti del trauma. La sua storia offre spunti interessanti per la ricerca sulla resilienza, suggerendo che non si tratta di una caratteristica innata, ma di un processo dinamico che coinvolge l’interazione tra fattori individuali, sociali e ambientali.
Riflessioni sulla resilienza e il percorso umano
Il racconto relativo a Eleonora Pedron suscita profondi interrogativi riguardo alla complessa essenza della resilienza. Questo termine nel dominio della psicologia cognitiva e comportamentale va ben oltre la mera resistenza alle difficoltà quotidiane; esso implica infatti un’autentica propensione per la trasformazione personale e lo sviluppo, in seguito a esperienze traumatiche. Si tratta quindi del meccanismo grazie al quale un soggetto riesce non solo a ristabilire un certo equilibrio prima dell’evento perturbante, ma anche ad affrontare le avversità con maggiore consapevolezza individuale ed energia interiore rinnovata.
Questo fenomeno noto come resilienza post-traumatica, lungi dall’essere identificabile con l’assenza totale del dolore o delle sofferenze emotive che accompagnano tali eventi stressanti, rappresenta invece quella facoltà che permette all’individuo di imparare dal vissuto difficile per ridefinire efficacemente il significato delle proprie esperienze. All’interno del quadro teorico della psicologia cognitiva emerge così il legame intrinseco tra resilienza e abilità di flessibilità cognitiva, ossia l’attitudine necessaria per modificare i propri modelli mentali in funzione delle nuove circostanze o degli stress esterni. Dopo un trauma, la mente tende a rimanere “bloccata” su pensieri e ricordi dolorosi. Un percorso di crescita post-traumatica implica la capacità di riformulare questi pensieri, di trovare nuove interpretazioni degli eventi e di sviluppare strategie di coping più adattive.
Una nozione base di psicologia correlata al tema della resilienza è il concetto di locus of control. Le persone con un locus of control interno tendono a credere di avere il controllo sulla propria vita e sui risultati delle proprie azioni, anche di fronte alle avversità. Questa convinzione può aumentare la motivazione a superare le sfide e a cercare soluzioni attive. Al contrario, un locus of control esterno può portare a sentimenti di impotenza e passività. La storia di Eleonora suggerisce un forte locus of control interno, evidente nella sua decisione di studiare psicologia e di utilizzare la sua storia come risorsa. Un concetto più avanzato applicabile al suo percorso è la Teoria della Crescita Post-Traumatica (Post-Traumatic Growth, PTG). Questa teoria suggerisce che, in seguito a esperienze traumatiche, alcune persone possono sperimentare cambiamenti psicologici positivi che vanno oltre il semplice ritorno alla normalità. Questi cambiamenti possono includere una maggiore apprezzamento della vita, un rafforzamento delle relazioni personali, una maggiore consapevolezza della propria forza interiore, nuove possibilità nella vita e un cambiamento nella spiritualità o nella filosofia di vita. La scelta di Eleonora di dedicarsi alla psicologia e di voler aiutare altri bambini “feriti” è un chiaro esempio di come il trauma possa non solo essere superato, ma trasformarsi in una spinta potentissima verso la crescita e l’altruismo.
Riflettere sulla storia di Eleonora Pedron ci porta a interrogarci sul nostro personale rapporto con le avversità. Come affrontiamo i momenti difficili? Quali risorse interiori e quali supporti esterni attiviamo? La resilienza non è un tratto genetico riservato a pochi, ma una capacità che può essere coltivata e rafforzata attraverso la consapevolezza, l’introspezione e l’adozione di strategie adattive. La sua esperienza ci ricorda che, anche dalle ferite più profonde, può nascere una forza inattesa, una capacità di ricostruzione che ci rende, in modi inaspettati, ancora più umani e resilienti.
- Resilienza: capacità di affrontare e superare le difficoltà, trasformando il dolore in una risorsa.
- Crescita post-traumatica: cambiamenti positivi che seguono un evento traumatico, come un maggiore apprezzamento della vita e relazioni più profonde.
- Locus of control: percezione di controllo interno ed esterno sugli eventi della vita.
- CBT: si riferisce alla terapia cognitivo-comportamentale, una strategia terapeutica concepita per affrontare le difficoltà legate a pensieri e comportamenti poco funzionali.
- EMDR: indicata come terapia di desensibilizzazione e rielaborazione tramite movimenti oculari.