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Cantieri insicuri, anime ferite: il trauma psicologico degli operai edili

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  • Nel 2023 si sono verificati quasi 600.000 infortuni non fatali in Italia.
  • I lavoratori infortunati hanno il 45% in più di probabilità di sviluppare depressione.
  • Circa 120.000 persone con inabilità permanente al lavoro hanno disabilità psico-sensoriali.

L’ombra invisibile degli incidenti: il trauma nei cantieri edili

La cronaca recente ha riacceso i riflettori sulla drammatica realtà degli infortuni sul lavoro in Italia, e in particolare nel settore edile, dove incidenti gravi si susseguono con allarmante frequenza. Tra i casi più recenti che hanno scosso l’opinione pubblica, spicca quello avvenuto a Mesagne, in provincia di Brindisi, lo scorso 31 marzo. Un operaio di 45 o 46 anni (le fonti variano sulla sua età precisa), impiegato in un cantiere AQP, è stato colpito dal braccio meccanico di un escavatore. L’episodio, inizialmente descritto come un “grave incidente”, ha fortunatamente visto l’operaio dichiarato “fuori pericolo”, ma ha riaperto la discussione sulle conseguenze non solo fisiche, ma anche psicologiche che tali eventi possono comportare per i lavoratori e per chi li circonda.

Questo specifico incidente, sebbene per fortuna non fatale, si inserisce in un quadro più ampio e spesso tragico. Solo nell’ultimo periodo, numerosi episodi hanno evidenziato la vulnerabilità dei lavoratori nei cantieri: un operaio deceduto a Roma, due feriti a Palermo, senza contare le tragedie passate, come quella di Mesagne risalente a 16 mesi fa, dove un operaio perse la vita cadendo da una scala, o il caso di 45 mesi fa, sempre a Mesagne, dove un altro operaio morì schiacciato dal crollo di un solaio durante una ristrutturazione. Altri infortuni gravi si sono verificati a Trento, dove un operaio di 36 anni è stato ferito in un cantiere, e a Porto Cesario, dove due operai sono stati travolti dal crollo di un cancello. Questi eventi, spesso ridotti a mere statistiche, celano storie di vite sconvolte e, non di rado, traumi profondi che vanno ben oltre le lesioni visibili.

Anno Infortuni non fatali Media giorni di assenza
2023 600,000 32
2022 704,000
2021

Il settore edile, noto per la sua intrinseca pericolosità, espone i lavoratori a rischi infortunistici costanti, dovuti a eventi dannosi e violenti. Oltre ai pericoli fisici (cadute, schiacciamenti, esposizione a rumori eccessivi, ecc.), emerge con sempre maggiore forza la consapevolezza dei rischi psicosociali. Questi ultimi, meno evidenti ma altrettanto insidiosi, possono condurre a problematiche come stress, ansia, depressione e persino al disturbo da stress post-traumatico (PTSD). Uno studio dell’EU-OSHA ha evidenziato come il 46% dei lavoratori edili nell’UE sia esposto a forti livelli di stress sul lavoro, con conseguenti rischi per la salute mentale. La correlazione tra alti livelli di stress lavoro-correlato e un aumento del rischio di infortuni è stata scientificamente provata.

“In Italia, ci sono stati quasi 600.000 infortuni non fatali nel 2023, un calo del 16% rispetto al 2022, anno in cui si erano registrati il numero più alto di incidenti dal 2019.”

La pressione per rispettare scadenze, la precarietà lavorativa, le lunghe ore e le frequenti interruzioni o ritardi possono erodere il benessere psicologico degli operai, rendendoli più vulnerabili agli incidenti e alle loro conseguenze. Il dibattito pubblico e accademico sta finalmente riconoscendo che il costo di un infortunio non si limita alle spese mediche e alle assenze dal lavoro, ma si estende al benessere psicologico a lungo termine delle vittime e delle loro famiglie.

Le cicatrici invisibili: conseguenze psicologiche degli infortuni

Workers in PPE on a construction site looking at each other, representing the psychological impact and discussions around occupational incidents.

Un infortunio sul lavoro, soprattutto se grave, è un evento traumatico che può lasciare cicatrici profonde nell’anima della vittima, ben oltre la guarigione delle lesioni fisiche. Studi e ricerche hanno ampiamente documentato le conseguenze psicologiche, che spaziano dalla depressione all’ansia, dalla preoccupazione costante all’irritabilità e al disorientamento in situazioni stressanti. Questi disturbi emozionali sono una realtà per molte delle persone che subiscono un incidente professionale. L’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) ha ribadito l’importanza di affrontare i rischi psicosociali nel settore edile, sottolineando come la salute mentale sia messa a rischio in quest’ambito.

Un nuovo studio ha rivelato che i lavoratori infortunati presentano una probabilità superiore del 45% di sviluppare depressione rispetto ai lavoratori non infortunati.[1]

Il trauma di un infortunio può tradursi in un vero e proprio disturbo da stress post-traumatico (PTSD), caratterizzato da sintomi quali flashback, incubi, evitamento di situazioni che ricordano l’evento, ipereccitazione e difficoltà di concentrazione. Sebbene le conseguenze di un infortunio possano non risultare letali, l’angoscia legata alla possibilità di decessi o di ferite gravi si imprime profondamente nella mente dei lavoratori. Il modo in cui vengono percepiti il rischio e la sicurezza all’interno dei cantieri rappresenta un elemento cruciale; chi opera in questi ambienti vive quotidianamente una serie incessante di minacce potenziali. Questa sottomissione costante ai pericoli, nel lungo termine, può minare le capacità psicologiche degli individui coinvolti nel lavoro. Un insufficiente scambio comunicativo accompagnato da una considerazione marginale delle problematiche psicosociali aggrava ulteriormente tale situazione, accrescendo le chance che i lavoratori sviluppino stati d’animo negativi capaci, a loro volta, di generare eventi accidentali indesiderati.

Il supporto necessario: oltre l’assistenza fisica

A construction site with a banner promoting mental health and support, showing figures representing psychological assistance, highlighting the need for holistic support for workers.

Di fronte a questa realtà, la richiesta di un supporto psicologico strutturato per le vittime di infortuni sul lavoro e per i loro familiari è diventata pressante. Il Consiglio Nazionale Ordine Psicologi (CNOP) e l’ANMIL (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro), insieme alla Fondazione “Sosteniamoli subito”, si sono uniti per promuovere questa causa, siglando un Protocollo d’Intesa. L’obiettivo è sensibilizzare le istituzioni e garantire l’accesso a servizi di assistenza psicologica.

“La riabilitazione completa di un lavoratore infortunato deve includere un percorso di sostegno psicologico e psicoterapeutico.”

L’INAIL, l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, ha già iniziato a riconoscere l’importanza di questi interventi, inserendo il supporto psicologico-psicoterapeutico tra le prestazioni sanitarie e socio-sanitarie. Il presente step riveste un’importanza cruciale; infatti, secondo le statistiche fornite dall’INAIL aggiornate al 1° gennaio 2021, si registrano all’incirca 570.000 individui disabili con una condizione di inabilità permanente al lavoro, dei quali ben 120.000 presentano forme di disabilità psico-sensoriali. È evidente che l’aggiunta del supporto psicologico trascende il semplice gesto di umanità: rappresenta piuttosto un vero e proprio investimento nella ripresa lavorativa e sociale per le persone colpite da tali difficoltà.

Costruire un futuro sicuro: una prospettiva olistica sulla sicurezza sul lavoro

A human head with visible cracks and blood, symbolizing the invisible psychological scars left by workplace accidents, emphasizing the need for a holistic approach to safety.

La tragedia silenziosa degli infortuni sul lavoro, amplificata dalle sue conseguenze psicologiche spesso invisibili, ci impone di riflettere profondamente sul modo in cui concepiamo la sicurezza e la salute nei nostri ambienti lavorativi, in particolare nei cantieri edili. La psicologia cognitiva ci insegna che la percezione del rischio gioca un ruolo fondamentale nei comportamenti individuali e collettivi. Se un lavoratore percepisce il suo ambiente come poco sicuro, o se si sente stressato e sotto pressione, la sua capacità di attenzione diminuisce drasticamente, aumentando la probabilità di errori e, di conseguenza, di infortuni. In un cantiere, dove la natura stessa delle operazioni è intrinsecamente complessa e variabile, la cognizione e l’emozione dei lavoratori sono fattori critici.

Approfondendo una nozione più avanzata di psicologia comportamentale, possiamo considerare il “safety citizenship behavior”, ovvero quei comportamenti proattivi e volontari che i lavoratori adottano per contribuire alla sicurezza, anche al di là delle loro mansioni specifiche. Questi includono la segnalazione di pericoli, l’aiuto ai colleghi, l’adesione alle procedure di sicurezza anche in assenza di supervisione diretta. La promozione di tali comportamenti è strettamente legata al benessere psicologico e a un clima organizzativo positivo.

Glossario:

  • PTSD: Disturbo da stress post-traumatico, una condizione mentale che può svilupparsi dopo un evento traumatico.
  • INAIL: Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, ente previdenziale italiano.
  • EU-OSHA: Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro.

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