- Nel 2023, 360mila studenti minorenni hanno consumato almeno una sostanza illegale.
- L'uso di cocaina tra i giovani è aumentato: 54mila ragazzi l'hanno provata nel 2023.
- Nel 2024, il 35% dei decessi per intossicazione acuta è legato alla cocaina.
- 510 mila studenti tra i 15 e i 19 anni usano psicofarmaci senza ricetta.
Recentemente, un quadro a prima vista contraddittorio emerge dalle analisi sul consumo di sostanze psicoattive tra i giovani italiani. Sebbene si osservi un lieve calo nel consumo generale di droghe, la situazione si complica notevolmente con l’aumento preoccupante di alcune sostanze specifiche, in particolare cocaina e psicofarmaci. Questa tendenza, evidenziata dai recenti report e indagini statistiche, solleva questioni urgenti riguardo alle nuove forme di disagio giovanile e alle strategie che vengono messe in atto, consapevolmente o meno, per affrontarle. La dinamica è complessa: assistiamo a una diminuzione nell’uso di sostanze più tradizionali in un contesto di persistente diffusione “massiccia” di sostanze psicoattive e all’emergere di nuove minacce per la salute. La Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia per il 2025 (basata sui dati del 2024) dipinge un affresco dettagliato e, per certi aspetti, allarmante.
- 360mila studenti minorenni hanno consumato almeno una sostanza illegale nel 2023.
- 1 su 4 tra i 15 e i 19 anni ha fatto uso di sostanze psicoattive nel 2024.
- Aumenta l’uso di cocaina tra i giovani: 54mila ragazzi l’hanno provata nel 2023.
La cannabis rimane la sostanza psicoattiva più diffusa sul territorio nazionale, con un consumo stimato in circa 52 dosi giornaliere ogni 1.000 abitanti. Sorprendentemente, è responsabile di una percentuale considerevole delle segnalazioni da parte delle forze di polizia per uso personale (77%) e delle denunce per spaccio (37%). Nonostante il suo primato, si è osservato un lieve calo nel consumo di cannabinoidi tra i giovani intervistati, passando dal 22% al 21%. Un dato che merita attenzione è l’incremento sostanziale della concentrazione di THC (tetraidrocannabinolo) nell’hashish, che è addirittura quadruplicato tra il 2016 e il 2024, raggiungendo il 29%, soprattutto nelle formulazioni di nuova generazione e nei liquidi per sigarette elettroniche. Il recente incremento della potenza pone significativi interrogativi circa i possibili rischi per il benessere psicologico e fisico dei consumatori stessi; questo è particolarmente vero nel caso dei giovani.
Nel contempo si rileva una tendenza alla diminuzione dell’impiego di altre sostanze tra i giovani: le Nuove Sostanze Psicoattive (NPS) hanno subito un calo passando dal 6.4% al 5.8%, i cannabinoidi sintetici da 4.6% a 3.5%, gli stimolanti da 2.9% a 2.4%, la cocaina da 2.2% a 1.8%, e infine gli allucinogeni sono scesi da 12% a 1.0%. Gli oppiacei invece hanno mantenuto una stabilità attestandosi sull’uno percento secondo statistiche recenti. Il fatto che questi dati sembrino positivi nell’ambito della riduzione del consumo complessivo di alcune sostanze non deve però farci dimenticare i picchi preoccupanti che emergono in contesti diversi.
L’ombra crescente di cocaina e psicofarmaci
L’altro lato della questione riguardante questa flessione parziale risiede nell’accresciuto utilizzo di sostanze che comportano conseguenze sanitarie e sociali particolarmente gravi. A dispetto del trend osservato per molteplici tipi di droga, la cocaina continua a dimostrarsi fra le più devastanti. Infatti, i dati relativi al fenomeno mostrano un aumento preoccupante nei decessi, associabili direttamente a tale sostanza. Nello specifico dell’anno 2024, si registra che ben il 35% delle mortali intossicazioni acute viene collegato alla cocaina: questa percentuale non solo è in crescita, ma ha anche toccato il suo punto più alto dal momento della rilevazione statistica. Nella stessa annata…, la somma dei decessi riconducibili sia alla cocaina che al crack (80 casi) ha raggiunto livelli equivalenti a quelli degli episodi mortali causati da eroina ed oppioidi (81 casi). Inoltre…, non va trascurata l’influenza della coca sulla sanità pubblica: essa genera circa il 30% degli accessi ospedalieri per abuso di sostanze stupefacenti; cifra mantenuta costante rispetto allo scorso anno. Questo scenario complessivo indica un significativo mutamento nel panorama delle dipendenze, accentuando l’emergere di stimolanti dalle conseguenze rapide ed avverse sul piano fisico e psicologico.
Ancora più inquietante è l’aumento costante del consumo di psicofarmaci senza prescrizione medica tra i giovani. Questa tendenza, osservata a partire dal 2021, ha raggiunto nel 2024 i valori più elevati di sempre. Si stima che 510 mila studenti tra i 15 e i 19 anni abbiano fatto uso di queste sostanze senza ricetta nel corso della vita. Nella fascia d’età 15-18 anni non compiuti, sarebbero 180 mila ad averne fatto uso solo nell’ultimo anno, rappresentando il 12% del totale di questa fascia, con una prevalenza più che doppia tra le studentesse. Un giovane su quattro, tra i 15 e i 19 anni, avrebbe utilizzato una sostanza psicoattiva illegale o psicofarmaci senza prescrizione nel 2024. Questi dati suggeriscono che una fetta crescente di giovani ricorre all’automedicazione per affrontare malesseri psicologici non gestiti o non diagnosticati. L’uso di antidepressivi (non prescritti), come evidenziato nei report, si inserisce in questo contesto come potenziale tentativo di far fronte a stati d’animo difficili, quali ansia, depressione o stress, senza un adeguato supporto medico o psicologico.

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Le motivazioni psicologiche: disagio, automedicazione e vulnerabilità
Sotto la superficie numerica emergono intricate dinamiche psicologiche che necessitano di un’analisi approfondita. L’adolescenza rappresenta intrinsecamente un ciclo temporale contraddistinto da momenti cruciali: è una fase segnata dalla transizione e dalla vulnerabilità in cui avvengono cambiamenti identitari radicali ed emerge una maggiore predisposizione ai fattori ambientali potenzialmente rischiosi. All’interno di tale scenario, l’assunzione di sostanze si può interpretare quale strategia per il sollievo del disagio mentale; essa funge infatti da tentativo mirato per mitigare le angustie psichiche, gestire stati emozionali intensificati oppure eludere sensazioni afflittive. La concezione dell’automedicazione trova applicazione tanto nelle tossicodipendenze quanto in quelle moderne chiamate ‘new addictions’, come nel caso del gioco d’azzardo o altri comportamenti compulsivi; essa implica l’assunto secondo cui gli individui possano cercare rifugio in tali comportamenti al fine di affrontare le loro più intime difficoltà e disturbi emotivi – incluse condizioni quali ansia generalizzata, depressione persistente ovvero traumi irrisolti.
Oggi i giovani devono confrontarsi con specifiche difficoltà e fonti disorientanti: inquietudine legata alla performance scolastica o lavorativa, isolamento accentuato dall’utilizzo distorto delle piattaforme social media, incognite sul futuro imminente, pressioni sociali considerevoli e la ricerca continua della propria appartenenza sociale. Questi fattori possono esacerbare vulnerabilità individuali e rendere più probabile il ricorso a sostanze psicoattive o a comportamenti di dipendenza come meccanismi di coping disfunzionali. L’uso di psicofarmaci senza prescrizione medica si inserisce perfettamente in questo scenario: i giovani, in assenza di un adeguato supporto psicologico o psichiatrico, potrebbero percepirli come una soluzione rapida ed efficace per gestire l’ansia, l’insonnia, la tristezza o la difficoltà a concentrare. Questa autodiagnosi improvvisata e l’assunzione di farmaci non monitorata da un professionista comportano rischi elevatissimi per la salute, tra cui la dipendenza stessa, effetti collaterali indesiderati e l’interazione con altre sostanze.
- Dipendenza da farmaci
- Effetti collaterali gravi
- Interazione con altre sostanze psicoattive
Inoltre, il consumo di droghe spesso inizia in contesti di aggregazione sociale, specialmente nel fine settimana. Talio osservazioni rivelano che, oltre alla dimensione dell’automedicazione personale, anche la necessità di conformarsi al gruppo, il bisogno di sperimentare nuove esperienze e la volontà di essere percepiti come parte della comunità giocano ruoli cruciali nell’avvio all’assunzione delle sostanze. A ben vedere, tuttavia, le attuali tendenze delineano uno scenario in cui vi è un accesso sempre più ampio e capillare a specifiche sostanze; questo è particolarmente evidente nell’incremento dei decessi legati alla cocaina e nella facilità con cui si riescono a reperire psicofarmaci privi della necessità della ricetta medica.
Le nuove minacce e la necessità di interventi mirati
Il panorama delle dipendenze giovanili è in continua evoluzione, con l’emergere di nuove minacce che richiedono attenzione e strategie di intervento aggiornate. Le Nuove Sostanze Psicoattive (NPS), sebbene abbiano mostrato un lieve calo nel consumo tra i giovani, rappresentano una minaccia persistente. Nel 2024, il Sistema Nazionale di Allerta Rapida per le Droghe (NEWS-D) ha identificato 79 diverse NPS circolanti in Italia, gestendo 437 segnalazioni. Di particolare preoccupazione sono i sequestri di “cocaina rosa” (una miscela di MDMA e ketamina, spesso contenente altre sostanze) e la presenza, sempre più frequente, di nuovi derivati semisintetici della cannabis in prodotti come liquidi da svapo o edibili (caramelle, cioccolata), che li rendono più “invitanti” per un pubblico giovane. Anche gli oppiacei sintetici e i catinoni sintetici, che mimano gli effetti di cocaina e anfetamine, sono sotto stretta osservazione degli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Nel 2024, la presenza di sostanze come il catinone sintetico MDPHP, il fentanyl e l’ossicodone è stata rilevata in diversi casi di intossicazione acuta mortale, spesso in coassunzione con altre sostanze, inclusi alcol, benzodiazepine e psicofarmaci.
Sostanza | Percentuale di rischio | Commento |
---|---|---|
Cocaina | Aumento record | 35% dei decessi per intossicazione acuta nel 2024. |
Psicofarmaci | 510,000 minorenni | Uso non prescritto ha raggiunto livelli record. |
NPS | 79 nuove sostanze | Identificate nel 2024, tra cui “cocaina rosa”. |
I decessi correlati alle droghe nel 2024 sono stati 424. Nel 44% di questi casi è stata rilevata la coassunzione di due o più sostanze, evidenziando pratiche di consumo estremamente rischiose. Tra le combinazioni più frequenti figurano cocaina-eroina (22%), cocaina-metadone (21%), alcol-eroina (18%), alcol-cocaina (17%), alcol-metadone (14%), eroina-metadone e benzodiazepine-psicofarmaci (12%). Le sostanze più frequentemente rilevate nei decessi sono state alcol (45%), cocaina (32%), benzodiazepine (23%), psicofarmaci (14%), eroina (10%), metadone (13%) e cannabinoidi (11%). Oltre alle intossicazioni acute letali, sono stati registrati 138 decessi ascrivibili a un danno d’organo compatibile con gli effetti tossici delle sostanze psicotrope, anche se le concentrazioni non erano letali. In questi ultimi casi, le sostanze più rilevate sono state alcol (29%), cocaina (26%), benzodiazepine (19%), psicofarmaci (15%) e metadone (10%).
Affrontare il disagio con consapevolezza e supporto
Il quadro che emerge dall’analisi del consumo di sostanze tra i giovani ci sollecita a una riflessione profonda sul benessere psicologico e sulla salute mentale delle nuove generazioni. Il ricorso a cocaina o a psicofarmaci senza prescrizione Medica non è solo una questione di “droga”, ma spesso il sintomo di un malessere sottostante non riconosciuto o non adeguatamente affrontato. Dal punto di vista della psicologia comportamentale, l’uso di sostanze può essere inteso come un comportamento appreso per evitare stimoli avversivi (ad esempio, sentimenti di ansia o tristezza) o ottenere rinforzatori positivi (sensazioni di euforia o rilassamento, anche se effimere). La psicologia cognitiva, invece, si concentra sui modelli di pensiero e sulle credenze che portano un individuo a percepire l’uso di sostanze come una strategia efficace per far fronte alle difficoltà. Spesso, possono esserci distorsioni cognitive, come la sovrastima degli effetti positivi della sostanza e la sottostima dei rischi.
È cruciale riconoscere che dietro l’automedicazione con sostanze o farmaci vi può essere un trauma non elaborato o esperienze dolorose che la persona cerca di “intorpidire”. La salute mentale non è solo l’assenza di malattia, ma uno stato di benessere che ci permette di affrontare le sfide della vita. Promuovere una cultura della salute mentale, in cui chiedere aiuto non sia uno stigma ma un atto di forza e consapevolezza, è fondamentale. La medicina correlata alla salute mentale offre strumenti preziosi, ma l’accesso a questi strumenti deve essere facilitato e la conoscenza sui loro effetti e rischi diffusa in modo corretto, soprattutto tra i giovani. Pensavamo a quanto tempo è passato prima che capissimo l’importanza di un’alimentazione sana per il corpo, forse siamo all’alba di una nuova era di comprensione e consapevolezza sull’importanza della salute mentale e delle sue necessità. La strada è ancora lunga, ma speriamo di vederla fiorire.
- THC: tetraidrocannabinolo, il composto psicoattivo primario della cannabis.
- NPS: Nuove Sostanze Psicoattive, composti sintetici che possono avere effetti simili alle droghe tradizionali.
- SerD: Servizi per le Dipendenze, strutture pubbliche dedicate alla cura delle tossicodipendenze.
Note:
- Il Sistema Nazionale di Allerta Rapida, che monitora le NPS, ha individuato 79 nuove sostanze nel 2024 e gestito 437 segnalazioni.
- Le attività di prevenzione includono oltre 328 progetti attivati in istituti scolastici.